In Consiglio inizia il confronto sul Pdl per l’emergenza casa
Consiglio Grande e Generale, sessione 13-14-17-18-19-20-21-24-25 febbraio
Giovedì 20 febbraio, mattina
I lavori del Consiglio Grande e Generale, giovedì 20 febbraio, ripartono dal comma 3, che prevede un serie di nomine: nomina di un membro del Collegio dei Sindaci Revisori delle Aziende Autonome di Stato (in aggiunta al membro già nominato da Libera, per le opposizioni viene designato Danilo Dolcini); dimissioni di Carolina Mazza da membro del Collegio dei Sindaci Revisori delle Aziende Autonome di Stato e sua sostituzione (dal PDCS viene designata Orsolina Muccioli); dimissioni della Signora Cristina Bacciocchi da membro del Collegio dei Sindaci Revisori delle Aziende Autonome di Stato e sua sostituzione (dal PDCS viene designata Elisa Tamagnini).
Si procede poi con ulteriori nomine: di un membro supplente del Collegio dei Sindaci del Consorzio per la Gestione del Fondo di Solidarietà in favore degli Operatori Agricoli (da RF viene designata Sandy Stefanelli); del Presidente dell’Autorità della Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione (Autorità ICT) (dalla maggioranza viene designato il professor Stefano Salsano).
Si passa quindi alla Nomina della Commissione Consiliare Speciale per le Riforme Istituzionali. Vengono designati anzitutto i nomi dei due presidenti: Filippo Tamagnini per la maggioranza, Nicola Renzi per le opposizioni. A seguire la designazione dei membri della Commissione: per il PDCS Giancarlo Venturini, Manuel Ciavatta, Francesco Mussoni, Massimo Andrea Ugolini, per il PSD Ilaria Baciocchi, Milena Gasperoni, Paolo Crescentini, per Libera Guerrino Zanotti, Giuseppe Maria Morganti, Iro Belluzzi, per Rete Emanuele Santi e Giovanni Maria Zonzini, per RF Maria Katia Savoretti ed Enrico Carattoni, per D-ML Fabio Righi e Mirko Dolcini, per AR Gian Nicola Berti e Denise Bronzetti.
I lavori continuano con ulteriori nomine: del Presidente (Valeria Giacomoni) e di due membri in seno all’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici e l’Energia (Marco Silvagni e Federico Bascucci); di un membro del Collegio dei Sindaci Revisori dell’Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici (da Libera viene designato Stefano Piattelli); di un membro del Consiglio Direttivo di Banca Centrale della Repubblica di San Marino a seguito delle determinazioni assunte dal Collegio Sindacale (da RF viene designato il dottor Pietro Calvaruso, nomina che questa volta viene approvata); del Presidente del Collegio Sindacale della Banca Centrale della Repubblica di San Marino (la maggioranza chiede di poter soprassedere); dimissioni del Signor Gino Giovagnoli da membro del Consiglio di Amministrazione della Società Poste San Marino S.p.A. e sua sostituzione (dal PDCS viene designato Marco Felici).
