Politica

Consiglio Grande e Generale: in aula si discute dell’atto organizzativo dell’ISS

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Consiglio Grande e Generale, sessione 16-17-18-21-22-23-24-25 ottobre e 4-5-6-7 novembre 2024

Lunedì 4 novembre, pomeriggio

Nel pomeriggio prosegue il confronto sul Decreto Delegato 119/2024 Atto organizzativo e secondo Fabbisogno dell’Istituto Sicurezza Sociale (ISS). 

Guerrino Zanotti (Libera) sottolinea lo sforzo compiuto dalla sua forza politica nel “dare un’impronta a questo Decreto che sfuggisse dalla visione economicistica della sanità. Siamo sicuri che è necessario avere un occhio per la spesa sanitaria, ma è un obiettivo che si raggiunge attivando efficaci campagne di promozione della salute e della prevenzione”. 

Afferma Milena Gasperoni (PSD): “Crediamo nel mantenimento del sistema universalistico, ma anche nella necessità di adattarlo alle nuove esigenze. L’adozione di questo atto organizzativo è un passaggio tecnico, ma anche ricognitivo per recepire gli esiti di varie stabilizzazioni”. 

Michela Pelliccioni (Domani – Motus Liberi) parla di tensioni interne alla maggioranza. “La preoccupazione è grande, grandissima, il clima che si respira è da volare di stracci. Pare ci siano guerriglie interne agli stessi partiti”. 

Maria Luisa Berti (AR) si sofferma sul Servizio territoriale domiciliare. “Mi risulta che quando una squadra è efficace, non si dovrebbe cambiare. La modalità di modifica di questa struttura è sbagliata. Non è solo assistenza ad anziani, ma anche a coloro che si trovano in situazioni di temporanea fragilità”. 

Rete parla di “clientelismo” con Emanuele Santi che torna sul tema dell’errata corrige: “Mi sapete spiegare cos’è successo nella notte tra il 12 e il 13 agosto? E’ una scelta politica, che prevede che la Tutela minori fosse composta da 12 persone. Poi in una notte viene smantellata e portata a 6 persone. Non è stato fatto un errore materiale, questa è una questione politica. Non prendiamoci in giro, queste cose i cittadini da casa le sentono e le sanno”. 

“Per la PA – sono le considerazioni di Gian Carlo Venturini (PDCS) – stiamo lavorando al terzo fabbisogno, qui siamo indietro di 14 anni. Dunque io credo che un atto di responsabilità sia dovuto su questo importante strumento. E’ ovvio che alcuni numeri sono stati incrementati, tenendo conto però delle stabilizzazioni del 2016 e del 2022: non so fino a che punto questo possa essere definito un atto clientelare”. Ricorda poi che “la base di lavoro è quella che ha lasciato il collega Roberto Ciavatta, che aveva avviato gli incontri con i sindacati. Dunque non piove dal cielo”. 

Per Fabio Righi (D-ML) “è più serio ritirare un Decreto come questo e approfondire seriamente il tema della sanità. Questo modo di fare è totalmente inaccettabile”. 

Aggiunge Vladimiro Selva (Libera): “Abbiamo agito intervenendo laddove si definiscono dei principi: gli articoli 1 e 2. Non sono gli stessi di febbraio, ma sono sostanzialmente cambiati, in linea contrapposta rispetto a quella con cui il Comitato esecutivo ha cercato di gestire l’ISS”. 

Nicola Renzi (RF) bacchetta Libera. “Ci sono persone che hanno fatto la campagna elettorale chiedendo voti ai cittadini per non ratificare questo atto organizzativo. Siamo in novembre, non solo non abbiamo visto avvicendamenti, ma la forza politica che all’opposizione urlava contro l’atto organizzativo, oggi si appresta a ratificare questo atto organizzativo”.

