Il Decreto sulla violenza di genere approda in Consiglio Grande e Generale
Consiglio Grande e Generale, sessione 16-17-18-21-22-23-24-25 ottobre e 4-5-6-7 novembre 2024
Giovedì 24 ottobre, pomeriggio
Culminata la lunga sessione dedicata al Decreto Delegato sulla cogenerazione, i lavori del Consiglio Grande e Generale proseguono con l’esame dei provvedimenti rimasti in sospeso al comma 7.
All’ordine del giorno c’è la ratifica del Decreto Delegato del 9 agosto 2024 n.109 – Modifiche alla Legge 20 giugno 2008 n.97 “Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere” e successive modifiche e al Codice Penale.
Dopo la relazione introduttiva del Segretario di Stato Stefano Canti (al quale vanno i ringraziamenti di moltissimi consiglieri), gli interventi in Aula sono bipartisan e numerosi. Antonella Mularoni (RF) loda il tavolo di confronto che ha portato “importanti risultati”, ma “ci sono cose che ci lasciano perplessi”. In particolare “l’introduzione della riprensione. Evidenziamo che questa forma di richiamo è una tipologia di sanzione molto mite”.
Massimo Andrea Ugolini (PDCS) ricorda l’introduzione “del reato di molestie sessuali” che “abbraccia tantissime tipologie. Credo che con l’emendamento del Governo si riesca ancora meglio a identificare questo reato. E’ stato introdotto il reato di adescamento di minori, al quale va posta attenzione specialmente quando coinvolge l’uso dei mezzi informatici”.
“Solo attraverso un percorso condiviso possiamo garantire leggi giuste ed applicabili – dice Ilaria Bacciocchi (PSD) -. E’ un passo in avanti importante che ci porta più vicini agli standard europei e rafforza la protezione delle vittime. Ma una società migliore si costruisce anche attraverso una trasformazione culturale profonda”.
Secondo Sara Conti (RF), “la violenza può assumere forme anche psicologica. Per fortuna nel decreto anche questo tipo di violenza è tenuta in considerazione”. Tuttavia “non dobbiamo pensare che, con questo provvedimento, il nostro compito sia del tutto esaurito”.
“Nessuna legge può essere utile se prima non interviene un cambio culturale – è l’appello di Michela Pelliccioni (D-ML) -. Cambio culturale che in questo Paese serve perché le vittime di violenza hanno ancora moltissima paura di denunciare”.
“Le raccomandazioni di organismi internazionali come il GREVIO – rimarca Alice Mina (PDCS) – sottolineano l’importanza di politiche integrate e coordinate che comprendano misure di prevenzione e perseguimento dei colpevoli”.
Osserva Matteo Zeppa (Rete): “Anche le istituzioni di San Marino in diversi casi sono state toccate dalla violenza di genere. Questa per me è una macchia”.
“Credo sia necessaria un’attività di conoscenza, informazione e prevenzione. Dunque credo che serva una sensibilizzazione ancora più forte nella scuola e nelle famiglie” è il richiamo di Marco Mularoni (PDCS). Per Milena Gasperoni (PSD) “la necessità è quella di vedere crescere la sensibilità verso questo argomento da parte della nostra società”.
Il Segretario di Stato Mariella Mularoni ricorda l’adozione del “piano di azione nazionale contro la violenza sulle donne. Un piano che potenzia le misure preventive, programmi di educazione e formazione”.
Giulia Muratori (Libera) loda il lavoro fatto per arrivare al depennamento della parola “gravemente” dalla definizione di articolo 171-bis, mentre Maria Luisa Berti (AR) chiede un ulteriore lavoro “sul fronte dell’educazione al rispetto, specialmente dei soggetti più deboli”.
“Oggi non vince solo la politica, ma il Paese tutto – afferma Silvia Cecchetti (PSD) -. Quando si introduce uno strumento che ci obbliga a sostenere le donne, si fa un passaggio di civiltà”.
“Oggi sono fiera di poter dire che per una volta in quest’Aula stiamo adottando un approccio davvero innovativo alla questione della violenza di genere” è la conclusione di Gemma Cesarini (Libera).
“Solo insieme, trovando le migliori soluzioni, si potranno dare delle risposte concrete a quei casi che continuano ancora nel nostro territorio e in tutto il mondo. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato nel tavolo tecnico che hanno un merito fondamentale nell’aver steso questo Decreto Delegato”: queste le parole conclusive del Segretario di Stato Stefano Canti.
Culminato il dibattito, si passa all’esame degli emendamenti. Ne sono presenti 2 del Governo, 2 di D-ML, 3 di Rete, 8 di RF.
