Firmato l’accordo di stabilizzazione per i precari PA: si affronta il presente guardando al futuro
Una firma attesa da anni, che mette in campo gli strumenti per porre fine al fenomeno del precariato nella Pubblica Amministrazione e nel Settore Pubblico Allargato quindi anche AASLP, AASS, Università, CONS ed Ente Autorità per l’Aviazione Civile e Marittima. La firma dell’accordo di stabilizzazione è avvenuta nel pomeriggio di giovedì scorso, all’interno della Parva Domus, alla presenza dei Segretari di Stato per gli Affari Interni, Elena Tonnini, al Lavoro, Teodoro Lonfernini, all’Istruzione, Andrea Belluzzi, e di tutte le sigle sindacali. Della delegazione di governo hanno fatto parte anche i Segretari di Stato per le Finanze, Marco Gatti, e per la Sanità, Roberto Ciavatta.
Nel testo dell’accordo si ribadisce chiaramente che la precarietà lavorativa debba restare entro limiti fisiologici anche nel settore pubblico: “Ogni volta che in passato si è firmato un accordo di stabilizzazione sono sempre seguiti generici annunci di ‘impegno per mettere fine al precariato’. Ogni accordo sembrava dovesse essere l’ultimo. Nei fatti però, non si è mai lavorato per creare le condizioni che permettessero di raggiungere tale intento – ha commentato il Segretario Tonnini – non si è mai lavorato per cercare di prevenire la formazione di precariato. L’accordo firmato oggi invece contempla un meccanismo automatico di stabilizzazione, e lo fa prendendo atto degli strumenti messi in campo con gli ultimi decreti relativi alla PA, che danno corpo al principio per cui deve essere l’Amministrazione a prendersi la responsabilità di fare i concorsi, attraverso un’attenta programmazione annuale. Un lavoro significativo per l’Amministrazione che non va dato per scontato.”
L’accordo, pertanto, prende atto del percorso portato avanti dal governo con le organizzazioni sindacali, per una gestione più flessibile del personale pubblico avviata sia con il Fabbisogno (decreto delegato n 162/2021), sia con il decreto riguardante la mobilità del personale pubblico (n 86/2022) approvato recentemente dal Consiglio Grande e Generale. Il risultato di questi confronti è appunto l’attuazione del meccanismo automatico di stabilizzazione inserito nel decreto 86/2021 proprio con l’obiettivo di superare il precariato in maniera duratura.
I concorsi pubblici vengono confermati quale strumento principale per accedere al tempo indeterminato dentro la PA, naturalmente in base alle necessità dell’Amministrazione che, attraverso la definizione del proprio Fabbisogno, ha ben chiaro quanti e quali siano i profili da ricoprire in ogni settore.
Qualora una posizione precaria dovesse prolungarsi oltre i tre anni consecutivi, in assenza di concorso è prevista una precisa responsabilità amministrativa in capo alla Dirigenza pubblica preposta, mentre a favore del dipendente interessato si provvede alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. È questo il meccanismo automatico di stabilizzazione.
L’accordo è frutto di un confronto che ha richiesto molti mesi. Le ragioni di questa tempistica risiedono nell’inserimento di due allegati qualificanti ed innovativi, che vedranno di nuovo impegnati al tavolo della trattativa governo e sindacati:
L’Allegato 1 prevede l’introduzione, nel contesto del rinnovo del contratto del pubblico impiego, di ulteriori strumenti utili ad una revisione del quadro normativo e retributivo dei dipendenti pubblici. Si giunge finalmente al cosiddetto “nuovo regime” di cui si parla da oltre dieci anni. Anche in questo caso, al generico principio inserito nella riforma del 2011 che veniva ripetuto ad ogni stabilizzazione, nessuno ha mai dato seguito. Oggi, invece, attraverso l’allegato si fissano i presupposti e i criteri per sedersi già al tavolo e dare corpo al “nuovo regime”. Nessuno dei precedenti governi ha ragionato di strutturare un percorso in tal senso con le organizzazioni sindacali. Quindi anche questo è un passaggio in forte discontinuità col passato con cui l’attuale governo riempie di contenuti quelli che finora sono rimasti solo slogan.
L’Allegato 2 prevede infine l’introduzione dei concorsi quale metodo di reclutamento ordinario dei docenti. L’obiettivo è quello di salvaguardare standard di qualità in ambito scolastico. Anche qui la portata riformatrice dell’intervento, rispetto alla situazione attuale, è palese.
Per il personale dell’ISS è previsto un riallineamento rispetto a quanto già stabilito nel 2020, teso a consolidare i rapporti di lavoro in corso.
Al fine di calmierare l’impatto economico della stabilizzazione sul bilancio dello Stato, si è deciso di dilazionare il riconoscimento degli effetti in più esercizi finanziari, in base al criterio della maggiore anzianità di servizio.
“Il lavoro di sintesi che ha condotto alla firma ha richiesto molto tempo, ma possiamo dirci orgogliosi di un risultato importante che fissa presupposti concreti ed innovativi per ritornare subito al tavolo con i sindacati e continuare ad impegnarsi nel solco tracciato. Il ringraziamento naturalmente va ai colleghi della delegazione di governo, agli staff di Segreteria e ai tecnici, i Direttori dei Dipartimenti Funzione Pubblica e Istruzione che hanno contribuito fattivamente al buon esito della trattativa”, ha concluso il Segretario Tonnini.