Spazio alle repliche, a cominciare da quella del Segretario di Stato Mariella Mularoni: “Quella che ha guidato il lavoro della Segreteria da me presieduta è stata la volontà di rispondere alle mutate esigenze della popolazione. Le caselline le hanno forse riempite altri, noi abbiamo lavorato per rassicurare il corpo sanitario mettendo in sicurezza l’organico. L’atto è frutto di un confronto tra operatori sanitari, sindacati e forze di maggioranza”. Interviene quindi sul tema dell’errata corrige. “L’errata corrige è stata effettuata sulla base di una richiesta del direttore del Dipartimento socio sanitario che, visionando il provvedimento normativo, aveva ravvisato che nella stesura c’era stato un errore materiale nella redistribuzione delle risorse”. Volano scintille con Denise Bronzetti (AR) che afferma: “Segretario, le avevamo chiesto un confronto in separata sede anche in Commissione, questo ci avrebbe dato l’occasione di parlare anche con gli esponenti della struttura ISS su argomenti che avrebbero avuto bisogno di maggiore approfondimento”. “La nostra proposta non ha il carattere della provocazione – afferma Luca Lazzari (PSD) -. Non basta un dibattito consiliare per trovare il modello di riforma dell’istituto. Poter creare uno spazio separato in cui si ha la possibilità di riflettere, possa essere il modo migliore”. “L’atto organizzativo è prima di tutto tecnico, portato avanti dalle strutture dell’ISS sulla base dei dati. Dopo ci sono quelli che vanno a suonare i campanelli” dice Francesco Mussoni (PDCS) respingendo le accuse di “clientelismo”. Interviene Matteo Zeppa (Rete): “Il Decreto gira da mesi. Mi volete venire a dire qua che sulla prima stesura, ci sono 70 profili di ruolo e poche ore dopo vi siete accorti che ne mancavano 6? Io credo che Emma Rossi di fronte ad una cosa del genere si rivolterebbe nella tomba”.

Si passa quindi all’esame degli emendamenti. Oltre a quelli del Governo, in esame ci sono 18 emendamenti di Repubblica Futura, 8 di Domani Motus Liberi e 2 di Rete.

All’articolo 3 sono presenti emendamenti modificativi del Governo e di D-ML. Il primo è approvato, il secondo è respinto. 

All’articolo 4 è presente un emendamento di D-ML sul Collegio di Direzione. Viene raggiunta un’intesa che porta alla formulazione di emendamento aggiuntivo di un comma 1-bis, condiviso da tutte le forze politiche, sul ruolo del coordinatore infermieristico.
Si passa agli emendamenti all’articolo 6: presenti due del Governo, e uno di Repubblica Futura sulla periodicità bimestrale delle riunioni del Comitato di Dipartimento. Tutti e tre gli emendamenti sono accolti

All’articolo 7 è presente un emendamento aggiuntivo di D-ML sul Dipartimento di Prevenzione con focus sul tema delle malattie infettive e parassitarie. L’emendamento è respinto.

Spazio ad un emendamento all’articolo 8 di RF sulla presa in carico delle persone non auto sufficienti. L’emendamento è accolto.

La seduta riprenderà alle 21.00.

Di seguito una sintesi degli interventi

Comma 7 – Ratifica Decreti Delegati


Decreto Delegato 119/2024 Atto organizzativo e secondo Fabbisogno dell’Istituto Sicurezza Sociale (ISS)

Guerrino Zanotti (Libera): Il gruppo Libera ha espresso più di una posizione e più di una critica. Noi riteniamo che si sarebbe dovuto tenere un atteggiamento più rispettoso. Sarebbe stato consigliabile rimandare l’emanazione ad un momento più consono. Nel merito del Decreto, le preoccupazioni prendono spunto dalle numerose segnalazioni che arrivano da chi ha la necessità di confrontarsi con la sanità quotidianamente. Questa situazione va posta all’attenzione di chi è tenuto a prendere delle decisioni. E’ una situazione che rischia di minare le fondamenta stesse dell’ISS, esponendo la sanità pubblica ad un pericoloso scivolamento verso quella privata. E’ una deriva a cui nessuno, in quest’Aula, vorrebbe mai arrivare. Abbiamo ritenuto necessario dare un’impronta a questo Decreto che sfuggisse dalla visione economicistica della sanità. Siamo sicuri che è necessario avere un occhio per la spesa sanitaria, ma è un obiettivo che si raggiunge attivando efficaci campagne di promozione della salute e della prevenzione. Ci siamo focalizzati in particolar modo sulla medicina di base. Riteniamo che i centri sanitari devono essere il fulcro della medicina del futuro ed essere potenziati e diventare centri della salute. 

