Riflessioni di Giancarlo Elia Valori

“Riflessioni” di prof. Giancarlo Elia Valori – Gli altri partiti politici nella Repubblica Popolare della Cina Prima parte: storia e presenza

“Riflessioni” di Prof. Giancarlo Elia Valori, Cavaliere del Lavoro, Honorable de l’Académie des Sciences de l’Institut de France, President of International World Group

a cura di Alberto Rino Chezzi

Il tema che approfondiremo brevemente nel contributo, verterà sulla presenza di partiti politici altri nella Repubblica Popolare della Cina e sulla parte che questi ebbero nella lotta di liberazione dai giapponesi e contro la dittatura del Guomindang (GMD).

La Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (CCPPC) è un organo del Dipartimento Centrale del Fronte Unito. Essa è a tutt’oggi una fondamentale organizzazione dello sviluppo della cooperazione multipartitica attraverso la direzione del Partito Comunista Cinese ed un importante luogo di pubblica discussione per promuovere la democrazia secondo le caratteristiche cinesi.

Alla vigilia del Primo Maggio 1948, il Comitato Centrale del PCC emanò un appello col proposito di riunire una nuova conferenza, dopo il fallimento della precedente. Infatti, il 10 ottobre 1945 – all’indomani della sconfitta del Sol Levante – Mao Zedong (1893-1976) e Jiang Jieshi [Chiang Kai-shek, 1887-1975] si erano accordati in merito alla ricostruzione del Paese e alla convocazione di una conferenza politica consultiva. Questa si aprì il 10 gennaio 1946, con la presenza di sette delegati del PCC, nove del GMD, nove della Lega Democratica, cinque del Partito della Gioventù e nove indipendenti. Dopo il raggiungimento dell’accordo del 25 febbraio 1946 la conferenza si arenò nel luglio quando Jiang Jieshi lanciò un’offensiva in larga scala contro i territori comunisti con 218 brigate: l’inizio vero e proprio della guerra civile. Però nel dicembre 1947 Mao comunicò che 640mila militari nazionalisti erano stati uccisi o feriti, e oltre un milione aveva deposto le armi.

L’appello del 30 aprile 1948 riscosse apprezzamento ed ebbe un’immediata eco da partiti democratici, organizzazioni popolari, personalità non legate a movimenti, nonché adesioni dei cinesi d’oltremare. Il 5 maggio, i capi dei vari partiti democratici tra cui Li Jishen (1885-1959) e He Xiangning (1879-1972) del Comitato Rivoluzionario del GMD (il primo era il suo presidente); Shen Junru (1875-1963) e Zhang Bojun (1895-1969) della direzione della Lega Democratica; Ma Xulun (1885-1970) e Wang Shao’ao (1888-1970) dell’Associazione Cinese per la Promozione della Democrazia; Chen Qiyou (1892-1970) del Partito della Giustizia; Peng Zemin (1877-1956) del Partito Democratico dei Contadini e degli Operai; Li Zhangda (1890-1953) dell’Associazione per la Salvezza Nazionale; Cai Tingkai (1892-1968) del Comitato per la Promozione della Democrazia del GMD; e Tan Pingshan (1886-1956) della Federazione dei Compagni del Sanminzhuyi (Tre Principi del Popolo); come pure Guo Moruo (1892-1978), una persona senza affiliazione partitica, inviarono da Xianggang [Hong Kong] un telegramma congiunto al CC del PCC, a Mao Zedong e all’intera nazione sostenendo la chiamata dei comunisti. Nel frattempo, l’Associazione per la Promozione della Democrazia e la Società Jiu San (3 Settembre), che avevano stabilito i quartieri generali in aree sotto il governo del GMD, svolsero riunioni segrete dei loro comitati centrali per accogliere il documento del PCC. Mao Dun (1896-1981), Hu Yuzhi (1896-1986), Liu Yazi (1887-1958), Zhu Yunshan (1887-1981) e 120 democratici pubblicarono un comunicato comune, esprimendo la loro intesa con la posizione del PCC.