Di grande rilievo l’emendamento del Governo modificativo dell’articolo 12, che introduce con una nuova stesura l’articolo 171-bis del codice penale relativo alle molestie sessuali. Nello specifico si stabilisce: “Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, con atti o comportamenti indesiderati a carattere sessuale, anche per mezzo delle comunicazioni sociali, rechi a taluno molestie violando la libertà sessuale e la dignità della persona, è punito, a querela della persona offesa, con la prigionia di primo grado o con la multa o con la riprensione. Se il fatto è commesso nell’ambito di un rapporto di educazione, istruzione o formazione ovvero nell’ambito di un rapporto di lavoro, di tirocinio o di apprendistato, con abuso di autorità o di relazioni di ufficio, chiunque è punito a querela della persona offesa con la prigionia di primo grado o con la multa. Si procede d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace, per età o infermità.”
“Questo reato in Italia ancora non è normato, noi siamo avanti da questo punto di vista. La nuova formulazione ha trovato la condivisione da parte della maggioranza e spero anche nell’opposizione” puntualizza il Segretario di Stato Canti. Recepita la richiesta, arrivata da più forze politiche, di eliminare la dicitura “gravemente”.
Rete chiede di inserire la procedibilità d’ufficio anziché a querela di parte. Concetto su cui insiste anche RF chiedendo inoltre di eliminare l’istituto della “riprensione” ritenuta “desueta”. Anche Domani – Motus Liberi presenta un emendamento chiedendo maggiori specifiche sulla definizione di molestia sessuale.
Il Segretario di Stato Canti annuncia una sospensione per consentire alle forze politiche di giungere ad una nuova formulazione che, al comma 1 bis, prevede come punizione “la prigionia di primo grado e la multa a giorni di secondo grado”.
Alle 19.30 la seduta viene interrotta. Riprenderà alle 21.
Di seguito una sintesi degli interventi
Comma 7 – Ratifica Decreti Delegati
RATIFICA DECRETO DELEGATO 9 agosto 2024 n.109 – Modifiche alla Legge 20 giugno 2008 n.97 “Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere” e successive modifiche e al Codice Penale
Antonella Mularoni (Rf): Il Segretario Canti ha attivato un tavolo di confronto con le opposizioni che ha portato a dei risultati importanti. Credo che questo sia un metodo da seguire. Ci sono alcune cose che ci hanno lasciato perplessi. Specialmente l’introduzione della riprensione. Sarebbe opportuno precisare che si tratta di riprensione giudiziale. Evidenziamo che questa forma di richiamo è una tipologia di sanzione molto mite. Su questo abbiamo delle perplessità e anche degli emendamenti a questo proposito. Ci spiace che dalle anticipazioni fatte non ci sia stata un’intenzione di accogliere un’istanza che veniva dai sindacati, che avevano chiesto – rispetto a certe tipologie di comportamenti sui luoghi di lavoro ai danni prevalentemente di una donna ma anche ai danni di un uomo – che non fosse necessaria la querela di parte.
Massimo Andrea Ugolini (PDCS): E’ stato introdotto il reato di molestie sessuali. E’ un reato che può abbracciare tantissime tipologie di fattispecie. Credo che con l’emendamento del Governo si riesca ancora meglio a identificare questo reato. E’ stato introdotto il reato di adescamento di minori, al quale va posta attenzione specialmente quando coinvolge l’uso dei mezzi informatici. C’è l’aspetto degli affidamenti familiari in situazioni molto critiche. L’auspicio è che in futuro si utilizzi il progetto di legge, ma visto che c’era stato un dibattito importante e degli Odg approvati, credo sia stato necessario ed importante intervenire su queste tematiche.
Gaetano Troina (D-ML): E’ un ambito molto delicato e che necessita di costante attenzione da parte della politica. Sono casistiche che impattano in maniera determinante sulla vita delle persone. Occorre avere un occhio di riguardo anche alla effettiva tutela successiva rispetto alle dinamiche che possono investire le vittime.
Guerrino Zanotti (Libera): Prendiamo atto che la volontà è stata quella di procedere con un decreto delegato. Cerchiamo di fare un buon lavoro su ciò che ci apprestiamo a discutere. Le nuove norme vanno nella direzione che auspichiamo. Credo però che ci sia da fare ulteriori sforzi a livello culturale affinché queste condotte di violenza o sopruso nei confronti delle donne e dei minori, diminuiscano. In questo senso, credo che con una legge possiamo inasprire le pene, ma uno sforzo più grosso lo possono fare la scuola, le istituzioni, la famiglia se formata correttamente.
