Consiglio Grande e Generale, resoconto della seduta del 29 ottobre 2025 (pomeriggio)
Consiglio Grande e Generale, sessione 29, 30, 31 ottobre; 3, 4, 5, 6, 7 novembre 2025
Mercoledì 29 ottobre 2025, pomeriggio
Nel pomeriggio, in comma “comunicazioni”, prosegue il dibattito attorno alla vicenda Banca di San Marino cominciato durante la mattinata.
Andrea Menicucci (RF) sostiene che l’allarme tra i correntisti non nasca dai comunicati dell’opposizione bensì dal silenzio istituzionale; considera la banca solida, ma imputa un danno reputazionale ed economico alla gestione opaca e ai ritardi, inclusi quelli di Banca Centrale, che a suo dire nega l’autorizzazione solo dopo gli arresti. Il Segretario di Stato Stefano Canti ricostruisce la cornice formale: l’indagine nasce da segnalazione AIF, sono state applicate misure cautelari e sequestri, e fuori dalle note ufficiali non si possono divulgare altri elementi; annuncia l’attivazione dell’Avvocatura sia contro le voci destabilizzanti sia per valutare la costituzione di parte civile, e richiama l’Aula a un rispetto istituzionale che tuteli il sistema. Maria Luisa Berti (AR) invita a non denigrare il Paese: sottolinea che i presìdi hanno impedito il perfezionamento dell’operazione, chiede messaggi di tranquillità ai risparmiatori e un lavoro comune per correggere eventuali mancanze senza alimentare sfiducia. Giuseppe Maria Morganti (Libera) rivolge un appello alla stessa maggioranza: “Abbiamo costituito questo governo per proseguire sulla strada della trasparenza, non per altro. Tuttavia, stanno diventando troppe le occasioni in cui questa strada viene deviata. La questione è politica prima ancora che economica. Vogliamo rimetterci sulla strada giusta? Io credo che le potenzialità ci siano ancora”. Enrico Carattoni (RF) ribadisce che l’opposizione non ha mai messo in dubbio la solidità dell’istituto e imputa alla maggioranza la politicizzazione della cessione. “Chi ha dato la dimensione politica a questo tema? Chi ha voluto dare un’impronta politica alla cessione del pacchetto azionario di Banca di San Marino? Siete stati voi” dice, rivolgendosi alla maggioranza. Mirko Dolcini (D-ML) accusa il Governo di aver lasciato correre voci per una settimana; per lui l’esecutivo deve governare anche la comunicazione di crisi, confrontandosi con l’opposizione anziché rinviare tutto al Tribunale. Gian Carlo Venturini (PDCS) rimarca che la banca resta dei sammarinesi e che gli organi interni hanno fatto scattare i controlli; invita a non alimentare paure che ricadono sulla collettività e a lasciare lavorare vigilanza e magistratura. “Oggi – sottolinea – si fanno i moralisti, quando io e i miei colleghi, in quegli anni, per aver cercato di evidenziare situazioni che a nostro avviso erano opache, ci siamo beccati denunce da parte di quelli che oggi sono i principali imputati”. Sara Conti (RF) parla di responsabilità politica: ricorda prese di posizione pubbliche a favore della vendita da parte di esponenti di maggioranza e giudica inefficiente la vigilanza per i tempi dell’istruttoria, mentre riconosce ad AIF l’unica reazione tempestiva. Il Segretario di Stato Matteo Ciacci si focalizza sul tema della fiducia: spiega che la linea è rafforzare prevenzione e vigilanza, rendendo operativo l’addendum con l’Italia per sostenere Banca Centrale e impedire pressioni sulla vendita delle banche. Gian Nicola Berti (AR) legge la vicenda come prova che oggi vigilanza, AIF e Tribunale funzionano; chiede di sostenere la vigilanza con tutte le informazioni possibili e tenere la politica fuori dalle scelte autorizzative. “Da quell’epoca — mi riferisco a Confuorti, Grais e la banda, ancora sotto processo avanti al nostro Tribunale — si sono abbandonate, per fortuna, le leve di potere dopo una protezione politica che conosciamo tutti molto bene. È evidente che oggi c’è una San Marino che può funzionare”. “In un mondo normale, ci sarebbe stato un coinvolgimento dell’opposizione e una spiegazione dettagliata – dice Fabio Righi (D-ML) -. Non significa mettere le mani nei fascicoli; significa che operazioni del genere, in un Paese piccolo, devono essere attenzionate anche dal mondo politico”. Righi denuncia l’assenza di una strategia decennale su finanza e vigilanza e, in parallelo, presenta un ordine del giorno. Manuel Ciavatta (PDCS) rivendica il percorso di ricostruzione di banche e Tribunale dal 2017 e afferma che gli “anticorpi” oggi rispondono a nessuno se non alle regole; difende la scelta di lasciare alla vigilanza la valutazione del socio e indica nell’Accordo di associazione e nell’addendum il passaggio chiave per potenziare ulteriormente i controlli.
I lavori proseguono quindi con una serie di commi dedicate a nomine e sostituzioni. Al comma 8 viene affrontata la nomina del Dirigente dell’Authority per l’autorizzazione, l’accreditamento e la qualità dei Servizi Sanitari, Socio-Sanitari e Socio-Educativi. Il Congresso di Stato propone la seguente rosa di esperti: Loredana Mariotti, Tommaso Saporito, Vincenzo Romano Spica. Le forze di opposizione esprimono una critica nei confronti del metodo adottato dalla maggioranza nella gestione delle nomine in discussione. Secondo l’opposizione, questo modo di procedere rappresenta una mancanza di rispetto non solo nei confronti delle forze politiche di minoranza, ma anche verso i professionisti. Viene nominato il dott. Saporito con 32 voti, 12 le astensioni.
Alle 19.30 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno alle 21.00
Di seguito una sintesi degli interventi
Comma 1
Andrea Menicucci (RF): Oggi è stata menzionata più volte, in tanti interventi, forse nella maggior parte di essi, la parola responsabilità, e si è parlato di responsabilità in relazione a quanto è accaduto in questa ultima settimana. Io credo di poter certificare una situazione: non è il solito gioco maggioranza-opposizione, ma una condizione che ho potuto vivere in prima persona. Prendiamo per esempio la questione del cittadino sammarinese di 85 anni accusato di essere il “killer dei cani”. Un cittadino di 85 anni che per una decina d’anni è riuscito a eludere qualsiasi controllo o indagine delle forze dell’ordine, e che inevitabilmente è legato indissolubilmente a un partito di maggioranza. Credo che anche in questo caso ci siano problematiche legate a una responsabilità politica. La questione che ha tenuto banco questa mattina in comma comunicazioni riguarda una serie di arresti avvenuti nell’ambito della cessione delle quote di maggioranza di Banca di San Marino. In questo caso si è parlato di responsabilità, con una vera e propria chiamata alla responsabilità da parte delle forze di maggioranza nei confronti delle forze di opposizione, accusate di aver, con un loro comunicato, ingenerato il panico tra i correntisti. Io credo invece che a generare il panico non sia stato il nostro comunicato, che andava sicuramente verso la ricerca della verità e di informazioni che oggi non abbiamo. Da parte nostra non c’è volontà di speculare su questa vicenda, ma la volontà di capire e di fare chiarezza. Banca di San Marino, per fortuna, è oggi una banca solida, in cui i correntisti possono sentirsi al sicuro. Il vero problema di responsabilità riguarda la modalità con cui questa situazione è stata gestita. Sarebbe bastato un comunicato sterile, in cui si dicesse che all’interno di un’operazione erano stati riscontrati determinati profili per i quali erano stati tratti in carcere alcuni soggetti, senza fare nomi e cognomi.Il problema non è stato il nostro comunicato, ma il silenzio, l’omertà, le modalità con cui è stata gestita l’operazione, che hanno fatto sì che nel Paese circolassero informazioni vere o presunte, ingenerando panico nei confronti dell’istituto bancario. Il danno che si è creato è un danno alla reputazione della Banca di San Marino e, di riflesso, all’intero sistema bancario. È anche un danno che dovrà essere valutato in termini economici, perché il conto economico della banca avrà sicuramente risentito di flessioni negative legate alla speculazione su questa vicenda. La cosa che più fa rabbia è che, in tempi non sospetti, quando le notizie circolavano ufficiosamente, il Consiglio Grande e Generale è stato lo strumento attraverso il quale si era già apparecchiata la tavola per un’operazione di questo tipo all’ente proprietario della banca. Questo fa emergere una responsabilità anche politica in ciò che è accaduto. Altro tema riguarda Banca Centrale, che con la sua opera di vigilanza ha tenuto per più di un anno nei propri uffici i fascicoli relativi alla vicenda, e solo dopo gli arresti e la loro comunicazione è uscita con il diniego all’autorizzazione. Qualcuno oggi ha parlato di giovani, sono stati tirati in ballo da un Segretario di Stato. Ma continuiamo a dire che non è un Paese per giovani. Con queste dinamiche, non solo non è un Paese per giovani, ma è un Paese morto, perché queste logiche hanno trent’anni, hanno fatto il loro tempo e oggi non c’è più spazio per esse.
