Nicola Renzi all’ONU: “La priorità dell’essere uomo”
New York. A nome del Governo della Repubblica di San Marino desidero congratularmi con S.E. Miroslav Lajčák per la Sua nomina alla Presidenza della 72° sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ed augurargli buon lavoro. La Sua esperienza come Ministro degli Affari Esteri della Slovacchia e la Sua profonda conoscenza degli affari internazionali sono risorse preziose per le Nazioni Unite. La delegazione di San Marino Le garantirà, Signor Presidente, la massima collaborazione nel corso di tutti i lavori dell’Assemblea Generale. All’inizio del Suo mandato di Segretario Generale delle Nazioni Unite, il mio Paese desidera altresì rivolgere i più fervidi auguri di buon lavoro a S.E. António Guterres, ma anche un ringraziamento per l’energia e la determinazione già mostrate alla guida delle Nazioni Unite in questi primi mesi di attività.
Signor Presidente,
Le sono grato per il tema scelto in occasione di questa sessione: “Priorità all’essere umano: pace e vita dignitosa per tutti su un pianeta sostenibile”, che pone al centro della Sua agenda i diritti umani, la pace e lo sviluppo sostenibile, temi cari alla Repubblica di San Marino. Si tratta di un approccio ampio e trasversale, dovendo i diritti dell’uomo essere riflessi in ogni azione delle Nazioni Unite tesa a conseguire la pace, sicurezza, giustizia e sviluppo sostenibile. La comunità internazionale deve impegnarsi al massimo per conseguire questi obiettivi negli anni a venire.
Signor Presidente,
In ogni situazione caratterizzata da conflitti armati, assistiamo sgomenti a una sistematica violazione dei diritti umani. I rifugiati e i migranti sono soggetti a discriminazione, a forme di abuso e traffico.
La discriminazione razziale, religiosa e l’intolleranza persistono in molte parti del mondo. L’ineguaglianza e l’esclusione sociale sottendono le numerose e sempre più complesse sfide che le Nazioni Unite sono chiamate ad affrontare.
Negli ultimi anni, purtroppo, abbiamo assistito ad una crescita dell’ineguaglianza e marginalizzazione non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche in quelli più ricchi, dove strati sempre più larghi della popolazione devono lottare contro una povertà crescente.
Ciò costituisce una minaccia per la stabilità globale, dal momento che porta a un’erosione della fiducia nelle istituzioni nazionali e multilaterali e, parallelamente, contribuisce ad alimentare i movimenti nazionalisti e populisti.
L’impegno collettivo a favore dei diritti dell’uomo diventa quindi indispensabile. È innegabile la relazione esistente tra pace, sicurezza e rispetto dei diritti umani: le misure a favore della protezione e promozione dei diritti dell’uomo sono fondamentali per prevenire i conflitti e per sostenere la pace. Inoltre, pace e sviluppo sostenibile sono due concetti complementari: società più inclusive e pacifiche creano le condizioni per lo sviluppo sostenibile e viceversa.
Signor Presidente, il livello di complessità delle sfide che le Nazioni Unite sono chiamate oggi ad affrontare non ha eguali nella storia di questa Organizzazione. La natura interconnessa delle sfide ci ricorda che i Paesi devono agire insieme per essere più efficaci nella lotta contro i cambiamenti climatici, il terrorismo globale, per eliminare la povertà, per creare società più inclusive, sicure e giuste per tutti. Come afferma il Segretario Generale nel Suo rapporto sui lavori dell’Organizzazione, diventa importante ravvivare la fiducia nel multilateralismo e, in particolare, nelle Nazioni Unite: il nostro Paese ha sempre creduto nella forza del dialogo e del rispetto degli altri, valori sui quali si fonda la convivenza pacifica tra popoli.
La natura profondamente egalitaria, la partecipazione universale e un’indiscussa legittimità riaffermano in modo inequivocabile il valore e il ruolo centrale delle Nazioni Unite quale forum per risolvere i problemi mondiali.