Ilaria Bacciocchi (PSD): Solo attraverso un percorso condiviso possiamo garantire leggi giuste ed applicabili. E’ un passo in avanti importanti che ci porta più vicini agli standard europei e rafforza la protezione delle vittime. Ma una società migliore si costruisce anche attraverso una trasformazione culturale profonda.
Sara Conti (RF): La violenza può assumere forme anche psicologica. Per fortuna nel decreto anche questo tipo di violenza è tenuta in considerazione. Non dobbiamo pensare che, con questo decreto, il nostro compito sia del tutto esaurito. Il cambiamento dovrebbe essere affrontato con azioni integrate che coinvolgono più livelli, normativo ma in primis culturale. Un cambiamento è possibile e come legislatori possiamo promuovere una forte azione di prevenzione.
Michela Pelliccioni (D-ML): Solitamente, quando portiamo questi temi, il confronto ha sempre una valenza positiva. Credo che potremo portare anche la norma più perfetta, ma nessuna legge può essere utile se prima non interviene un cambio culturale. Cambio culturale che in questo Paese serve perché le vittime di violenza hanno ancora moltissima paura di denunciare. Hanno paura della macchia e della chiacchiera.
Giovanna Cecchetti (indipendente): Questo decreto dimostra l’attenzione che San Marino ha verso la violenza di genere. Una piaga sempre più diffusa e dalla quale si fatica a guarire. Occorre prestare attenzione alle normative che vanno a reprimere una serie di atteggiamenti contro le donne.
Alice Mina (PDCS): Le raccomandazioni di organismi internazionali come il GREVIO sottolineano l’importanza di politiche integrate e coordinate che comprendano misure di prevenzione e perseguimento dei colpevoli. I Paesi devono garantire l’accesso delle vittime alla giustizia, sensibilizzare la società per eliminare gli stereotipi di genere che alimentano tali dinamiche. Questo Decreto è un passo in avanti importante che introduce nuove fattispecie di reato.
Miriam Farinelli (Rf): La prevenzione come sempre è il primo passo per portare a casa dei buoni risultati. Politica, scuola, operatori sanitari e del sociale: sono lavorando insieme riusciremo ad uscirne fuori.
Milena Gasperoni (PSD): La necessità è quella di vedere crescere la sensibilità verso questo argomento da parte della nostra società. Attraverso questa operazione di sensibilizzazione e accresciuta attenzione a questi reati, la società può difendersi. Ringrazio il precedente Governo che ha avuto l’importante ruolo di portare all’attenzione di questa Aula il decreto introducendo importanti novità. Ma ringrazio anche l’attuale Governo che ha migliorato il Decreto.
Giulia Muratori (Libera): Gli organismi internazionali ci portano ad attenzionare questi temi. Come Libera, e insieme al PSD; abbiamo subito cercato di collaborare con la Segreteria cercando di ragionare sul termine ‘gravemente’ nel reato per molestie sessuali, credo che qui si sia raggiunto un ottimo risultato.
Gian Matteo Zeppa (Rete): Qualcuno tende a ricordare la questione culturale. La nostra cultura mediterranea è molto patriarcale. Sono contento sia sta ribadita il concetto che alle vittime di violenza venga fatto tutto il necessario corollario per sentirsi sicure. Anche le istituzioni di San Marino in diversi casi sono state toccate dalla violenza di genere. Questa per me è una macchia. Sono stato informato di due casi di altrettante donne, madri di famiglia, con accanto uomini violenti. Io non so quali siano stati gli sviluppi.
Marco Mularoni (PDCS): Questo tema ci unisce tutti e non rappresenta un bandierina solo per qualcuno. Tanto è stato fatto, ma tanto resta ancora da fare. Dobbiamo attuare un cambio culturale in questo paese. Questo si può fare in quelle strutture dove si insegna la cultura. Credo sia necessaria un’attività di conoscenza, informazione e prevenzione. Dunque credo che serva una sensibilizzazione ancora più forte nella scuola e nelle famiglie.
Segretario di Stato Mariella Mularoni: E’ stato un decreto fortemente voluto da tutte le forze politiche e in particolare dalle donne del Pdcs. Sono altrettanto fiera che sia stato adottato anche il piano di azione nazionale contro la violenza sulle donne. Un piano che potenzia le misure preventive, programmi di educazione e formazione.
