Pistoletto, De Dominicis, Icaro: lecture al Museo di Stato
San Marino. Riprendono lunedì 23 dicembre 2016 alle ore 18.15 presso le sale del Museo di Stato (piazzetta Titano, Città di San Marino) i “Percorsi d’Arte Contemporanea” la serie di lecture aperte al pubblico tenute da Rita Canarezza operatore culturale Istituti Culturali e introdotte da Paolo Rondelli direttore Istituti Culturali, con particolare attenzione alla comunità culturale sammarinese, in cui trattare idee, concetti e le molteplici forme di rappresentazione artistica delle più attuali tendenze dell’arte internazionale, proprio in vista del percorso da realizzare per la creazione ed apertura della GNAMC – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea della Repubblica di San Marino.
Questa terza lecture sarà dedicata all’opera di Michelangelo Pistoletto, Gino De Dominicis, Paolo Icaro, tre artisti italiani concettuali che hanno svolto e svolgono un ruolo centrale nella scena artistica contemporanea internazionale.
Diversi i riferimenti alle opere parte della collezione dello Stato di San Marino ed ai progetti a testimonianza del trascorso del nostro Paese nella storia dell’arte contemporanea internazionale, come in questo caso le importanti Biennali d’Arte di San Marino degli anni ‘60.
Si prenderanno in esame le opere con cui Paolo Icaro e Michelangelo Pistoletto hanno partecipato alla Sesta Biennale d’Arte Repubblica di San Marino Nuove Tecniche d’Immagine presso il Palazzo dei Congressi nel 1967.
Pistoletto partecipò con l’opera Autoritratto con Soutzka,già parte della collezione Sonnabend di Parigi, mentre Icaro con una installazione monumentale proprio dedicata a San Marino dal titolo Campo per San Marino.
Sarà l’occasione quindi per conoscere più in profondità il percorso artistico di questi tre importanti artisti e in particolare queste due opere.
Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) uno dei maggiori esponenti viventi dell’Arte Povera e dell’arte Concettuale del Novecento. Attivo dalla seconda metà degli anni ‘50. Il suo lavoro si concentra sul tema del doppio e della presenza – assenza come rapporto speculare tra l’immagine reale e quella rappresentata dell’opera d’arte. Una delle sue opere più famose è La Venere degli Stacci, in cui la forma della classicità scultorea si accosta criticamente al feticcio simbolico dei consumi di massa (il corpo che passa nei vestiti). Dagli anni ‘90 ha creato a Biella Città dell’Arte – Fondazione Michelangelo Pistoletto un grande progetto di Fabbrica delle Arti: una scuola laboratorio transnazionale, per l’educazione e la produzione di tutte le arti visive e applicate.
Gino De Dominicis (Ancona, 1947 – Roma, 1988) è uno dei maggiori artisti del Novecento. Attivo dalla seconda metà degli anni ’60. Il suo lavoro si concentra sul tema dell’immortalità dell’uomo e dell’opera d’arte. Nella Lettera sull’immortalità del corpo, suo testo teorico principale De Dominicis asserisce che tutto ciò che esiste, in quanto mortale, non esiste davvero, ma è soltanto una verifica, una sorta di esercitazione della natura che sperimenta tutte le sue possibilità produttive. Questa teoria rasenta il nichilismo, perché identifica l’essere mortale con il nulla, esprime, però, anche la speranza che l’uomo, grazie alla scienza e alla tecnologia, potrà un giorno rendersi immortale. Di questa serie fanno parti numerosi lavori come le sculture invisibili, il Cubo, il Cilindro e la Piramide, semplicemente disegnate sul pavimento. Famosa resta la sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1972 con l’installazione Seconda soluzione d’Immortalità (L’Universo è Immobile) in cui espone un essere umano vivente affetto da sindrome di Down mentre osserva le sculture Il Cubo Invisibile, e la Palla di gomma (caduta da due metri) nell’attimo immediatamente precedente il rimbalzo. L’opera suscitò un inevitabile scandalo. Solo nel 2010 è stato possibile catalogare tutta la sua opera completa in un volume, in occasione della retrospettiva a lui dedicata in occasione dell’apertura del MAXXI di Roma.
Paolo Icaro (Pietro Paolo Chissotti, Torino, 1936) è uno dei maggiori esponenti viventi dell’arte Concettuale del Novecento e presente nella prima mostra Arte Povera IM spazio, curata da Germano Celant alla Galleria La Bertesca di Genova nel 1967. Attivo dalla seconda metà degli anni ’60 nella sua carriera ha vissuto lunghi periodi negli Stati Uniti d’America. Il suo lavoro – prevalentemente scultoreo – si concentra attraverso l’uso del gesso; quindi una materia duttile, da manipolare, impastare e scoprire nel proprio elemento, dando così alla scultura una rinnovata significazione plastica, flessibile, ma anche fragile e monocromatica. Importanti sono state anche le sue azioni e interventi concettuali, come la sua partecipazione alla storica mostra di Harald Szeemann When Attitudes Become Form alla Kunsthallen di Berna nel 1969. Abita a Tavullia, nell’Urbinate.
Percorsi d’Arte Contemporanea dopo il 23 gennaio, tornerà lunedì 12 febbraio con: Anselm Kiefer, Carol Rama, Yayoi Kusama
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