Politica

Consiglio Grande e Generale: resoconto seduta del 18 febbraio

Consiglio Grande e Generale, sessione 13-14-17-18-19-20-21-24-25 febbraio

Martedì 18 febbraio, pomeriggio

Nel pomeriggio del 18 febbraio, i lavori del Consiglio Grande e Generale proseguono con l’esame dell’articolato del Progetto di legge “Misure per il consolidamento, lo sviluppo economico, il contenimento dei costi e disposizioni in materia fiscale”, a seguito dell’esame nell’ambito della III Commissione Consiliare Permanente. 

L’esame riparte dall’articolo 23 riguardante il “personale nominato presso le Segreterie di Stato” e dall’articolo 24 sulla “interpretazione autentica dell’articolo 2 della Legge 10 dicembre 1971 n.41 e dell’articolo 15 della Legge 30 aprile 2014 n.73”, in materia di atti notarili. Quest’ultimo provvedimento, “così come i successivi, nasce da un confronto con l’Ordine dei Notai – precisa il Segretario di Stato Andrea Belluzzi -. Parliamo di atti che hanno numerose criticità e possono generare dei problemi e delle eccessive prudenze anche sull’accesso al credito quando si vuole conferire il bene a titolo di garanzia. D’accordo con l’Ordine, abbiamo presentato queste soluzioni che sono il frutto anche di un confronto avvenuto in Aula. Su questi articoli abbiamo trovato soluzioni che potessero ottenere una condivisione ampia”. Silvia Cecchetti (PSD) rivolge un ringraziamento all’Ordine dei notai “per le segnalazioni fatte: negli acquisti immobiliari i cittadini devono poter essere sicuri e avere la massima fiducia anche per quanto riguarda gli aspetti di validità dei testamenti e dei vari atti”. Con l’articolo successivo, il 25, si stabilisce che è “consentita la donazione fra coniugi e tra soggetti uniti civilmente. Allo scopo di assicurare la certezza giuridica del trasferimento e circolazione di beni e diritti e garantire gli effetti della conservazione degli atti stipulati tra i soggetti di cui al comma 1 che precede, sono considerate valide ed efficaci le negoziazioni stipulate anteriormente all’entrata in vigore della presente legge, purché non siano già oggetto di contenzioso ovvero non siano lesive di diritti di terzi”. “Questo passaggio è stato discusso in Aula – spiega il Segretario Belluzzi -. Un commissario di opposizione ha parlato di un atto di civiltà giuridica. Il frutto della mediazione è stato importante in Commissione: è stato precisato che gli effetti delle donazioni stipulati all’entrata in vigore della legge siano validi purché non siano oggetto di contenzioso. Voglio ribadire che su questo aspetto c’è stata una condivisione. Ricordiamo che se il titolo deriva da un reato vi è sempre la revocatoria”. Enrico Carattoni (RF): “Da un lato registro favorevolmente questo intervento. C’è sempre stata una difficoltà interpretativa. Giusto dare la possibilità ai coniugi di fare una donazione. Se da un lato non c’è ancora attivo un procedimento o una causa civile, o non sono stati lesi i diritti di terzi, allora l’atto viene fatto salvo. Altrimenti, per gli atti fatti precedentemente alla legge, gli altri atti rischiano di subire la scure della nullità”. “Ai fini della certezza giuridica con il secondo comma di questo articolo non raggiungete il risultato” precisa Antonella Mularoni (RF). Interviene Gaetano Troina (D-ML): “Prendo atto che su questo tema ci sono due scuole di pensiero. Una è quella che hanno espresso i colleghi di RF. Io mi sento di far parte di un’altra scuola. Ovvero che se fino ad oggi per ragioni storiche non era prevista la possibilità di procedere con donazioni tra coniugi, oggi questo problema si ritiene superata e appunto per questa ragione ho detto che dal mio punto di vista si tratta di un passaggio di civiltà. Su una sanatoria tombale di quello che è stato fatto nutro delle perplessità. Vorrei avere un po’ più chiaro il quadro”. Emanuele Santi (Rete): “E’ stato un articolo molto discusso. Non è accettabile che, se ci sono stati degli atti fatti contro legge, oggi si vanno a sanare completamente. Stiamo facendo delle azioni di responsabilità verso certi personaggi: adesso guarda caso arriva questo articolo e facciamo anche la sanatoria per gli atti di sanatoria di qualche anno fa. La nuova riscrittura, che io non ho firmato, è un palliativo. Con questo articolo qua mettiamo i bastoni tra le ruote alle azioni di responsabilità. Non possiamo consentire che qualcuno si spogli dei beni e li ceda gratuitamente alla moglie”. Replica il Segretario Belluzzi: “Le ultime allusioni sono infondate. Io rispetto anche le diversità di opinioni. Ma questa è stata una scelta guidata dall’obiettivo di voler dare un elemento di certezza nell’ambito del mercato immobiliare”. 