Segretario di Stato Stefano Canti:. Come noto, sabato 25 ottobre ultimo scorso l’autorità giudiziaria ha diffuso un comunicato con il quale ha reso pubblico di aver ricevuto notizia di reato dall’Agenzia di Informazione Finanziaria e di aver successivamente costituito un gruppo composto da più giudici inquirenti, i quali hanno avviato le doverose indagini sulla vicenda relativa alla procedura di cessione a una società estera della partecipazione di maggioranza di Banca di San Marino da parte dell’Ente Cassa di Faetano. Le indagini hanno determinato la necessità di disporre alcune misure cautelari personali, confermate anche dal giudice del riesame, con vari provvedimenti di sequestro probatorio e preventivo. Le informazioni ufficiali fornite dal Tribunale sono, al momento, le uniche divulgabili, ed è doveroso ribadire che sono in corso indagini e che ogni ulteriore elemento potrà essere conosciuto solo al termine dei procedimenti e nei limiti consentiti dal riserbo istruttorio, che deve essere rispettato da tutti. In relazione alle informazioni ufficiali, è necessario richiamare l’attenzione sul fatto che le voci circolate pubblicamente, anche attraverso i mezzi di comunicazione e i social network, riguardanti i presunti provvedimenti di arresti domiciliari a carico di soggetti coinvolti nella vicenda, non trovano alcun riscontro. Inoltre, le molteplici voci e informazioni circolate in questi ultimi giorni sui social media o attraverso l’invio di SMS o messaggi WhatsApp tra cittadini sammarinesi, aventi ad oggetto in particolare l’invito ai correntisti di spostare i propri risparmi in altri istituti bancari o dubbi sulla stabilità patrimoniale della Banca di San Marino, hanno reso opportuno dare mandato all’Avvocatura dello Stato, a tutela del sistema bancario e finanziario, di presentare presso il Tribunale di San Marino una segnalazione o un esposto nei confronti di ignoti. Altra informazione che ritengo doveroso comunicare all’Aula consiliare, e che è già stata condivisa dai colleghi nell’ambito della conferenza stampa di ieri, riguarda l’adozione da parte del Congresso di Stato di un’apposita delibera, approvata nella seduta di ieri, con la quale è stato dato mandato all’Avvocatura dello Stato di avviare un’indagine esplorativa al fine di verificare la possibilità di costituire l’Eccellentissima Camera quale parte civile nell’ambito delle indagini in corso riguardanti il perfezionamento della cessione di una quota di maggioranza della Banca di San Marino a un investitore europeo, e di riferire successivamente al Congresso di Stato ai fini delle conseguenti determinazioni di competenza. È compito del Governo assicurare che ogni procedimento amministrativo e giudiziario si svolga nel pieno rispetto delle norme, della trasparenza e dell’interesse generale del Paese. La Repubblica di San Marino dispone oggi di istituzioni di controllo, di vigilanza e di giustizia che operano in modo indipendente e coordinato nell’interesse esclusivo della collettività. L’ultima considerazione che mi permetto di fare è di carattere politico. Il rispetto istituzionale, come lo si mantiene in alcune commissioni, va mantenuto soprattutto all’interno di quest’Aula consiliare, a tutela del nostro sistema bancario e finanziario. Nell’ambito di questo comma comunicazioni, invece, abbiamo visto un atteggiamento diverso, volto ad addossare colpe non si sa bene a chi, in merito a una vicenda ancora in corso. Credo quindi che il rispetto istituzionale, come lo si tiene in alcune commissioni, debba essere mantenuto soprattutto in quest’Aula consiliare, a tutela del sistema bancario e finanziario. Ribadisco infine che il Governo seguirà con attenzione l’evolversi della situazione e attuerà tutti gli strumenti a sua disposizione per fare piena luce sulla vicenda.
Maria Luisa Berti (AR): Mi ha colpito anche il richiamo del consigliere Merlini a tenere in considerazione i problemi reali dei nostri cittadini, problemi che riguardano la difficoltà di far fronte alle emergenze economiche e di arrivare a fine mese. Tante famiglie vivono queste difficoltà, e questo è certamente un tema su cui la politica deve impegnarsi e dare risposte. Tutti siamo chiamati a fare piccoli o grandi sacrifici, a seconda delle capacità economiche di ciascuno. Francamente, alcuni interventi mi hanno lasciato l’amaro in bocca, perché sembra che ci sia sempre la corsa a gettare fango su ciò che è il nostro Paese, le nostre istituzioni, la politica, la nostra economia. Lo stiamo facendo anche oggi, in quest’Aula, su determinati fronti, cogliendo come spunto il tema di maggiore attualità politica di questi giorni: quello della Banca di San Marino. Secondo me stiamo compiendo un esercizio di gravità e di danno estremi, perché in questo modo non evidenziamo ciò che dovremmo invece sottolineare: che nel nostro Paese molte cose stanno funzionando e hanno dimostrato di funzionare anche in questa particolare situazione. Forse con tempi non immediati, ma comunque ci sono stati strumenti e presidi che hanno permesso di evitare che determinate operazioni venissero perfezionate. Il nostro sforzo dovrebbe essere quello di apprezzare questi interventi piuttosto che criticarli. Oggi più che mai dovremmo mandare messaggi diversi, perché ogni parola che pronunciamo in quest’Aula ha un peso e delle ricadute, sia tra i cittadini sia tra gli investitori, e influenza anche coloro che, dall’esterno, mantengono un legame con il nostro Paese. Questo non deve appartenere a una parte o all’altra: la ricerca della verità deve essere un’esigenza collettiva, come ha ricordato il consigliere Bronzetti. È questo il messaggio che tutti dobbiamo dare. In quest’Aula non dobbiamo fare cronaca giudiziaria, ma sostenere il nostro sistema bancario, affinché abbia tutti gli strumenti e gli indirizzi più utili per svolgere il proprio compito nell’interesse dei cittadini e di coloro che investono nelle nostre banche. Dobbiamo fare in modo che questo Paese cresca. Penso che, con senso di responsabilità, dobbiamo cercare di attuare eventuali correttivi laddove ci siano mancanze, ma lavorare insieme per il bene del Paese, non per affossarlo o denigrare le istituzioni e i presidi. Il sostegno deve essere totale, così come il messaggio di tranquillità che dobbiamo dare all’esterno, a tutti coloro che affidano il proprio denaro ai nostri istituti bancari, in particolare alla Banca di San Marino. Purtroppo, a volte, ciò che manca di più è proprio la competenza, e quindi non sempre si hanno le capacità per valutare la bontà di determinate operazioni rispetto ad altre. Su questo fronte dobbiamo fare un maggiore sforzo. Il nostro Paese ha molto da dimostrare in termini di positività, in tutti i settori dell’economia, delle istituzioni, degli apparati pubblici e anche della politica. Ripeto: oggi da quest’Aula deve uscire un messaggio positivo.
