Celli sulla visita del FMI: “La missione è andata bene”
San Marino. “La missione è andata bene.” Così il segretario di Stato alle Finanze Simone Celli, durante il dibattito in Consiglio Grande e Generale che ha deciso di dedicare un momento del suo intervento all’annuale visita degli esperti del Fmi nella Repubblica di San Marino e soprattutto sul giudizio, a quanto pare positivo, sui processi in atto nel settore bancario che lo stesso Celli ha poi descritto. “I soggetti vigilati dovranno dare attuazione a piani di ricapitalizzazione e a piani di efficientamento industriale” illustra infatti il Segretario, aggiungendo che è il modo di procedere ad aver rappresentato un elemento di disaccordo con il dimissionario presidente di Bcsm, Wafik Grais. Perché di fatto “la polis del governo rispetto alle prospettive del sistema finanziario non sono cambiate – puntualizza – il sistema deve internazionalizzarsi e per farlo deve aderire in modo concreto e chiaro alle migliori pratiche internazionali. Sicuramente ci servirà un approccio progressivo e gradualista che ci permetta di salvare il bambino e buttare via l’acqua sporca ma l’obiettivo finale deve essere quello di avere un sistema bancario che rispetta le best practices internazionali”. Da questa fase, assicura, “usciremo con soggetti vigilati più solidi e competitivi”.
Questo sta già accadendo con Cassa di Risparmio: “Noi pensiamo – manda a dire a riguardo – che l’operazione portata avanti con Cassa meriti rispetto”. Ripercorre quindi i prossimi passi: l’approvazione del bilancio 2016 del prossimo 2 ottobre da parte dell’assemblea degli azionisti, la ricapitalizzazione di 54 milioni di euro sostenuta dallo Stato, l’implementazione del piano industriale “con l’operazione che porterà alla conformazione di una good bank pubblica, depurata dalla pesante zavorra delle perdite accumulate in questi anni e la costituzione di una bad bank che gestirà i crediti deteriorati”. Uno sguardo anche al resto del sistema bancario per cui “dovrà essere utilizzata una soluzione di mercato”, ovvero iniezioni di capitali da parte delle proprietà, chiarisce Celli, l’ingresso di nuovi capitali e nuovi gruppi imprenditoriali, processi di fusione e accorpamento. L’intervento dello Stato “sarà considerato extrema ratio e dovrà materializzarsi solo ed esclusivamente in via residuale”.