Politica

La terza ordinanza Morsiani: tutti i segreti del caso titoli e molto altro

San Marino. È un crescendo rossiniano il degrado che emerge dalle tre ordinanze Morsiani. Ad appena una settimana dall’uscita della seconda (la prima era uscita nel maggio scorso), la terza è uscita stamattina, sempre on line. Un centinaio di pagine che dipingono una quadro ben peggiore, ma perfettamente circostanziato, di quello che le opposizioni ormai predicano da molti mesi. Un gruppo esterno, con importanti agganci interni, condiziona la politica per i suoi interessi privati. Qui trovano la loro spiegazione scelte politiche, interventi e decreti, che, altrimenti, non avrebbero alcuna spiegazione. Il progetto di occupazione della Repubblica parte nella passata legislatura, ma in questa trova la sua piena operatività.

Non è semplice sintetizzare in poche righe tutto il quadro delle indagini, ma vale la pena anche solo soffermarsi sui capitoli delle varie aree dell’inchiesta. In primo piano c’è tutto il famoso caso titoli, ma a suo corollario c’è molto altro.

Si legge: “… a carico di Filippo Siotto, Lorenzo Savorelli ed altri esponenti di banca CIS, in collaborazione tra loro, avvalendosi strumentalmente di una delibera che ampliava i poteri del direttore, hanno omesso di fornire informazioni agli organismi preposti sugli interventi assunti …  hanno acquistato titoli illiquidi, cioè privi di rating, impiegando impropriamente risorse significative di Banca Centrale…” per il valore di oltre 43 milioni. Nell’indagine compaiono anche Mirella Sommella, Grais, Confuorti e molti altri nomi. Tutti sarebbero stati in corrispondenza con un indirizzo mail di Advantage Financial. “… Oggettivo è il fatto che il prezzo pagato per i titoli che, documentalmente, Banca CIS cede a Banca Centrale, estingua, contabilmente, il debito preesistente sui distinti rapporti del gruppo Advantage”.

Le indagini avviate in seguito alle denunce sui titoli Demeter, hanno evidenziato oltre alla figura di Siotto e Savorelli, anche quella di Francesco Confuorti.

I primi passi della vicenda cominciano con l’arrivo di Grais in Banca Centrale. Tra i nomi compare anche quello di Daniela Berti, all’ora funzionario delle Finanze, che fece la prima scrematura tra i candidati. Salvo poi accorgersi, in commissione di valutazione, che Grais non aveva un requisito fondamentale: non parlava italiano.

Ben evidenziati i rapporti difficili con Capuano, che sostituisce Savorelli, licenziato ob torto collo, per la faccenda del dito, il quale Capuano non asseconda le richieste di Confuorti.

Al centro di tante manovre appare evidente l’interesse per la prospettiva di gestione dei “crediti non performanti, alla ricerca di un’ipotesi di riorganizzazione del comparto bancario e finanziario dello Stato, politicamente e istituzionalmente condivisa”.

Tante pagine sono dedicate alle consulenze per la valutazione degli NPL affidate a grandi società, con alcuni funzionari in diretto contatto epistolare con Confuorti e anche alle direttrici che indicavano come dovevano essere redatti i decreti. Insomma, le priorità strategiche assunte da Banca Centrale in sinergia con i consulenti, appaiono ispirate dai tecnici in linea con Francesco Confuorti. Un metodo operativo che si assestava sulla chiusura istituzionale e l’apertura ai consulenti esterni.

Anche in questa ordinanza compare il caso Asset banca, per il quale si cercano giustificazioni accettabili per la sua messa in liquidazione. Le interferenze di Daniele Guidi, direttore generale di banca CIS. I messaggi di Celli che chiede il supporto della “cricca” sugli interventi per il credito di imposta alle banche e prima di condividere con la sua maggioranza le scelte strategiche per il paese. I profili d’interferenza: in particolare gli interventi legislativi e le mutevoli priorità nel comparto previdenziale, le interferenze attraverso i gruppi, le asimmetrie della vigilanza, le criticità di Banca CIS, il caso del prestito di Leiton Holding scaduto senza richiesta di proroga (sono 13,5 milioni).

Domani comincia una lunga tornata consiliare. Di paglia al fuoco ce n’è tanta, la miccia non faticherà certo ad accenderla. Poi c’è anche la prima volta di un CCR con la presenza die gruppi consiliari. Ancora una volta su tenta di avvalersi della politica per giustificare scelte “apparentemente tecniche” che non piacciono a nessuno. Ormai, anche alcuni esponenti di maggioranza hanno cominciato a capirlo