Giuseppe Maria Morganti (Libera): Penso che il nostro sistema democratico abbia il dovere oggettivo di rendere immediatamente edotta la popolazione di ciò che accade, perché la popolazione è matura per comprendere, e perché mantenere i segreti significa accentuare la gravità degli eventi. Sarebbe stato tanto facile esprimere un concetto semplice: non c’è alcuna correlazione tra l’andamento della banca e la proprietà che agiva autonomamente per tentare di cedere il pacchetto di maggioranza. Sarebbe stato semplicissimo dire questo, e sarebbe stato un elemento rassicurante che non avrebbe creato i problemi che purtroppo si sono generati. Sono molto felice che la popolazione, dopo qualche giorno e dopo qualche informazione in più, abbia compreso che non ci sono rischi, perché la banca è solida e la struttura patrimoniale, non solo di Banca di San Marino ma di tutto il nostro sistema bancario, va consolidata ma gode di buona salute, soprattutto nella parte della liquidità. Il nostro sistema è solido, le nostre banche sono solide, e mi fa piacere che i correntisti lo stiano comprendendo e che addirittura abbiano invertito la tendenza, passando dai prelievi ai versamenti. Credo che il problema vero, al di là della cessione di Banca di San Marino, non sia prettamente economico, ma sia politico. Continuo a sostenerlo: già da maggio scorso mi sono espresso pubblicamente per dire che la costruzione di questa operazione era sbagliata. Non perché i potenziali investitori non fossero credibili o affidabili ma perché bastava osservare come si erano comportati nell’Europa dell’Est, in Romania in particolare. Dal 2006 il nostro Paese è indirizzato sulla strada della trasparenza, della compliance e dei migliori comportamenti. Perché allora, proprio in questo momento, adottare un comportamento peggiore? Si è tentato di approvare un’operazione soggetta alla vigilanza poco prima dell’entrata in funzione della nuova vigilanza incrociata, che finalmente — come ha ricordato questa mattina il consigliere Iro Belluzzi — consentirà di sapere in modo oggettivo se ciò che avviene nel nostro sistema è trasparente e virtuoso. Si stava tentando di fare questa operazione un mese prima che entrasse in vigore questo nuovo meccanismo. Perché? Perché se voglio compiere una marachella, la compio prima che qualcuno mi possa controllare. Mi sembra che questa fosse la logica attorno alla quale si ragionava. Dobbiamo trovare il modo di rilanciare e mantenere con forza il nostro percorso di trasparenza, quello che ci deve portare verso l’Unione Europea attraverso l’Accordo di Associazione, e farci diventare un’economia sempre più affidabile e aperta a investitori sani, che vengano a San Marino per fare affari nella piena legalità. Il problema sostanziale è che il mondo finanziario per noi è strategico. È un settore in cui ci giochiamo il futuro — non il nostro, che ormai conta poco, ma quello dei nostri ragazzi e dei nostri giovani. Se non rigeneriamo e stabilizziamo questo futuro, non potremo costruire nulla di duraturo. Dico una cosa fondamentale, e la dico anche agli alleati di governo: abbiamo costituito questo governo per proseguire sulla strada della trasparenza, non per altro. Tuttavia, stanno diventando troppe le occasioni in cui questa strada viene deviata, e questo non va bene. Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza: l’opposizione fa il suo ruolo, come è giusto che sia, ma su questo punto ci tengo moltissimo. Quel percorso virtuoso iniziato tanti anni fa è costato tanti sacrifici al nostro Paese: ha ridotto il PIL, ha distrutto sistemi, ma ha fatto anche molta pulizia. Ebbene, quella strada dobbiamo continuarla in pieno e non possiamo cedere al peso di pressioni e interessi che ci portano nella direzione sbagliata. La questione è politica prima ancora che economica. Vogliamo rimetterci sulla strada giusta? Io credo che le potenzialità ci siano ancora. Credo anche che alle opposizioni si debba chiedere un contributo in questa direzione. Signori, vogliamo davvero entrare nell’Unione Europea? Con questa discriminante, con queste criticità interne, non ce la faremo. Al di là della firma dell’Accordo, che arriverà o non arriverà, il vero problema è che non abbiamo ancora le condizioni interne necessarie.
Enrico Carattoni (RF): Io vivo un momento di smarrimento, perché le vicende che hanno contrassegnato la cronaca e il dibattito politico degli ultimi dieci giorni hanno avuto un punto di caduta oggi in Consiglio Grande e Generale che sembra essere l’esatto opposto di quello che la cittadinanza si aspettava e, soprattutto, non hanno saputo fornire un contributo serio rispetto alle problematiche cui siamo di fronte. Nessuno di noi si è mai permesso di togliere il sostegno all’istituto Banca di San Marino, che è un istituto solido e che merita tutto il nostro sostegno.Dopo giorni di informazioni e voci che si rincorrevano, mercoledì scorso, 22 ottobre, è uscito un comunicato stampa congiunto delle forze di opposizione nel quale non si faceva riferimento a nessun soggetto bancario né a emergenze: si esprimevano forti preoccupazioni ricevute da ampi settori della società civile, della cittadinanza e di varie organizzazioni. Lo stesso giorno è uscito un comunicato di Banca Centrale che, con una velata minaccia nei confronti delle forze di opposizione ree di aver detto che c’era un problema e di aver chiesto spiegazioni, dichiarava per la prima volta che Banca di San Marino era solida e che andava tutto bene. Questi sono i fatti, nudi e crudi, per come sono stati rappresentati. Sfiderei a trovare un atteggiamento non costruttivo da parte delle opposizioni. Il segretario Canti prima ha detto: “Addossate le responsabilità; non si capisce a chi.” Canti, se non l’ha capito glielo spiego io: le responsabilità politiche le addossiamo a voi, le addossiamo al Congresso di Stato. È certo che la magistratura deve fare il suo corso e Banca Centrale il suo, ma questa vicenda ha una dimensione politica. Chi ha dato la dimensione politica a questo tema? Chi ha voluto dare un’impronta politica alla cessione del pacchetto azionario di Banca di San Marino? Siete stati voi, nel momento in cui un Segretario di Stato alle Finanze ci dice candidamente: “Partecipo alle assemblee dell’Ente Cassa, ma non come Segretario di Stato: come privato cittadino”, come se potesse scindersi. Secondo tema: è stata inviata una lettera non sottratta sotto banco, ma allegata a un comunicato stampa diffuso a tutti gli organi di informazione, dell’allora Presidente dell’Ente Cassa di Faetano, che diceva: votare contro questa cessione vuol dire andare contro il parere di Banca Centrale e della Segreteria di Stato per le Finanze. Lo avete detto o no? È uscita una riga di smentita dal 25 settembre ad oggi da parte di Banca Centrale o della Segreteria di Stato per le Finanze? No. Solo dopo la vicenda giudiziaria Banca Centrale ha messo la parola fine alla cessione. Questo non vuol dire avere anticorpi: vuol dire essere un malato grave. Se Banca Centrale avesse fatto il proprio dovere, avrebbe dovuto smentire immediatamente il Presidente dell’Ente Cassa e capire fin da subito che quell’operazione poteva non reggere, se quelli erano i presupposti. Infine, non me ne vorranno i compagni di Libera e PSD per questo rilievo: nel 2019 su una vicenda analoga fu fatta una commissione d’inchiesta prima delle indagini e fu fatto cadere un governo. Oggi ci si limita a qualche strale in comma comunicazioni e poi si mette la polvere sotto il tappeto.