A seguire comincia il confronto sul Progetto di legge relativo alle modifiche all’art. 14 della Legge Costituzionale 7 dicembre 2021 n.1 riguardante le figure dirigenziali nell’ambito dell’amministrazione della giustizia. Relaziona il Segretario di Stato Stefano Canti: “Il PdL scaturisce dalle discussioni nell’ambito dei lavori della Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia, e soprattutto alla luce della delibera della stessa Commissione adottata nella seduta del 9 dicembre 2024, la quale evidenzia l’accresciuta efficienza dell’amministrazione della giustizia, il progressivo miglioramento dell’attività giudiziaria e il generale miglioramento delle tempistiche dei processi, e, al contempo, apprezzando la Relazione trasmessa dal Dirigente del Tribunale Giovanni Canzio, auspica la continuità dell’opera di riforma, aggiornamento e accreditamento internazionale del sistema giudiziario sammarinese, nonché, in ottemperanza all’Ordine del Giorno approvato dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 20 dicembre 2024, al termine del dibattito in merito alla Relazione sullo stato della giustizia presentata dal Dirigente del Tribunale relativa al periodo gennaio dicembre 2023, che dà mandato al Segretario di Stato per la Giustizia di predisporre le modifiche necessarie a dare continuità al percorso intrapreso negli ultimi dal Tribunale, col presente Progetto di Legge si interviene sull’art. 14 della Legge Costituzionale n. 1/2021. Il presente Progetto di Legge mira a conferire al Consiglio Giudiziario, organo “garante dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura” (art. 15, comma 1 della legge costituzionale n. 1/2021), la possibilità di effettuare la scelta ritenuta migliore non solo – come è attualmente – tra i Magistrati di carriera, ma anche tra personalità esterne di chiarissima fama e comprovata esperienza nella direzione di strutture ed uffici giudiziari di grado elevato, anche per la realizzazione di progetti essenziali per ‘accreditamento del sistema giudiziario sammarinese o per lo sviluppo di metodologie innovative, nonché la possibilità di confermare l’attuale Dirigente, qualora valuti positivamente l’opera da lui svolta ed accerti che il nuovo incarico sia funzionale al proseguimento dell’importante percorso intrapreso. Viene equiparata altresi la durata del periodo di nomina del Dirigente esterno alla Magistratura a quella del Dirigente Magistrato di carriera. L’equiparazione richiede dunque che anche il Dirigente nominato tra i Magistrati di carriera abbia la capacità e la competenza organizzativa necessaria per lo svolgimento del ruolo, che, tra l’altro, è già indicata nell’art. 30 del Regolamento interno del Consiglio Giudiziario, approvato nella seduta del 20 aprile 2022, con delibera n. 2, con la previsione di criteri di valutazione cumulativi. La riflessione politica ha anche portato a valutare come per lo svolgimento delle delicate funzioni assegnate dalla Legge Costituzionale al Dirigente sia indispensabile l’esperienza concreta ed effettiva nella direzione di strutture ed uffici giudiziari, e come, in conformità agli standard internazionali, la nomina debba essere adeguatamente motivata dal Consiglio Giudiziario, tenendo conto anche della capacità del candidato di predisporre progetti o sviluppare metodologie innovative. Il Consiglio Grande e Generale ha tra l’altro recentemente sottolineato l’apporto decisivo dell’attuale Dirigente del Tribunale, personalità di grandissima esperienza nella direzione di strutture ed uffici giudiziari al più alto livello, auspicando, a grandissima maggioranza, che egli possa proseguire nell’incarico, fornendo ancora il suo indispensabile apporto”.
Inizia il dibattito.
Iro Belluzzi (Libera): “Vorrei ricordare un elemento essenziale che ci porta a sostenere questo Pdl. Nella scorsa legislatura era stato fatto un errore: andare a circoscrivere in maniera netta tutto quanto all’interno del tribunale, specialmente per quanto attiene la nomina del magistrato dirigente. Era necessaria una crescita, una osmosi di soggetti che hanno acquisito alta capacità e potrebbero essere necessari nel futuro per far progredire la giustizia sammarinese portandola ai massimi livelli. La corretta amministrazione della giustizia va di pari passo con la statualità del Paese. Il tema che stiamo affrontando è legato ad una riforma costituzionale che va ad eliminare gli elementi ostativi in un momento di apertura della Repubblica verso l’esterno”.
Matteo Rossi (PSD): “Si parla di work in progress: si è aperto un cantiere e in corso d’opera ci si è resi conti che qualcosa andava migliorato per consentire alla giustizia di svolgere appieno il suo ruolo. Il PSD ritiene, dai report sullo stato della giustizia e dalle ultime relazioni, che il trend del nostro tribunale sia in netto miglioramento. Questo è un settore che abbiamo ritenuto fondamentale, investendo tanta fatica per trovare il giusto equilibrio consentendo alla giustizia di tornare ad essere il fiore all’occhiello del Paese. Il percorso intrapreso è quello giusto e riteniamo che la riforma oggi in prima lettura sia necessaria, rendendo il giusto merito alla persona che più di tutti si è impegnato per il rilancio del nostro tribunale, ovvero il dirigente Canzio. Cade a puntino la nomina della Commissione speciale, che dovrà trattare molte tematiche riguardanti il nostro ammodernamento istituzionale. Quello che auspico è che il dialogo tra il potere legislativo e quello giudiziario resti su due binari separati senza invasioni di campo e forzature: i presidi che abbiamo introdotto sono molto forti”.