Milena Gasperoni (PSD): Lo spostamento dell’impostazione verso un’aziendalizzazione pura deve essere contrastato con decisione. Ciò che si rende necessario e non procrastinabile, è stabilire insieme e sulla base del piano sanitario, quali sono le prestazioni che devono essere erogate dall’ISS: non necessariamente dev’essere tutto realizzato a San Marino, ma il nostro istituto deve entrare in una rete con le Regioni limitrofe. Da cittadina, non pretendo la comodità, ma di essere curata al meglio. Il nostro gioiello è l’ISS, una garanzia di sicurezza per i cittadini, ma anche una fonte di apprensione per la riduzione di prestazioni. Crediamo nel mantenimento del sistema universalistico, ma anche nella necessità di adattarlo alle nuove esigenze. L’adozione di questo atto organizzativo è un passaggio tecnico, ma anche ricognitivo per recepire gli esiti di varie stabilizzazioni. 

Michela Pelliccioni (Domani – Motus Liberi): Parliamo di sanità, tema che per eccellenza preoccupa i nostri cittadini. E’ un atto importantissimo, calato in una società in continuo cambiamento. Siamo una società che invecchia e non fa più figli. Io credo che si debba fare una valutazione sullo stato attuale di salute non solo dei cittadini, ma anche di questa maggioranza. Questo è uno dei banchi di prova. La preoccupazione è grande, grandissima, il clima che si respira è da volare di stracci. Pare ci siano guerriglie interne agli stessi partiti. Stupisce veramente che una forza politica abbia proposto un ordine del giorno per commissariare lo stesso atto organizzativo. Ritengo che non si possa fare una violenza al diritto: un’errata corrige è una correzione non sostanziale, si crea un precedente pericoloso. 

Maria Luisa Berti (Alleanza Riformista): Prima di portare un atto organizzativo sarebbe stato utile portare un piano sanitario. Noi dobbiamo guardare in proiezione a quelli che sono i servizi. Perchè non andare già da oggi a valutare degli emendamenti dell’opposizione che danno delle risposte ad alcuni temi? Penso in particolar modo a due settori per delle richieste concrete della nostra società. Questo anche in termini numerici. Mi riferisco al Servizio minori: non capisco per quale motivo ci sia stata la scelta di sdoppiare il servizio. Francamente, in una situazione dove i disagi sono sempre maggiori, come politica dovremmo dare delle risposte adeguate. C’è il fronte della tutela minori. Non mi sembra che la scelta di togliere il personale sia stata lungimirante. Sotto il profilo socio-sanitario, l’atto organizzativo è carente. C’è poi il Servizio territoriale domiciliare. Mi risulta che quando una squadra è efficace, non si dovrebbe cambiare. La modalità di modifica di questa struttura è sbagliata. Non è solo assistenza ad anziani, ma anche a coloro che si trovano in situazioni di temporanea fragilità. 

Antonella Mularoni (RF): Siamo un Paese piccolo, possiamo permetterci di avere una grande attenzione verso gli ultimi. Dobbiamo adottare gli strumenti affinché chi ha più difficoltà sia maggiormente tutelato. Ci sono delle emergenze, che mi auguro affronteremo. Far rimanere i medici che vengono da fuori necessita di scelte diverse. Se ci sono delle condizioni che rendono sfavorevole il soggiorno dei medici, dobbiamo lavorare anche su questo. Poi vorrei anche io soffermarmi su un aspetto che non è assolutamente marginale. C’è il problema della gestione disinvolta dei Decreti. In questo caso addirittura con una errata corrige. E’ inaccettabile che vadano a modificare delle parti sostanziali del Decreto. Mi auguro che da adesso in poi non si facciano più. E’ una doppia presa in giro del Parlamento. 

Emanuele Santi (Rete): L’errata corrige: mi sapete spiegare cos’è successo nella notte tra il 12 e il 13 agosto? E’ una scelta politica, che prevede che la Tutela minori fosse composta da 12. Poi in una notte viene smantellata e portata a 6 persone. Non è stato fatto un errore materiale, questa è una questione politica. Non prendiamoci in giro, queste cose i cittadini da casa le sentono e le sanno. Vogliamo difendere la sanità pubblica e poi andiamo a smantellare uno di quei servizi dove oggi ci sarebbe maggiormente bisogno. Non possiamo permettere che venga smantellata la sanità laddove c’è bisogno, per riversare le risorse laddove lo chiedono le clientele. Questo è sperpero di denari pubblici. 