Dalibor Riccardi (Libera): Ci sono tante sfide in questo Paese. Alcune arriveranno a breve, come quella dell’ICEE. Alcune sono molto pressanti e fondamentali. Mi riferisco, ad esempio, all’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Non vogliamo in alcun modo essere tacciati di voler fare troppa pressione, ma credo che la Segreteria di Stato abbia fatto un buon lavoro, coinvolgendo, attraverso la commissione mista, diversi riferimenti all’interno della Commissione Esteri preposta. L’ho già detto personalmente al Segretario durante una commissione mista: questo percorso merita una maggiore approfondimento, comunicazione e attenzione, per spiegare al meglio l’accordo anche alla cittadinanza e a chi non ha la possibilità di partecipare alle commissioni politiche. È importante comunicare correttamente le motivazioni per le quali tutta la politica sostiene questo percorso. Invito quindi il governo, nella figura del Segretario Beccari, a continuare su questa strada di comunicazione importante, con grande attenzione al fatto che per noi questo accordo è strategico e fondamentale. Ci sono poi altre tematiche che non sono state ancora affrontate ma che devono essere presenti nell’agenda politica del Paese: misure di sostegno, temi che sono da tempo sul tavolo della politica e sui quali dobbiamo iniziare a dare risposte serie. Il mio non è un intervento critico, ma di stimolo, perché in questo Paese, dove la mia forza politica fa parte della maggioranza, è stato sottoscritto un patto di governo chiaro e fermo, coerente con il messaggio della Reggenza: essere costruttori di futuro. Per essere costruttori di futuro non si può restare fermi. Bisogna continuare a stimolare l’azione di tutti, in primis della maggioranza: quindi è uno stimolo a noi stessi. Quanto al tema del giorno, io non ho tutti gli elementi per dare indicazioni come hanno fatto altri colleghi rispetto alla solidità dell’istituto, ma sono assolutamente certo che chi ne ha più contezza di me lo ha fatto con grande serietà e fermezza. Primo: siamo nel 2025, in un Paese dove la comunicazione è fondamentale. Serve una comunicazione celere, capace di rassicurare e di delineare chiaramente i contorni di una vicenda. Una mancata comunicazione, o una comunicazione tardiva, nel 2025 produce l’effetto opposto: crea confusione e genera distorsioni che possono causare danni importanti. Ho sentito parlare di “anticorpi”, ma io voglio parlare anche di “anti-anticorpi”: quelle figure che ancora oggi godono di credibilità nel nostro Paese, dopo che non è la prima volta che inciampano o che si ritrovano in situazioni particolari. Sono convinto che il nostro Paese sia attrattivo in moltissimi ambiti e che tante persone e soggetti con volontà seria di investire continueranno a farlo costantemente. Ma ci sono altre figure che si radicano in certi sistemi e vengono sempre attratte dai cosiddetti “anti-anticorpi”. Bisognerà che chi ancora dà loro credito, o chi permette che godano di tale credibilità, faccia una riflessione seria dentro quest’Aula. Perché non possiamo più permetterci queste “figuracce” fuori dal nostro contesto: sono figuracce che ci fanno inciampare in un percorso che da anni, come ha ricordato il collega Morganti, abbiamo costruito con grandi sforzi. La credibilità si guadagna sul campo, e non possiamo permetterci di inciampare costantemente, soprattutto su temi per i quali questo Paese ha già pagato tanto e non deve più pagare a causa di qualcuno o dei soliti “anti-anticorpi”. Invito quindi i colleghi a continuare in questo percorso virtuoso fatto di trasparenza e sviluppo serio, in tutti i contesti. Un plauso va sicuramente fatto alle istituzioni del nostro Paese, che svolgono il loro lavoro con competenza e, a volte, ci salvano anche la faccia da alcune situazioni.
Mirko Dolcini (D-ML): Prima di entrare nelle riflessioni sulla vicenda di Banca di San Marino, volevo porre l’attenzione sulle due sentenze del Collegio dei Garanti relative al referendum sull’Accordo di associazione. Sulla prima, senza entrare nel merito del dispositivo o del mancato riconoscimento della possibilità di fare il referendum, ci sono però degli elementi importanti. Il Collegio dei Garanti, nella sua sentenza afferma, testualmente, “l’importanza democratica dell’istituto referendario, specie su tematiche particolarmente rilevanti come quella dell’accordo di associazione”. E infine: “L’ammissibilità di referendum confermativi, riferiti al testo finale e definitivo dell’accordo quale risultante nella legge di ratifica, è funzionale alla volontà di assicurare la necessaria coerenza tra la volontà del corpo elettorale e quella espressa dall’organo rappresentativo”. Che cosa ci dice, dunque, il Collegio dei Garanti in questa sentenza? Ci dice che si può fare il referendum confermativo, quello che noi di Domani Motus Liberi abbiamo sempre sostenuto: il referendum confermativo di iniziativa consiliare può essere fatto. Oggi il Segretario di Stato agli Esteri ha detto: “Non abbiamo voluto, come governo, influenzare il Collegio dei Garanti sull’ammissibilità”. Ciò che il governo dovrebbe fare è sollecitare il referendum confermativo di iniziativa consiliare, per un motivo ben preciso. La sentenza del Collegio dei Garanti afferma che chi nega il referendum per paura del “no” pone in essere un atteggiamento anticostituzionale. Eppure la percezione è proprio questa: che non si voglia fare il referendum perché si teme che la gente voti “no”. Semmai, bisogna spiegare alla popolazione la bontà dell’accordo, qualora essa vi sia, e affrontare il referendum con trasparenza e rispetto per la democrazia. Poi c’è un altro tema: quello della copertura costituzionale dell’accordo. Quando un Paese come il nostro delega la propria sovranità normativa all’Unione Europea, in materia di normative commerciali ed economiche, non ha alcuna copertura costituzionale, o quantomeno una valutazione in tal senso andrebbe fatta. La nostra copertura costituzionale vale infatti solo per le norme di diritto internazionale generalmente riconosciute, cioè quelle che tutelano i diritti fondamentali e umani, non le materie economiche e commerciali. Eppure, noi non ci poniamo questi problemi. Guardate che non sarebbe un ostacolo insormontabile: basterebbe una riforma costituzionale, modificando quella parte della Dichiarazione dei Diritti. Noi invece procediamo senza neppure ragionare in punta di diritto, affrontando l’Accordo di associazione senza un reale coinvolgimento della popolazione. Questo è atto di arroganza e superficialità, come il governo sta dimostrando da tempo. La stessa arroganza e superficialità si sono manifestate anche nella questione del pedofilo: si è cercato di annacquare tutto, di dire che “va tutto bene, è tutto sotto controllo”, fino ad arrivare alla vicenda di Banca di San Marino. Si è detto: “Le opposizioni sono uscite con un comunicato che ha messo paura.” Ma stiamo scherzando? Le voci giravano da almeno una settimana. E quando circolano voci incontrollate che possono creare danni – anche ingiustamente – agli istituti di credito, è dovere di chi governa intervenire subito per fermarle, pilotarle, calmierarle. Ricordo che il compito del governo è governare, non nascondere i problemi sotto il tappeto dicendo: “Ci penserà il Tribunale.” No. Il governo deve gestire le situazioni, anche le più spinose. E quando sento dire: “Voi opposizioni contestate sempre tutto”, rispondo: primo, non è vero. Secondo: anche se fosse, è il nostro ruolo istituzionale. Se contestiamo, voi dovete comunque confrontarvi con noi, spiegando dove sbagliamo, dove critichiamo a torto, e comunicarlo anche all’esterno.
Gian Carlo Venturini (PDCS): Credo che oggi il tema principale sia la situazione oggetto di discussione, cioè quella della Banca di San Marino, dell’Ente Banca di San Marino. Abbiamo ascoltato la ricostruzione fiabesca del collega Zeppa, così come la ricostruzione del collega Zonzini che forse si è dimenticato un po’ di quali sono le modalità di approccio di fronte a procedimenti anche giudiziari. Al di là delle ricostruzioni rocambolesche, credo vada evidenziato un aspetto: oggi la Banca di San Marino è dei sammarinesi; non è stata ceduta. La banca sta svolgendo, grazie al lavoro assiduo e attento dei suoi dipendenti e dei suoi vertici, il proprio compito, affrontando una situazione delicata e importante, in cui era iniziata la preoccupazione da parte dei correntisti e dei risparmiatori. In tutto questo, oltre al plauso ai dipendenti e ai vertici che stanno affrontando la situazione con delicatezza e competenza, dobbiamo tener conto che questa situazione oggi è determinata non da segnalazioni o atti esterni, ma da atti compiuti dai nostri organismi internamente. Abbiamo appreso dalla stampa di segnalazioni, interventi e approfondimenti, fino al punto che è stata investita del problema anche l’autorità giudiziaria, che ha proceduto per quanto di competenza. Come ogni cittadino, auspico che possa completare il suo lavoro in ogni ambito di competenza e di approfondimento, perché, se ci sono situazioni non chiare o reati commessi, i responsabili devono essere individuati e puniti. E’ difficile, a volte, ascoltare alcuni consiglieri che inneggiano alla trasparenza e alla legalità, e dimenticare, perché siamo purtroppo di memoria corta, quando fra questi esponenti vi erano soggetti che difendevano, in un certo periodo e in particolare tra il 2017 e il 2019, Savorelli. È sotto gli occhi di tutti ciò che è emerso a carico di Cassa di Risparmio e anche di altre banche, che oggi i contribuenti stanno pagando: la situazione di Banca CIS, Asset, Cassa di Risparmio. Ce le siamo già dimenticate? Questi sono atti che oggi ci si dimentica. Oggi si fanno i moralisti, quando io e i miei colleghi, in quegli anni, per aver cercato di evidenziare situazioni che a nostro avviso erano opache, ci siamo beccati denunce da parte di quelli che oggi sono i principali imputati. Diciamo: non sono stati sufficienti, hanno funzionato limitatamente, verifichiamo i tempi, verifichiamo le modalità, verifichiamo se dobbiamo fare qualcos’altro. Ma intanto qualcosa ha funzionato. Non denigriamo soltanto l’operato svolto, perché non fa altro che creare preoccupazione nei risparmiatori e nei correntisti di quella banca che, qualora vada in difficoltà, diventa un problema di tutta la collettività. Stiamo attenti a fare certe affermazioni: questo non vuol dire non fare ciò che dobbiamo fare nella massima chiarezza, trasparenza e celerità. Se c’è qualcuno che ha sbagliato, risponderà per quello che ha sbagliato, qualunque sia il soggetto e senza, come qualcuno vuole far passare impropriamente, tirare in ballo appartenenze politiche. Il problema è diverso: ci sono gli organismi che fanno il loro lavoro, devono farlo e devono proseguire la loro funzione. Poi i conti li faremo alla fine, una volta che ci siano tutti gli elementi in mano, tutti quanti alla luce del sole, nella chiarezza e nella massima trasparenza possibile.
