Dibattito in Consiglio sul tema del Bilancio
CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 14– 23 DICEMBRE
– VENERDI’ 16 DICEMBRE–
Nella seduta odierna, i lavori consiliari proseguono il dibattito sul Bilancio previsionale 2023, presentato in seconda lettura dal Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti. Debito pubblico, politiche energetiche, progetti di sviluppo e patto sociale sono i temi più affrontati negli interventi di Segretari di Stato e consiglieri di maggioranza e opposizione. Inoltre in diversi hanno toccato il tema del Des, il “distretto economico a fiscalità speciale”, il cui progetto di legge sarà discusso una volta concluso il comma sulla Finanziaria e su cui anticipano di ‘dare battaglia’ i consiglieri di Libera. Giuseppe Maria Morganti annuncia infatti che, proprio per impedire di arrivare all’esame in prima lettura del provvedimento sul Des, il suo gruppo presenterà 400 emendamenti alla legge di bilancio. “Di questi 360 non ci interessano- ammette- lo facciamo solo per ostruzionismo e per far sì che a quella legge maledetta, portata in prima lettura, che prevede la delega della sovranità a soggetti terzi- sebbene miliardari- non si arrivi, né oggi, né mai”.
Concluso il dibattito, la seduta viene sospesa. Alle 13 scatta la deadline per il deposito di tutti gli emendamenti al Bilancio. I lavori riprenderanno lunedì con l’esame dell’articolato.
Di seguito un estratto degli interventi odierni fino alla replica del Sds per le Finanze, Marco Gatti.
Comma 4. Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n.30 “Norme Generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato”: a) Progetto di legge “Rendiconto Generale dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2021” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio) (II lettura) b) Progetto di legge “Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2023 e Bilanci Pluriennali 2023/2025” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio) (II lettura )
Luca Beccari, Sds Affari Esteri
L’attività di governo di questi 3 anni, e dei prossimi, si basa sugli impegni programmatici assunti nei confronti della maggioranza e del paese e per questo la Finanziaria deve cominciare ad essere sempre più un documento tecnico, non un documento estemporaneo di programmazione per lanciare la palla in avanti.
Con l’avvio della legislatura si è iniziata anche una fase di interventi che hanno cercato di andare al cuore del problemi del paese Dal punto di vista dell’opposizione le cose vanno sempre male, per la maggioranza va tutto bene, è il gioco delle parti, ma ci sono anche dati oggettivi. A inizio legislatura il Paese aveva emergenze importanti, prevalentemente concentrate attorno al sistema bancario: il problema di liquidità sistemica, di tenuta del sistema, gli aggregatori bancari rivelavano una situazione complicata. I report Fmi degli anni 2015-2016, andando fino a inizio 2000, ci dicono che elemento cruciale erano la stabilità del sistema bancario, la liquidità e il terzo era la difficoltà nel generale profittabilità nelle nostre imprese. E infatti in quegli anni i livelli di entrate sono crollati vertiginosamente, nel 2018-2020 Igr e monofase hanno registrato i livelli più bassi degli ultimi decenni. Poi è arrivato il covid che ha anche forzato un diverso approccio ai problemi del paese e oggi ci troviamo un bilancio che parla un’altra lingua: non si regge solo su artifici contabili come il 5Ter, non si regge grazie a prestiti incrociati tra enti, e abbiamo finalmente un paese con indicatori di sistema che iniziano a far guardare all’uscita dalla zona di crisi. Se ci pensate, nel 2014-2015 abbiamo toccato i picchi di disoccupazione nel Paese ed era dovuto al fatto che molte imprese chiudevano e riaprivano in Italia per l’aggressione fiscale esterna. Oggi abbiamo i livelli di disoccupazione più bassi, siamo passati attraverso due anni e mezzo di covid in cui quasi tutti i settori economici hanno avuto contrazioni di produttività e ci aspettavamo si sarebbero riversati sulla tenuta dei conti. Questo ci porta a considerare, se uno analizza i tre anni precedenti, che forse non ci sono stati interventi eclatanti, né siamo arrivati al famoso progetto con i dieci punti per risollevare l’economia sammarinese. Questo approccio, in cui bisogna sempre arrivare al progetto magico, va messo in parallelo con l’esigenza di farle le cose. E allora anche nella gestione del covid la scelta che fu fatta a inizio pandemia di non passare attraverso lockdown totali e di far lavorare le nostre imprese è stata una scelta vincente. Così come la scelta di consolidare e ristrutturare il debito, con un approccio diverso da quello usato negli ultimi 10 anni- che era difficile da spiegare anche agli organismi internazionali l’idea del fondo pensioni che presta i soldi allo Stato, lo Stato che li presta alle banche poi le banche le riprestano allo Stato- è qualcosa che non si regge in piedi. Sicuramente però dobbiamo cambiare un po’ mentalità. Alla fine la discussione si concentra sui soliti temi: ‘abbiamo il debito’ e ogni anno a dicembre scopriamo che abbiamo il debito. Eppure abbiamo avuto 10 anni di deficit nel bilancio pubblico. Abbiamo avuto anni di perdite del settore bancario su cui è intervenuto lo Stato, abbiamo avuto problematiche diverse che hanno impattato sul bilancio dello Stato, inclusi i crolli dei fondi pensioni. E secondo voi è una novità che ci sia debito pubblico? Debito che poi si è strutturato in bond ed è stata un’azione di mercato importatissima. E anche di marketing, perché ha fatto conoscere San Marino a livello professionale.
