La Consulta per l’Informazione richiama tutti gli operatori a una attenta verifica delle notizie
Le cosiddette fake news sono tanto più odiose quanto più riguardano la sfera personale e della salute. Lo diventano ancora di più quando, seppure a volte involontarie e dovute a errori di valutazione sui fatti, non vengono neppure rettificate laddove si rivelino errate.
E’ così accaduto la scorsa settimana che alcuni siti, nel rilanciare una notizia drammatica circa il malore di un giovane durante una partita di calcetto, hanno scritto che il ragazzo era deceduto.
Una informazione falsa poiché il giovane, seppure in gravi condizioni, è ricoverato in rianimazione presso l’ospedale di Rimini. E’ dunque stata data per morta una persona che, invece, sta lottando per la vita. Pensiamo allo sconcerto causato dalla notizia falsa, poi neppure rettificata, tra i congiunti, i familiari, gli amici e i conoscenti.
Purtroppo spesso – come accaduto in questo caso – a dare notizie che poi si rivelano false, imprecise e non adeguatamente verificate, sono siti che non sono regolarmente iscritti nei registri, previsti per legge, dei mezzi di informazione. Così pure chi immette e rilancia notizie sul web spesso non rientra nelle categorie professionali prescritte dalle norme, in funzione delle quali i giornalisti hanno una deontologia professionale a cui rispondere e delle regole per la verifica delle notizie e, in caso di errori, per la loro rettifica.
La circostanza è stata segnalata al Direttivo della Consulta per l’informazione di San Marino che, se da un lato raccomanda agli utenti una certa prudenza nell’affidarsi a siti che non siano effettivamente riconosciuti come giornali on-line in regola con quanto previsto dalle leggi, dall’altro lato non può che richiamare tutti gli operatori dell’informazione ad una attenta verifica delle notizie, in particolare in situazioni delicate come quella di cui si tratta.
Il Direttivo della Consulta per l’informazione