Sara Conti (RF): La responsabilità, colleghi, è la capacità di rispondere delle proprie azioni e accettarne le conseguenze. Ma è certamente riconducibile anche al ruolo che ricopriamo, e parlo in questo caso di responsabilità politica. Questa è la ragione che ci spinge a mantenere un atteggiamento prudente, per coerenza con quanto appena sostenuto. Ma questo, cari colleghi, non significa dimenticare, non significa non vedere, non significa fingere che vada tutto bene. Quegli stessi consiglieri che oggi richiamano alla responsabilità non hanno esitato in passato ad atteggiarsi in maniera inqualificabile, attaccando l’avversario politico con la bava alla bocca. Non ce lo dimentichiamo. Alcuni consiglieri di maggioranza e Segretari di Stato si sono espressi pubblicamente, sostenendo con forza la vendita della Banca di San Marino all’investitore bulgaro. Ci è stato chiesto, e noi eravamo presenti in Commissione Finanze, esplicitamente, di sostenerla anche noi. Sarebbe facile speculare su tutte queste uscite totalmente inopportune di consiglieri e Segretari di Stato, che si sono espressi in questi lunghi mesi nei quali si è dibattuto sull’operazione Banca di San Marino. Non lo faremo. Ma è un dato politico il fatto che uno dei maggiori sponsor di questa operazione sia stato proprio il partito di maggioranza relativa. Il dato di fatto è che, mentre governo, tribunale e Banca Centrale si scambiavano complimenti e pacche sulle spalle negli ultimi giorni, l’unico organismo di controllo che sembra aver svolto tempestivamente ed efficacemente il proprio ruolo è stato AIF. Mentre Banca Centrale è rimasta latitante per un anno, senza produrre la relazione autorizzativa, abbiamo dovuto aspettare che finalmente qualcuno facesse il proprio lavoro e dimostrasse che, forse, un po’ di anticorpi in qualche organismo di controllo ci sono. Ci si chiede però come sia possibile che sia dovuto intervenire il tribunale a seguito di una segnalazione, con arresti, prima ancora che fosse resa pubblica la mancata autorizzazione alla vendita. Anche noi, quindi, ci siamo trovati a dover dire che non sapevamo cosa rispondere, se non ciò che leggevamo a spizzichi e bocconi sulla stampa, perché il governo non è stato in grado di dare risposte. Ed è altrettanto inaccettabile l’atteggiamento, lo devo dire, di un Segretario alle Finanze che dichiara pubblicamente di sostenere la vendita e oggi, qui in Aula, afferma che in quel momento non stava parlando come segretario. Non abbiamo l’anello al naso e non abbiamo intenzione di fare sconti a nessuno. Le responsabilità politiche andranno chiarite all’interno di quest’Aula, e noi vogliamo che chiarezza venga fatta. Non tollereremo oltre l’atteggiamento omertoso di un governo che, pur di non creare crepe ormai evidenti, copre e difende qualsiasi azione dei Segretari di Stato. Lo abbiamo visto in questi mesi con episodi molto gravi, come la copertura del pedofilo che ha potuto continuare per mesi a lavorare nelle scuole, a contatto con i bambini. Lo abbiamo visto nel modo in cui, in maniera segreta, vengono portate avanti certe operazioni. Benissimo, noi saremo sempre un’opposizione responsabile, ma per fortuna rimaniamo vigili, e di sicuro non mancheremo di cercare la verità.
Segretario di Stato Matteo Ciacci: La fiducia si guadagna goccia dopo goccia, ma si perde a litri. La fiducia è un elemento fondamentale e imprescindibile per il sistema economico, per quello istituzionale e, ancor di più, per il sistema bancario e finanziario. Abbiamo scritto miriadi di righe, di relazioni, di affermazioni importanti nelle Commissioni d’inchiesta che si sono succedute. E lo voglio dire a chi è intervenuto prima di me: le Commissioni d’inchiesta non hanno fatto cadere i governi. Le motivazioni per cui nel 2019 i governi sono caduti sono assolutamente differenti da quelle che ancora oggi si vuole far credere. Detto questo, credo che oggi la fiducia vada assolutamente rimarcata e che il sistema debba rispondere “presente”. Non mi scandalizzano le prese di posizione dell’opposizione, ci mancherebbe altro. Ma, cari colleghi di opposizione, quando eravamo in CCR e dovevamo definire una strategia anche comunicativa rispetto a ciò che stava avvenendo in Banca di San Marino, non credete che ci siamo interrogati sul timing comunicativo? Certo che sì. È facile essere lì, dall’altra parte, a battagliare. Dicevo: è necessario ripercorrere un percorso di fiducia, perché la si perde velocemente, dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto come Paese per l’adeguamento agli standard internazionali, per l’avvicinamento al percorso di accordo di associazione, per la sottoscrizione di impegni anche sul sistema bancario. Oggi è arrivato il momento di rimarcare con forza questi aspetti, con le buone azioni. Basta pressioni sulla Banca Centrale rispetto alla vendita delle banche: le abbiamo già viste nel 2019, quando si premeva su Banca Centrale per vendere. Dobbiamo avere gli anticorpi politici e istituzionali per fare in modo che la storia non si ripeta. Il Comitato Credito e Risparmio ha audito una sola circostanza l’Ente Cassa di Faetano, che ci ha espresso in maniera estremamente sommaria l’ipotetico investitore. Noi abbiamo detto: bene, si presenti la richiesta eventuale di vendita e la vigilanza agisca per quanto di sua competenza. La vigilanza ha agito, ha fatto un’istruttoria. Banca Centrale ci ha riferito che, per una vendita di un pacchetto azionario superiore al 50%, è prevista un’istruttoria robusta e adeguatamente motivata. Attenzione, perché magari cambiano gli interlocutori politici, e magari quegli interlocutori tornano a dialogare fra loro. Ultimo aspetto, il più politico: è arrivato il momento — e qui credo che noi in maggioranza lo abbiamo detto chiaramente — che l’addendum con l’Italia venga sostanziato, concretizzato e reso applicabile al nostro sistema. Questo è l’unico aspetto su cui dovremmo essere tutti impegnati, nell’ambito dell’accordo di associazione con l’Unione Europea: fare in modo che la nostra vigilanza sia sostenuta, supportata e irrobustita, affinché situazioni simili vengano prevenute. Perché la prevenzione e la fiducia sono elementi imprescindibili per il nostro sistema, di cui tutti noi abbiamo a cuore le sorti.