Carlotta Andruccioli (D-ML): “Qui si vuole superare il fatto che il dirigente esterno debba essere ricercato solo in casi particolari e contingenti. Ci sarebbe da scrivere un libro su quel periodo. E’ evidente che oggi tira un’aria diversa, c’è un atteggiamento diverso rispetto alla ricerca di professionalità esterne. Forse sulle tempistiche qualche riflessione dovrebbe essere necessaria. Su questa modifica faccio una premessa: come partito abbiamo sempre riconosciuto l’impegno e il lavoro del dirigente Canzio che ha portato dei miglioramenti dopo anni di fuoco di quel tribunale. Le perplessità non riguardano il dirigente stesso ma il fatto che le norme non devono essere predisposte per un caso specifico ma a tutela dell’impianto stesso del nostro ordinamento”.
Gian Nicola Berti (AR): “Abbiamo ereditato una situazione della giustizia che lasciava pensare che in tribunale si faceva di tutto tranne che tutelare i diritti dei cittadini. Non possiamo fare a meno di valutare in modo positivo il lavoro importante posto in essere dal dirigente Canzio. Oggi abbiamo un tribunale che ha risolto tanti dei suoi problemi, mettendo in atto delle iniziative che ci possono far pensare al raggiungimento nel tempo di una normalizzazione e di una notevole qualità dell’amministrazione della giustizia. Noi come Alleanza Riformista stiamo facendo un ragionamento anche in materia di potenziamento del codice penale. Una riflessione dobbiamo farla, anche con riferimento al fenomeno dei furti. Pensiamo al processo per direttissima, in certe fattispecie, o alla possibilità della legittima difesa con strumenti adeguati”.
Aida Maria Adele Selva (PDCS): “Quello che secondo me è molto importante, quando si vanno a modificare le norme, sono le motivazioni che devono essere chiare. In questo caso la modifica è adatta ai tempi. Più volte ho sottolineato che le vicende del tribunale hanno portato gravi danni al Paese. Mi auguro anche io che siano accantonate quelle vicende, che però non possiamo dimenticare. Siccome una cosa è accaduta, potrebbe riaccadere: dunque non dobbiamo abbassare la guardia”.
Nicola Renzi (RF): “La nostra posizione è stata chiara: il tema è ragionare su un dirigente esterno? Nessun problema, ragioniamo laicamente. Ma ragioniamo non solo su quello, ma anche su altre tematiche contenute in quella legge che per noi sono molto più problematiche. Ad esempio, i potenziali conflitti di interesse all’interno del Consiglio giudiziario. Noi siamo contrarissimi al fatto che ci siano avvocati in servizio e che si trovano nell’imbarazzo di trovarsi a difendere un loro cliente e poi dover valutare un disciplinare o un avanzamento di carriere del giudice. Abbiamo chiesto: c’è la disponibilità di andare a ragionare su questo?”
Silvia Cecchetti (PSD): “Nella precedente legislatura, grazie al lavoro fatto, i cittadini sono tornati ad avere fiducia nell’operato della magistratura. Siamo passati da una situazione di conflittualità nel tribunale ad una di dialogo ed equilibrio anche tra i poteri dello Stato. Di tutto questo dobbiamo ringraziare il dirigente Canzio, che ha saputo per prima cosa capire la nostra realtà. Soprattutto, ha avuto la sensibilità di approcciarsi ad una realtà molto delicata nella maniera giusta. Altra grande sfida è rappresentata dall’introduzione del processo telematico. Attraverso il fascicolo elettronico, noi professionisti riusciamo ad efficientare il nostro lavoro che in molti casi è di carattere documentale”.
