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Commissione Consiliare Permanente: resoconto della seduta del 28 febbraio

I lavori della Commissione Consiliare Permanente III prendono avvio dal Comma 1, dedicato alle Comunicazioni. Al centro il tema della possibile acquisizione della maggioranza di Banca di San Marino. Chiuso il comma comunicazioni, i lavori si soffermano sulla prosecuzione del dibattito, in seduta segreta, in seguito all’Audizione dell’Organismo di Sorveglianza sulle operazioni di cartolarizzazione. In apertura

Di seguito una sintesi dei lavori

Comma 1 – Comunicazioni

Nicola Renzi (RF): Se non ho visto male la convocazione, la prosecuzione del dibattito è limitata alla cartolarizzazione. Ci sono due temi ancora più rilevanti a mio avviso. Il primo è il futuro del nostro sistema bancario nell’ottica dell’accordo di associazione con l’Ue. Dovremo vedere tanti possibili cambiamenti e tante possibili opportunità. Dall’altro lato il contingente del nostro sistema bancario. Mi rendo conto della delicatezza del tema. Non siamo una forza politica che viene in aula a dire che c’è questa o quella banca che sta per fallire. Lasciatemi dire però che quello che sta succedendo non mi pare normale. Mi ricorda dei dejavu’ del passato. Abbiamo sentito interventi di consiglieri di maggioranza sul tema della cessione di Banca di San Marino. L’acquirente sarà valutato dalle autorità di vigilanza con una valutazione di merito e magari anche dal Congresso di Stato, che credo debba avere un ruolo sistemico. In tal senso, noto un silenzio e una mancanza di informazioni che mi fanno davvero preoccupare. C’è un percorso autorizzativo cominciato malissimo con un emendamentino alla legge sviluppo. Un pastrocchio anche solo quello. Questa è una cosa strategica, che riguarda tutti. Il sistema San Marino non si può più permettere una crisi bancaria. Serve un piano coordinato. Spero che vogliamo fare un ragionamento diverso, di sistema. Siamo davanti a due strade: da un lato, cessione della banca ad un nuovo investitore. Dall’altro lato, qualora non ci fosse l’autorizzazione, che cosa succederebbe? Al di là delle boutade di qualche congiunto di Segretari di Stato. In questo quadro, io credo che sarebbe dovere della politica chiedersi come affrontare il breve/medio termine e quali sviluppi vogliamo dopo l’accordo di associazione. Io credo che ci voglia un’azione importante del Governo, che faccia capire che in un caso o nell’altro c’è un piano che faccia capire che il sistema è solido.

Emanuele Santi (Rete): Qualche minuto rispetto ad un comunicato di San Marino Innovation. Viene data comunicazione che una denuncia fatta è decaduta nel vuoto. Viene specificato che è stata un’azione legale fatta in maniera strumentale con finalità ritorsiva per nuocere alla San Marino Innovation da parte di una società. Sotto la gestione del presidente Spadoni, San Marino Innovation ha avuto un’inversione di marcia, un trend positivo. Nonostante gli ottimi risultati, si è voluta cambiare la mission. Spadoni è stato scelto perché è un ottimo professionista. Parliamo troppo poco di criptovalute. Questa società purtroppo ha operato in questi anni con vulnus normativi. Questa società pare abbia creato un buco di 8 milioni di euro nelle criptovalute. Che qualcuno abbia dato dei soldi che non sono più tornati. Se questa società ha intenzione di continuare a denunciare, credo sia bene che anche il Congresso di Stato faccia degli approfondimenti. Non possiamo permetterci che arrivino minacce velate. Qui parliamo del buon nome di San Marino. Inoltre, credo siano indispensabili riflessioni sulla possibile vendita di Banca di San Marino. Continuano ad uscire informazioni. Informazioni che molte volte possono avere il carattere di partigianeria. Alla luce delle notizie che appaiono sui giornali, credo che il Governo debba dare dei riferimenti chiari su questa operazione. Questo silenzio, questo non dire, e poi veniamo a scoprire che il 7 marzo questi potenziali acquirenti hanno costituito la società. Questo significa che sta diventando qualcosa di concreto. La questione è semplice: anche se questo è un atto tra privati, siccome Banca di San Marino è una banca sistemica, credo che il Governo debba venire a riferire sulla prospettiva e sulla condizione di acquisto. E mi auguro ci sia una valutazione sul fatto che stiamo andando verso l’Europa. Questo silenzio, questo susseguirsi di notizie e dubbi, non credo che sia la strada migliore da percorrere e che il Governo debba fare la necessaria chiarezza.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Credo, commissario Santi, che il suo ragionamento sia corretto. Credo che il mio collega alle Finanze non si sia mai sottratto a questo tipo di ragionamento e dibattito. Non si può certamente affermare che qualcuno si è sottratto dal vagliare qualsiasi tipo di ipotesi che potesse dare sostegno al livello sistemico del nostro settore finanziario e bancario. E’ un atto tra privati, come tale il Governo ne è fortemente attenzionato, ed è nelle condizioni di poter apprendere in maniera diretta ogni sua evoluzione. Attraverso chi? Attraverso Banca Centrale. Non siamo più ai tempi della superficialità. Sa bene quanto quella superficialità ha fatto danni. C’è una struttura di Banca Centrale in grado di monitorare, di fare indagini, di approfondire. Ci sono situazioni che non possono essere rinviate. Penso alle questioni della ricapitalizzazione delle nostre strutture bancarie. Io credo che non dobbiamo, fatti tutti gli approfondimenti, fatte tutte le diligence, essere noi a fare scappare continuamente investitori. Qualcuno le mani in tasca le dovrà mettere. E non credo che in questo caso debba essere il salvatore del sistema solo e soltanto lo Stato con il suo bilancio pubblico.

