Attualità

Anziani: non è solo un problema di Fiorina

San Marino. Riceviamo e pubblichiamo da un gruppo di familiari degli ospiti del Casale La Fiorina.

“Da qualche tempo, un mese o poco più, la residenza Casale La Fiorina e la sua gestione sono divenute improvvisamente e straordinariamente oggetto di interesse, notizia e clamore da più parti: notiamo con rammarico come chi parla, spesso e volentieri, non abbia una conoscenza diretta di quella realtà e si affidi per lo più al sentito dire; se può essere comprensibile che la maggior parte della popolazione non verifichi direttamente quanto viene sostenuto, non è accettabile che chi ha la responsabilità dell’informazione e della politica continui a procedere senza gli opportuni accertamenti.

Come è stato scritto, non si può rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che riguardano gli anziani, ma neppure ci si può permettere di usarle per scopi diversi da quelli di una loro corretta gestione e soluzione. Per quanto ci riguarda, come familiari di cittadini, da anni ospiti del Casale La Fiorina, non siamo disponibili ad accettare strumentalizzazioni, da qualunque parte provengano, di un problema che ora tocca noi direttamente, in maniera dolorosa, ma che è molto più complesso di quanto si vorrebbe credere.

Ad ogni modo, fatta questa premessa, a noi pare che il trasferimento di tutti gli ospiti della casa di riposo da Cailungo a Fiorina, avvenuto a dicembre 2017, abbia messo in evidenza problematiche di altra natura, che poco hanno a che vedere con i disservizi, ma che meritano comunque attenzione per una loro corretta soluzione. Abbiamo letto sulla stampa che si sarebbe trattato di un trasferimento discusso, contestato e frettoloso: in realtà ad inizio 2016 era previsto per gli inizi del 2017, tanto che il 22 febbraio di quell’anno, come familiari degli ospiti del Casale, preoccupati per l’imminenza del passaggio e della delicatezza della fase di transizione, ci siamo rivolti all’allora Segretario di Stato alla Sanità, al Direttore Generale e al Comitato Esecutivo ISS, nonché alle Organizzazioni sindacali con una lettera, che poneva fra l’altro l’accento sulla necessità di prevedere almeno un minimo potenziamento dell’organico, per consentire agli operatori un turn over sostenibile. Analoga missiva veniva inviata agli stessi destinatari il 5 marzo successivo dai familiari degli ospiti di Cailungo.

Crediamo che le problematiche messe in evidenza dal trasferimento siano legate innanzitutto ad inevitabili disagi iniziali, per altro superati o in via di superamento, nonché alla necessità dell’adattamento al nuovo ambiente per anziani e operatori provenienti da Cailungo: comprendiamo la resistenza al cambiamento, ma ci auguriamo che essa non costituisca una pregiudiziale al buon funzionamento del servizio. A questo proposito è da rilevare come i giudizi circolanti sulla struttura del Casale La Fiorina contribuiscano ad alimentare ulteriormente le polemiche di questi ultimi tempi: certo, come tutte le realizzazioni umane, è una struttura che ha difetti e limiti, ma non vi è alcun dubbio che essa offra agli ospiti una sistemazione più che dignitosa e in grado di rispondere agli standard di qualità previsti. Auspichiamo perciò che con il concorso di tutte le parti coinvolte si possa operare per sfruttarne al meglio le caratteristiche e superarne i limiti.

In secondo luogo pensiamo che con il trasferimento si sia aperta una fase delicata per gli operatori, in maggior parte già dipendenti pubblici, in minima parte divenuti tali con l’ultimo accordo governo-sindacati del dicembre 2017, in piccolo numero frontalieri che, a quanto ci si dice, dovranno lasciare a breve il posto di lavoro. Una fase non semplice durante la quale chi da sempre ha operato in gestione pubblica deve confrontare le proprie procedure e modalità operative con chi ha operato fino a ieri in gestione privata. Ci risulta che in entrambe le gestioni la qualità dei servizi sia stata elevata, perciò come familiari ci aspettiamo che essa sia mantenuta e non sia compromessa in questa fase ancora di passaggio. Con l’accorpamento, sono aumentate le problematiche legate alla tipologia delle condizioni di salute degli ospiti e si sono evidenziate difficoltà gestionali di una struttura che sta assumendo sempre più le caratteristiche di luogo di assistenza o residenza protetta, piuttosto che quelle di casa di riposo. Spetta quindi ai responsabili tecnici e politici trovare le soluzioni per rispondere ad esigenze sempre più pressanti, dandone conto in forma trasparente agli utenti e alla cittadinanza.

Desideriamo sottolineare che riteniamo determinante, per il monitoraggio di tutte le azioni indirizzate ai nostri familiari ospiti della struttura, il coinvolgimento diretto e costante dell’Authority sanitaria, cui spetta il controllo responsabile e la verifica dell’adeguamento dei servizi prestati ai principi della Carta Europea dei diritti e delle responsabilità degli anziani bisognosi di assistenza e di cure a lungo termine; per quanto ci riguarda ribadiamo il nostro interesse a rendere attive forme di confronto trasparente e sereno sulle condizioni assistenziali degli anziani ospiti, anche attraverso apposito strumento di partecipazione, come da noi esplicitato in una nota del 12 febbraio u.s. inviata alle Organizzazioni sindacali, al Direttore generale ISS e alla Direzione della Casa di Riposo.

Ci sia consentita infine un’ultima considerazione che riguarda la condizione degli anziani in genere. Ancora prima che divenisse effettivo l’accorpamento delle due case di riposo, era chiaro che la struttura Residenza il Casale La Fiorina, dove attualmente risiedono 116 anziani, distribuiti in quattro nuclei, non sarebbe stata sufficiente a rispondere a tutte le esigenze: si è costretti perciò a ricorrere alle strutture del circondario ove viene inviato in regime di convenzione ISS chi non può al momento essere accolto nella residenza in territorio, che a quanto ne sappiamo non è per ora in grado di garantire, per mancanza di posti, neppure il ricovero temporaneo o cosiddetto di sollievo. Non si può perciò pensare che sia sufficiente rispondere alle esigenze della popolazione anziana con questa sola residenza e neppure concentrare l’attenzione esclusivamente su di essa, perché il problema è molto più ampio, serio, pregnante e destinato ad ingigantirsi. Nemmeno può essere più accettabile pensare di risolverlo continuando a confidare nelle cure ai nostri anziani da parte delle badanti: una soluzione questa certo vantaggiosa sul piano economico per lo Stato, ma esclusivamente a carico delle famiglie con tutto il suo peso finanziario, gestionale, relazionale; una scelta che non fa molto onore alla nostra tradizione di assistenza sociale.

La condizione di vita degli anziani è oggi particolarmente sentita, evidenziata anche da istanze, quale quella presentata nell’Arengo dell’ottobre scorso, che sottoponeva all’esame del Consiglio la creazione di un condominio protetto e condiviso.

Non ci sono, a nostro avviso, soluzioni che possano essere adottate subito e in forma generalizzata: piuttosto occorre oggi da parte di tutti una concreta presa di consapevolezza della problematica e uno sforzo intellettivo, di analisi e creatività, che miri a individuare per il futuro soluzioni diversificate e a misura delle esigenze diverse dei cittadini.

Un gruppo di familiari degli ospiti del Casale La Fiorina

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