Le diverse e molteplici tradizioni religiose e culturali presenti nella nostra Organizzazione non devono essere un ostacolo, ma una preziosa risorsa per conseguire soluzioni globali che siano espressione di una mediazione e sintesi di tali diversità.
Le Nazioni Unite devono adattarsi in fretta alle nuove sfide globali, ma anche alle nuove opportunità che offre un mondo sempre più interconnesso, per essere più efficaci nell’espletamento del loro mandato. Le riforme assumono quindi un rilievo fondamentale per l’equilibrio mondiale futuro, per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, e devono rimanere al centro delle nostre azioni. Rigettiamo qualsiasi ipotesi di ridimensionamento del ruolo delle Nazioni Unite dovuto all’impossibilità di trovare un accordo condiviso sulle riforme necessarie per migliorare il suo funzionamento.
La Repubblica di San Marino segue con interesse il processo di rivitalizzazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che deve continuare a svolgere il suo ruolo di punto di riferimento, di forum per lo scambio di idee e per lo svolgimento di discussioni, in cui sia possibile conseguire soluzioni basate su un forte consenso. Allo stesso modo, la riforma del Consiglio di Sicurezza deve essere un obiettivo di tutti gli Stati membri. Come abbiamo già affermato in precedenti occasioni, il nostro Paese ritiene che i negoziati intergovernativi favoriscano la ricerca di un accordo basato su un ampio e forte consenso politico e tale da riflettere gli interessi di tutti i gruppi negoziali. San Marino auspica una riforma che renda il Consiglio più democratico, trasparente, efficiente e responsabile. Questo obiettivo può essere raggiunto solo attraverso un continuo dialogo tra gli Stati e la consapevolezza che è fondamentale il superamento delle rispettive posizioni iniziali per negoziare un accordo più ampio possibile.
La Repubblica di San Marino sostiene l’agenda di riforme del Segretario Generale, tesa al conseguimento di una semplificazione delle procedure, al decentramento dei processi decisionali, alla realizzazione di una più grande trasparenza e responsabilità.
Signor Presidente, i diritti dell’uomo sono la ragione d’essere dell’Agenda 2030 (The 2030 Agenda for Sustainable Development) e dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (The Sustainable Development Goals – SDGs). L’Agenda definisce il nostro futuro e la visione di una società pacifica, inclusiva e sicura, liberata dal peso della povertà, in cui la prosperità sia condivisa e sia possibile offrire un lavoro dignitoso a ciascuno. Essa inoltre riflette, insieme all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici (The Paris Agreement) l’ambizione e l’impegno degli Stati membri per una riduzione delle emissioni di anidride carbonica entro e oltre il 2020, dando al nostro pianeta e ai suoi abitanti la possibilità di vivere più a lungo e in migliori condizioni. L’Agenda è ambiziosa perché universale, integra le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (sociale, economica e ambientale) e si applica a tutti gli Stati.
A un anno dall’adozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, la vera sfida oggi è la loro concreta attuazione. In molte aree coperte dall’Agenda 2030, i progressi non sono purtroppo in linea con le aspettative.
Molto di più deve essere fatto per i 700 milioni di persone che vivono in condizioni di estrema povertà e che hanno problemi di malnutrizione. Azioni più mirate devono essere realizzate per ridurre la mortalità materna, l’ineguaglianza di genere, per assicurare un’educazione inclusiva e giusta, per investire nell’energia sostenibile, per fornire assistenza sanitaria a più larghi strati della popolazione. La realizzazione dell’Agenda 2030 è responsabilità dei singoli Stati, i quali devono mantenere fede alle proprie promesse, incorporando gli obiettivi di sviluppo sostenibile nelle proprie leggi e politiche di sviluppo. Una rivoluzione culturale deve accompagnare le nostre politiche negli anni a venire.
Nella Repubblica di San Marino, per esempio, abbiamo promosso iniziative volte all’educazione allo sviluppo sostenibile in diversi settori, come per esempio l’educazione, le costruzioni, lo smaltimento dei rifiuti e i trasporti pubblici. Non solo i Governi nazionali, ma anche il settore privato e la società civile svolgono un ruolo importante al fine di mobilitare le risorse che si rendono necessarie per la realizzazione dell’Agenda. A tal riguardo, San Marino ricorda l’importante risultato conseguito con l’adozione del Programma di Azione di Addis Abeba, che individua diverse misure concrete di finanziamento dello sviluppo e pone le basi del programma globale dell’Agenda.
