Economia e Lavoro

Cresce il deficit, ma il Governo assicura: “Surplus nel 2019”

San Marino. DAL PAREGGIO ANNUNCIATO A UN DEFICIT PIÙ ALTO. La messa in sicurezza del Bilancio dello Stato è una priorità, ma anche il recente assestamento ha messo in luce che la strada è ancora lunga, tanto che – quasi all’improvviso – il deficit è aumentato di quasi altri 9 milioni di euro, azzerando ogni speranza che il 2018 si raggiunga il pareggio di bilancio. Nel frattempo le previsioni sulla spesa corrente, al contrario di quello che ci si aspettava ed era stato annunciato, sono anch’esse in aumento (si veda la tabella), in attesa della seconda Variazione di Bilancio a settembre. Mentre a calare, dato molto preoccupante, è ancora una volta la monofase: in due anni una perdita di oltre 10 milioni di euro di gettito, che dai 62 milioni del 2015 sono diventati 51,4 nel 2017. Del resto, senza un vero piano di sviluppo, che attiri nuovi investitori, nuove imprese capaci di creare occupazione, difficilmente le entrate aumenteranno. A meno che, via sempre molto facile, non si alzino ancora una volta (come quest’anno) le tasse. Che non si farà una seconda patrimoniale, il Governo l’ha già detto più volte, come del resto aveva annunciato il pareggio di bilancio nel 2018 e invece i conti sono ancora più in rosso di prima. Nonostante questa situazione, nell’Esecutivo c’è molto ottimismo, tanto che nel Programma Economico 2019 viene annunciato che “sono problemi di dimensione elevata che tuttavia possono essere gestiti, affrontati e superati, mediante una visione complessiva che, partendo dalla analisi dei dati, definisca le soluzioni più opportune ed efficaci tese a assicurare un ragionevole surplus di bilancio a partire dall’esercizio finanziario 2019, un tasso di crescita del prodotto interno lordo solido e duraturo e la stabilizzazione del settore bancario”.

LO SVILUPPO PUÒ AUMENTARE LE ENTRATE

“Il Programma Economico 2019 rappresenta un documento di indirizzo estremamente importante per l’impostazione della linea di politica economica e finanziaria finalizzata alla messa in sicurezza dei conti pubblici, al rafforzamento della crescita economica ed occupazionale e al risanamento del settore bancario”, si legge nel documento presentato dal Segretario Celli. Che avvisa: “Viene identificata una linea d’azione che prevede un significativo intervento pubblico dello Stato a supporto del settore bancario e in particolare della Cassa di Risparmio. Tutto ciò determinerà un notevole incremento del livello di indebitamento e perciò dovrà essere accompagnato da un’adeguata attività di consolidamento fiscale attraverso la realizzazione delle riforme strutturali che sono ampiamente illustrate nel Programma Economico”. Come hanno rilevato le categorie economiche, però, c’è ancora troppo poca economia reale nel Piano di Stabilità e le riforme strutturali che anche Celli cita, sono ancora tutte da costruire e far partire: quella delle pensioni, in particolare, ma anche quella dell’IVA che slitterà ancora di un anno, e perfino l’ICE, ovvero l’ISEE sammarinese, che pare rimandato all’anno prossimo. Sul fronte delle entrate, comunque, ci sono due dati certi: l’aumento della tassazione, con la patrimoniale e la reintroduzione della minimum tax alle imprese, e l’ulteriore riduzione del gettito monofase. Da qui la posizione assunta dalle categorie economiche, in primis ANIS, che hanno sollecitato un intervento più deciso per favorire lo sviluppo economico e l’attrazione di nuove imprese. Su questo fronte il Governo punta molto (praticamente tutto) sull’Agenzia per lo Sviluppo, che sta sempre più assumendo le vesti di un ente governativo e quindi, almeno concettualmente, una cosa ben diversa da ciò che nel contesto internazionale viene svolto da società private come lo è (su questo pende il giudizio del Tribunale e, incidentalmente del Collegio dei Garanti) la Camera di Commercio. In ogni caso, una vera e propria strategia promozionale per attrarre investitori e imprese, ancora non c’è. Come non c’è la prospettata revisione degli incentivi per le imprese, che potrebbe fungere da leva d’attrazione. Senza dimenticare il Doing Business, che dovrebbe dettare l’agenda degli interventi per migliorare la posizione in classifica e invece di questi interventi ce ne sono stati pochi fino ad ora. La conferma l’ha data lo stesso Celli: “Sono in cantiere numerosi interventi che dovranno determinare nel medio e breve termine un consistente aumento della crescita interna e della competitività di sistema, sia per migliorare la capacità di attrazione di investimenti esteri che per sostenere le imprese già oggi operanti in territorio”. Che i cantieri siano aperti è positivo, ma non è chiaro quando e se si chiuderanno.

