Politica

Bilancio di previsione: si apre il dibattito in Consiglio

Giochi del Titano

Nel pomeriggio il Consiglio Grande e Generale si apre affrontando il dibattito sul Bilancio di previsione dello Stato 2022, presentato in seconda lettura, su cui si concentrano i lavori dell’intera seduta. Ad aprire il dibattito è il segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, che anticipa le possibilità di ricorso al debito interno- più ‘conveniente’ di quello estero- a seguito del rimborso a Carghill dei 150 mln di euro previsto entro l’anno e la necessità, quindi, di garantire livelli di liquidità. In parallelo, “il ricorso al mercato interno – spiega il Segretario- porta anche a valutare quali possono essere gli acceleratori delle condizioni, per far sì che accresca la liquidità interna e ci sia anche un rimpatrio di coloro che, nei momenti di crisi del sistema bancario sammarinese, hanno scelto di spostare i propri capitali fuori dalla Repubblica”. Al vaglio, dunque l’introduzione di una imposta che colpisca non patrimoni immobiliari, ma unicamente le risorse e gli investimenti finanziari portati fuori territorio, e disincentivi la loro “permanenza” in istituti esteri. A fine pomeriggio si conclude il dibattito e, con il deposito degli emendamenti, viene chiusa la seduta. I lavori riprenderanno domani nel primo pomeriggio.

Di seguito l’estratto degli interventi della prima parte della seduta.

Comma n.4 Provvedimenti in esecuzione della Legge 18 febbraio 1998 n.30 “Norme Generali sull’Ordinamento Contabile dello Stato”: a) Progetto di legge “Rendiconto Generale dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2020” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio) (II lettura) b) Progetto di legge “Bilanci di Previsione dello Stato e degli Enti Pubblici per l’esercizio finanziario 2022 e Bilanci Pluriennali 2022/2024” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio) (II lettura)

Marco Gatti, Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio
Con il bilancio quest’anno si è corso molto. E’ stato depositato il 19 dicembre, il penultimo giorno, e preso in esame nella seduta appena conclusa e oggi siamo ad esaminare i possibili emendamenti presentati da governo e anche dalle forze politiche.
Gli elementi caratterizzanti che il Congresso di Stato porterà all’attenzione dell’Aula vedono tra l’altro un dato positivo: la crescita economica. Sul 2021 stiamo registrando più entrate di imposta monofase, per oltre 20 milioni di euro, che abbiamo visto nell’ultima Variazione di bilancio in ottobre. Indice che l’economia va bene. I 20 milioni non rimangono tutti in entrata, perché le attività che esportano hanno anche un rimborso, e nelle casse dello Stato resta un differenziale minore, ma si registra un momento di salute per l’economia sammarinese che ci consente di guardare al futuro con meno preoccupazione, per adottare anche giuste politiche di equilibrio che richiedono a tutti di responsabilizzarsi. Il prossimo anno dovrà essere quello delle grandi riforme per mantenere alti livelli di qualità in sanità, scuola, sicurezza del paese. Per fare questo, tutti saremmo chiamati a ragionare su come contribuire di più, non tanto per con l’aumento di aliquote. Noi abbiamo avuto finora la fortuna di usufruire di grandi deduzioni fiscali, di grandi agevolazioni nelle imprese… ci sono una serie di elementi che devono essere presi in considerazione nell’ambito delle riforme, per un prelievo equilibrato sulle effettive possibilità di reddito e per ridistribuire il reddito con politiche sociali. Però questo dato ci conforta, vuole dire l’economia va bene e che le entrate si stanno recuperando. Noi abbiamo fatto delle scelte in queste due anni di governo: prendere atto di un indebitamento che il Paese ormai aveva contratto ma andava regolato.