Giancarlo Venturini (PDCS): Voglio ringraziare il Segretario per il lavoro che ha svolto. Non facile e non semplice. Siamo estremamente in ritardo. Per la PA stiamo lavorando al terzo fabbisogno, qui siamo indietro di 14 anni. Dunque io credo che un atto di responsabilità sia dovuto su questo importante strumento che recepisce anche il fabbisogno. E’ ovvio che alcuni numeri sono stati incrementati, tenendo conto però delle stabilizzazioni del 2016 e del 2022. Dunque io non so fino a che punto questo possa essere definito un atto clientelare, quando le stabilizzazioni – collega Santi – una l’ha fatta anche il suo collega di partito. La base di lavoro è quella che ha lasciato il collega Roberto Ciavatta, che aveva avviato gli incontri con i sindacati. Dunque non piove dal cielo. Va ribadito il fatto che la sanità deve rimanere pubblica e universalistica. 

Gaetano Troina (Domani – Motus Liberi): Il problema vero è che c’è troppa politica nei corridoi del nostro ospedale. Sono stati avviati 49 nuovi rapporti di lavoro dallo scorso maggio. L’impennata di avvii di nuovi rapporti dà sicuramente da pensare. La nostra Repubblica fino ad alcuni anni fa si distingueva per garantire una sanità di alto livello. Come forza politica da tempo avanziamo proposte concrete per garantirla anche in futuro. Se non le si applica, è perché c’è la volontà di mantenere le cose come stanno, a discapito dei cittadini. Ci aspettiamo un cambio di passo. 

Giovanna Cecchetti (Indipendente): Questo Decreto è lo strumento strategico e funzionale che dà operatività alla nostra idea di sanità. Sono passati 14 anni e la necessità di un nuovo modello organizzativo è innegabile. La politica ha il dovere di intervenire prontamente. C’è la necessità di mutare l’assetto e il fabbisogno del nostro istituto. La sanità deve ritrovare la centralità per essere sempre performante. Non possiamo permetterci che i nostri cittadini abbiano la sensazione di non essere seguiti con gli strumenti migliori. 

Fabio Righi (Domani – Motus Liberi): Intanto mi permetto di dire che questo è un documento che è stato emanato con una modalità che non avevamo condiviso nemmeno nel precedente Governo. I confronti non c’erano stati nemmeno precedentemente. Che la nostra sanità non funziona è sotto gli occhi di tutti. La visione della sanità, come partito, è dal 2018 che la presentiamo. E’ una questione di volontà. Dobbiamo ancora ragionare della libera professione? Dobbiamo proteggere l’impostazione del 55. Con un carrozzone che perde milioni di euro, come pensate di mantenere le gratuità se non allargando le entrate di quella struttura? Permettendo ai medici di lavorare molto, di produrre molto. Non sto facendo un attacco da opposizione. Si sente parlare del fatto che Bevere venga riassunto. Si sente parlare del fatto che si voglia tornare al Consiglio d’amministrazione. E’ più serio ritirare un Decreto come questo e approfondire seriamente il tema della sanità. Questo modo di fare è totalmente inaccettabile. 

Nicola Renzi (RF): Abbiamo portato vari emendamenti, sono emendamenti effettivamente anche politici. Ci sono persone che hanno fatto la campagna elettorale chiedendo voti ai cittadini per non ratificare questo atto organizzativo. Basta guardare le dichiarazioni fatte in campagna elettorale: una critica profonda ai contenuti di questo documento. La promessa di un cambiamento nella dirigenza, quindi nel Comitato esecutivo. Siamo in novembre, non solo non abbiamo visto avvicendamenti, ma la forza politica – Libera – che all’opposizione urlava contro l’atto organizzativo, oggi si appresta a ratificare questo atto organizzativo. Cos’è cambiato? I cittadini vogliono che le liste d’attesa siano più corte, avere una sanità davvero gratuita e universale, con prestazioni di livello e qualità. E’ vero che ci sono alcuni impegni assunti dalle stabilizzazioni, noi quelli siamo per salvarli. Almeno mettete la vostra linea, la vostra trincea su quell’errata corrige, se non volete fare la guerra sull’atto organizzativo. Credo che sia evidente a tutti che c’è una maggioranza nella quale la trazione democristiana è fortissima, la DC continua a dare le carte. 

