Capitani Coraggiosi ……….. e Competenti
Si avvicina, come ogni semestre, il momento tanto atteso da ogni sammarinese, quello che rappresenta l’unicum istituzionale della nostra Repubblica, l’elezione degli Eccellentissimi Capitani Reggenti.
Sento l’esigenza di condividere una riflessione a mente fredda sul ruolo simbolico e soprattutto pratico di questa istituzione, massima carica dello Stato.
Simbolico, perché se da cittadini sammarinesi ben sappiamo individuare le tante peculiarità che ci distinguono, agli occhi altrui la Reggenza è senz’altro la più distintiva.
Pratico, perché da che mondo è mondo, o meglio da che Stato è Stato, per essere Capitano Reggente ci vuole coraggio e soprattutto competenza.
L’investitura e le responsabilità delle Loro Eccellenze infatti vanno ben oltre alla meravigliosa e pittoresca cerimonia che vede i due prescelti recarsi al cospetto del Santo Marino per trarre ispirazione Politica, cioè di buon governo; vanno ben oltre la moderazione delle sedute del Consiglio Grande Generale, vanno ben oltre un’udienza privata dal Papa.
Giusto per rinfrescare la memoria a coloro che aspirassero a tale carica con un pizzico di arroganza intellettuale, è bene ricordare che quella dei Capitani Reggenti è la massima magistratura della Repubblica, esercitando collegialmente e con reciproco diritto di veto la funzione di capo di stato e di governo.
La figura istituzionale esercita funzioni in tutti i poteri dello Stato, configurandosi come potere costituzionale complesso.
Come capi di Stato, sono un organo di garanzia costituzionale super partes, rappresentano l’unità nazionale e presiedono e vigilano sulle attività di tutti gli altri organi politici della Repubblica.
I capitani reggenti presiedono il Consiglio Grande e Generale, di cui fanno parte a pieno titolo, convocano e coordinano il Congresso di Stato, presiedono il Consiglio dei XII, la Commissione consiliare per gli affari di giustizia, il Consiglio giudiziario, il Magistero di Sant’Agata e l’Ufficio di presidenza del Consiglio Grande e Generale.
Inoltre dispongono lo scioglimento del Consiglio Grande e Generale quando questo non riesca a esprimere una maggioranza ed effettuano le consultazioni per incaricare un nuovo governo oppure per convocare i comizi elettorali.
Dispongono del potere legislativo, in quanto in caso di necessità o di urgenza possono emanare decreti reggenziali, che devono essere ratificati entro tre mesi dal Consiglio Grande e Generale, a pena di decadenza. I decreti reggenziali possono essere emanati anche in conseguenza di esplicita previsione di legge. Infine, hanno competenza nella promulgazione delle leggi.
Questo fa capire quale debba essere il grado di competenza e preparazione dei candidati, tuttavia vi è un problema che ammorba l’elezione dei Capitani Reggenti almeno quanto mina la competitività della nostra amata squadra nazionale di calcio: il bacino di utenza.
Un’altra peculiarità unica della Reggenza infatti è costituita dalla brevità della durata del mandato che come sappiamo è semestrale sin dal 1243 con il titolo di consules, come i supremi magistrati dell’antica Roma repubblicana e dal fatto che la scelta della coppia debba avvenire tra i 35 consiglieri di maggioranza, per tale motivo l’età minima è posta a “soli” 25 anni.
Ebbene, al netto del buonismo in voga ormai da un decennio che vede tutto ciò che è giovane e nuovo come un bene, lancio una ragionevole provocazione affermando, senza paura di beccarmi del matusa bacchettone, che un degno Capitano Reggente debba essere esperto e preparato, caratteristiche queste che raramente si accoppiano ad una giovanissima età.
D’altronde se nei secoli passati a 25 anni si era adulti e l’aspettativa media di vita era di 50 anni, oggi le convenzioni sociali, la lunga carriera scolastica e le conquiste in campo medico scientifico posticipando questi due dati di molto.
Volendo proporre possibili migliori soluzioni al problema della scarsità di candidati, mi vien da dire sin d’ora che si potrebbe da un lato innalzare il limite minimo d’età a 35 anni, con la possibilità dall’altro di scegliere gli Eccellentissimi Capitani Reggenti per comprovata competenza anche al di fuori del Consiglio Grande e Generale.
Magari questa potrebbe diventare, con le dovute cautele e la giusta ossatura, un’istanza d’Arengo, altro strumento di democrazia diretta sammarinese, potentissimo e unico nel suo genere.
Diversamente il rischio è che accada ciò che inequivocabilmente si è già verificato in qualche occasione negli ultimi anni ovvero che l’assegnazione di tale maxima carica venga svilita e che diventi per qualcuno, magari giovincello ed inesperto, un punto di partenza per un’aleatoria carriera politica, anziché il punto d’arrivo di un sincero percorso da statista, compiuto con devozione e spirito di servizio, oppure, ancor peggio, un palliativo o contentino che dir si voglia, all’impossibilità momentanea del tal partito o movimento politico a dare il giusto riconoscimento ad un giovane per aver ottenuto un buon risultato elettorale.
Ecco, l’ho detto ed è così.
Ogni buon sammarinese intellettualmente onesto lo sa.
Non mi spaventerebbe affatto un trentenne, magari laureato in economia del turismo, a capo dell’omonima Segreteria di Stato, mentre sono terrorizzato, se non altro per l’immagine che diamo al mondo, dalla possibilità di avere un trentenne, inesperto anche per svolgere qualunque tipo di professione, a capo di uno Stato, sia esso pure il più piccolo al mondo.
Non dobbiamo mai dimenticare che la classe politica altro non è che un presepio della società che rappresenta e con essa un popolo riafferma la propria autostima agli occhi del mondo, ma soprattutto non dobbiamo mai e poi mai dimenticare che: “Benché il nostro dominio sia piccolo, ciò nondimeno il nostro Stato è uno dei più onorati di tutta la storia”.
Lo scrisse Abraham Lincoln, cittadino onorario della Serenissima Repubblica di San Marino, nel 1861 in una lettera indirizzata ai nostri amati Capitani Reggenti.
Con somma onestà intellettuale, porgiamo deferenti ossequi.
Francesco Chiari