Abbiamo deciso di fare il titolo irredimibile, di andare nei mercati internazionali per differenziare il debito e arrivare a un livello di debito che gli organismi internazionali hanno giudicato sostenibile. 
 Ora compito del paese è quello di far sì che il livello di debito non continui ad aumentare per il registrarsi di continui disavanzi di bilancio, ma che con le politiche da mettere in atto, anno per anno, il disavanzo vada ad azzerarsi. Noi in questo Bilancio abbiamo previsto il mantenimento del debito. A fine anno pagheremo Carghill e dobbiamo continuare a garantire livelli di liquidità. Non emetteremo debito da qui alla fine anno, ma da qui al prossimo triennio avremo necessità di rifinanziare i 150 milioni di euro. Che sono quelli sulla base delle previsioni di bilancio in prima lettura. Ci sono livelli che portano alla non necessità di ulteriore liquidità per i prossimi tre anni e vuole dire però che ci sono politiche da mettere in campo nei prossimi tre anni. Abbiamo valorizzato oggi solo l’intervento di riforma fiscale. Negli anni 2023-2024 abbiamo fatto una previsione di maggiore gettito derivato dalla riforma fiscale, ma sappiamo che è in corso e sarà materia del 2022 la riforma delle pensioni e anche quella avrà un impatto positivo sul bilancio dello Stato. E anche la riforma del mercato del lavoro che pure può avere impatto positivo perché può contribuire ad attrarre investimenti in Repubblica. 
In questo bilancio abbiamo una grande scelta politica da fare: come rifinanziare i 150 milioni di euro. Dobbiamo farlo in base quanto indicato dagli organismi internazionali. La loro analisi: oggi il paese ha livelli di liquidità che rientrano nella media europea. ma non avendo delle recovery esterne, per il paese è importante incrementare liquidità e tenerne più alta. Il consiglio del Fmi è di non andare a usare liquidità presenti nel sistema per finanziare lo Stato. Questo è un aspetto che dobbiamo prendere in considerazione, è anche vero che il ricorrere a prestatori esterni ha un costo finanziario maggiore, invece che il ricorso a finanziamenti interni. Come governo abbiamo preso in esame l’impatto che può avere la possibilità di ricorrere al mercato interno. Noi non abbiamo bisogno di avere 150 mln ‘il giorno dopo’, ma di mantenere livello di liquidità di sicurezza, senza eccederne. Questo ci consente di risparmiare sugli oneri. Se noi quindi facciamo un incremento di debito nei mesi di gennaio-febbraio di una piccola soglia, non dei 150 milioni, avremo a fine anno risparmi in termini di oneri finanziari. E questo è come vorremmo gestire la politica finanziaria e l’indebitamento dello Stato. Il ricorso al mercato interno porta anche a valutare quali possono essere acceleratori delle condizioni, per far sì che accresca la liquidità interna e ci sia anche un rimpatrio di coloro che, nei momenti di crisi del sistema bancario sammarinese, hanno scelto di spostare i propri capitali fuori dalla Repubblica. E far sì che, creando acceleratori, si consenta il rimpatrio di queste somme. Dal nostro punto di vista è possibile, ora che la credibilità del nostro sistema finanziario è accresciuta e anche la sentenza di ieri a favore Cassa di Risparmio può testimoniare quanto effettivamente il nostro sistema – che aveva e ha anche criticità- forse non era così ‘brutto e cattivo’ come è stato dipinto in passato. Ma oggi ha una solidità che ha recuperato e, a fronte di questa solidità, ci possono essere condizioni per favorire il rimpatrio. Ci sono due modalità: introdurre incentivi, ma questa strada diventa penalizzante per coloro che, anche nei momenti di crisi, hanno invece rischiato con il paese. E quindi hanno lasciato loro risorse sul territorio. Si potrebbe ragionare per introdurre una imposta che colpisce quei capitali che sono stati portati all’estero e oggi generano ricchezza fuori, anziché aiutare il paese in ripartenza. Noi come governo ci siamo adoperati per verificare queste due strade e presentare una proposta all’Aula. Se non introduciamo un acceleratore, l’unica alternativa è quella di fare debito estero, perché le attenzioni richieste dagli organismi internazionali per non far decrescere i livelli di liquidità del paese sono fondate. E bisogna tenerne conto. Quindi si sta valutando di scommettere sul collocamento in parte del rinnovo del debito proposto e, a fronte di questo, introdurre quella che può essere una imposta che non colpisce i patrimoni immobiliari genericamente, ma proprio le risorse finanziarie e investimenti finanziari portati fuori territorio, legittimamente. E non è una novità. Non è un imposta su cui puntiamo a fare cassa, puntiamo a riportare capitali perché possono favorire la crescita economica nel paese i prestiti e le attività che le banche fanno. Entreremo nel merito una volta depositati gli emendamenti. Molti sono di mero carattere tecnico, con altri