Vladimiro Selva (Libera): La precarietà è un dramma da combattere in ogni settore. Con maggiore forza nel settore sanitario. Abbiamo agito intervenendo laddove si definiscono dei principi: gli articoli 1 e 2. Non sono gli stessi di febbraio, ma sono sostanzialmente cambiati, in linea contrapposta rispetto a quella con cui il Comitato esecutivo ha cercato di gestire l’ISS. Oggi com’è gestito l’ISS? Con un’impostazione aziendalistica. Addirittura si immagina un reparto solventi, mai nato. Io credo sinceramente che chi ha portato avanti quelle politiche è arrivato ad un risultato discutibile: basta leggere gli articolo 1 e 2 per capire che l’aria è cambiata e non c’è bisogno di chiedere le dimissioni. Partire da un sistema universalistico che curi la salute prima che la malattia. E’ una fase transitoria, perché l’obiettivo è avere un piano sanitario che disegni quelle politiche. Alla luce di quello rivedremo anche il fabbisogno dell’ISS. Non abbiamo fatto nessun passo indietro, ma fatto fare un passo in avanti al Decreto. 

Segretario di Stato Mariella Mularoni, replica: Quella che ha guidato il lavoro della Segreteria da me presieduta è stata la volontà di rispondere alle mutate esigenze della popolazione. Le caselline le hanno forse riempite altri, noi abbiamo lavorato per rassicurare il corpo sanitario mettendo in sicurezza l’organico. L’atto è frutto di un confronto tra operatori sanitari, sindacati e forze di maggioranza. L’errata corrige è stata effettuata sulla base di una richiesta del direttore del Dipartimento socio sanitario che, visionando il provvedimento normativo, aveva ravvisato che nella stesura c’era stato un errore materiale nella redistribuzione delle risorse. Il Direttore fa presente che erroneamente non erano stati segnati i 6 profili destinati al pacchetto ‘giustizia’. Quanto ai costi: come ho già riferito questa mattina, le proiezioni fatte non variano di molto. Sono stati previsti alcuni settori che andranno potenziati sulla base delle esigenze specifiche. E’ opportuno ricordare che la conclusione del rinnovo del contratto del pubblico impiego ha determinato un aumento degli oneri del personale del 6%. La scorsa settimana ho partecipato alla sessione del comitato regionale dell’OMS. La Repubblica di San Marino è stata menzionata come esempio virtuoso per i progetti dedicati ad anziani e persone fragili. E’ in fase di rinnovo l’accordo triennale con la scuola di oncologia medica di Modena. E’ imprescindibile il monitoraggio dell’atto. Colgo in maniera positiva la provocazione del Segretario del Psd, per poter avere un confronto costruttivo e propositivo che potrà avvenire all’interno del comma 25, quando discuteremo gli indirizzi generali. 

Repliche

Enrico Carattoni (RF): Alcune delle risposte che ci aspettavamo, in realtà non siano arrivate. Non ci ha spiegato, Segretario, il motivo dell’errore marchiano di questa errata corrige, se in realtà non sia stato un motivo di avvicendamento di esigenze che ci sono state nel tempo. Non abbiamo avuto risposte sulla questione degli esperimenti probatori. 

Emanuele Santi (Rete): Altro dato politico: sono gli stessi alleati politici di Libera ad evidenziare che si deve passare ai fatti. Avete fatto una campagna incentrata su una nuova politica all’interno dell’ISS, adesso votate questo atto. Riguardo al fatto che questo sia l’atto organizzativo di Ciavatta: andatelo a vedere bene, perché era molto diverso. Siamo usciti dal Governo due anni fa. 

Massimo Andrea Ugolini (PDCS): Il Segretario Mularoni ci dice che l’errata corrige è arrivata dal direttore del Dipartimento. Se i tecnici di riferimento ci dicono che vanno fatte delle modifiche, mi viene da sorridere perché entriamo nel merito dicendo che ci sono delle questioni di carattere politico. 

Luca Lazzari (PSD): La nostra proposta non ha il carattere della provocazione. L’ISS ha a che fare con genitorialità, anzianità, maternità, etc. Non basta un dibattito consiliare per trovare il modello di riforma dell’istituto. Poter creare uno spazio separato in cui si ha la possibilità di riflettere, possa essere il modo migliore. 

