Assemblea di Poste San Marino SpA: il Decreto va ritirato
Questa mattina si è tenuta la partecipatissima assemblea dei lavoratori di Poste San Marino SpA: convocata dalla CSU ed alla presenza delle Federazioni Pubblico Impiego e Servizi, si è valutata la situazione dopo la prima settimana di sciopero che ha visto la massiccia adesione degli addetti postali. Oggetto di valutazione anche la proposta pervenuta dal Governo nella tarda mattinata di venerdì, con alcuni emendamenti modificativi del famigerato decreto 60/2019.
Dopo le relazioni degli esponenti della CSU, che hanno evidenziato il clamoroso indispensabile dietro front del Governo rispetto alla collocazione forzata dei 12 lavoratori di più recente assunzione nel Contratto Servizi, con un inquadramento ridicolo rispetto alle professionalità ed alle responsabilità degli addetti. Dal documento del Governo emerge chiaramente che i vincoli e gli obblighi derivanti dal Contratto Nazionale dei Servizi erano stati sottovalutati, se non addirittura ignorati, rendendo impossibile ed inaccettabile la collocazione forzosa – tramite Decreto Legge – dei lavoratori di Poste San Marino SpA in questo ambito contrattuale privatistico. Approssimazione ed arroganza che dimostrano la scarsa considerazione verso i diritti dei lavoratori ed anche rispetto agli appelli della CSU finalizzati a non far emettere il Decreto in parola.
Ampio spazio è stato riservato al dibattito con molti interventi da parte dei lavoratori presenti. Forti critiche nei confronti di un Esecutivo che prosegue con convinzione il percorso – antieconomico ed incurante delle molteplici critiche emerse da parte della CSU e dei lavoratori – di avallare e promuovere la privatizzazione di un comparto strategico ed importante come quello delle poste; non solo, ma per tamponare il forte disavanzo derivante da una gestione discutibile ed inefficiente della Direzione, si tenta di compensare la perdita a carico del bilancio dello Stato sacrificando sull’altare della trasformazione privatistica il Servizio Filatelico e Numismatico.
La preoccupazione emersa in assemblea è che il Governo non abbia il coraggio di invertire la rotta e dimostrare – con fatti concreti e tangibili – che finalmente si possa attuare una vera discontinuità rispetto alle scelte sciagurate del passato. Fortissimi dubbi permangono rispetto ai rilevanti costi della Direzione e del Consiglio di Amministrazione, nonché di tutte le figure di elevato livello (e retribuzione) presenti oggi in Poste San Marino SpA. Se si deve iniziare a fare davvero la “spending review”, questa è l’occasione buona per tagliare le spese iniziando dall’alto e non dalle categorie più basse e precarie.
Il messaggio emerso – forte e chiaro – dall’assemblea dei lavoratori di Poste San Marino SpA è rivolto al Governo e verrà portato nel corso dell’incontro fissato per il 21/5 mattino: ritirare immediatamente il decreto 60/2019 e ristabilire la situazione di diritto antecedente la promulgazione di tale disposizione. I 12 dipendenti che – forzosamente ed illegittimamente – erano stati inseriti nel Contratto Servizi devono ritornare nel settore pubblico con tutte le più ampie garanzie conseguenti. Solamente a seguito di questo gesto di responsabilità del Governo si potrà revocare la protesta in atto, recuperare la serenità per avviare una trattativa condivisa sul futuro di Poste San Marino.
In attesa di un segnale concreto da parte dell’Esecutivo, lo sciopero continuerà fino a giovedì prossimo; si attiveranno iniziative di sensibilizzazione verso gli altri comparti della Pubblica Amministrazione per far comprendere a tutti i lavoratori pubblici i rischi di un degrado dei diritti contrattuali, usando lo stratagemma delle trasformazioni di parti della P.A. in aziende di diritto privato.
Le Federazioni Pubblico Impiego della CSU