Inoltre, 55 leader dei partiti democratici e persone fuori partito, diffusero alcuni commenti congiunti sulla situazione politica della Cina, dichiarando «durante la guerra di liberazione popolare, siamo disposti a contribuire e collaborare nella progettazione di programmi sotto la guida del PCC, attendendoci di promuovere il rapido successo della rivoluzione democratica popolare cinese per la prossima fondazione di un’indipendente, libera, pacifica e felice Nuova Cina».

La Conferenza si riunì a Pechino in prima sessione plenaria dal 21 al 30 settembre 1949. Aderirono complessivamente 622 rappresentanti inviati da: PCC; partiti democratici; personalità indipendenti; organizzazioni di massa e regionali; Esercito Popolare di Liberazione; minoranze etniche; cinesi d’oltremare; democratici patriottici; e gruppi religiosi. La prima sessione esercitò le funzioni di vera e propria assemblea parlamentare, legislativa e costituzionale dello Stato in fieri e sino al 1954, quando fu eletta la prima Assemblea Nazionale del Popolo.

La CCPPC adottò la costituzione provvisoria (Programma Comune della CCPPC), la legge organica della CCPPC e la legge organica del Governo Popolare Centrale. Scelse Pechino quale capitale del Paese; istituì il vessillo rosso a cinque stelle gialle (Wu Xing Hong Qi) quale bandiera nazionale; adottò la Marcia dei Volontari (Yiyongjun Jinxingqu) come inno nazionale e optò per il calendario gregoriano. La sessione elesse il Comitato Nazionale della CCPPC e il Consiglio Governativo Popolare Centrale di Stato. Il Primo Ottobre – per bocca di Mao, presidente del CN – proclamò la Repubblica Popolare.

È bene sottolineare che dei tre vicepresidenti del CN non erano del PCC: Song Qingling (1893-1981), vedova del Padre della Repubblica, Sun Zhongshan [Sun Yat-sen, 1866-1925], e presidentessa onoraria del Comitato Rivoluzionario del GMD; Li Jishen; Zhang Lan (1872-1955), presidente della Lega Democratica. I vice appartenenti al PCC risultavano: Zhu De (1886-1976), Liu Shaoqi (1898-1969) e Gao Gang (1905-54).

Oltre alle predette personalità, molti ministeri e uffici furono assegnati a iscritti di altri partiti e indipendenti. Non furono atti meramente formali o simbolici, in quanto il governo della Nuova Cina necessitava di esperti, uomini e donne che avevano anche combattuto contro i giapponesi e la dittatura del GMD. Fra questi si annoverava un gran numero di massimi studiosi e tecnici del Paese. Shen Junru, giurista di fama internazionale, fu eletto alla presidenza della Corte Suprema del Popolo, il più alto istituto giuridico della RPC. Molti scienziati, che avevano conseguito i loro titoli di studio in Europa e negli Stati Uniti d’America e risiedevano fuori patria, furono invitati a ritornare per ricostruire il Paese.

Poco dopo la loro fondazione, i partiti democratici hanno sviluppato rapporti di collaborazione con il PCC a diversi gradi, e tali relazioni hanno continuamente fatto progressi nella lotta comune contro l’aggressione imperialista. Dopo l’incidente del 18 settembre 1931, le truppe giapponesi occuparono l’intero nord-est della Cina, provocando una crisi nazionale senza precedenti. Il PCC tempestivamente avanzò la proposta di creare il Fronte Unito Nazionale Anti-Giapponese, raccogliendo risposte entusiastiche dai partiti democratici esistenti e da diversi gruppi sociali. Il PCC e i partiti indipendenti collaborarono tra loro strettamente nella resistenza contro l’aggressione giapponese, e per l’unità e il progresso del Paese. Il 7 luglio 1937, le truppe imperiali attaccarono il Ponte Lugou (Ponte di Marco Polo), alla periferia di Pechino, ed i difensori cinesi reagirono prontamente. L’incidente di Lugou segnò l’inizio della completa aggressione giapponese contro la Cina, e della guerra cinese di resistenza contro il Sol Levante.