Sul tema energetico: in Finanziaria non c’è la soluzione al tema dell’energia perché non è un tema da Finanziaria, ma è un dibattito che dobbiamo fare seriamente, su quanto e come Paese siamo pronti a investire in infrastrutture che ci permettano di produrre energia in maniera alternativa, che vadano a mitigare il fabbisogno di mercato. Se no, ne possiamo parlare solo di come si allineano le tariffe sammarinesi ai costi di mercato, e al massimo di politiche che possiamo mettere in atto per mitigare i costi delle bollette per i soggetti bisognosi. Qui si ferma il tema dell’energia, se non parliamo di infrastrutture, argomento che si scontra con la mentalità sammarinese, che dobbiamo cambiare. Infatti se si comincia a parlare di un impianto di produzione, anche di quelli meno impattanti e più tecnologici, San Marino ha un grande problema: abbiamo 62 km quadrati e ovunque metti l’impianto è vicino a qualcuno: a una scuola o a un centro abitato o all’azienda di qualcuno…E allora va fatto un patto sociale: vogliamo che lo Stato intervenga per garantire prezzi bassi nelle utenze? Ci sto, ma dobbiamo fare un patto per un investimento infrastrutturale, in energie rinnovabili o in produzioni non impattanti. Solo così avremo risorse per recuperare quei fondi che impegniamo. Se questa impostazione la metteremo in campo allora riusciremo a risolvere problemi strutturali del Paese, altrimenti, se pretendiamo i miracoli- e cioè che quello che nel mondo costa tanto a San Marino costi zero- non ce la possiamo fare.
Sara Conti, Rf
Ho ascoltato l’intervento del Segretario Beccari e non sono d’accordo quando dice che la legge di bilancio deve essere tecnica e senza indirizzi politici, tutt’altro. Credo che legge di bilancio sia strettamente politica e deve contenere l’indirizzo politico che il governo vuole dare agli investimenti. Non si tratta di avere la bacchetta magica, ma di avere progetti che il governo dovrebbe proporre. Invece la legge di bilancio continua a rispecchiare la politica di indebitamento che serve solo a sostenere la spesa corrente. E una politica di questo tipo se può essere accettabile in periodi ‘normali’, tanto meno può esserlo in questo periodo storico, complesso e generatore di grandi incertezze globali che producono poi incertezze anche nella Repubblica di San Marino. Mi riferisco alla instabilità politica di alcune zone del mondo e all’instabilità dovuta alla crisi energetica.
Sul piano dell’efficientamento energetico, il Segretario ha detto che non è possibile fare proposte concrete di sostenibilità del Paese perché troverebbero muro tra la cittadinanza. Credo se le proposte arrivassero, le potremmo valutare e noi ci siamo. Ma per ora on abbiamo che sentito interventi spot di qualche consigliere di maggioranza o di qualche Segretario, ma progetti concreti sulla sostenibilità del Paese sono ancora non pervenuti.