Gian Nicola Berti (AR): Il punto nodale è che abbiamo delle autorità preposte per il sistema dei controlli e autorizzativi. Autorità che spesso finiscono per essere aggredite da vari soggetti privati, a volte con l’appoggio di organi di informazione o organismi politici. Questo è molto grave, un passaggio di maturità che il nostro sistema ancora non è riuscito a fare. Questa mattina ho letto il titolo dell’Informazione. E’ interessante notare come certe situazioni non siano cambiate. Tra qualche giorno a San Marino comincerà un processo delicato, che riguarda un’associazione per delinquere con cui sono stati occupati dei gangli importanti dello Stato per andare ad influenzare i poteri di vigilanza per fare operazioni di acquisizione di altre banche. Spiace vedere che qualcosa non ha funzionato fino in fondo. Ancora oggi si cerca di fare speculazione. Se qualche investitore estero pensa di investire a San Marino, significa che il sistema bancario sammarinese ha aspettative di crescita legate anche all’accordo di associazione. Il profilo di questo signore non lo conosco, non mi faccio influenzare da quello che si legge sull’Informazione, perché ti rendi conto che spesso è più disinformazione che informazione. A questo punto c’è da fare un ragionamento. Forse quello che si vuole non è andare a sindacare su cosa sta succedendo, ma gettare ombre su Banca Centrale, magari fare speculazione politica. Però attenzione: ci siamo lasciati con Banca Centrale che ha detto di non avere ancora ricevuto nulla. Forse siamo ancora nel solco dell’assoluta legalità e correttezza. Sarà nostra funzione chiedere alla vigilanza che esito hanno avuto queste cose. E credo ci dovranno dare conto degli approfondimenti fatti.

Nicola Renzi (RF): Le cose che dice Berti sull’Informazione credo che per l’Informazione siano coccarde. E’ chiaro che a lui piace più un certo blog straniero che non è nemmeno giornalistico. Io sono anche in parte d’accordo con Berti. Sono convinto che un procedimento di vendita di una banca non possa durare per mesi, perché questo crea sfiducia nel sistema. Sono necessarie le decisioni dell’autorità di vigilanza. Ed è necessaria l’indicazione da parte del Governo che c’è un piano sul fatto che sarà salvaguardata l’operatività dell’istituto bancario. Il Governo ha il dovere di farlo, di lanciare un messaggio di fiducia. Invece Berti vuole fare dietrologie e lanciare messaggi di sfiducia.

Gian Nicola Berti (AR): Non credo che i Governi debbano decidere sulla vigilanza. Abbiamo fatto guerre sull’autonomia di Banca Centrale. Il Governo deve starne fuori. I governi alla Renzi sono finiti. La sua idea è quella di poter influire sul sistema bancario. Questo è inaccettabile. Io mi vanto di aver preso querele da Fabbri e da Severini. E mi vanto che continuerò a prenderle.

Gaetano Troina (D-ML): In questo Paese, in passato, quando si è trattato di partecipazioni di istituti bancari, non sempre le operazioni hanno dimostrato di andare a buon fine. Penso che sia doveroso da parte delle istituzioni, e quindi da parte del Governo, rassicurare la cittadinanza in merito a quanto sta accadendo. Mi riecheggiano nella mente parole pronunciate a suo tempo da un Segretario di Stato: non vi siete premuniti. Questo nella mente dei nostri concittadini innesca un meccanismo di paura. Questo è un effetto domino che rischia di mettere in difficoltà l’istituto stesso che avrebbe necessità di essere preservato. Per questo servirebbero rassicurazioni da parte di Governo e istituzioni sulla bontà dell’operazione e la serietà dell’investitore. Altrimenti il rischio è di aumentare dubbi e paure. Si faccia maggiore chiarezza. Si spieghi cosa sta accadendo in maniera chiara.

Luca Boschi (Libera): Sono sicuro, commissario Troina, che è in buona fede. Però parlando di crisi bancarie e di paura dei depositanti, non richiama la situazione attuale. Nessuno ha mai detto che siamo davanti ad una crisi bancaria. C’è una trattativa per la vendita di un soggetto bancario che ha presentato o presenterà a breve un bilancio positivo, assolutamente non vicino ad una crisi come quelle da lei richiamate. Al netto di quanto ci è stato riferito in Commissione segreta, è chiaro che ora la palla passa all’organismo di vigilanza che dovrà autorizzare o meno una vendita. La politica non può in alcun modo influenzare quella scelta. Chiaro che tutte le scelte sono scelte di sistema. Tant’è vero che tutti i Governi che si sono succeduti hanno sempre tutelato i risparmiatori. Questo penso sia fondamentale. La fiducia nel sistema bancario è fondamentale, non possiamo minare la fiducia dei risparmiatori, non fare confusione con crisi bancarie che non c’entrano nulla.