Signor Presidente, l’Agenda 2030 afferma che i diritti delle persone più vulnerabili devono essere promossi e protetti. La Repubblica di San Marino ha sempre rivolto una grande attenzione ai gruppi più vulnerabili, come le donne, i bambini, le persone anziane e con disabilità. Fra i primi Paesi firmatari della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, San Marino intende pervenire a una piena attuazione della Convenzione attraverso l’adozione di quadri legislativi e politiche che favoriscano l’inserimento e la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita lavorativa, sociale e culturale sammarinese. mL’uguaglianza di genere deve essere un obiettivo della comunità internazionale. Purtroppo, le donne sono ancora vittime di discriminazione e violenza in molte parti del mondo, anche nei Paesi più sviluppati. A sostegno delle iniziative messe in campo dal Segretario Generale, San Marino ha firmato il Compact per combattere e prevenire gli abusi e lo sfruttamento sessuale nel quadro delle missioni delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. Siamo convinti che i diritti e la dignità delle vittime degli abusi sessuali debbano essere poste al centro delle nostre azioni collettive. I bambini sono purtroppo la parte più vulnerabile e soggetta a violenze, abusi e sfruttamento. La protezione dei loro diritti deve essere al centro delle nostre azioni. San Marino sostiene la dichiarazione ministeriale del Forum Politico di Alto livello di quest’anno, in cui è stato riaffermato l’impegno della comunità internazionale a favore dei bambini, ponendo l’accento, in particolare, sull’eliminazione della povertà, la promozione della loro partecipazione e l’eliminazione di ogni forma di violenza e discriminazione.
Signor Presidente, I rifugiati e i migranti continuano ad essere oggetto di una violenta discriminazione. La sfida umanitaria enorme posta dai grandi movimenti di rifugiati e migranti può essere affrontata solo attraverso una maggiore cooperazione e una condivisione delle responsabilità e dei costi tra tutti gli Stati. Si tratta di un fenomeno che ha raggiunto una dimensione senza precedenti nella storia delle Nazioni Unite. La Repubblica di San Marino sostiene la Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti, adottata lo scorso settembre. Essa contiene una serie di impegni coraggiosi per affrontare le sfide poste dai grandi flussi di migranti e rifugiati, ma intende anche costruire un piano per la loro realizzazione.
Come per i grandi movimenti di rifugiati e migranti, le Nazioni Unite sono chiamate ad affrontare crisi umanitarie profonde e complesse. Come si evince dal rapporto del Segretario Generale sui lavori dell’Organizzazione, nel 2017 circa 96 milioni di persone, di cui donne e bambini costituiscono più della metà, sono state oggetto di assistenza umanitaria in oltre 40 Paesi. Dal rapporto emerge che i disastri naturali nell’anno 2016 hanno causato lo spostamento di circa 31 milioni di persone, tre volte di più di quelle che sono state costrette a fuggire a causa di conflitti armati. Una crisi alimentare senza precedenti coinvolge più di 20 milioni di persone nel continente africano. La Repubblica di San Marino ha sempre sostenuto progetti di cooperazione allo sviluppo ed interventi di prima necessità anche attraverso numerosi Organismi Internazionali, soprattutto della famiglia delle Nazioni Unite.
Il nostro Paese è grato al Segretario Generale delle Nazioni Unite per la rapida e fondamentale azione a favore delle popolazioni coinvolte nelle emergenze umanitarie e all’OCHA e al CERF per la veloce risposta e il loro sostanziale contributo.