Maria Luisa Berti (AR): Ci uniamo alle espressioni di condivisione su questo Decreto frutto di un lavoro corale. Questo Decreto introduce degli strumenti che vanno nella direzione di tutelare maggiormente le vittime. Questo è ottimo. Però dobbiamo fare in modo di lavorare sul fronte dell’educazione al rispetto, specialmente dei soggetti più deboli.
Tommaso Rossini (PSD): Il Decreto va nella direzione della tutela delle vittime. A mio avviso però si potrebbe inserire una voce che parla anche del maltrattante. Se vogliamo prevenire, fare cultura, dobbiamo intervenire sull’uomo, non sulla donna. L’uomo che ha una tendenza di questo tipo, credo che debba essere sottoposto ad un percorso perché lui per primo deve capire che sta sbagliando.
Enrico Carattoni (Rf): Credo che questo Decreto complessivamente porti dei miglioramenti rispetto allo status quo. Lo fa perché il tema della violenza e della percezione della violenza mutano. Non possiamo pensare che le risposte del legislatore vadano sempre bene. Il concetto di violenza cambia nel tempo, a seconda delle latitudini. E’ dunque necessario adeguarsi costantemente. Però anche in questo Decreto vediamo che non ci sono investimenti economici. E’ necessario dare più fondi all’Authority, e occorre individuare strutture che, in ambito di violenza domestica, possano dare una collocazione alle vittime.
Silvia Cecchetti (PSD): Oggi non vince solo la politica, ma il Paese tutto. Quando si introduce uno strumento che ci obbliga a sostenere le donne, si fa un passaggio di civiltà. Sui diritti civili molto spesso il nostro Paese ha avuto la capacità di essere precursore. Questo Decreto è uno di quei momenti. Solo una tappa nel percorso più generale di tutela della donna, pur essendo molto all’avanguardia e molto evoluto. La parola ‘gravemente’ andava a limitare la molestia sessuale, che è un comportamento che incide sulla dignità della persona. Grazie al Segretario Canti e all’impegno dell’Aula, quella parola viene finalmente a decadere. Chi sostiene che questo strumento viene abusato per ottenere benefici, è complice di quella cultura.
Maria Katia Savoretti (Rf): San Marino ha messo in atto nel tempo degli strumenti finalizzati al contrasto e alla presa in carico. E’ sempre intervenuta come lo sta facendo ora con questo Decreto. Anche la politica deve fare la sua parte, perché il nostro Paese non è immune da questo fenomeno. La violenza non è accettabile nei confronti di nessun essere umano. I diritti umani vanno rispettati. Mi auguro ci sia la massima collaborazione di tutte le forze politiche.
Andrea Menicucci (Rf): Non vorrei che una volta ratificato il Decreto, si pensasse di aver chiuso la questione. Dobbiamo rimanere consapevoli che quello contro la violenza di genere è un percorso non in discesa. Dobbiamo cambiare l’intera cultura nella quale siamo cresciuti e che ancora ci circonda. Il modo di intendere l’altro sesso è indice di una cultura tossica e patriarcale.
Gemma Cesarini (Libera): Vorrei complimentarmi con tutti i colleghi in Aula. Quando lavoriamo insieme per una mediazione, otteniamo i più grandi risultati. Vorrei dare qualche spunto facendo comparazioni con la legislazione a livello europeo. Paesi come la Svezia sono pionieri nell’introdurre leggi sul consenso. Le differenze riflettono diverse tradizioni giuridiche e approcci culturali differenti. Oggi sono fiera di poter dire che per una volta in quest’Aula stiamo adottando un approccio davvero innovativo alla questione della violenza di genere.
Nicola Renzi (RF): Occorre prendere coscienza del fatto che ciascuno di noi ha diritto ad essere ciò che vuole all’interno della società. Parliamo di un reato che spesso, perché si consuma tra le mura domestiche, rimane nascosto, non denunciato. Importante il richiamo all’aspetto culturale. Dobbiamo interrogarci su quali possono essere gli istituti pubblici che possono valorizzare questo ruolo culturale. Paradossale che laddove parliamo di crisi delle famiglie, la risposta che la politica ha tentato di dare in passato sia stata di dare meno scuola anziché più scuola.
Segretario di Stato Stefano Canti: Prendo i ringraziamenti che mi sono arrivati e li rivolgo al mio predecessore Massimo Andrea Ugolini. Solo insieme, trovando le migliori soluzioni, si potranno dare delle risposte concrete a quei casi che continuano ancora nel nostro territorio e in tutto il mondo. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato nel tavolo tecnico che hanno un merito fondamentale nell’aver steso questo Decreto Delegato. Future modifiche al codice penale le porteremo come disegno di legge e non come Decreto Delegato.