Denise Bronzetti (AR): “Anche da parte mia alcune considerazioni. E’ in corso un confronto molto sano tra maggioranza e opposizione. L’intervento che arriva oggi in quest’aula non riguarda esclusivamente il dirigente Canzio, ma va in continuità con le scelte che in quest’Aula sono state ampiamente condivise. Dunque è questo il lavoro che va portato avanti. Perché ci sono cose che ancora devono essere migliorate. I nostri cittadini e le nostre imprese hanno necessità oggi di vedere un tribunale efficiente e non più in balia di lotte intestine”.
Emanuele Santi (Rete): “Senza il dirigente Canzio a gestire il tribunale, gli equilibri potrebbero tornare in poco tempo alle vecchie abitudini. A volte bisogna dire onestamente come stanno le cose. Se lo scopo è mantenere l’equilibrio che si è creato e sedati i conflitti, e un tribunale che ha ripreso a funzionare, credo che questa modifica non sia assolutamente fuori dal tempo. E’ chiaro però che le tante prescrizioni degli anni precedenti, non sono più tollerabili. Oggi la situazione è migliorata ma ci sono ancora tanti casi che non ricevono un adeguato trattamento. Dunque occorre andare avanti nell’ottica di migliorare ancora di più, se possibile, il nostro tribunale”.
Marco Mularoni (PDCS): “Qualcuno ha parlato di anni di fuoco: non ero presente in quest’Aula, ma ho vissuto quegli anni da semplice cittadino. Erano anni drammatici, che hanno portato alla riforma del 2021. Riforma che prevedeva un doppio binario per la figura del magistrato dirigente. E’ stata una scommessa, una prova. In questo caso un’analisi c’è stata: tutti hanno visto un cambio netto e una maggiore efficienza nel nostro tribunale. Credo sia giusto riconoscere i meriti. Questo Pdl crea uniformità tra le due possibilità, ovvero la scelta di un magistrato dirigente interno e la scelta di un magistrato dirigente esterno”.
Antonella Mularoni (RF): “Questo metodo non ci piace. Avrebbe avuto molto più senso fare ragionamenti di modifica alle leggi costituzionali una volta fatti i necessari approfondimenti. A proposito di ingerenze, con questa legge voi date una indicazione molto precisa a chi dovrà eleggere il magistrato dirigente. Non mi piacciono nemmeno questa considerazione, ovvero che se va via Canzio, crolla la Repubblica. Sembra che se non abbiamo babbi e mamme esterni, non siamo in grado di reggere le sorti di San Marino. Così dimostriamo al mondo esterno che non siamo capaci di fare e abbiamo bisogno di essere protetti”.
William Casali (PDCS): “Una cosa la dobbiamo dire. Penso che nel discorso che abbiamo seguito lo possiamo dare come assodato. Prima avevamo un problema all’interno della nostra attività giudiziaria. Oggi quel problema è molto migliorato, un cambio di passo c’è stato. Non voglio fare santi, e non voglio dire che Canti sia stata la soluzione. Ma aver adottato un dirigente esterno, con una chiara formazione e professionalità, ha concorso alla risoluzione dei nostri problemi. Questa legge, alla luce di un’esperienza positiva non impersonificata da una persona ma da criteri oggettivi, dà la possibilità al Consiglio giudiziario di mettere sullo stesso piano due tipologie di nomine”.
Gaetano Troina (D-ML): “Dobbiamo dare atto che con coraggio sono state avviate molte attività per riformare il funzionamento del nostro tribunale. Devo però fare qualche considerazione sul testo che ci troviamo a discutere. Condivido quanto detto dalla collega Andruccioli, ovvero che gli interventi di natura costituzionale non vanno presi sotto gamba e non possono essere sottovalutati. Forse sarebbe stato necessario, come detto da alcuni colleghi, svolgere riflessioni ulteriori sulle criticità che possono essere emerse in questi anni di test della normativa approvata nella precedente legislatura. Rimane il fatto che trattandosi di un intervento costituzionale dobbiamo ricordarci che richiede una maggioranza importante”.
