Politica

Rendiamo l’ora di religione inclusiva, accogliente e aconfessionale

Tre istanze che sollevano la problematica, sentita da alcuni cittadini sammarinesi, riguardante l’organizzazione dell’ora di religione nelle scuole sammarinesi. O, più esattamente, dell’insegnamento Religione Cattolica. IRC che è proprio il nome preciso della materia trattata nelle scuole.

Vorrei fugare subito ogni dubbio: il nostro movimento è favorevole all’insegnamento della materia religiosa delle scuole, e come abbiamo scritto anche nel programma elettorale, crediamo sia opportuno, per tutta una serie di motivi, trasformare l’ora di IRC in un’ora dedicata all’Insegnamento delle Religioni, senza che questa abbia uno stampo confessionale come avviene oggi. Prima di tutto perché il nostro è uno stato laico; stato laico non significa che sia uno stato ostile o indifferente, ma neutrale, aperto al dialogo e al confronto. E poi perché la scuola pubblica è un luogo dove si entra per formarsi attraverso la conoscenza, il confronto, e per coltivare lo spirito critico. E nel momento stesso in cui esiste una materia che si chiama Insegnamento Religione Cattolica, l’impronta confessionale è implicita. Se aggiungiamo poi il fatto che non è una materia trattata come le altre, ma per cui gli insegnanti hanno bisogno di una idoneità rilasciata dalla curia rende ulteriormente inequivocabile l’impronta confessionale della materia scolastica. Non a caso è protagonista di accordi tra San Marino e la Santa Sede, tra San Marino e la Diocesi ecc.

Nonostante gli stessi insegnanti precisino che non si tratta di un’ora di catechismo ma di un’ora in cui si parla di tutte le religioni, si tratta comunque di approccio che è lasciato alla sensibilità dei singoli insegnanti perché tutti gli elementi che ho indicato finora concorrono a definire inequivocabilmente l’impronta confessionale dell’insegnamento attuale. Non a caso è prevista la possibilità di esonero. Ci tengo a specificare che l’aggettivo “confessionale” non ha un accezione positiva o negativa. Per intenderci, se si chiamasse Insegnamento Religione Induista, o Insegnamento Religione Islamica, sarebbe ugualmente un’impronta confessionale.

Se invece la materia religiosa fosse integrata all’interno delle materie di studio salvaguardando il principio di laicità dello Stato, quindi venisse tolta dal controllo della curia e avesse un’impronta antropologica, filosofica, etica non si porrebbe il problema degli esoneri perché diverrebbe una materia al pari delle altre. Ora delle religioni, ora di etica, chiamatela come volete ma che sia fuori dal controllo della curia.

Proprio ieri abbiamo avuto un interessante incontro con alcune delle associazioni laicali preoccupate per i contenuti delle istanze. Anzi ne approfitto per ringraziare in particolare i rappresentati del gruppo scout che ho trovato molto lucidi e molto costruttivi nelle argomentazioni.

Ecco, io vorrei fare una domanda che ieri purtroppo non ho potuto fare.

Vorrei chiedere: se nelle scuole di San Marino si decidesse di inserire come materia Insegnamento delle Religioni, o l’ora delle religioni, o storia delle religioni, e fosse sottratta dal controllo dalla Diocesi ma fosse un insegnamento al pari degli altri, obbligatorio per tutti, voi vi sentireste meno insegnanti? Io non credo. I cattolici si sentirebbero meno cattolici? Non credo. La parte confessionale, spirituale legata alla religione cattolica rimane comunque appannaggio della Chiesa che la esercita nei luoghi a lei dedicati, cioè le Chiese, gli oratori ecc.

Quello che intendo dire è che dovrebbe essere un insegnamento che non escluda nessuno e che, al tempo stesso, sia in grado di stimolare gli alunni di ogni ordine e grado di scuola alla ricerca del fenomeno religioso affrontato dai più molteplici punti di vista.

Trasformazione dell’ora di religione in un’ora di insegnamento di carattere antropologico, storico, sociologico e filosofico (come ad es. antropologia delle religioni, storia delle religioni, sociologia delle religioni, filosofia delle religioni).