Durante la guerra, i partiti democratici e le persone provenienti da tutti i ceti sociali sostennero la posizione del PCC: Sì alla resistenza, no alla resa; sì all’unità, no alla separazione, e sì alla democrazia, no al governo autocratico, sollecitando il GMD ad attuare le riforme politiche, stabilire un governo di coalizione, garantire i diritti dei cittadini, e migliorare le condizioni di vita della gente.

Dopo la vittoria sul Giappone nel 1945, il PCC mise avanti la pace, la democrazia e l’unità come i tre principi generali per la ricostruzione nazionale; questi riflettevano i desideri comuni dei partiti democratici e degli indipendenti provenienti da vari àmbiti della vita del Paese. Nel corso della seconda guerra civile, i partiti democratici si schierarono pubblicamente con il PCC, rompendo col GMD.

Dopo la fondazione della RPC, il PCC ha continuato ad aderire alla politica di «coesistenza a lungo termine, reciproco controllo, trattare l’un l’altro con tutta sincerità e condividere buona e cattiva sorte» con i partiti democratici. Essi hanno goduto e godono pieni diritti e libertà di attività, quali riconosciuti dalla Costituzione. Dal 1950, i partiti democratici hanno coscienziosamente partecipato a consultazioni su questioni importanti riguardanti il Paese e la gestione degli affari di Stato; hanno incoraggiato i propri iscritti e le persone associate a prendere parte in tutti i campi di lavoro; e hanno dato notevoli contributi al socialismo con caratteristiche cinesi. Numerose figure rappresentative dei partiti democratici sono stati eletti deputati all’Assemblea Nazionale del Popolo e sono membri della CCPPC a ogni livello. Inoltre, molti di loro, servono nei posti di dirigenza nelle commissioni permanenti dell’ANP, nelle commissioni della CCPPC, nei governi regionali, e nei ministeri economici, culturali, educativi, scientifici e tecnologici a ogni scranno. I partiti democratici sono cresciuti in adesione, attraverso le organizzazioni principali e quelle locali istituite nella maggior parte delle province del Paese, nelle municipalità direttamente sotto il governo centrale, nelle regioni autonome e in differenti grandi e medie realtà urbane.

I partiti democratici cooperano con il PCC nella direzione politica e amministrativa dello Stato, così come agivano da noi i già partiti del quadri-pentapartito allineati sotto la “giusta guida” democristiana. Ai tempi in cui i governi monocolore della balena bianca, schieravano tutti i capi-dicastero di uno stesso segno, parallelamente – nella RPC – gli esecutivi nazionali affidavano responsabilità ad alcuni ministri di altre formazioni politiche differenti dal PCC. Del resto la stessa componente di classe dei partiti democratici cinesi riflette(va) quella degli italiani Psi, Psdi, Pri, Pli: alta borghesia nazionale, circoli di piccola borghesia in grandi e medie città, intellettuali e altri tipi di cittadini: patrioti in Cina e in odore di opportunità da noi.

Gli otto partiti democratici cinesi riconosciuti sono:

Comitato Rivoluzionario del Guomindang Cinese (Zhongguo Guomindang Gemingweiyuanhui)