Matteo Zeppa (Rete): “C’è un clima differente, lo hanno evidenziato i colleghi che fanno parte della Commissione Giustizia. Questa cosa mi rinfranca molto. Su certi temi non credo ci sia bisogno di maggioranze bulgare. Non va tutto bene, questo è chiaro. Ma è stupido non tenere conto che quella legge costituzionale del 2021 ebbe un grande credito verso gli organismi internazionali. Se ci vogliamo dimenticare tutto, va bene. Credo che la politica debba farsi una sorta di analisi sul perché ancora oggi qualcuno tende a sottostimare la bontà di quello che è stato fatto”.
Gian Carlo Venturini (PDCS): “ Mi chiedo come faccia il collega Renzi a dire che facciamo leggi ad personam. Nel Governo di Adesso.sm è stato nominato il dirigente Guzzetta, poi c’è stata la delibera degli emolumenti, poi nel febbraio del 2019 era stata presentata la legge per confermare la nomina. Prima di dire che facciamo norme ad personam, sarebbe meglio guardare in casa proprio. Nessuno in questo contesto può mettere in discussione il lavoro fatto per il miglioramento dell’amministrazione della giustizia, riconosciuto anche dagli organismi internazionali. Miglioramenti delle procedure, snellimenti e smaltimento dell’arretrato, oltre all’informatizzazione che ha portato semplificazioni per gli operatori”.
Gerardo Giovagnoli (PSD): “Vorrei ricordare che alcuni Paesi europei, come l’Austria, nel nominare il giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, mette un cittadino non austriaco. Dunque non è una vicenda che riguarda solo un piccolo Paese come il nostro. Dunque a maggior ragione si pone, in senso positivo, questo quesito. Abbiamo una persona di valore, poi sarà qualcun altro a dover decidere. C’è una stagione veramente diversa sulla giustizia, abbiamo passato anni a litigare sul rapporto tra politica e magistratura. Non stiamo parlando di un incarico vita natural durante. Permane il fatto che si rivolge alla possibilità di un candidato esterno per motivi non ordinari. Il tutto in una cornice di correttezza e attualità perché questo lavoro non è ancora terminato e io credo che alla fine si procederà con la nomina di un sammarinese”.
Fabio Righi (D-ML): “Il provvedimento normativo in sé porta poche modifiche alla normativa esistente. Il commento è presto detto. Si viene in quest’Aula a fare del cinema su argomenti delicati. Non è un qualcosa di strano in un Paese piccolo che ci siano maggiori interazioni tra i poteri, dunque non capisco perchè si deve raccontare una cosa diversa. Con questo provvedimento si fa una scelta precisa, una scelta politica: si vuole rinnovare l’attuale dirigente per almeno cinque anni. Il fatto è che avete già deciso di andare verso un rinnovo del dirigente. Mi viene da dire: non c’è nulla di strano, se si esercita la politica giudiziaria, senza mettere le mani nei fascicoli, allora è prerogativa dello Stato. Questo rinnovo di 5 anni ci lascia perplessi: probabilmente questo aspetto sarà oggetto di emendamento”.
Vladimiro Selva (Libera): “C’è un fatto contingente che è legato alla scadenza di Canzio. Crediamo che ci sia un percorso da portare a compimento per dare un equilibrio stabile e durevole al tribunale. Ci sono alcune cose mirabili, come i tempi dei processi. Dai dati misurabili non possiamo che dire che il tribunale ha migliorato la propria attività. Crediamo che ci sia sicuramente la mano del dirigente. E c’è stato un aumento nel numero di giudici, che ha portato naturalmente ad un incremento del numero delle sentenze. Sosteniamo convintamente questo provvedimento. Dunque l’appello che facciamo è di non perdere questa occasione di riforma”.