Io ci terrei a rassicurare che qui nessuno vuole rinnegare la storia e le radici del paese, ci mancherebbe altro.

Faccio un esempio: a San Marino e in Italia si parla l’italiano, ma si studiano anche inglese francese e altre lingue. Così come l’insegnante di storia non si limita a raccontare solo la storia italiana o solo quella sammarinese ma si studiano gli avvenimenti internazionali.

Non per questo qualcuno protesta o si spinge a sostenere che studiare le lingue o la storia degli altri paesi sia un modo per colpire e affossare le tradizioni italiane. Al contrario, aprirsi al mondo e conoscere la storia, la cultura e anche le religioni degli altri paesi è un potentissimo antidoto alla guerra e al fanatismo.

Specialmente in un periodo storico come quello attuale un approccio multiculturale alle religioni è indispensabile, perché è la conoscenza delle realtà diverse dalle nostre che ci permette di avere una mente aperta al dialogo, al confronto e al rispetto reciproco.

Proprio perché tra i compiti della scuola c’è quello di aiutare gli studenti a diventare cittadini consapevoli, in tutti i campi. Qui non si vuole eliminare la religione ma la si vuole rendere un insegnamento inclusivo in grado di abbracciare e conoscere molteplici punti di vista.

Per come è organizzata adesso, l’ora di religione è purtroppo è un insegnamento che tende ad escludere chi non fa parte del credo cattolico. Oggi non si include ma si esclude. Chi fa professa un’altra religione, ma è il fatto che ci si possa esonerare è proprio in un’ottica di rispetto delle altri convinzioni religiose. E qui torniamo al punto iniziale, se l’insegnamento non avesse un’impronta confessionale non ci sarebbe bisogno di prevedere esoneri.

L’obiettivo quindi su cui dovrebbero convergere gli sforzi della politica e della società civile è appunto quello di rendere accogliente l’ora di religione (che potrebbe diventare ora delle religioni) non significa quindi mettere la religione cattolica in un angolo, ma valorizzare tutte le religioni, cattolica inclusa. Anche perché la religione cattolica, attraversa gran parte delle materie scolastiche: dalla letteratura (pensiamo alla divina commedia), all’arte e ovviamente la storia e la filosofia quindi sarebbe stupido, improduttivo e pericoloso metterla da parte. Ma quello che si vuole modificare è l’approccio alla materia, che non può essere di tipo confessionale così come impostato dalla diocesi, ma deve essere aperto, di più ampio respiro.

C’è poi un passaggio che secondo me è eloquente e vale la pena sottolineare. In uno dei documenti inviati dalla Diocesi si legge “è proprio il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica assicurato dallo Stato non deve determinare alcuna forma di discriminazione.”

Purtroppo questa volontà di non discriminazione, occorre rilevare, è solo di facciata.

Perché nel momento in cui uno studente delle superiori si vede abbassata la propria media dei voti perché è esonerato dall’ora di religione, come accade ora, è in atto una discriminazione basata appunto sulle sue convinzioni religiose e proprio sul diritto di scegliere se avvalersi o meno di avvalersi di Insegnamento Religione Cattolica.

Allo stato attuale gli studenti e le famiglie, e i cittadini – tra questi sicuramente i cittadini firmatari dell’istanza – percepiscono la religione come qualcosa che li divide, addirittura fisicamente, con i cattolici in un’aula e i non cattolici nell’altra. Non importa se i ragazzi che scelgono l’esonero sono 10, 20, 50 oppure solo 1. Nessuno deve essere lasciato indietro. Tra l’altro questo è uno slogan molto usato e, a volte, abusato.

L’approccio alla religione cattolica così come attuato oggi, attribuisce a quella singola confessione nei fatti una sorta di “primato nella formazione della personalità e nella vita civile”. Ma il mondo non si divide in cattolici e non cattolici. Nel mondo siamo tutti esseri umani con desideri, aspirazioni e pensieri diversi e legittimi, che dovrebbero arricchirci a vicenda e non dividerci.