Sul piano della sanità c’è poco da aggiungere, è una tragedia. Passi il covid, e abbiamo tutti capito che il momento di emergenza andava affrontato. Poi quello che abbiamo visto sono stati l’investimento per una consulenza sull’ospedale, di cui non sappiamo niente, e di 3 mln di euro per il robot chirurgico, ma su cui non abbiamo visto un piano di recupero. Su tutti i servizi di base, la situazione è drammatica. Sono solo alcuni esempi su cui potrebbe basarsi un progetto di sviluppo economico reale e fattibile, a medio-lungo termine del Paese, ma di questi temi non c’è traccia, a meno che non ci troveremo novità nella miriade di emendamenti che avremo solo nel pomeriggio. Noi alcune proposte le faremo e le presenteremo. Non c’è traccia dei soldi presi come finanziamento per un progetto di sviluppo. L’’unica idea di sviluppo del governo è il Des. Per ora si sono solo visti Segretari presi a coltivare il proprio orticello, ma guai a guardare al futuro.
Massimo Andrea Ugolini, Sds Giustizia
Sembra che si voglia fare passare in secondo piano anche le cose positive che si sono generate in questi anni. I dati positivi di alcuni settori economici qualche consigliere di opposizione li ha riconosciuti, e non sono scontati. Nel 2016, se ricordate bene, i problemi erano la disoccupazione e i contratti di solidarietà. Oggi abbiamo settori che anzi stanno incentivando occupazione e posti di lavoro, il manifatturiero sta fornendo dati importanti e anche sui servizi non va sottaciuto quanto si sta portando avanti, frutto anche di scelte coraggiose durante la pandemia. Se il Segretario ci dice che tra spesa corrente ed entrate c’è equilibrio è un dato significativo. Quando siamo entrati in carica, la liquidità non mi sembra che fosse particolarmente florida. Con la pandemia e la chiusura di attività, il gettito fiscale è crollato, va dato merito al Sds Gatti di andare a diversificare il debito e gestire parte della liquidità, ci sarà poi la sfida del roll over nei prossimi anni, ma se il Fmi riconosce il percorso che abbiamo fatto e ci incita a continuare, credo qualche riscontro vada riconosciuto. Ci sono poi sfide che riguarderanno i prossimi anni del settore energetico e riguarderanno sia imprese che famiglie. E noi come governo abbiamo sempre dato supporto a imprese e famiglie, basti guardare l’andamento del fondo di solidarietà. Siamo poi intervenuti sulla legge sulla famiglia e anche negli anni a venire non verremo meno.
Luca Boschi, Libera
Nel merito, mi sembra difficile intervenire, gli emendamenti ancora non sono stati depositati. Rilevo scarsa attenzione della maggioranza a questa legge, forse il comma più importante sarà quello ‘dopo’. Da un lato, si dichiara che un debito da 16 mln sia normale e strutturale, e poi c’è un articolo 2 che dà la possibilità di creare ulteriore debito per 60 mln di euro che stride con questa ‘normalità’. Chiaro, la scommessa per il 2023 di governo e maggioranza è il roll over del debito che dovrà essere anticipato e si dovrà trovare una finestra favorevole per sostituire il vecchio con il nuovo debito, che sarà maggiore, le condizioni del mercato non sono ottimali. Poi il comma che affronteremo dopo, il famoso Des. E’ l’unico progetto di sviluppo- e lo dico in modo sarcastico- portato da questo governo e maggioranza. Oggi il Sds Beccari ha fatto un intervento che è il contrario di quello fatto dal Sds Righi, che ha auspicato un nuovo progetto-paese su più punti. Il Segretario Beccari ci ha detto che questo non è il governo che farà i classici 10 punti di sviluppo, perché l’economia sta andando bene. Noi da anni chiediamo un progetto-paese coordinato a 360 gradi. Sia il Segretario che alcuni interventi di maggioranza descrivono un paese che va bene e in cui i cittadini sono soddisfatti e tranquilli, a noi risulta tutto diverso, forse abitiamo in Paesi diversi. Maggioranza e governo sono lontani da una serie di drammatiche difficoltà che famiglie imprese stanno vivendo. Oggi alle 13 saranno depositati tutti gli emendamenti e da lunedì lavoreremo su quello che sarà un altro progetto di legge. Al governo state dando una delega in bianco con questa legge, come con i 18 decreti delegati previsti in questa legge.
Stefano Giulianelli, Pdcs
Il cuore di questa Finanziaria è costituito da quel che riguarda il rifinanziamento del debito pubblico. L’emissione di titoli si rende necessaria per reperire la liquidità occorrente per rimborsare i titoli in scadenza a febbraio 2024, per un ammontare pari a 430 mln di euro, e poi titoli del mercato interno per un ammontare pari a 50 mln, e infine a reperire liquidità di 60 mln di euro per necessità imprevedibili, legati anche alla crisi energetica.