Gian Nicola Berti (AR): Forse a qualcuno dell’opposizione va ricordato cosa successe già nel 2010, quando venne allontanato Caringi perché si rendeva conto che c’era una Banca CIS che aveva già un capitale sociale negativo. A quel punto cominciarono a uscire notizie contro Caringi per fare in modo di mandarlo via, e venne mandato via perché si doveva “salvare” Banca Centrale e anche il governo di allora, perché Marino Grandoni, i suoi uomini, il suo partito minacciava di uscire dal governo. Quella stessa storia si ripete quando Banca Partner riesce a impadronirsi di Banca CIS; una banca minuscola, senza capitale, che per vivere si mangia qualcosa di più “grasso” di lei. Succede che si tenta l’operazione di fusione tra Banca di San Marino e Cassa di Risparmio. Si svaluta completamente Cassa di Risparmio all’inverosimile perché sia aggredibile da un investitore. A questo punto Banca CIS forse sarebbe riuscita a sopravvivere. Non è stato così per Banca CIS, nonostante gli interventi e le pressioni di un partito politico qui presente in Aula, che oggi cerca di mandare tutto a carte quarantotto per dimostrare che tutto è rimasto come all’epoca, che ancora le banche saltano. Purtroppo le banche non saltano più perché abbiamo creato una vigilanza che funziona, abbiamo un’Agenzia di Informazione Finanziaria che funziona e abbiamo un Tribunale. Mia cara consigliera Conti, forse se n’è dimenticata: abbiamo un Tribunale che funziona, e funziona talmente bene che non dà nessun tipo di informazione neanche al Segretario alla Giustizia. I tempi sono cambiati: non c’è più Nicola Renzi alla Giustizia che decideva con il suo giudice e col suo giornalista chi si doveva mettere al pubblico ludibrio. La stessa cosa successe col conto Mazzini, dove un manipolo — forse di delinquenti — venne messo sotto processo, però non si decise di fare un processo vero e proprio: si decise di rimuovere dall’agone politico sammarinese tutta una classe politica per sostituirla con un’altra. Se la notizia è che hanno arrestato dei potenziali corrotti, dico: benissimo. Vuol dire che il sistema funziona, vuol dire che Banca di San Marino è sana, che qualcuno addirittura paga tangenti — tangenti milionarie — per appropriarsene. Guarda caso, la fuoriuscita di denaro da Banca di San Marino — che per fortuna si è interrotta — è iniziata nel momento successivo alla vostra comunicazione. È un dato economico, che tutti potremo eventualmente verificare, perché forse certe comunicazioni fatte in un certo modo, senza una ragione politica evidente, possono indurre ad aprire fascicoli di un certo tipo. Vorrei dire che i tempi di Banca Centrale vanno giustificati e chiariti, per la difficoltà di valutare l’idoneità di un soggetto estero — benché europeo — a entrare nel sistema economico sammarinese. Come lo si valuta? Esclusivamente attraverso richieste alle autorità di vigilanza dei Paesi di riferimento, da dove provengono e da dove hanno capitali. Di sicuro mi sembra che Banca Centrale abbia cercato di fare la sua parte nel modo migliore, insieme alle altre componenti dello Stato, che sono le uniche componenti che hanno diritto di parola su questa vicenda. La politica, su questa vicenda, forse dovrebbe starsene fuori. Ricordo che c’era anche qualche consigliere dell’opposizione favorevole al 51%, alla rimozione del 51% della partecipazione della banca. Perché lo dico? Perché è una cosa normalissima: chiunque sia favorevole al concetto di approccio europeo sa perfettamente che uno degli elementi è la libera circolazione dei capitali. Ribadisco quanto dissi all’epoca, più volte, quando si è dibattuto su questo tema: l’unica cosa che dobbiamo fare è fare in modo che la nostra vigilanza abbia tutte le informazioni possibili e tutto il sostegno possibile da parte nostra per fare la miglior istruttoria. Al consigliere Zeppa vorrei dire che ho sorriso anch’io sentendo la storia di “Tangentino”. Però non sarebbe male se ogni tanto raccontasse anche la storia di una San Marino diversa, nella quale anche il suo partito ha collaborato attivamente per superare una fase storica che oggi è ben diversa. Da quell’epoca — mi riferisco a Confuorti, Grais e la banda, ancora sotto processo avanti al nostro Tribunale — si sono abbandonate, per fortuna, le leve di potere dopo una protezione politica che conosciamo tutti molto bene. È evidente che oggi c’è una San Marino che può funzionare.
Fabio Righi (D-ML): Concentrerò l’intervento sul tema caldo di oggi: la Banca di San Marino. Prima di entrare negli aspetti specifici, voglio dare un messaggio chiaro a scanso di equivoci e in aderenza a un principio di responsabilità doveroso in un’Aula istituzionale: il dibattito politico non può travalicare i confini dell’aspetto politico ed entrare nel campo dell’economia, soprattutto su un settore delicato come quello bancario. Dunque, ciò che diciamo in quest’Aula non riguarda la tenuta dell’istituto bancario Banca di San Marino. Dovete però comprendere che la questione è tutt’altro che conclusa. Mi pare di aver capito dagli interventi dei consiglieri di maggioranza, che mancano informazioni e che arriverà il tempo per ulteriori analisi. È altrettanto vero che è faticoso venire in quest’Aula a richiamare parole come fiducia e responsabilità quando le dinamiche della vicenda sono note. Tutto ciò che è stato detto sul rafforzamento dei presidi di sicurezza e degli anticorpi è vero. Il Paese ha fatto un percorso. Ma c’è un tema che sfugge: questa operazione — così come gli interventi che hanno determinato un panico generalizzato sul sistema — vengono dalla stessa maggioranza. Chi, ad aprile, ha scritto su un post social che Banca di San Marino era fallita? L’allora sindaco di Banca Centrale, fratello di un Segretario di Stato. Chi ha fatto dipendere in modo vitale l’operazione discussa oggi dalla tenuta dell’istituto bancario? Il Presidente dell’Ente Cassa Quando chiedete responsabilità e vi riempite la bocca di valori e principi, a chi lo state dicendo? Non chiediamo informazioni sull’autorità giudiziaria ma sottolineiamo aspetti che già oggi determinano responsabilità politiche impressionanti. In un mondo normale, nel rispetto dei ruoli, ci sarebbe stato un coinvolgimento dell’opposizione e una spiegazione dettagliata. Non significa mettere le mani nei fascicoli; significa che operazioni del genere, in un Paese piccolo, devono essere attenzionate anche dal mondo politico, chiamato a garantire equilibrio e tenuta del sistema. È difficile credere al racconto che fate in quest’Aula. Poi che anticorpi ci siano stati rispetto a una volta, bene: hanno fatto il loro lavoro. Le tempistiche sono un altro tema. Ma è questo che vi sfugge e tutto ciò che ne è conseguito. Se la politica avesse fatto ciò che è stato chiesto a più riprese — programmi decennali per sviluppare il sistema finanziario, criteri per ingaggiare il sistema, un piano di sviluppo economico — il quadro sarebbe diverso. Tutto questo non c’è. Dice bene il Segretario Ciacci: vogliamo vedere l’addendum, vogliamo capire come intendete risolvere il tema della vigilanza. È ciò che chiediamo da sempre: qual è la vostra visione della vigilanza? Se lo chiedete a noi, come partito, noi un’idea ce l’abbiamo. La mancanza di questi elementi porta a situazioni in cui si analizza tutto caso per caso, in base all’interesse dell’uno o dell’altro. Si può andare avanti così? No.
Righi dà quindi lettura di un ordine del giorno per impegnare “il Congresso di Stato, d’intesa con le competenti Segreterie di Stato e gli uffici competenti: a procedere a una ricognizione dei principi di diritto consolidati nella giurisprudenza del Tribunale della Repubblica di San Marino, mediante la catalogazione per materia; a istituire un tavolo di lavoro entro il 31 dicembre 2025, con il compito di coordinare l’attività, composto da un rappresentante per ciascuno dei competenti uffici della PA, un rappresentante dell’Ordine degli Avvocati e Notai, uno dell’Istituto Giuridico Sammarinese e uno del Tribunale; a disciplinare il metodo di lavoro del tavolo, prevedendo criteri di selezione dei principi giurisprudenziali consolidati (stabilità nel tempo, reiterazione, richiami in decisioni superiori, assenza di contrasti interpretativi), consultazioni pubbliche mirate con portatori di interesse, redazione di relazioni illustrative che diano conto dei principi recepiti e delle scelte di tecnica normativa adottate; a presentare alla Commissione Consiliare Permanente I un cronoprogramma e una relazione sullo stato di avanzamento delle attività entro il 31/03/2026, con successivi aggiornamenti semestrali, indicando i settori interessati, il lavoro svolto e gli effetti attesi in termini di semplificazione e certezza del diritto; a promuovere la conoscibilità del lavoro svolto mediante pubblicazione coordinata dei testi elaborati su piattaforme ufficiali, iniziative di formazione per operatori del diritto e personale della PA, e strumenti di consultazione accessibili a cittadini e imprese.