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emendamenti verranno chieste all’aula possibilità di modificare alcune normative per via di segnalazioni fatte dagli uffici al congresso di Stato.

Pasquale Valentini, Pdcs
La politica deve fare scelte guardando anche oltre, anche affrontando il bilancio previsionale. Devo riconoscere che la Segreteria di Stato Finanze, insieme al governo, presenti un bilancio che cerca di creare- pur nella contingenza difficile e in mezzo alla pandemia covid- condizioni per giungere al pareggio di bilancio, come premessa a tutti i discorsi che andranno poi fatti. Ed è un passaggio indispensabile. Non possiamo dimenticarci, dopo il lungo dibattito sulle crisi bancarie, la cifra finale con cui ci siamo lasciati di 1,5 miliardi di euro persi, è difficile immaginarsi il futuro senza che non pesi sulle nostre spalle il recupero di quella cifra. E’ chiaro che, come dice il Segretario, per raggiungere il primo obiettivo,il pareggio di bilancio, è indispensabile dare seguito alle riforme che attendiamo da tempo. Sono indispensabili, se no la macchina dello Stato resta una macchina che perde e consuma più di quello che produce. Allo stesso tempo però è inimmaginabile che quelle riforme producano quelle cifre che le crisi bancarie hanno prodotto. Non facciamoci idee strane, se pensassimo che andare a muovere Igr e pensioni faranno recuperare 1 miliardo e mezzo, tremo al pensiero di cosa possano essere quelle riforme. Mentre mi auguro che ci concentriamo con meno polemiche possibili su questo primo obiettivo – che il bilancio ci aiuti ad andare verso il pareggio- e mi auguro che ci concentriamo immediatamente dopo la legge di bilancio, o prendendoci impegni con essa, su quello che c’è da fare, e che non si arrivi al 2024 con la situazione ancora come quella attuale. Le cose da fare: maggior coordinamento anche in maggioranza. Insieme dobbiamo decidere su cosa basare la sostenibilità economica del Paese. Poi evidenza sociale: calo demografico, invecchiamento e frantumazione familiare generano povertà. Non si può non affrontare questi temi. Non è solo questione di dove prendere i soldi, c’è una questione più ampia per il Paese. La condivisione di decisioni è indispensabile. Quando abbiamo sentito che l’Europa vuole chiudere il negoziato nel 2023, pensate cosa significhi il bilancio dell’anno senza tenerne conto.
Eva Guidi, Libera
Non sarà possibile fare considerazioni tanto diverse dalla prima lettura, ancora non abbiamo visto gli emendamenti. Tornerò a fare considerazioni generali già ripetute in più occasioni. Ci sono dei grandi assenti dall’articolato, uno è la disposizione che prevede di fare la Riforma dell’ordinamento contabile. Tutti siamo d’accordo che quanto proposto nella legge di bilancio è illeggibile e non dà informazioni complete. E’ molto importante che ci fosse negli emendamenti un intervento specifico in questo senso. Se non riusciamo a capire bene i dati di bilancio e la sua sostenibilità, diventa difficile riuscire a fare interventi incisivi. Altri grandi assenti: la riforma Igr, presente nella relazione e non nell’articolato. Su questo non deve essere un ‘riequilibrio’ degli incentivi fiscali, qui due sono le cose importanti: il basarsi sull’Icce, c’è un lavoro portato avanti dal precedente governo e sarebbe importante vi convergesse anche il nuovo, contro gli incentivi a pioggia. Seconda cosa, è l’ampliamento della base imponibile. E terzo grande assente: il piano delle politiche di sviluppo, il lavoro più complesso, che prevede investimenti infrastrutturali, Prg, investimenti in settori innovativi. E ancora, tra gli assenti, un articolo con impegni precisi sulla riforma pensioni.
Valutiamo positivamente si possa fare una proposta interna per il debito dello Stato, assolutamente negativo però che non sia esplicitamente legato questo nuovo debito a un piano di sviluppo e presenteremo un emendamento sia sul finanziamento interno, come l’anno scorso, sia per quel che riguarda anche la parte relativa al piano di sviluppo e alla finalizzazione del nuovo debito. Grande preoccupazione poi per la tendenza inflazionistica che andrà a riversarsi sul caro bollette e che nell’ambito del finanziamento internazionale potrebbe avere peso negli interessi passivi. Manca, ma potrebbe essere negli emendamenti, la parte su come si pensa di sostenere il sistema con una nuova prospettiva e un nuovo modello da finanziare. 
Andrea Zafferani, Rf
Non penso che, visti i tempi, anche la discussione in maggioranza sul bilancio sia stata approfondita, non mi aspetto granché, ma immagino degli emendamenti sono stati fatti e chiedo al Segretari di esplicitare in replica quanto,