Il dibattito sulla sostenibilità del debito è recente nel nostro Stato, ma ha caratterizzato tutti i Paesi.
Debito e liquidità sono due facce della stessa medaglia. In generale, i tanti interrogativi che l’opposizione pone sulla liquidità e debito lasciano perplessi. Durante il dibattito di ieri ha affermato che il dato più preoccupante del bilancio pubblico è quello riferito alla liquidità che a maggio scorso registrava un saldo di 46 mln di euro. E per un altro consigliere il rischio default del paese è più elevato in questa legislatura che in quella passata. La retorica e la demagogia sul debito spinge qualcuno a sostenere che sia in aumento. Una lettura più attenta dei conti pubblici in realtà fa emergere che la liquidità di maggio 2022 era identica a quella degli anni precedenti. L’unica differenza, accuratamente non rilevata, è che nella passata legislatura la liquidità era garantita dall’erogazione di cassa da 50 mln di Bcsm, ora estinta fortunatamente. Ad oggi la previsione di liquidità, al 31 dicembre 2022, ammonta a 77 mln di euro. La trasparenza dei conti pubblici e la massa in sicurezza delle finanze è stata prerogativa di questo esecutivo fin dal suo insediamento.
Invito i consiglieri a formulare analisi più corrette del bilancio, a non confondere voci specifiche con altre.
Gaetano Troina, Dml
Le proposte di sviluppo portare avanti da Dml e dal Segretario Righi, tante occasioni perse. Sul memorandum con Amazon si sono spese tante parole. Tralasciando ls figuraccia fatta, mettendo in dubbio la professionalità e la serietà di un’azienda di quel calibro, voglio sperare si voglia andare avanti in maniera spedita. Poi la modifica della Legge societaria di fatto non ancora operativa perché ufficio l’Industria non ha personale formato. L’apertura del mercato a oriente, con Alibaba e Alipay, e ancora la disciplina del temporary store, le società benefit e la recente collaborazione con il Forum Export, ovvero 947 imprese per 424 miliardi di fatturato hanno espresso interesse nello sviluppo di rapporti con Repubblica, infine l’interesse del fondo Aquila Capital che porterebbe investimenti infrastrutturali per la produzione di energia con la nostra azienda di Stato, mi auguro non vada persa anche questa occasione. Non si dica che le proposte di sviluppo per questo Paese non sono state presentate, sono state messe a disposizioni ed è compito della politica valutarle e darne seguito. Come Dml continueremo a fare proposte finché la classe politica non avrà capito che con comportamenti ostativi e strumentalizzazioni si fa solo male al Paese, non a Dml. I treni persi però non ripassano.
Qui dentro c’è confusione su cosa significhi progetto di sviluppo. Rispetto al testo in esame, presentiamo una proposta poi recepita dal governo a favore delle giovani famiglie: totale esenzione dell’imposta di registro, bollo e volture per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie, purché tutti i componenti del nucleo abbiano età inferiore a 35 anni. E’ un tassello in più in questo momento difficile.