Manuel Ciavatta (PDCS): Comincio il mio intervento contestualizzando la situazione, perché, a mio avviso, nessuno è ripartito da dove siamo partiti per arrivare alla situazione di oggi. Siamo partiti dagli anni 2017 in avanti, in cui, con Rete, la Dc ha fatto la battaglia contro un sistema che stava invadendo il Paese. Abbiamo dovuto ricostruire il sistema bancario, abbiamo dovuto ricostruire il Tribunale, che qualcuno qui vicino diceva essere “terra da ceci”. Partiamo da qui e partiamo da un progetto in cui il governo scorso, con Rete, con Libera e con il PSD, piano piano ha fatto riprendere vigore al sistema bancario; piano piano le banche si sono consolidate; piano piano il progetto degli NPL è stato portato avanti ed oggi le banche stanno recuperando patrimonio; piano piano le banche si dovevano ripatrimonializzare. È per questo che anche la Banca di San Marino e l’Ente Cassa hanno fatto questo bando ed è emerso questo investitore tra altri. È per questo che governo e maggioranza non hanno mai detto niente contro, finché non ci sarebbe stato un problema evidente, perché non era il governo e la maggioranza a dover dire “investitore sì” o “investitore no”: prima di tutto era un rapporto tra privati, in questo caso una banca privata, e poi gli organismi di vigilanza a dover approvare o meno quel progetto. Questo è successo e non si può oggi dire, signori, che siamo responsabili quando da quest’Aula ancora si nega che Banca Centrale e il Tribunale siano in grado di fare il loro lavoro. Questo significa dire, al contrario di ciò che succede, che il nostro sistema non ha gli anticorpi; invece li ha, gli anticorpi, e regge. Il problema è che non rispondono più solo a qualcuno: evidentemente questa è la verità. E su questo, visto che qualcuno ha chiesto alla maggioranza la questione politica, dico che la DC è l’unico attore che c’è sempre stato in questo percorso di rinnovamento. Credo che, se c’è un partito che ha dimostrato di voler bene al Paese, è la DC in questi anni, più di tutti gli altri. In questo la DC intende dare la propria impronta politica, ma non sulle scelte specifiche: sulle scelte che servono a dare al nostro Paese un respiro europeo, una solidità e un consolidamento di un sistema che si è ripreso e per il quale abbiamo fatto una gran fatica per ridare credibilità e fiducia al sistema bancario. Ci è voluta una gran fatica, e credo che qui dentro l’unico vero atto di responsabilità non è parlare: è non spostare i soldi dai conti correnti. In realtà volevo intervenire su qualcosa che credo sia enormemente più importante: quel barlume di pace che sta toccando la Palestina-Gaza, nonostante i continui attacchi e le riprese; la speranza che questo cessate il fuoco rimanga, con tutta la fatica che comporta. È evidente che se non si vuole ritornare sulle ferite bisogna avere il coraggio e la responsabilità di chiederla in maniera intelligente e vera, non per accusare gli altri quando non si è mai fatta assunzione di responsabilità per se stessi. È quello che succede anche a Gaza: si continua a sparare perché qualcuno vuole sempre dire l’ultima e dare la colpa a un altro, e credo che non aiuti. Concludo: credo che il nostro Paese abbia avuto, nel primo ottobre, dall’intervento del Commissario Šefčovič, un messaggio estremamente importante, che oggi quasi passa sotto traccia: ha detto che il percorso sta andando avanti e che c’è la volontà da parte dell’Unione Europea di chiudere l’accordo e fare la firma. È chiaro che questo è l’impegno più grosso e, in questo senso — e qui concludo — è chiaro che anche la questione dell’addendum è importante. Credo che con l’addendum la nostra vigilanza debba essere potenziata, e posso essere d’accordo che, se l’operazione fosse stata fatta dopo, forse ci potevano essere più strumenti, ma a volte i tempi sono questi.
Barbara Bollini (PDCS): Io parlerò di Rallylegend, perché durante questa manifestazione, soprattutto sui social, ci sono state molte dimostrazioni, molte persone che fanno tante domande e hanno molti dubbi. Ho preparato un intervento molto tecnico che può servire a tutti per dare risposte e chiarimenti. Si è svolta a San Marino dal 2 al 5 ottobre 2025 la manifestazione Rallylegend, giunta alla sua 23ª edizione. Vi do alcuni dati su come si svolge e si organizza questa manifestazione, così i cittadini che sono a casa e hanno dei dubbi possono trovare alcune risposte. Gli equipaggi partecipanti sono stati 185, più le squadre di assistenza. Anche il Rallylegend ha un contributo statale, come tutte le altre manifestazioni, e tale contributo serve a coprire solo una parte dei costi relativi alla sicurezza, che ammontano a circa 200.000 euro. A San Marino vengono occupate tutte le camere disponibili nella settimana del rally, e anzi la capienza è ampiamente sufficiente a coprire le richieste. Il servizio della Polizia Civile e della Gendarmeria è regolato da contributi previsti dalla normativa sulle manifestazioni, quindi la società organizzatrice paga tali servizi. Il costo della sicurezza, se includiamo i commissari di percorso, è di oltre 200.000 euro. La pulizia di strade, fossi e campi viene svolta immediatamente nelle ore successive allo svolgimento del rally, con la massima tempestività e attenzione, da una società specializzata. Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, l’organizzazione è interamente a carico dei costi dell’Azienda dei Servizi e dei Lavori Pubblici. Nei giorni dell’evento sono state stimate oltre 100.000 presenze, comprendenti non solo amanti del rally e futuri piloti o navigatori, ma anche famiglie e anziani. Il Rallylegend è una risorsa concreta per l’economia di San Marino, capace di dare nuove energie al commercio, al turismo e alla ricettività. Tuttavia non possiamo ignorare quanto è accaduto in questa edizione: un episodio specifico, causato da un comportamento irresponsabile di un giovane ragazzo, ha provocato feriti e danni in una zona tutelata del territorio. Nella conferenza stampa del Segretario di Stato allo Sport e del Governo di ieri, è stata annunciata un’implementazione delle misure di sicurezza, la modifica del Codice Penale e l’adozione di direttive per l’allineamento alla normativa italiana. Penso che sia un segno forte che la nostra Repubblica ha dato per far sì che lo sport possa svolgersi nel modo più tranquillo e sicuro possibile. Desidero, con spirito costruttivo, invitare l’organizzazione a potenziare ulteriormente le misure di sicurezza affinché episodi simili non si ripetano in futuro. Sappiamo che molto è già stato fatto e che la sicurezza è sempre stata una priorità, ma oggi più che mai è necessario rafforzare la prevenzione e il controllo, a tutela del pubblico, dei partecipanti e dell’ambiente che li ospita. Il Rallylegend deve continuare a essere ciò che da sempre rappresenta: una festa dello sport e della passione, vissuta nel rispetto delle regole, delle persone e della natura.
Oscar Mina (PDCS): Credo che anche questa comunicazione sia doverosa per l’Aula, in particolare per una nota che mi è pervenuta dal Presidente dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE, recentemente, il 6 settembre. In tale nota il Presidente esprime il suo plauso alla Repubblica di San Marino per la nostra recente adesione, adottata formalmente in occasione dell’80ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in cui abbiamo riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina a tutti gli effetti, come Stato sovrano e indipendente entro i confini internazionali riconosciuti, nel rispetto della risoluzione delle Nazioni Unite. Il Presidente oltre a complimentarsi con la nostra Repubblica e con la nostra delegazione, ha menzionato il fatto che questo atto si allinea con la Dichiarazione di Porto dello scorso luglio 2025, in cui l’Assemblea stessa invitava tutti gli Stati partecipanti che non avevano ancora preso in considerazione il riconoscimento formale dello Stato di Palestina — con Gerusalemme capitale condivisa — come contributo sostanziale al raggiungimento di una pace duratura tra Israele e Palestina. Ha sottolineato ancora una volta come la Repubblica di San Marino dia un rinnovato impulso a questa visione anche all’interno di tale organismo, in un momento in cui l’impegno internazionale per un ordine basato sulle regole è di vitale importanza, rappresentando al contempo il contributo di un piccolo Stato pragmatico alla stabilità e alla sicurezza del Medio Oriente, nel rafforzare il diritto internazionale e soprattutto il multilateralismo, al di là delle dimensioni di uno Stato. Ho dato una risposta, ribadendo che la nostra decisione si inserisce a pieno titolo in un percorso diplomatico iniziato nel 1996 con l’accordo sullo stabilimento delle relazioni con l’Autorità Nazionale Palestinese, percorso poi rafforzato da numerosi atti istituzionali, tra cui un ordine del giorno del nostro Consiglio Grande e Generale e l’accredito del primo ambasciatore palestinese a San Marino nel recente gennaio 2025. Ho altresì sottolineato che questo riconoscimento rappresenta la volontà unanime delle istituzioni e della comunità sammarinese, riaffermando a pieno titolo ancora una volta la nostra neutralità attiva, che da sempre contraddistingue la politica estera della Repubblica di San Marino: una neutralità presente, attenta, ma non indifferente di fronte agli scenari geopolitici, in tutti gli organismi internazionali nei quali siamo presenti.