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alla luce emendamenti, il disavanzo sarà, se cambierà qualcosa rispetto ai saldi della prima lettura. E poi sempre dal Segretario avrei piacere di sapere quanto è la liquidità dello Stato per la fine del 2021, a fine anno, con il pagamento degli stipendi e delle tredicesime del mese di dicembre. Ha rassicurato molto e credo disponibilità ci sia, visto i 350 mln di euro arrivati, ma rimborsiamo Carghill e parte del prestito è stato impegnato. Chiedo quindi quanto rimarrà di liquidità. Poi nel 2022 cercheremo liquidità ulteriore. Nella sua analisi il Segretario è stato molto concentrato sull’indebitamento, ci ha detto che si punta sul mercato interno con un meccanismo di rimpatrio dei capitali. Quando lo abbiamo proposto noi ce ne avete dette di tutti i colori, Rete in primis, ma mi fa piacere sia riproposto. 
I 150 milioni di debito diventeranno debito strutturale , tra un po’ avremo bisogno di andare a prendere altro prestito per far fronte alla liquidità dello Stato, questa la linea del governo: fregarsene altamente di avere un bilancio sostenibile tra entrate e uscite, mantenere un livello di disavanzo elevatissimo per un piccolo paese, siamo in prima lettura al 5,5% del Pil e lo si finanzia con il debito. Per un po’ ce la facciamo, per qualche anno questa politica funziona. Non fa arrabbiare le persone, non crea misure recessive. Se un governo se ne frega di quello che lascia in eredità a quelli che vengono dopo, può funzionare, ma è totalmente irresponsabile. Il Segretario si è concentrato sul tema del debito e quasi per nulla su come portare in avanzo il bilancio. Ha accennato alla proposta di riduzione di non precisati incentivi fiscali, e mi è sembrato più impegnato a rassicurare che sarà ‘nulla di che’, piuttosto di indicare una misura reale. Se fatta bene, la misura proposta può portare a 4-5 mln di euro, dove pensa di trovare tutti gli altri milioni? Si diceva che il 2021 sarà l’anno delle riforme, oggi sentiremo che il 2022 sarà l’anno delle riforme, come una cantilena, senza che niente accada. Entro dicembre doveva arrivare la riforma delle pensioni e non si è visto niente. Il Fmi dice che siamo ancora in fase di sostenibilità, ma servono riforme. Sulla parte degli impegni richiesti non vi soffermate mai. E il Fondo ve ne chiederà conto, se le riforme non verranno fatte. Bisogna recuperare 60-70 mlm di euro l’anno per arrivare in avanzo, saranno riforme difficili. I vostri 44 voti li usate solo per la giustizia? Come farle e in tempi brevi? 
Matteo Ciacci, Libera
Oggi ci troviamo di fronte a un intervento del Sds Finanze che sostanzialmente dice due cose: la prima, rifare ulteriormente debito, la seconda un impegno generico a rivedere la normativa fiscale del nostro paese. Molto genericamente si parla di deduzioni, senza entrare nel dettaglio nemmeno in interventi strutturali sul contenimento della spesa, sia sullo sviluppo economico ed altre priorità da individuare. E’ un tirare a campare con i soldi che non arrivano dalle risorse interne, ma da mercati internazionali. Il debito dei 340 mln, più il prestito ponte sono stati usati per sostenere le banche e per mantenere liquidità, credo sia stato bruciato. E ora c’è bisogno di uno scatto in più. Non possiamo pensare di continuare a indebitare il Paese senza iniziare a compiere una seria riflessione su dove allocare le risorse e destinarle per generare invece il debito ‘buono’, usato per sviluppo, politiche sociali e creare valore più grande del debito ottenuto. 