L’articolo 26 riguarda invece la “cessione a titolo di antiparte”. Esso stabilisce che “la cessione a titolo di antiparte è un atto a titolo gratuito, mediante il quale un soggetto cede propri beni in favore dei soli eredi legittimari. La cessione a titolo di antiparte non necessita dell’intervento dei testimoni, ma il notaio o una delle parti può richiederlo. Agli atti di cessione a titolo di antiparte si applica l’imposta di registro stabilita per le successioni”. Con l’articolo 27, viene apportata una modifica all’articolo 42 della Legge 15 dicembre 1994 n.110.

Si passa quindi alle disposizioni in materia fiscale con l’articolo 28 che, precisa il Segretario di Stato Marco Gatti, “introduce in maniera chiara ed esplicita il regime che si applica nell’ambito del trasferimento dei prezzi tra società partecipate tra loro”. L’articolo 28, così come i successivi 29,30 e 31, impatta sulla legge 166/2013 (Imposta generale sui redditi). “Su questo articolo una considerazione di metodo – dice Emanuele Santi (Rete) -. Lei, Segretario Gatti, dice che vuole fare la riforma dell’IGR: questi articoli non potevano essere inseriti in quel PDL? Non vorrei che questo sia un segnale del fatto che la riforma dell’IGR non arriverà mai”. Antonella Mularoni (RF): “Il Segretario Gatti ha annunciato che questo sarà l’anno della riforma dell’IGR. Temiamo che quella riforma non vedrà la luce nemmeno quest’anno altrimenti il Segretario Gatti avrebbe potuto inserire queste modifiche in un progetto di legge in prima lettura”. Incalza Nicola Renzi (RF): “Questo è stato un veicolo aperto per portare unicamente degli aggiustamenti qua e là, incluse alcune prebende. Pensiamo agli adeguamenti degli stipendi per chi è nello staff di Segreteria. Però cosa succede? Allora le regole erano quelle e tutti ci siamo attenuti. Cambia il Governo e cambiano anche gli stipendi. Forse la vera legge sviluppo è l’argomento al centro della conferenza stampa di oggi, ovvero le residenze fiscali non domiciliate”. Replica il Segretario di Stato Marco Gatti. “Abbiamo chiesto di ritirare tutte quelle proposte che andavano a modificare la base imponibile, in quanto intervenivano su delle regole che necessitano di un confronto con le parti sociali. Mi sento abbastanza tranquillo di quello che sta facendo il Governo. La popolazione si è espressa nemmeno otto mesi fa su questo”. L’articolo 31, che rappresenta una semplificazione in materia di inventari annuali e la tenuta di scritture ausiliarie di magazzino, è frutto di un emendamento proposto da Repubblica Futura. 