Aida Maria Adele Selva (PDCS): Si parla spesso dei giovani, dei giovani che non si avvicinano alla politica. È ovvio che un giovane non può avvicinarsi alla politica con certi esempi. Se non vi è un esempio vero, coerente e concreto, è ovvio che non si può convincere qualcuno. Ci sono anche persone che riescono ad abbindolare, e questo è un problema della nostra società, perché purtroppo lo spirito critico si è molto affievolito. Un altro aspetto che voglio sottolineare è che forse ci troviamo in questa situazione perché i comportamenti, le scelte e le decisioni non sono accompagnati da valori solidi e validi. È ovvio che poi gli errori si fanno. Noi abbiamo purtroppo un’indifferenza generalizzata. Abbiamo alzato l’asticella su tutto. La questione, di cui si sono dette tante cose e date molte informazioni, non è solo politica o economica: è prima di tutto una questione di responsabilità individuale. Permettetemi di dirlo: come le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, così non devono ricadere le colpe di altri. La responsabilità è individuale in ogni settore. Sono convinta di questo: si può sbagliare, anche involontariamente, ma le responsabilità devono essere accertate. Il collega Ciavatta ha già detto che ci sarà la massima volontà e trasparenza per accertare tutte le responsabilità, se ci sono. Certamente non si possono utilizzare certi argomenti per destabilizzare il sistema o per creare allarmismi. È stato detto da tutti — maggioranza e opposizione — che la Banca di San Marino è solida. Come ha detto qualcun altro, posso capire la paura di veder fermati i propri risparmi, è comprensibile. Però chi può, non dovrebbe portare via i soldi. Detto questo, ognuno è libero di fare ciò che vuole. Ma ciò che mi ha spinto davvero a intervenire è stato sentire un consigliere dire che la vicenda di Banca di San Marino è analoga a quella del periodo del governo di Grais e Savorelli. Scusatemi, ma lo capisce anche un bambino che non è la stessa cosa. Prima di tutto, la lettera dei dieci consiglieri dell’opposizione era datata 19 aprile 2017. Il governo si era insediato da tre mesi, e già aveva messo in atto un progetto che poi ha portato enormi danni al Paese, dove si parlava dell’esistenza di un disegno preciso. Sempre in quella lettera, si diceva anche che sulla stampa italiana venivano date notizie per distruggere il sistema sammarinese. Questo per dire che bisogna essere oggettivi, perché altrimenti significa che non si vuole o non si prova a fare il bene del Paese. E i cittadini sammarinesi che ci ascoltano lo devono sapere. Fa bene, ovviamente, l’opposizione a esercitare la propria funzione di controllo se qualcosa non va, così come la maggioranza deve intervenire per correggere. Ma non si può avere la doppia faccia, perché serve coerenza: o uno è coerente con le proprie azioni, oppure non è affidabile. Ci deve essere trasparenza, ma la trasparenza deve essere abbinata alla verità, perché se non c’è la verità — quella dimostrata dai fatti — non ci sarà mai vera trasparenza. Adoperiamoci tutti per far sì che il nostro Paese, la nostra Repubblica, possa continuare a portare avanti tutte le cose buone che ha e a buttare fuori da questo sistema i furbi. Li voglio chiamare “furbi”, ma non mi stupisce che ci siano: i malfattori ci sono sempre stati e ci saranno sempre, purtroppo. Quindi, insieme, cerchiamo di contrastare tutto questo.
Comma 2. Sostituzione di S.E. Matteo Rossi e S.E. Lorenzo Bugli in seno al Gruppo Nazionale della Repubblica di San Marino presso l’Unione Interparlamentare per il semestre 1° ottobre 2025 – 1° aprile 2026.
In sostituzione vengono designati i nomi di Gerardo Giovagnoli (PSD) e Sandra Stacchini (PDCS)
Comma 3. Sostituzione di S.E. Matteo Rossi e S.E. Lorenzo Bugli in seno alla Commissione Consiliare Permanente Affari Esteri, Emigrazione ed Immigrazione, Sicurezza e Ordine Pubblico, Informazione per il semestre 1° ottobre 2025 – 1° aprile 2026
In sostituzione vengono designati i nomi di Ilaria Baciocchi (PSD) e Italo Righi (PDCS)
Comma 4. Sostituzione di S.E. Matteo Rossi in seno alla Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia per il semestre 1° ottobre 2025 – 1° aprile 2026
In sostituzione viene designato Luca Lazzari (PSD)
Comma 5. Presa d’atto della designazione di un membro in seno alla Commissione Consiliare Speciale per le Riforme Istituzionali in sostituzione del Consigliere Gian Matteo Zeppa, dimissionario
In sostituzione viene designato Giovanni Maria Zonzini (Rete)
Comma 6. Presa d’atto della designazione di due membri in seno alla Commissione Consiliare Permanente Affari Costituzionali ed Istituzionali; Pubblica Amministrazione; Affari Interni, Protezione Civile, rapporti con le Giunte di Castello; Giustizia; Istruzione, Cultura, Beni Culturali, Università e Ricerca Scientifica in sostituzione dei Consiglieri Emanuele Santi e Italo Righi, dimissionari
In sostituzione vengono designati i nomi di Giovanni Maria Zonzini (Rete) e Marinella Chiaruzzi (PDCS)
Comma 7. Nomina di un membro del Consiglio Direttivo della Banca Centrale della Repubblica di San Marino
Il PDCS chiede di poter soprassedere alla nomina.
Comma 8. Nomina del Dirigente dell’Authority per l’autorizzazione, l’accreditamento e la qualità dei Servizi Sanitari, Socio-Sanitari e Socio-Educativi ai dall’articolo 7 della Legge 25 maggio 2004 n.69, così come modificato dall’articolo 7 della Legge 28 dicembre 2007 n.136
Il Congresso di Stato propone la seguente rosa di esperti: Loredana Mariotti, Tommaso Saporito, Vincenzo Romano Spica.
Viene nominato il dott. Saporito con 32 voti, 12 le astensioni.
Comma 9. Nomina di due membri in seno al Collegio Sindacale della Società Poste San Marino S.p.A. ai sensi dell’articolo 19 dello Statuto della Società Poste San Marino S.p.A. di cui al Decreto Delegato 26 febbraio 2015 n.22 e sue successive modifiche
Per il PDCS viene designato Ruggero Stacchini. La nomina è approvata.
Repubblica Futura chiede di poter soprassedere con la nomina.
Comma 10. Dimissioni della Signora Andreina Bartolini da membro della Commissione di Vigilanza e sua sostituzione
AR chiede di poter soprassedere con la nomina.
Comma 11. Dimissioni della Signora Daniela Amici da membro della Consulta Sociale e Sanitaria dell’I.S.S. e sua sostituzione
Rete chiede di poter soprassedere con la nomina.
Comma 12. Nomina di un membro in seno alla Commissione per le Politiche Giovanili a seguito di richiesta di sostituzione
Rete chiede di poter soprassedere con la nomina.
Comma 13. Nomina della Commissione per la Classificazione e Vigilanza sulle imprese ricettive, ai sensi dell’articolo 20 della Legge 27 gennaio 2006 n.22 e l’articolo 3 del Regolamento 8 giugno 2010 n.3
I gruppi politici chiedono di soprassedere con le nomine.
Comma 14. Nomina di due membri effettivi e due membri supplenti designati dalle Associazioni rappresentative dei datori di lavoro in seno al Comitato per i Progetti di Sviluppo ai sensi dell’articolo 3 del Decreto Delegato 13 giugno 2019 n.100
Comma 15. Nomina di un membro del Collegio dei Sindaci Revisori dell’I.S.S.
Viene designata e approvata la nomina di Nicolò Angelini.
Comma 16. Nomina dell’Authority per le Pari Opportunità ai sensi dell’articolo 34 della Legge 20 giugno 2008 n.97
Il PDCS designa Kristina Pardalos; RF designa Patrizia Pellandra; Libera designa Romina Bronzetti.
Comma 17. Presa d’atto della revoca della convenzione stipulata tra il Congresso di Stato e la Società Alutitan S.p.A. ai sensi dell’articolo 13 del Decreto Delegato 25 giugno 2018 n.72 e successive modifiche


