Soroptimist: l’arte di saper valorizzare i propri talenti
San Marino. Dare spazio al racconto di imprese al femminile, parlare di giovani donne coraggiose che non si arrendono e cercano la loro strada, questo è lo scopo delle serate che il Soroptimist Club ha inteso e intende organizzare per dare voce ad esperienze di lavoro, spesso sconosciute, in cui le donne quotidianamente si cimentano.
Ciò anche nella consapevolezza che siano sempre più le donne che decidono di reinventarsi, creare con le proprie mani e mettersi in proprio, ciascuna con la propria coscienza e professionalità, quasi a voler dare risposte al bisogno di speranza, in questo modo contribuendo all’individuazione di soluzioni sempre nuove, di valore, e valorizzando la loro diffusa capacità innovativa.
Alla conviviale Soroptimist, che si è tenuta ieri sera al Grand Hotel San Marino, a raccontarsi è stata Veronica Valentini, ingegnere biomedico, che ha cambiato il paradigma della sua vita, grazie anche ad una macchina da cucire che aveva chiesto e ottenuto come regalo di laurea. Oggi moglie e madre di due figli, Veronica è anche imprenditrice di successo: ha infatti creato nel 2010 un marchio di accessori per bambini da 0 a 3 anni, filo.vero, che realizza personalmente e vende on line attraverso l’omonimo sito web.
Dall’idea di realizzare bavaglini per Martino, inabile dal punto di vista motorio, ma amante del bello e del ben vestire, è nata poi una linea di prodotti pratici, confortevoli, di qualità, pensati per bambini da una mamma che, in quanto tale, sa prestare attenzione alla durata nel tempo, alla praticità di utilizzo, alla sicurezza dei materiali e al comfort: sono così nati bandane, bavaglini, cuffiette e fascette, berrettine e copertine, presentati negli appositi box Stop crying kit, Matilde, Primoabbraccio. Dopo 15 anni trascorsi ad esercitare la professione di ingegnere, anche per la necessità di conciliare il suo lavoro con un figlio disabile e una seconda gravidanza, Veronica ha saputo recuperare la sua passione per il cucito e la sua creatività, che si sono rivelate determinanti anche per sostenere le spese legate alla malattia di Martino. Ne è nata un’impresa esemplare, un’esperienza che ancora una volta testimonia la forza, il coraggio, la creatività delle donne, capaci, sempre, di mettersi in gioco, sperimentarsi, reinventarsi, di avere magari insieme, come scrive Veronica sul suo sito: 1 marito, 2 figli, 1 casa, 3 macchine da cucire, 6 robot da cucina, 2 piante finte, 15 anni da ingegnere, 10 anni da mamma, 10.000 idee per la testa e 24 ore in una giornata, che spesso non bastano (purtroppo!).
Dal primo mercatino a scuola, filo.vero è passata a spedizioni di prodotti in tutto il mondo, presenti anche in negozi a San Marino e in diverse regioni italiane, realizzati grazie a laboratori artigianali di piccole dimensioni per il taglio e la confezione, e a collaboratrici esterne che si occupano di modellistica, grafica e marketing.
Una storia, quella che si è ascoltata al Grand Hotel, oggetto di ammirazione e stupore da parte delle socie Soroptimist e di tutti gli ospiti presenti, che hanno seguito il racconto con grande interesse e intensa partecipazione.