I lavori proseguono rapidamente con l’esame degli articoli successivi, dal 32 al 37: modifiche in materia di imposta IRAFE, liquidazione imposta sulle importazioni da parte di Poste San Marino S.p.A., disposizioni in materia di rimborso monofase, credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero, utilizzo del credito d’imposta di cui alle misure a sostegno di operazioni a tutela del risparmio, l’abrogazione della Legge 29 novembre 1995 n.130 riguardante gli enti bancari e la costituzione di società per azioni, la quale in particolar modo afferma che “nel definire il progetto di cessione di quote del capitale azionario delle società bancarie, in nessun caso la quota di spettanza dell’ente o società originari può risultare inferiore al 51%”. Proprio sull’articolo 37 interviene Nicola Renzi (RF): “Ciò che si va dicendo da alcuni anni a questa parte, cioè che va tutto benissimo, è una visione a cui non crede nessuno. Se vogliamo prendere la via dell’accordo di associazione con l’Ue, dobbiamo riuscire ad immaginare una forma di consolidamento e sviluppo del nostro sistema bancario e finanziario. Una forma in cui l’inserimento di player internazionali non deve essere vista con paura, ma come una garanzia. Vogliamo cogliere questa sfida oppure non vogliamo coglierla?” “Io credo che sarebbe necessario un riferimento su quella che è l’idea di futuro del sistema bancario e finanziario sammarinese. Però questo riferimento non viene fatto – sottolinea Emanuele Santi (Rete) -. Così si apre alla possibilità di vendere Banca di San Marino. Si fa un articolino perché magari c’è già un compratore. Perché non ci viene detto che questo articolo serve per vendere, tutta o in parte, la Banca di San Marino?” Antonella Mularoni (RF) rivendica la necessità “di un discorso di prospettiva su ciò che immaginiamo per il Paese”. Carlotta Andruccioli (D-ML): “Io penso che scelte strategiche di questo tipo siano da ponderare attentamente. Questo Paese dovrebbe aver imparato qualcosa dal passato. Per cui quello che si chiede alla luce dei fatti del passato è che ci sia la massima ponderazione e la massima chiarezza più in generale su quelle che sono le prospettive di sviluppo del sistema bancario, con riferimento in particolar modo al percorso di associazione con l’Unione europea”. Fabio Righi (D-ML): “Il nostro Paese non può permettersi di trascurare quello che avviene fuori dai nostri confini e deve avere ben chiaro ciò che accade in un contesto europeo e globale. Preoccupa anche noi l’assenza di una qualsiasi visione per quanto attiene le prospettive di sviluppo del nostro sistema bancario”. In replica il Segretario di Stato Marco Gatti: “Condivido quanto detto da Renzi sul fatto che non dobbiamo avere timore di nuovi player. Io lo condivido, altrimenti non avrebbe la scelta di andare verso il mercato unico europeo. E’ chiaro che i piani e i progetti che si fanno forse vengono superati alla giornata, perché in quattro anni il nostro sistema si è completamente trasformato. Oggi per il terzo anno consecutivo le banche hanno fatto utili, si sono rafforzate dal punto di vista patrimoniale. Altro elemento è che se si vogliono creare le condizioni per nuovi investitori, dobbiamo uniformare le nostre norme ai criteri di vigilanza europei”. 

Si passa poi agli articoli 38 (Registro Informatico di carico e scarico dei prodotti petroliferi), 39 (Modifica dell’articolo 52 della Legge 27 novembre 2015 n.174), 40 (Modifiche ed integrazioni del Codice degli Esport), 41 (Modifica dell’articolo 2 della Legge 8 maggio 2009 n.64), 42 (Interventi a sostegno delle piccole imprese). Quest’ultimo nello specifico stabilisce quanto segue: “Per sostenere le attività di lavoro autonomo e su opzione del soggetto interessato, per i soggetti aventi con un ricavo annuo non superiore ad euro 40.000,00 (quarantamila/00) non trovano applicazione si applicano le disposizioni di cui all’articolo 32 della Legge 29 novembre 2022 n.157, pertanto l’obbligo contributivo è commisurato sulla base del reddito risultante dalla dichiarazione dei redditi. Non trova applicazione si applica, in questo caso, il disposto di cui all’articolo 20 della Legge 29 novembre 2022 n.157/2022”. 