Signor Presidente, le Nazioni Unite registrano oggi il più grande dispiegamento di missioni per il mantenimento della pace (16 peacekeeping operations) e di missioni politiche speciali (36 special political missions). Le guerre recenti e quelle tutt’ora in corso hanno provocato grandi sofferenze per i civili, una crisi umanitaria globale senza precedenti, la tragedia dei grandi movimenti di migranti e rifugiati, un incremento del terrorismo e dell’estremismo violento, un aumento del populismo e dell’intolleranza. Nonostante i negoziati per una soluzione politica in Siria siano ripresi in gennaio sotto gli auspici delle Nazioni Unite, facilitati dall’Inviato Speciale del Segretario Generale, a cui va tutto il sostegno della Repubblica di San Marino, sul terreno la situazione rimane fortemente incerta, provocando uno spostamento massiccio di civili e costituendo al contempo una minaccia per la stabilità di tutta la regione.
Signor Presidente, La Repubblica di San Marino sostiene il Segretario Generale nella Sua iniziativa tesa al rafforzamento dell’attività di prevenzione e di mediazione del conflitto. A questo proposito, il mio Paese parteciperà all’iniziativa italiana per la creazione di un network delle donne mediatrici nell’area del Mediterraneo, il cui scopo è quello di contribuire ai processi di pace attraverso un’azione di prevenzione e mediazione. Le Nazioni Unite dovranno essere capaci di affrontare le cause di un possibile conflitto in anticipo, costruendo relazioni con le varie parti in causa, nazionali o regionali e adoperandosi per ottenere una pace sostenibile. Il terrorismo e l’estremismo violento nascono sempre più spesso nei conflitti armati, si alimentano in essi, inaspriscono le tensioni di natura etnica, religiosa, politica ed economica. Le violazioni dei diritti umani da parte dei gruppi terroristici come ISIL, Al-Qaida e Boko-Haram sono gravissime: omicidi, rapimenti, conversioni forzate, traffico di esseri umani, schiavitù, abusi sessuali, la distruzione di luoghi che hanno un significato religioso o culturale per le minoranze etnico e religiose. L’auto-proclamato Stato Islamico e le sue forze associate è inoltre responsabile di numerosi e sanguinosi attacchi terroristici in Europa, Asia e Africa. La comunità internazionale, le Nazioni Unite devono agire affinché i responsabili di questi odiosi crimini siano perseguiti. San Marino sostiene le attività e iniziative delle Nazioni Unite nell’ambito della promozione della giustizia e dello stato di diritto, che costituiscono parte integrante della protezione e promozione dei diritti umani. Il mio Paese saluta con favore l’azione del Segretario Generale, sostenuta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per la costituzione di un Ufficio per la lotta al terrorismo (Office of Counter-Terrorism) guidato da un vice Segretario Generale, al fine di rendere più coerente l’azione delle Nazioni Unite e fornire una migliore assistenza agli Stati membri nella loro lotta al terrorismo. L’attività di disarmo svolge un ruolo essenziale a favore della pace e della sicurezza internazionali. I recenti test effettuati dalla Repubblica Democratica Popolare di Corea a sostegno di un programma per la costruzione di armi nucleari minacciano la sicurezza non solo regionale, ma anche globale e sottolineano la necessità di una robusta politica di disarmo e non proliferazione.
La Repubblica di San Marino ha preso parte ai negoziati che hanno portato lo scorso luglio all’adozione del Trattato per la Proibizione delle armi nucleari (Treaty on the prohibition of nuclear weapons). Il Trattato rappresenta un passo fondamentale per raggiungere il comune obiettivo di un mondo senza armi nucleari.
Signor Presidente, per affrontare le numerose e complesse sfide di oggi, l’Organizzazione delle Nazioni Unite deve essere più efficace e flessibile. Gli Stati membri devono farsi carico delle proprie responsabilità, fra cui quella di rendere la nostra Organizzazione capace di adempiere al suo mandato, che è quello di proteggere i cittadini del mondo. In virtù di una storia secolare di pace e libertà, San Marino è uno Stato con una forte identità. Un piccolo Stato, ma orgoglioso di portare il suo contributo nella Comunità delle Nazioni Unite. Ogni nostra azione deve essere volta a ridare alle Nazioni Unite la capacità e l’autorevolezza per continuare ad essere l’indispensabile punto di riferimento della comunità internazionale.
Grazie.