Nicola Renzi, Rf
L’intervento del consigliere Alice Mina di ieri l’ho trovato corretto, puntuale e realistico. Ha detto, tra le altre cose, che la Finanziaria non è solo un esercizio tecnico, ma è il momento più politico dell’anno. E averlo ribadito dalla maggioranza segna un forte senso di responsabilità e capacità di analisi. Proprio perché è un esercizio politico, al terzo anno di legislatura, le cose sono due: o c’è un grande entusiasmo da parte della maggioranza, perché si è capito che si è sulla strada giusta e che il comma successivo sarà la chiave di volta che salverà il paese e che i dati della Finanziaria ci fanno ben sperare, ed è una ipotesi, o la seconda ipotesi che è quella in cui siamo. Ho visto un dibattito in cui uno scoramento così è difficile da ricordarsi in Aula. Interventi modesti, anche nei numeri, da parte della maggioranza, alcuni sono state difese di ufficio, altri dei ‘market place’, ovvero ‘noi abbiamo fatto questo e quello e non ce lo avete fatto fare’. <
Il momento che il Paese sta vivendo è difficilissimo e meriterebbe uno scatto di orgoglio e dignità da parte delle istituzioni e del Consiglio e del Congresso. Se questo scatto di orgoglio si riesce a concretizzare, abbiamo speranze, altrimenti non finirà solo la legislatura, ma gli anni che ci aspettano come Paese saranno drammatici. E tale momento presuppone che abbiamo le idee chiare di qual è il quantum economico che dobbiamo raggiungere nel tempo, per sperare di avere un futuro, i conti che stiamo facendo incorporano i soldi presi a prestito e gli interessi per pagarli. Quando il Sds Gatti dice ‘abbiamo un debito tecnico di 16 mln’, ci ricordiamo anche che c’è un articolo che prevede ulteriori 60 milioni e che ci stiamo avviando ad un debito pubblico che è di 1,5 miliardi. Chi è qui dentro dovrebbe chiedersi cosa sta facendo e che paese sta lasciando alle nuove generazioni. Invece vedo pochissimi interventi di maggioranza. Gli emendamenti li hanno visti i consiglieri di maggioranza? Sanno cosa succederà? Avete voi, come maggioranza, una visione di quello che volete fare? Anche sul Des non ho sentito un consenso unanime. Questa situazione generale mi preoccupa molto di più da cittadino di quanto non mi possa fare felice da rappresentante di opposizione. Noi abbiamo ‘visione’ di un pericolo imminente e vorrei delle risposte.
Matteo Rossi, Npr
Non credo a questo governo e a questa maggioranza manchi la visione, tutt’altro, forse manca un po’ di coraggio. Guardando alle scelte politiche compiute negli anni da quest’Aula, forse c’è stata una eccessiva prudenza che forse ha fatto perdere delle opportunità. L’insegnamento della pandemia è che quando riusciamo ad essere coraggiosi, e purtroppo lo siamo solo in estrema necessità, le scelte danno risultati.
Da quando seguo la politica, qualsiasi dibattito sulla Finanziaria ha un tenore simile. Sul disavanzo fisiologico dei 16 mln credo sia un dato prudenziale che in questo momento storico ci possa stare. Quei 50 mln entrati dal manifatturiero e dal turismo che non ci aspettavamo e sono stati i figli di politiche e di scelte che, per una volta, ci fanno dire ‘ ci è andata bene’. E credo che questi 16 mln non debbano farci tremare i polsi. Malgrado l’incertezza del momento storico e la questione energetica. è un bilancio del governo che deve guardare al futuro e da cui trarre linee politiche per garantire scuola, sicurezza sociale e vita dignitosa ad ogni cittadino. I dati positivi del bilancio vanno evidenziati.
Il debito deriva dalle scelte sbagliate sul settore bancario e il coraggio di fare scelte importanti è necessario per convertire l’economia e per la nostra collocazione internazionale. Su questo fronte sarà un anno difficile, entusiasmante e importante, ma va guidato. Per questo il mio gruppo presenterà un emendamento che va in questa direzione per un coinvolgimento totale del Paese.
Sulla questione energetica: ben venga la campagna per un comportamento più equilibrato nel consumo di energia dell’Azienda dei servizi, ben venga che si dibatta sulle tariffe per il costo dell’energia. E che l’Aula si confronti per aiutare le famiglie. Ci saranno emendamenti sull’efficientamento energetico dei palazzi pubblici, ma non è quello che ci serve. Colgo la sfida lanciata dal Segretario Beccari per un patto con la cittadinanza per decidere cosa fare. Sembra un tabù infatti parlare di un termovalorizzatore. Da questo bilancio dobbiamo uscire con una visione che va oltre al dibattito sul caro bollette.
Emanuele Santi, Rete
Quando si parla di Bilancio, bisogna fare esercizio di obiettività e lealtà e partire dalle condizioni in cui si colloca. Ovvero in una economia che ci viene riconosciuta da dati economici e dal Fmi, un’economia che, nonostante l’emergenza covid, rappresenta dati eccellenti e ha tenuto, una occupazione che, a differenza degli anni 2015-2016, oggi non abbiamo quasi per niente. E nonostante il covid, abbiamo avuto u n periodo in cui le entrate di monofase e Igr sono state al di sopra delle aspettative e sono dati incoraggianti, che configurano il bilancio per una economia manifatturiera e turismo che ha tenuto e ha basi solide per mantenere un livello di gettito per lo Stato importante.