Gaetano Troina (D-ML): Vorrei solo precisare che non ho parlato di un istituto in crisi. Ho solo detto che questa operazione ce la siamo trovata un po’ all’improvviso, ci sono state dinamiche non al cento per cento trasparenti, pensiamo sia necessario dare alla cittadinanza maggiori rassicurazioni.

Iro Belluzzi (Libera): Il dibattito che avviene sui giornali è fomentato da chi vuole un modello differente rispetto al modello di apertura verso cui si tende. Il fatto che si cerchi di screditare possibili acquirenti, è compatibile con la mentalità chiusa del sistema. L’unica cosa che ritengo estremamente utile, per eliminare squilibri, è che determinate scelte possano essere svolte subito dopo la sottoscrizione dell’accordo di associazione e dell’addendum sul sistema finanziario. Solo a quel punto sapremo se i soggetti che potenzialmente potrebbero inserirsi siano graditi agli interlocutori del mondo che ci circonda. Per cui sarebbe più saggio. Anche per trovare le condizioni affinché le altre banche, che navigano attraverso difficoltà ma hanno saputo reggere, non trovino un player che potrebbe fare del cannibalismo. Però queste sono valutazioni che spero vengano fatte, le farà prima di tutto Banca Centrale. Consapevoli di quanto il sistema bancario ha pesato sulla nostra economia, logicamente il mio richiamo è affinché le valutazioni siano fatte in maniera approfondita e non si sbagli mezza virgola. Di crisi bancarie non ce ne sono all’orizzonte, alcune sono state create ad arte in passato. Spero e sono fiduciosi che gli organismi tecnici e la politica sappiano vagliare e valutare al di là della trasparenza che viene richiesta.

Luca Della Balda (Libera): Valuto positivamente che un gruppo finanziario si sia interessato ad un istituto sammarinese. E’ sintomo che la banca in questione è ritenuta valida ed efficiente. Ho sentito più voci che riflettevano sul fatto che, visto che oggi il mercato di riferimento sammarinese è limitato, quando in futuro con l’associazione il mercato si estenderà, ci sono dubbi se convenga o meno cedere oggi questa partecipazione. Sono riflessioni che non spettano a noi, ma agli azionisti della banca. E’ una valutazione che spetta a terzi. Quanto al soggetto, sono il primo a dire che non ci possa attenere esclusivamente alle notizie apparse su blog o siti. La Banca Centrale ha tutti gli strumenti per valutare in maniera ponderata i requisiti di idoneità. Auspico che Banca Centrale si concentri su queste attività e sia scrupolosa nello svolgere tali verifiche. La banca in questione produce utili. Lasciamo il tempo agli approfondimenti. Affrettare troppo la valutazione può portare a considerazioni negative.

Segretario di Stato Alessandro Bevitori: Anche io voglio fare qualche ragionamento e dare qualche informazione. Andiamo a rappresentare una San Marino molto diversa da quella che qualcuno cerca ancora di dipingere. Una San Marino terreno fertile per mettere in campo operazioni non troppo chiare. Oggi San Marino è un sistema economico profondamente cambiato. E’ un percorso che tutti insieme ci dobbiamo intestare, siamo riusciti come sistema ad evolvere, a cambiare radicalmente, con sforzi in ambito bancario, professionale, etc. Tutti abbiamo messo in campo un’operazione di cambiamento epocale. Il Cda della San Marino Innovation si è difeso nelle sedi competenti e ha avuto ragione nel riconoscimento del suo ruolo di controllore. E’ questo che dobbiamo registrare favorevolmente e dovrebbe darci fiducia rispetto a cose ancora più importanti. Oggi dovremmo essere in questo momento non dico lusingati, ma il fatto che ci siano soggetti interessati ad una nostra banca vuol dire che abbiamo un sistema appetibile. Non scadiamo nella diatriba da bar completamente priva di ogni profilo tecnico. Se il soggetto acquirente è un soggetto valido lo deve dire Banca Centrale. Se vogliamo prima ancora delle verifiche dire ‘a me piace’, ‘a me non piace’, non stiamo facendo un qualcosa che ci compete. E non stiamo facendo un buon servizio al Paese. Registriamo favorevolmente che c’è interesse. La manifestazione di interesse passerà al vaglio di organismi tecnici che potranno valutare la correttezza dell’investitore. Dopo di che si faranno tutti dei ragionamenti sistemici, su cui la politica deve dare la traiettoria per capire che tipo di sistema finanziario vogliamo, quali sono gli asset su cui insistere. Sono traiettorie politiche che la politica dovrà sciogliere.

I lavori proseguono quindi in seduta segreta con il Comma 2.