Politica

Corpo diplomatico: continua la discrezionalità

Giochi del Titano

Durante la Commissione Esteri che si è tenuta ieri, il Segretario agli Affari Esteri Nicola Renzi (AP, ora Rep. Futura) ha portato in discussione la bozza di regolamento sul corpo diplomatico. Innanzitutto facciamo un po’ di chiarezza. A San Marino esistono due tipologie di personale diplomatico: i diplomatici di carriera, che sono quelli in possesso di specifici requisiti stabiliti dalla legge e che accedono alla carica attraverso bandi di concorso, e poi ci sono i diplomatici di nomina politica che vengono nominati direttamente dal Segretario di Stato agli Affari Esteri. Per quest’ultimo caso la bozza di regolamento presentata da Renzi va a definire quali sono i requisiti necessari per essere nominati e le linee guida per la verifica preventiva di questi requisiti.

Ma nella sostanza nulla cambia perché il Segretario di Stato si sceglie i diplomatici e a li nomina a suo piacimento, arrivando in Commissione Esteri solo per una presa d’atto.

Questo non è certo un passo avanti rispetto all’esistente, ma solo lo stesso vecchio e abusato potere discrezionale che grazie a Adesso.sm si è rifatto il trucco.

Noi seguitiamo a non capire per quale motivo i singoli Segretari di Stato pretendano di nominare i membri del corpo diplomatico sammarinese quando esiste il personale diplomatico di carriera appositamente formato e che ottiene l’incarico attraverso bandi di concorso (quindi non attraverso metodi discrezionali).

Tanto per farci un’idea, in passato la politica ha distribuito incarichi diplomatici a personalità come Paul Phua: vi ricordate l’Aman resort, l’hotel a 7 stelle? Ecco, Phua è stato ritenuto dall’FBI un esponente della mafia cinese (triade 14k) e avrebbe corrotto un Segretario di Stato versando quasi due milioni di euro di tangente per ottenere l’incarico diplomatico sammarinese. O ancora il console Colombelli: vi ricordate l’indagine Chalet e lo scandalo del Mose in Italia? E poi ancora le vicende giudiziarie statunitensi di Luca Minna che fino a novembre scorso era ambasciatore a disposizione di San Marino (e che oltretutto è stato contestato dai dipendenti di uno dei suoi ristoranti americani, per non aver pagato gli stipendi). Pensando a Minna ci viene subito in mente la Centrale elettrica di Faetano: lui ne era promotore insieme all’ex Segretario al Territorio Antonella Mularoni. Che fine ha fatto la centrale? Sarebbe interessante saperlo. Noi ci auguriamo che sia sparita ma abbiamo timore che tra qualche tempo ce la troveremo di nuovo tra i piedi.

Con questo non intendiamo certo dire che i diplomatici di nomina politica siano tutti da tenere sotto la lente d’ingrandimento, ma in un paese piccolo come il nostro e con un passato così torbido e ricco di intrecci tra diplomazia, politici e affari, si potrebbe tranquillamente decidere di avere solo diplomatici di carriera, in pochi paesi strategici e di usufruire delle sedi diplomatiche italiane così come previsto dai nostri rapporti con l’Italia. Tempo fa il nostro Movimento ha anche proposto di fissare delle sanzioni economiche per danni di immagine causati dal membro del corpo diplomatico che incorra in condanne giudiziarie.

Purtroppo invece il governo sembra voler ignorare il passato, e non intende rinunciare al potere discrezionale del Congresso di Stato nella scelta dei membri della diplomazia sammarinese. E come se non bastasse, si vuol far passare l’idea che il ruolo dei diplomatici sia quello di essere promotori dello sviluppo del paese, dei veri e propri procacciatori d’affari.

Di certo i contatti con i paesi esteri sono fondamentali ma, a nostro avviso, il ruolo dei diplomatici dovrebbe essere solo quello di presentare le opportunità di investimento offerte dalla Repubblica, in collaborazione anche con Camera di Commercio, Ufficio Industria, ecc … ma senza passare dalla benedizione del Segretario di Stato di turno e soprattutto senza intrecciare gli affari privati con quelli del paese. 

 (Fonte: Movimento RETE)