Politica

In Consiglio oggi l’attacco a Renzi su politica estera ed Europa e accese discussioni fra i Consiglieri

Il Consiglio apre i lavori sostituendo due membri dimissionari dalla commissione di vigilanza.Valentina Gasperoni sostituisce Ugo Ugolini mentre Luigi Renzi viene indicato da Repubblica Futura in sostituzione di Tina Rossi. La Reggenza comunica poi all’Aula che non sono state ammesse alcune istanze d’arengo, fra cui quella che chiede l’istituzione di una diocesi sammarinese in quanto tema di competenza della Santa Sede. Non verrà discussa neppure quella per un referendum in merito al percorso di associazione all’Unione Europea poiché si tratta di un iter con precise procedure. Prendono quindi la parola i consiglieri per il comma comunicazioni. L’analisi politica di Francesco Mussoni parte dalla cronaca, in un clima di fluidità in cui governo e maggioranza – dice – si stanno dimenticando del paese. La stampa nazionale italiana si è attivata, si sentono registrazioni, si vedono contenuti di una gravità estrema eppure – fa notare – si continua a far finta di nulla. Al di là di chi sia Nicola, l’altro interlocutore – Grandoni – “persona estranea alle istituzioni ma coinvolta con interessi privati, ha informazioni legate a Bcsm che sono un’interlocuzione politica quotidiana e confidenziale può aver trasmesso”. Invita le forze politiche serie ad una riflessione, anche in merito alla difesa di uomini delle istituzioni, vedi vertici di Bcsm, contro cui – dice – sono stati messi in atto interventi che rischiano di mettere in serio pericolo la credibilità del nostro sistema ad uno sguardo esterno”. Davide Forcellini, nell’ultima sessione a cui partecipa, accende invece i riflettori sullo sviluppo sostenibile, facendo sua la richiesta dei giovani ad un impegno concreto sulle strategie per gli obiettivi dell’agenda 2030. Chiede massima attenzione su questo tema, soprattutto alla luce del percorso di associazione all’Unione Europa. E sull’avvicinamento a Bruxelles, emerge dall’opposizione un’esigenza di chiarezza e univocità di indirizzi.

Denise Bronzetti torna sull’ordine del giorno approvato all’unanimità ricordando che chiedeva un riferimento costante del Segretario su tutti i passaggi. “Apprendiamo ancora una volta a mezzo stampa delle missioni estere di Renzi. L’intento dell’odg – attacca – non era avere comunicazioni a posteriori”. Definisce la politica esterna “bipolare” e mette in guardia da certi passaggi pericolosi perché a seguito della visita estera di Lavrov è arrivata la richiesta di incontro da parte dell’Ucraina. “Conosciamo tutti – dice – i rapporti che intercorrono fra i due paesi”. Per Marco Nicolini non è accettabile che sull’Europa l’opposizione non abbia ancora qualcosa su cui lavorare. Dalla maggioranza interviene Repubblica Futura con Roger Zavoli che si concentra sugli aspetti incoraggianti, dalle semplificazioni per chi fa impresa alla flessibilità del mercato del lavoro. Dati macroeconomici moderatamente positivi smentiscono – dice – previsioni catastrofiche, “picconate strumentali per fini elettorali”, invitando a lavorare insieme per il paese, verso un clima più disteso. Mara Valentini ne fa una questione di malattia morale, che delegittima – dice – tutto il sistema sociale. Ne vede i sintomi in aula consiliare dove il civile confronto politico è stato sostituito da una lotta senza quartiere, “con violenza verbale, dossieraggio, spirito di vendetta. Stiamo approdando – avverte – nel porto dell’odio sociale. Abbiamo visioni politiche diverse, ma se vogliamo uscire da questa situazione pericolosa, dobbiamo ricostruire vincoli di solidarietà per la comunità”. Durissimo l’intervento di Dalibor Riccardi proprio contro Repubblica Futura, mostro – dice – nato da Upr e Ap, che gestisce il potere con arroganza, intrecciato politica ed interessi privati, inasprito i rapporti con tribunale, Bcsm e tutte le forze politiche, portando lo scontro sociale ai massimi livelli, completando al meglio un disegno che solo loro conoscono. “Oggi – attacca Riccardi – ci troviamo un governo trasportato dalla forza di questi due soggetti politici che hanno distrutto il nostro paese”. Punta il dito contro Marco Podeschi, “che si dice facesse da tutor a Simone Celli, più interessato a gestire le Finanze che la sua Segreteria. “Meglio lavorare poco che passare alla storia per esser stato assunto dal padre Segretario di Stato” – gli risponde Podeschi che lo accusa di essere entrato in Consiglio per il cognome famoso. Federico Pedini Amati ironizza: “ Sul cognome famoso ha fatto l’esempio più sbagliato”. Chiede poi a SSD e Civico10 di staccare la spina, di prendere esempio da Ap che l’ha sempre fatto. Sull’attacco ai compagni di viaggio Matteo Ciacci non ci sta, non da chi – dice – non è specchiato. Tira quindi in ballo Andreoli, Stolfi e Gatti. “Ereditiamo un paese in cui una piovra ha gestito ogni ganglio del potere e continua a farlo” – afferma Roberto Ciavatta. Ben venga il dialogo, “ma impedite che partano le scialuppe di salvataggio”. “La piovra – aggiunge Iro Belluzzi – voleva salvare il salvabile anche quando non lo era, a discapito di tutto il sistema bancario”. Se per Rete la crisi politica è aperta da mesi ma il Governo non cade perché non c’è certezza sul dopo, per Alessandro Mancini non c’è un Governo e Adesso.sm – dice – è nato a casa di qualcuno che poco o niente aveva a che fare con la politica. RF si stringe intorno a Renzi, con Roberto Giorgetti che ricorda, dopo mezzo secolo, la riapertura delle trattative con l’Italia. Nessun blitz, poi, sull’Europa mentre la visita di Lavrov viene definita un grande successo. Rientra nella nostra tradizione il rapporto equilibrato con tutti gli interlocutori, anche in tempi di guerra fredda. Alessandro Bevitoriconferma: la storia parla chiaro in merito alla collaborazione con tutti i paesi. Si sta facendo terrorismo – afferma – sulla pelle del paese.

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