Come Libera cercheremo di essere concreti con proposte dei nostri emendamenti che andranno a vertere su sostenibilità ambientale, digitale, sanità, rigenerazione edilizia, riduzione dei consumi ed emissioni dei nostri edifici. Calcheremo l’attenzione sulla sanità che deve ripartire, sulla medicina di base. Nei giorni scorsi abbiamo detto che destineremo 300 mln di euro a Medicina di base, sono questi i ragionamenti da compiere. Infine i ragionamenti legati al mondo del lavoro e più legati ad obiettivi meno agli orari di lavoro, con la proposta del part time verticale anche nella Pa. Debito interno: dopo un anno mi fa piacere pensiate a idee per trovare soluzioni per emettere titoli obbligazionali internamente o per incentivare, o meglio disincentivare, coloro che hanno portato soldi fuori in un momento di difficoltà del nostro sistema bancario. Anche qui si tratta di proposte già fatte. Altro aspetto è quello delle riforme strutturali: ci avete detto che avreste messo mano alla riforma del lavoro e delle pensioni. Oggi ci troviamo di fronte a un impegno disatteso. E in bilancio non c’è alcun impegno preciso. Siete completamente assenti sulle scelte di fondo, continuate a fare orecchie da mercante. 
Giannoni Daniela, Rete
Il bilancio ci dà la fotografia della condizione economica delle casse dello Stato, indubbiamente in perdita. Per rimedio, abbiamo dovuto ricorrere al debito

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estero, lo sappiamo e lo sa bene anche Zafferani che era al govenno prima e i conti li conosceva benissimo. E’ un dato di fatto che ci siamo trovati un cratere tale che, per non fare saltare il paese, si è dovuti ricorrere al debito estero. Era l’unica alternativa che i quel momento avevamo. Vogliamo sanare la perdita e arrivare al pareggio di bilancio, ma c’è la consapevolezza che la coperta è sempre più corta, le voci in perdita da sanare sono diverse e non si può tappare il buco, ma servono riforme che implicano sacrificio e coraggio, quello che la politica ha evitato di avere. Si è rimandato. Il governo successivo siamo noi e questa maggioranza- e questa Aula tutta- andrà a votare queste riforme diventate indispensabili. Mi chiedo se al momento giusto avremo il coraggio di portarle avanti. Questa finanziaria è sicuramente migliorabile, verranno proposti emendamenti per renderla più efficace ed economicamente sostenibile. Per quanto riguarda il ricorso all’indebitamento interno, non è che questo strimento lo ha inventato Ciacci, gli strumenti in economia sono quelli, tutto sta a scegliere lo strumento giusto al momento giusto. Credo un titolo di debito interno possa essere una forma di indebitamento meno pesante di quello estero.

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