Dopo l’inizio della guerra di resistenza contro il Giappone (1937), gli elementi democratici del GMD sostennero il Fronte Unito Nazionale Anti-Giapponese promosso dal PCC e parteciparono alle attività patriottiche. A partire dal 1943, due fazioni del GMD, progettarono di creare rispettivamente la Federazione dei Compagni dei Tre Princìpi del Popolo (Sanminzhuyi) e l’Associazione del GMD per la Promozione della Democrazia onde meglio svolgere le azioni contro i nipponici. La Sanminzhuyi tenne il suo primo congresso nazionale a Chongqing nell’autunno del 1945, e l’APD a Guangzhou nella primavera del 1946. Ognuno redasse i propri programmi politici e statuti, e formalmente si stabilì la propria fondazione. Alla fine del 1947 le due organizzazioni si unirono ad ulteriori elementi democratici del GMD e inaugurarono la prima conferenza a Xianggang, che costituì il CRGC il 1° gennaio 1948. Alla seconda conferenza, novembre 1949, cui aderirono personalità indipendenti, il movimento fu condotto come un unico partito politico. Il CRGC è composto principalmente da ex membri del GMD e da coloro che hanno avuto legami storici con il GMD stesso, tra cui un gruppo di lavoratori del personale nelle organizzazioni governative; nonché intellettuali nei campi di scienza, tecnologia, cultura, educazione e medicina (101.865 iscritti).

Lega Democratica della Cina (Zhongguo Minzhu Tongmeng)

L’antesignana della Lega Democratica è stata la Lega delle Organizzazioni Politiche Democratiche, fondata il 19 marzo 1941 e composta da Partito della Gioventù, Partito Socialista Nazionale, Comitato d’Azione per la Liberazione Nazionale (in seguito Partito Democratico dei Contadini e degli Operai), Comunità Educativa Professionale, Associazione per l’Edificazione della Campagna, più alcuni indipendenti. La LOPD tenne un congresso nazionale a Chongqing nel settembre 1944 e decise di trasformarsi in un partito, sostituendo all’iscrizione di gruppo quella ad personam, e mutando il suo nome in LD. Dopo la guerra di resistenza contro il Giappone, la LD insisté nell’opporsi al governo autocratico del GMD, esigendo la democrazia. Nell’ottobre 1947, l’amministrazione del GMD dichiarò che la LD fosse un’«organizzazione illegale» e la costrinse allo scioglimento. Nel gennaio del 1948, la LD svolse la terza sessione plenaria del primo CC a Xianggang, e creò un quartier generale nazionale provvisorio. L’assise dichiarò che la LD avrebbe collaborato con il PCC alla lotta per la completa realizzazione di una società democratica, pacifica, indipendente e di una Nuova Cina unita (ca. 230mila i.).

Associazione per la Costruzione Nazionale Democratica della Cina (Zhongguo Minzhu Jianguo Hui)

L’Associazione è stata fondata il 16 dicembre 1945 da un certo numero di industriali e uomini d’affari appartenenti alla borghesia nazionale, e da alcuni intellettuali che ebbero uno stretto legame con l’impianto produttivo e il commercio durante la guerra di resistenza contro il Giappone. In quel periodo si incontravano e svolgevano incontri e colloqui informali riguardo le problematiche del tempo. Nel dicembre del 1945, l’Associazione fu fondata a Chongqing. Essa è costituita principalmente da industriali e uomini d’affari nazionali, ed anche esperti del settore (ca. 100mila i.).

Associazione per la Promozione della Democrazia della Cina (Zhongguo Minzhu Cujinhui)

Fondata a Shanghai il 12 dicembre 1945, i suoi componenti originari erano soprattutto intellettuali nei settori di cultura, istruzione, editoria e scienza (come tutt’oggi); risiedevano nella predetta città durante il periodo della guerra di resistenza. Lo scopo dell’Associazione è di «adempiere allo spirito democratico e di portare avanti la realizzazione della politica democratica in Cina» (ca. 100mila i.).

