Politica

RF: “Una brutta battuta di caccia”

Giochi del Titano

Non si può restare inerti e silenti rispetto a quanto è accaduto qualche giorno fa a Domagnano e dopo le dichiarazioni del neo dirigente UGRAA rispetto a una attività condotta per diminuire il numero di cinghiali nel Castello di Domagnano.
“Incidente involontario”, così è stato qualificato dal dirigente dell’Ufficio Gestione Risorse Ambientali e Agricole. E ci mancherebbe! Non sappiamo se fra le nuove riforme del governo ci sia l’autorizzazione a sparare nei centri abitati con armi da fuoco. Ma siamo certi che al di là della casualità di chi ha premuto il grilletto, VIP o semplice cittadino, ci sia qualcosa che non funziona.
Il tema è noto da tempo e in molti Castelli gli animali selvatici vaganti sulla rete viaria sono un pericolo per la circolazione, soprattutto di motocicli, e per l’incolumità dei cittadini, oltre che ovviamente degli stessi animali.
Detto questo il governo forse sarebbe potuto intervenire nella scorsa legislatura fra un viaggio e l’altro e magari avrebbe dovuto pensare a soluzioni efficaci.
Repubblica Futura chiede di conoscere se il governo ha una politica seria per gestire la coesistenza delle specie animali con gli insediamenti e le attività dei cittadini, garantendo la sicurezza della circolazione.
Il tema non è in questo caso se una battuta di caccia al cinghiale sia una cosa buona in se’, piuttosto se essa possa essere autorizzata ed organizzata in mezzo o in prossimità di un agglomerato abitato con il rischio che succeda proprio ciò che è successo.
Non basta purtroppo attaccare qualche segnale stradale per liberarsi da eventuali ricorsi assicurativi ed evitare brutti incidenti come quello accaduto.
Auspichiamo che il governo, al termine dei vari viaggi nel mondo, riferisca in Consiglio Grande e Generale su quanto accaduto e che gli uffici pubblici preposti, prima di avventurarsi in giustificazioni grottesche con tanto di numeri della mattanza, facciano le opportune riflessioni, degne di un paese evoluto, organizzato e libero.

Repubblica Futura

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