Matteo Zeppa (Rete): Il Decreto gira da mesi. Ogni Segretario di Stato deve per forza confrontarsi con i tecnici. Mi volete venire a dire qua che sulla prima stesura, ci sono 70 profili di ruolo e poche ore dopo vi siete accorti che ne mancavano 6? Volete prendere tutti per il naso? Il Decreto non nasce ieri. Io credo che Emma Rossi di fronte ad una cosa del genere si rivolterebbe nella tomba. 

Giuseppe Maria Morganti (Libera): Il Decreto ha subito trasformazioni importantissime. Abbiamo riformato completamente gli articoli 1 e 2. Sulla Tutela minori, ci siamo confrontati per dare una possibilità in più al servizio socio sanitario nella direzione dell’inclusione. Questo è uno degli elementi per noi focali. 

Denise Bronzetti (AR): Segretario, il lavoro fatto e che dovrà essere fatto è grande e immane. Certamente ha iniziato a prendere le mosse dalla Segreteria di Ciavatta, ma oggi è profondamente diverso. Per questo, Segretario, le avevamo chiesto un confronto in separata sede anche in Commissione, questo ci avrebbe dato l’occasione di parlare anche con gli esponenti della struttura ISS su argomenti che avrebbero avuto bisogno di maggiore approfondimento. La toppa è peggio del buco. 

Giovanni Zonzini (Rete): Le parole pronunciate dalla collega Bronzetti non possono cadere nel silenzio assordante dell’Aula. La collega ha denunciato situazioni gravi, che lasciano intendere che questo atto ha fatto figli e figliastri. 

Vladimiro Selva (Libera): Quello che fa l’errata corrige nella sostanza delle cose è qualcosa di logico. Lo strumento è stato utilizzato al di fuori dell’ordinario utilizzo, questo non vuol dire però che fosse scritto in quel modo per errore, penso davvero che fosse così. 

Nicola Renzi (RF): Io quel Decreto non lo avrei firmato. Dà tutta l’impressione di una correzione in corsa di contenuti sostanziali. Questa è un’altra valutazione politica che l’Aula deve fare in maniera molto chiara. 

Francesco Mussoni (PDCS): E’ chiaro che ci sono visioni diverse. Categorizzare la maggioranza come clientelare, come se non fosse che qualcuno va a suonare anche all’opposizione: questo non lo accetto. L’atto organizzativo è prima di tutto tecnico, portato avanti dalle strutture dell’ISS sulla base dei dati. Dopo ci sono quelli che vanno a suonare i campanelli. 

Matteo Casali (RF): Devo rilevare che puntualmente ad ogni tema cruciale, l’occasione è perché volino gli stracci. Gli stracci vecchi si mischiano ai nuovi. A mio modo di vedere la più grande riforma che si potrà fare e sulla PA sarà fuori la politica dagli aspetti organizzativi e pratici. 

Gian Carlo Venturini (PDCS): Stiamo parlando di un atto estremamente significativo, che è in ritardo di 14 anni. Oggi sentire parlare di clientelismo, quando la stabilizzazione principale l’ha fatta Ciavatta. Le finalità sono quelle di una sanità pubblica, di qualità, per tutti. Necessario dopo 14 anni aggiornare alcuni servizi. 

Matteo Rossi (PSD): Cerchiamo di volare un po’ più alto. Siamo intervenuti nell’ottica di dare un contributo al dibattito nell’interesse della sanità pubblica. Nel comma 25 arriveremo preparati per proporre all’Aula quello che riteniamo utile per la sanità nel paese. Il servizio territoriale è dipartimentale, territoriale, così lo abbiamo reso. Non capisco dov’è il problema.

Aida Maria Adele Selva (PSD): Il modello di sanità che vogliamo. Una sanità pubblica, di qualità, equa e solidale. Facciamo l’abito, poi chi lo indossa deve cercare di portarlo bene. Per tanto tempo nella passata legislatura si è evidenziata la necessità di nuovi servizi specialistici. Dobbiamo mettere in sicurezza la nostra struttura sanitaria. 


Fabio Righi (D-ML): Sono sistemate le stabilizzazioni. Diversamente, di implementazioni mirate a progetti di sviluppo della struttura, non le ho rinvenute. Prendo atto che non è venuta meno la proposta del PSD. 

Segretario di Stato Mariella Mularoni: Inaccettabile quello che ho sentito oggi. Ovvero che l’atto non piace a nessuno e va fermato. E’ un’offesa ai professionisti che ci hanno lavorato per tantissimi mesi. E’ un atto che serve al Paese.