Con l’articolo 43 si istituisce una “Unità Operativa a supporto di imprese e cittadini per l’UE” con l’aggiunta di un emendamento della maggioranza che dà facoltà al Dipartimento Affari Esteri di reperire il personale all’interno del Settore Pubblico Allargato e in subordine stipulare appositi contratti di collaborazione. “Non possiamo continuare a creare sovrastrutture – osserva Nicola Renzi (RF) -. Se davvero firmiamo questo accordo, dobbiamo ragionare in modo molto semplice, facendo un progetto perché la nostra PA faccia un passo in avanti e sia tutta in grado di rapportarsi con l’UE. Quando avremo firmato l’accordo, tutto sarà acquis comunitario. Non possiamo continuare a ragionare sulla creazione di uffici”. Rileva Gaetano Troina (D-ML): “In Commissione avevo detto che se si fosse istituita questa Unità Operativa, sarei stato il prima a mettermi in fila. Forse è addirittura frettoloso istituire una unità operativa in mancanza di una definizione dell’accordo di associazione. E poi sarei curioso di sapere dove si può trovare del personale formato da dedicare ad una struttura di questo tipo”. Matteo Zeppa (Rete): “Dobbiamo cercare di tornare sul pezzo. Ci sono problematiche contingenti di sottoscrizione dell’accordo. Io non ero in Commissione, ma un’unità operativa in un dispositivo come la legge sviluppo quantomeno dovrebbe avere dei numeri, delle specifiche. Qui si evidenziano in questi punti tutta una serie di dinamiche che non sono mai state affrontate dai Governi. Non è una critica ma una constatazione”.  Segretario di Stato Rossano Fabbri: “Anche su un articolo come questo assistiamo a speculazioni e attacchi politici, specialmente da parte di qualcuno che è dal 2019 che fa delle promesse non mantenute e racconta baggianate. Il buonismo di facciata serve solo a fare del male al Paese. Su argomenti come questi dovremmo cercare di essere tutti uniti, e non gioire per un momento di difficoltà, quando con buona pace vostra stiamo arrivando alla conclusione degli accordi”. Enrico Carattoni (RF): “Forse abbiamo capito perché l’accordo tarda ad arrivare, perché ci sono dei soggetti che sponsorizzano San Marino come la nuova Montecarlo. Il tema è sempre quello: della serietà e della trasparenza”. Giulia Muratori (Libera): “Questo emendamento aggiuntivo ha uno scopo. L’articolo è nato perché c’è la necessità di approfondire tematiche che fanno parte dell’accordo e distribuire le informazioni dell’accordo a cittadinanza e imprese. Abbiamo fatto una ulteriore modifica: non si parla di nuovo personale, ma come primo passo bisognerà cercare profili di ruolo nella PA. Se in futuro ci sarà la necessità di uscire dal Dipartimento Affari Esteri, allora lo faremo, ma intanto bisogna partire da chi conosce la materia”. Fabio Righi (D-ML): “Tutte le volte che si parla di UE in certe modalità, tremo. Si dice che andremo verso un accordo che sconvolgerà l’impianto della nostra Repubblica. Al netto di dire che firmeremo, il Paese da 10-15 anni a questa parte non è stato minimamente preparato a niente di tutto questo”. Iro Belluzzi (Libera): “Non è sopportabile questo approccio sempre negativo nei confronti dell’Europa. Lei e la sua forza, Righi, siete sovranisti. Essere sovranisti a San Marino non ha molto senso. Qui si parla solamente di uno sportello che dev’essere in funzione affinché cittadini e aziende possano cogliere le migliori opportunità che l’Europa ci potrà offrire”. Gerardo Giovagnoli (PSD): “Voi di Domani Motus Liberi eravate con noi al Governo durante gli ultimi anni decisivi per la definizione dell’accordo. Non si riesce a capire quale sarebbe il problema. Cosa diversa è dire: non ci stiamo preparando adeguatamente. Noi stiamo dicendo che vogliamo effettivamente avere l’accordo funzionante nel più breve tempo possibile. Questo articolo, molto specifico su alcune dotazioni di organico, va in quella direzione. Se volete dare un contributo, allora dite quale sarebbe la vostra idea per strutturare una modalità di funzionamento in linea con l’accordo di associazione. Sono mesi che si parla di come adeguarci e questo va in quella direzione”. Carlotta Andruccioli (D-ML): “Tutte le volte la posizione di Domani Motus Liberi viene strumentalizzata. Le domande in merito ai contenuti dell’accordo e gli appelli alla massima condivisione: sono punti su cui abbiamo insistito più volte. Fin dal 2018 abbiamo sempre rimarcato la necessità che ci fosse la massima consapevolezza del percorso che San Marino stava facendo: mai una volta però abbiamo detto che la Repubblica non dovrebbe integrarsi nel mercato unico”. Tommaso Rossini (PSD): “Abbiamo parlato del fatto che San Marino non è pronta, la cittadinanza non sa nulla. La maggioranza propone di aprire una Unità Operativa, in un Dipartimento dove già ci sono persone qualificate, per dare risposte alla cittadinanza… però non va bene. Io non riesco a capire. Io mi dico: qual è il problema? Noi stiamo proponendo una soluzione e non va bene lo stesso. C’è una proposta attuabile già da domani, questa Unità potrebbe aiutare nella formazione anche uffici pubblici e la Camera di Commercio. Perché non attivarlo, perché dare contro a queste situazioni? Io come cittadino mi sono trovato a confrontarmi varie volte con gli uffici della PA. Vi assicuro che è difficile, se uno non è ben motivato, recepire tutte le informazioni. Se qualcuno che vuole cogliere le opportunità dell’Europa, un front office dedicato credo possa essere un’ottima cosa”. Emanuele Santi (Rete): “Questo emendamento è quello della disperazione. Dal 6 dicembre del 2023, da parte del Governo non si sente più parlare di accordo. I temi da approfondire sono molti. Come ci stiamo preparando a gestire la PA? I concorsi pubblici? I bandi pubblici? Gli appalti? Come gestiremo i monopoli di Stato?”