Partito Democratico dei Contadini e degli Operai Cinesi (Zhongguo Nonggong Minzhudang)

Il predecessore de PDCOC è stato il Comitato d’Azione Provvisorio del GMD o “Terzo Partito”, fondato nel novembre 1927 a Shanghai da Deng Yanda (n. 1895), un noto capo di sinistra del GMD e da altri compagni (Deng fu fatto fucilare da Jiang Jieshi nel 1931). Nel 1933 il CAPGMD fu uno dei protagonisti della rivolta del Fujian. Nel novembre del 1935, il Comitato cambiò nome in Comitato d’Azione Cinese per la Liberazione Nazionale. Come abbiamo visto partecipò alla creazione della LOPD nel 1941. Nel febbraio 1947, fu ribattezzato con l’odierna denominazione. La maggior parte dei suoi membri è composta da intellettuali nel campo di medicina, scienza, tecnologia, cultura e istruzione (ca. 90mila i.).

Partito della Giustizia della Cina (Zhongguo Zhigongdang)

Il Partito della Giustizia deriva dalla fratellanza Hung Society Zhigong Hall, basata a San Francisco e composta di cinesi d’oltremare. Tale organizzazione fu una dei decisivi sostegni a favore degli sforzi rivoluzionari di Sun Zhongshan per rovesciare la dinastia mancese dei Qing [Ch’ing].

Il partito fu fondato nell’ottobre 1925 nella città statunitense e diretto da Chen Jiongming (1878-1933) e Tang Jiyao (1833-1927), due ex signori della guerra del GMD passati all’opposizione. Il loro primo programma fu il federalismo e la democrazia pluralista. Il PG spostò il proprio quartier generale a Xianggang nel 1931 nei lavori del secondo congresso. Dopo l’invasione coeva giapponese della Manciuria cominciò a impegnarsi nella propaganda antinipponica e nel boicottaggio; si dedicò a mobilitare le grandi masse di cinesi espatriati nel sostenere attivamente la causa sinica. Il PG fu quasi spazzato via durante l’occupazione di Tokio a Xianggang. Il PG si spostò a sinistra nel corso del terzo congresso nel maggio 1947: condannò il GMD per aver favorito la guerra civile e perpetuato il governo autocratico. La sede è stata spostata da Xianggang a Guangzhou nel 1950, e poi a Pechino nel 1953.

Gli iscritti sono principalmente cinesi d’oltremare tornati in Patria, loro parenti, nonché esperti, studiosi e annovera figure di spicco che hanno legami all’estero (ca. 20mila i.).

Società “3 Settembre” (Jiusan Xueshe)

Proseguendo lo spirito del Movimento del Quattro Maggio «democrazia e scienza» e il rispetto degli obiettivi di unirsi per resistere all’aggressione giapponese e lottare per la democrazia – un gruppo di intellettuali progressisti organizzarono la “Tribuna sulla democrazia e la scienza” a Chongqing, alla fine del 1944. Più tardi, in commemorazione della vittoria della guerra di resistenza contro il Giappone e l’Asse, il 3 settembre 1945, adottò il nome di Tribuna Jiusan (Jiusan si traduce appunto in “3 Settembre”). Il 4 maggio 1946 fu fondata ufficialmente la Società “3 Settembre”.

I suoi componenti sono soprattutto intellettuali nei settori di scienza, tecnologia, istruzione, cultura e medicina (ca. 100mila i.).

Lega Democratica di Taiwan per l’Autogoverno (Taiwan Minzhu Zizhi Tongmeng)

La Lega è stata istituita a Xianggang nel novembre 1947 dalla Signora Xie Xuehong. Ella era fra gli organizzatori della rivolta del febbraio dello stesso anno contro la presenza nell’Isola dell’esercito del GMD che fu repressa con un massacro della popolazione autoctona che comportò 30mila morti. Ed infatti la maggior parte dei suoi fondatori sono democratici patriottici di origine formosana. L’obiettivo della LDTA è di combattere contro l’aggressione imperialista, e tutti i regimi che sostengono la separazione di Taiwan dalla Terraferma; di opporsi al dominio reazionario del GMD; e di promuovere la costituzione di una dittatura democratica popolare.

Gli aderenti sono persone nate a Taiwan o hanno radici familiari nell’Isola, ma attualmente risiedono nella Cina continentale (ca. 2.100 i.).

Giancarlo Elia Valori