Manuel Ciavatta (PDCS): “Vorrei ribadire che la riforma dell’ordinamento giudiziario ha avuto l’apprezzamento del GRECO e degli organismi internazionali. Con questa modifica, quello che che accade è che il Consiglio giudiziario nella sua autonomia ha la possibilità eventualmente di scegliere un dirigente esterno. In questi anni il tribunale ha ripreso a lavorare alacremente. Non riprendo la questione della terra da ceci: però siamo andati nella direzione di ricostruire pienamente il tribunale e metterlo nella piena operatività. Riteniamo che questa scelta sia molto importante, per l’autonomia e la qualificazione del sistema giudiziaria sammarinese”.
Segretario di Stato Stefano Canti: “Abbiamo cercato di fare una norma unica e di equiparare il periodo della durata. Sottoponiamo all’aula consigliare questa modifica, che non è ad personam, perché comunque sarà chiamato il Consiglio giudiziario a fare la nomina del nuovo magistrato dirigente. Viene data la possibilità di valutare una eventuale riconferma del magistrato dirigente. Credo che non ci sia nulla di grave nell’evidenziare che il lavoro portato avanti è stato buono. Maggioranza e Governo auspicano che possa proseguire. Dobbiamo dare fiducia all’operatività del tribunale e portare a compimento i procedimenti in corso”.
I lavori si soffermano poi sul comma 12 riguardante il Piano casa e l’emergenza abitativa. Sono presenti tre diversi Pdl: a cura di Domani-Motus Liberi, della Segreteria di Stato per il Territorio, di Rete.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: “Questo è un momento davvero importante. Devo dire che mi fa molto piacere che ci siano state una serie di proposte rispetto al tema casa che hanno riempito i programmi di tutte le forze politiche. Ho avuto modo di leggere le proposte di Rete e Motus Liberi e le ho apprezzate. E’ stato un lavoro di squadra di tutta la maggioranza, sarà nostra premura cercare il più ampio slancio di condivisione possibile. C’è il tema dell’edilizia convenzionata. Si interviene per aumentare il contributo in conto interessi affinché si possa dare maggiore robustezza al contributo dello Stato. Il secondo binario è la reintroduzione della garanzia dello Stato, limitandola però ai giovani dai 18 ai 40 anni e a coloro che hanno un reddito limitato, sotto i 18mila euro. Coloro che dignitosamente hanno necessità, viste le difficoltà attuali, possono esprimere il mutuo tramite la garanzia dello Stato. Il secondo filone di interventi riguarda la politica degli affitti. Sappiamo quali sono le difficoltà di trovare affitti congrui, a prezzi ragionevoli. Prevediamo l’innalzamento del tetto per i residenti atipici pensionati a 120mila euro e una clausola, ovvero che la disponibilità immobiliare del soggetto dev’essere contenuta nel territorio sammarinese. Abbiamo valutato, per dare una risposta applicabile sul tema degli affitti, di stabilire un canone calmierato sulla base dei mq che ci darà una stima su cui ritarare una disciplina della legge tributaria con un abbattimento del canone di locazione ai fini della dichiarazione dei redditi. Nel caso del residente atipico, questo abbattimento viene eliminato. Terzo e ultimo aspetto: il bonus ristrutturazioni. Non possiamo incentivare solo chi acquista o affitta. Abbiamo tanto costruito oggi. E’ stata fatta una ricognizione del patrimonio pubblico in giacenza su cui ci si attiverà per ristrutturarlo. Per quanto riguarda la ristrutturazione prevista per la manutenzione ordinaria dell’immobile, in questo caso prevediamo un contributo in conto interessi da 30 a 70mila euro. Introduciamo ex novo questa disciplina. E in secondo luogo, rispetto al bonus energia, introduciamo anche il contributo in conto interessi. Sarà possibile avere questa agevolazione. Poi ci sono altri articoli di richiamo, con l’eliminazione di alcune distorsioni, stimoliamo gli uffici a fare una ricognizione dello sfitto. Andiamo a calmierare un mercato che è stato assolutamente drogato e al quale troviamo un riparo. Auspichiamo la definizione di un Pdl con risposte non più rinviabili”.