SPENDING RIMANDATA A SETTEMBRE

Come ha spiegato il Segretario Simone Celli introducendo in Aula l’assestamento, esso “viene presentato in anticipo rispetto alla Variazione di bilancio generale che sarà oggetto di una successiva iniziativa legislativa che verrà presentata nel mese di settembre 2018, in quanto non sono ancora disponibili tutti i dati per gli adeguamenti del capitoli in entrata e in uscita in funzione alle esigenze riferite alla gestione dell’esercizio in corso del Bilancio dello Stato e degli Enti ed Aziende del Settore Pubblico Allargato. Nella seconda Variazione di bilancio saranno inoltre previsti gli interventi finalizzati alla riduzione e qualificazione della spesa corrente in coerenza con gli obiettivi fissati dall’articolo 15 della Legge 7 agosto 2017 n. 94”. Ovvero la riduzione del 2,5% della spesa corrente già nel 2018. Come ribadito anche nel Programma Economico 2019, infatti: “Il Governo si è impegnato a ridurre la spesa pubblica. Le minori uscite premetteranno di ripristinare gradualmente le riserve pubbliche, e aiuteranno quindi a garantire la stabilità finanziaria del bilancio dello Stato. Nei settori dell’istruzione e della salute, la revisione della spesa ha il solo scopo di ridurre gli sprechi senza intaccare l’attuale eccellente livello di servizio. È stato istituito un team interfunzionale con l’obiettivo di identificare le strade percorribili per compiere tali interventi, stimandone l’impatto e le tempistiche. Entro settembre 2018, andranno identificati gli interventi per il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra”. Non solo: “La spesa corrente per il bilancio previsionale del 2018 è già stata ridotta dello 0,8%. Si conferma l’obiettivo di una riduzione pari a circa € 15 mln nel corso del biennio 2019/2020”. Mancherebbe quindi un risparmio di circa 1,7 punti percentuali, ma leggendo la tabella di sintesi contenuta nell’assestamento presentato in Aula le scorse settimane, non è chiaro dove sia questo risparmo, stante l’aumento della spesa corrente. Un aumento che, nonostante annunci e interventi “in cantiere”, è sancito dalla cronologia degli assestamenti presentati nel 2016 e nel 2017 (vedi tabella): la crescita è costante, anche se nell’ultimo conteggio è stimabile in meno di 200mila euro. Comunque non è scesa, questo è il punto. Anche per questo le categorie economiche, tutte insieme, hanno deciso di richiedere la riapertura del Tavolo della Spending Review: occorre recuperare risorse, per coprire il nuovo deficit, ma soprattutto per rimettere in moto il Paese.

“PIANO DI STABILITÀ POCO CORAGGIOSO, LA SPENDING DEVE ESSERE PIÙ INCISIVA”

“Deficit in aumento e Piano di Stabilità poco coraggioso: servono più risorse, la Spending Review deve essere molto più incisiva”, questa la posizione di ANIS all’indomani della presentazione del Piano Economico 2019 e dell’assestamento di Bilancio. Gli Industriali non hanno potuto fare a meno di esprimere “ancora una volta tutta la propria preoccupazione per la grave situazione in cui versano i conti pubblici, ma soprattutto per la mancanza di coraggio ad intervenire decisamente per metterli in sicurezza una volta per tutte”.

“Spending Review: riaprire il tavolo” Come ribadito anche nei recenti incontri con tutte le forze politiche e sociali del Paese, ANIS avverte tutti, e in particolare il Governo, che “di fronte ad un deficit in aumento e a un debito pubblico che cresce purtroppo ogni anno, occorre agire velocemente sia sulle entrate sia sulle spese. Ma, se sul fronte dell’imposizione fiscale si è intervenuti fin dall’inizio con la patrimoniale e la reintroduzione della minimum tax per le imprese, per quanto riguarda la spesa corrente si è usato il fioretto, partendo da un obiettivo poco più che simbolico del 2,5% di riduzione nel 2018. Nonostante questo, ad oggi, nemmeno tale obiettivo sembrerebbe raggiungibile, data la mancanza di interventi realmente efficaci, come invece lo sarebbero stati quelli condivisi e proposti dalle associazioni di categoria già a fine novembre in quello che era il Tavolo della Spending Review. Oggi, infatti, tali interventi sono gestiti bilateralmente solo da Governo e sindacati, non è chiaro né con quali obiettivi né con quali indicazioni. E’ per questo che ANIS ha concordato con le altre associazioni di categoria di chiedere la riapertura del Tavolo della Spending Review. Una riapertura urgente, stante anche gli ultimi dati contenuti nell’assestamento di Bilancio.

“Piano di Stabilità: attendiamo il documento finale arricchito dei contributi delle parti sociali” Riguardo invece il Piano di Stabilità Nazionale e per lo Sviluppo, ANIS ha “già dimostrato al Governo la propria perplessità riguardo il deposito dello stesso, avvenuto contestualmente al Piano Economico 2019: il documento depositato”, commentano gli Industriali sammarinesi, “è sostanzialmente quello presentato alle parti sociali già diverse settimane addietro, su cui ANIS ha più volte chiesto di valorizzare maggiormente l’economia reale, fatta di imprese che assumono e investono – portando ad esempio l’analisi sui bilanci delle proprie associate – e che, come stanno già facendo oggi, potranno domani sostenere il Paese, proiettandolo verso uno sviluppo sano e concreto. Nonostante gli incontri svolti nel frattempo, i numerosi contributi offerti dalle parti sociali, le proposte, le analisi e i documenti esplicitati da ANIS, il Governo ha depositato lo stesso Piano iniziale, senza tener conto di tutto questo, svilendo di fatto quello che doveva essere un confronto reale propedeutico alla maggiore condivisione possibile”. Di fronte alla critica mossa dagli Industriali, l’Esecutivo non si è tirato indietro e ha rilanciato sul confronto e la condivisione, fanno sapere da ANIS: “Prendiamo atto che il Governo ha subito risposto, garantendo che tale documento è “di indirizzo, non definitivo e aperto alla discussione con le parti politiche e sociali”, e quindi attendiamo un nuovo documento arricchito dei contributi e delle proposte espresse. Con la consapevolezza delle importanti riforme che servono e con la responsabilità di chi pensa al Paese e alle prossime generazioni, ma soprattutto con la forza di chi rappresenta quell’economia reale a cui San Marino è oggi aggrappata, continueremo a produrre soluzioni concrete e sostenibili ai problemi che affliggono la Repubblica e che oggi tutti possono riconoscere anche nei numeri, senza mai lasciare nulla di intentato”.

Daniele Bartolucci (San Marino – Fixing)

 

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