E il fatto che questo genere di istanze d’arengo si ripresenti periodicamente significa che questa divisione esiste, e che non si può fare finta di nulla né può essere ridotta ad una prova di forza.

Invece viene passato il messaggio che la religione cattolica sia superiore rispetto ad altre religioni. Non è superiore, è solo quella più radicata in questa parte del mondo ma non è superiore. Ha la stessa dignità di esistere delle altre, così come hanno dignità di esistere gli atei e gli agnostici perché siamo tutti cittadini di questo paese, e facciamo tutti parte dell’umanità. Così come ho detto prima, non è che il fatto che in Italia sia parli prevalentemente italiano esclude le altre lingue dall’insegnamento delle scuole. L’esistenza di altre lingue non fa perdere valore allo studio della lingua italiana. Semmai permette di conoscere più approfonditamente le analogie con le altre lingue e le reciproche influenze.

E’ stato proprio il nostro patrono San Marino a pronunciare la frase “Vi lascio liberi dall’uno e dall’altro uomo”, intendendo vi lascio liberi dal Papa e dall’Imperatore. Ma nessuno si sognerebbe mai dire che San Marino voleva distruggere i valori cristiani!

Quindi lavoriamo insieme per rendere l’ora di religione un’ora accogliente, inclusiva, multiculturale e aconfessionale. Un’ora in cui la storia delle famiglie degli studenti venga valorizzata e non appiattita o ignorata.

Questo non calpesterà le nostre tradizioni, anzi renderà onore alle nostre radici e alle nostre tradizioni, renderà onore a San Marino che è da sempre un paese neutrale, patria della libertà e dell’accoglienza.

Marianna Bucci (Rete)

 

 

San Marino, 22 febbraio 2017

Ordine del Giorno

Il Consiglio Grande e Generale

sottolinea

l’impegno della Repubblica di San Marino per il dialogo interreligioso e interculturale e per il rispetto della libertà religiosa, manifestata dal nostro Stato anche all’interno degli Organismi internazionali

riafferma

il tema del dialogo interreligioso e interculturale come condizione essenziale per ricercare le condizioni per una convivenza pacifica fra i popoli

rileva

l’importanza della formazione dell’identità della persona e dell’insegnamento delle religioni all’interno delle scuole sammarinesi quale elemento fondamentale nella formazione culturale del singolo individuo e per lo sviluppo morale e civile del Paese

esprime

la necessità di uniformare il trattamento economico e contrattuale degli insegnanti degli istituti scolastici sammarinesi, in base alle normative vigenti all’interno dell’ordinamento sammarinese

richiama

la Dichiarazione dei Diritti in base alla quale tutti sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di condizioni personali, economiche, sociali, politiche e religiose

richiama altresì

le finalità stabilite dalla Legge 21/1998 “Norme Generali sull’istruzione” secondo cui nella scuola si attua il diritto all’istruzione e alla formazione di ogni persona, senza discriminazioni di nessun tipo e nel rispetto della libertà e dell’identità di ciascuno

impegna il Governo a

– rescindere gli accordi con la Santa Sede e con la Diocesi di San Marino – Montefeltro in materia di Insegnamento della Religione Cattolica all’interno delle scuole sammarinesi

-attivare entro l’anno scolastico 2018/2019 un insegnamento di stampo antropologico, filosofico, etico, storico e aconfessionale all’interno delle materie di studio degli istituti scolastici sammarinesi, che abbia quale obiettivo l’approfondimento delle religioni, la cui frequenza sia resa obbligatoria al pari delle altre materie e che concorra a determinare la media dei voti di fine anno scolastico

– definire i requisiti curricolari necessari per l’accesso all’insegnamento di questa nuova materia scolastica che andrà a sostituire l’attuale Insegnamento Religione Cattolica

– uniformare i contratti e il trattamento economico dei docenti del suddetto insegnamento alle condizioni stabilite dalla normativa sammarinese.

 

Giochi del Titano