Il debito: non è un male averlo, l’importante è avere coscienza di come poterlo gestire. Noi non abbiamo voluto nascondere i debiti sotto il tappeto, è stata fatta una scelta diversa dal passato. Con la scelta del titolo irredimibile, abbiamo dato un beneficio al bilancio, ovvero 20 mln di euro in meno sul bilancio dello Stato, e abbiamo un utile per il 2021 di 6-7 mln di euro, che è una cosa diversa dal perdere ogni anno 20 mln e oltre. Oggi non dobbiamo stare tranquilli e usare toni trionfalistici. Sappiamo bene che nel nostro bilancio il disavanzo gestionale è ancora di 70 mln. Al di là di questo, l’obiettivo deve essere cercare di ridurre questo gap e abbiamo non la bacchetta magica, ma una serie di armi, quelle delle riforme. E’ stata completata la riforma del lavoro, delle pensioni e arriverà la riforma Igr che può veramente far aumentare il gettito La grande sfida che abbiamo non è quella del debito, oggi prevediamo 430 milioni, 340 milioni destinati al roll over bond, 50 mln per il roll over dei titoli interni e ulteriori 60 mln in caso di necessità , con cui faremo titoli interni. Il Fmi ci ha dato l’indicazione importante di contemperare il giusto mix tra debito interno ed esterno, per pagare meno interessi possibili. Sulla voce interessi infatti sono anche io preoccupato. La vera sfida è che quando si farà il roll over ci sia un rinnovo contestuale. Oltre ad avere tassi il più basso possibili, l’obiettivo è ridurre l’incidenza degli interessi sul bilancio dello Stato: se 40 mln di euro li spediamo tutti sugli interessi del debito, è una voce difficile da sostenere. Il Segretario Gatti ha fatto bene a sottostimare le entrate quest’anno, per fare previsioni prudenziali e per migliorare poi a livello di consuntivo il bilancio.
Iss e Aass: su queste due aziende bisogna fare delle riflessioni. Per l’Iss ci siamo trovati a dover gestire una spesa di 71 mln ogni anno e abbiamo visto che questo dato in realtà era sottostimato. La spesa sotto la gestione precedente governo è schizzata di oltre 20 mln di euro . Dire che non abbiamo fatto tutto, celando le vere perdite, è un dato di verità che va detto Ho sentito anche oggi la polemica sui robot e gli investimenti: il governo ha cercato di fare investimenti mirati per dare servizi ai sammarinesi e per cercare di portare anche pazienti esterni. Da qualche parte dobbiamo cercare nuove entrate. Con la riforma pensionistica abbiamo cercato di far contribuire il fondo di riserva, con l’obiettivo che venga stabilizzato per 8-10 anni il deficit da oltre 70 mln.
Altra grande sfida riguarda l’Azienda Autonoma per i Servizi. Ci siamo ritrovati la crisi energetica e con l’esplosione della guerra e dei prezzi di gas e luci in una situazione di aumenti di 12-15 volte tanto dei costi rispetto quello che pagavamo e questo si è ripercosso sul bilancio dell’Aass. Con l’operazione della copertura finanziaria siamo riusciti a mettere a riparo l’aumento, d’altro parte l’aumento delle bollette è stato fisiologico, ma la grande sfida oggi è fare un piano di revisione dei costi di altri servizi, ma soprattutto grande tema è quello di come diventare più autonomi energeticamente. Va fatta una riflessione sull’eolico fuori confine e all’interno.
Giuseppe Maria Morganti, Libera
Quest’anno maggioranza e governo non hanno idea di quello che vorranno fare per il prossimo anno, piuttosto guardano con attenzione il grande rischio del debito estero e cercano soluzioni perché questo possa essere rinnovato. Sappiamo della scadenza dei 340 mln, che è prossima, e contemporaneamente che si possa sanare altro deficit che sta maturando. Il mio capogruppo ha fatto notare che dei 340 mln di euro arrivati, in pochi mesi ne erano rimasti 50, per assolvere a spesa corrente e agli impegni presi con altri istituti, Banca centrale, Iss. E nonostante siano arrivati in queste gestioni, il problema è che ancora all’appello mancano altrettante risorse che si sono diluite nella spesa corrente. Quando si fa debito estero le condizioni essenziali devono essere due: sapere come sarà ripagato- e questo governo non lo sa- secondo, sapere come verrà investito, e anche su questo non c’è consapevolezza.
I 3 mln di euro sono stati spesi in tecnologia per la sanità e condivido sia stato un investimento positivo. Ma 3 mln di fronte a 340 mln sono poca cosa. Il Segretario di Stato Gatti in conferenza stampa ha detto che con i soldi del debito si sono sanati altri debiti. Forse c’è più ordine, ma anche molto, ma molto più rischio. Ieri la Bce ha aumentato i tassi portandoli al 2,50%, un tasso che non si vedeva da 20 anni in Europa e significa che tutti gli altri tassi di interesse cui si dovrà accedere, facendo debito, schizzeranno alle stelle e tra questi anche quello relativo ai nostri titoli di debito estero. Rispetto ai 400 mln di euro necessari per rifinanziare tutto quello che è stato detto, se ci costeranno un 4-5%, significa che tutto il risparmio effettuato con la riforma pensionistica è andato in fumo. Il problema vero che ci troviamo ad affrontare è che non c’è una politica di riequilibrio, ed è gravissimo, né una politica di transizione. Tutti i Paesi stanno viaggiando verso la transizione digitale, verso la transizione ecologica, verso la tutela dello stato sociale… tutti si stano muovendo in questa direzione e noi siamo fermi al palo.
Com’è possibile che il dibattito sul bilancio si risolva in poche ore? E’ la prima volta che non si vedono interventi di tutti i Segretari di Stato. Poi i consiglieri di maggioranza, ringrazio chi è intervenuto di loro. Ma gli altri? Avete delegato tutto al governo.
Noi siamo preoccupati per quello che verrà dopo questa riforma, con il prossimo comma. Pensiamo di attuare una forma di protesta forte, per cui presentato 400 emendamenti alla legge Finanziaria. Di questi 360 non ci interessano, lo facciamo solo per ostruzionismo e per far sì che a quella legge maledetta portata in prima lettura, che prevede la delega della sovranità a soggetti terzi- sebbene miliardari- faremo in modo non si arrivi, non oggi, ma mai. Quella sì è la debàcle della Repubblica.
Non posso accettare che venga approvato questo accordo scellerato da un partito che ha avuto tanti voti di sinistra. come Rete. Non parlo di Npr, non riesco a definirlo se è di destra o sinistra.
Francesco Mussoni, Pdcs
Non mi stupisco che il consigliere Morganti apprezzi gli interventi solo della parte ‘a sinistra’ dell’aula e che non abbia apprezzato gli interventi dei 7 consiglieri democristiani intervenuti in dibattito. Il nostro gruppo è consapevole delle scelte della Finanziaria. A me fa male sentire interventi conclusivi che vogliono ridicolizzare l’attività politica difficile fatta dal governo per stabilizzare i conti e riportare il bilancio in equilibrio e per fare in modo che l’economia abbia una crescita e la disoccupazione sia stata ridotta…e questo bilancio secondo me rappresenta, senza effetti speciali, una politica di stabilità, di tenuta dei conti e di riequilibrio, una politica economica di stabilizzazione del sistema bancario e del bilancio dello Stato, che a inizio legislatura aveva profonde criticità. Non era una valutazione che si poteva portare avanti in un anno o in 3 mesi, ma in un tempo adeguato. Questo bilancio ha una matrice tecnica che dà stabilità e conferma il debito pubblico. Ma vedete cosa sta succedendo in tutta Europa? Scioperi, manifestazioni di piazza, famiglie in crisi. E chi cerca di ridicolizzare l’attività di governo e maggioranza, quando ancora garantiamo la stabilità nel paese, non mi piace. E poi c’è il debito: se non facciamo un patto sociale- come ha detto Beccari- fra politica, componenti sociali e datoriali per cambiare profondamente l’organizzazione del Paese, non ne usciamo solo con lo sviluppo economico. Dobbiamo riorganizzare e ristrutturare. Il consigliere Zanotti nella scorsa legislatura aveva provato a fare cambiamenti dalla sua Segreteria, non ci riuscì e anche oggi siamo lenti. La politica, non solo di maggioranza, ma anche di opposizione, deve mettersi al tavolo delle responsabilità per dare una revisione seria del Paese. Dove è tutto gratis, l’orario di lavoro è ridotto, le retribuzioni sono sproporzionate, dove c’era un’alterazione eccessiva del sistema. Dobbiamo rientrare nel costo-beneficio e abbiamo bisogno di un patto sociale. E non c’è in Finanziaria questa parte. La dovremo fare assieme dopo l’approvazione del bilancio. Il tema è che siamo in equilibrio, ma dobbiamo fare debito buono se facciamo una ristrutturazione. Il debito invece è cattivo se lo usiamo per galleggiare su vecchie abitudini e disorganizzazione. Vogliamo nei prossimi mesi sviluppare un’economia Paese, ma anche creare un tessuto di servizi, regole e serietà che possa consentire un’economia sana e sostenibile. La spesa corrente non può essere al 99%. E non è solo un problema di un governo o di un consigliere. Stiamo facendo sforzi forti per mantenere i costi della sanità, ma non abbiamo ancora un concetto di ticket- certo, meglio se potessimo farne a meno, ma riflettiamo se non è ora di cominciare a fare riorganizzazioni sostenibili che guardino a una dimensione strutturale diversa del paese e del bilancio. Morganti, non le consento di dire che non abbiamo sfide. Gatti ha detto che sulla transizione ecologica non dobbiamo mettere articoli, perché è ora di ‘fare’.
Non mi piace questa iniziativa di creare ostruzionismo in Aula sul comma successivo, anche se posso accettare che non venga condiviso. Noi abbiamo due gambe: revisione-ristrutturazione della spesa e sviluppo e dobbiamo farle coesistere. Quando il governo propone uno strumento che deve essere discusso e capito e iniziare a strutturare una idea, questa difesa preventiva non è sana, ma solo di natura politica. E non è un problema solo di questo governo, ma dei prossimi anni per il paese. Senza ristrutturazione e sviluppo siamo noi che togliamo fiducia al governo. Se governiamo, lo facciamo per queste due gambe, ma non possiamo guardare al debito in modo strumentale, alla visione economica e a tutti questi bei discorsi.
Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze replica
C’è sempre questa diatriba, ‘chi ha fatto il debito e chi non lo ha fatto’. Credo che se questa maggioranza e governo avessero fatto il debito trovato a inizio legislatura, il giudizio del Fmi sarebbe stato pessimo. La verità è che il debito era nascosto, avevamo bruciato tutte le risorse, era debito non formalizzato sulla carta. Il giudizio del Fmi cambia, quando questa maggioranza ha avuto il coraggio di dire come stanno le cose e di approcciarsi diversamente sul debito. I cambiamenti sono i modi di gestire differenti, nel fare emergere le questioni. Inutile dire ‘trasferiamo 70-75 mln all’Iss’, quando l’uscita effettiva è di 85 e la differenza l’andiamo a prendere dal fondo di compensazione’. Noi abbiamo fatto una scelta differente da tutti i governi precedenti, non solo dall’ultimo governo. Tutti i governi, dalle crisi finanziarie in poi, non hanno avuto il coraggio di fare scelte sul debito diverse, ed è il primo elemento che significa dare un indirizzo economico al Paese.
Credo ci sia compartecipazione nelle cose: se vanno male, non è tutta colpa del governo, e se vanno bene, è perché l’attività portata avanti da tutti sia stata positiva. E in questi anni, nonostante le difficoltà, il governo ha dimostrato di essere saldo, fare scelte giuste e di sbagliare poco. Ma ha avuto la capacità di decidere e di assumersi responsabilità, cosa che altri governi hanno preferito non fare. La cosa peggiore è non fare niente e sperare le cose si risolvano da sole. Questo governo con la proposta di bilancio va in continuità con le scelte fatte.
Come ha detto il collega Beccari, occorre un patto sociale: mi vorrei confrontare su come risolviamo il problema rifiuti, energia, acqua. Siamo disponibili a costruire un piano industriale attorno a progetti ben individuati o no? E su come lo Stato può accompagnare, per es., nell’andamento delle bollette, il tempo necessario perché gli investimenti siano completati?
Altra novità è l’intervento sentito da Morganti: Libera ha sempre dichiarato di essere un partito aperto allo sviluppo e al confronto e ci sono annunciati 400 emendamenti, per larga parte con funzione di ostruzionismo. Il progetto del Des è presentato all’Aula per discuterlo, valutarlo e bocciarlo eventualmente. Ma facciamo ostruzionismo a un progetto di investimento quando si dice che l’Aula dovrebbe proprio parlare di sviluppo. E’ cosa legittima e lo affronteremo.