Politica

Si attende il nuovo Decreto di proroga delle restrizioni

Governo al lavoro su un nuovo Decreto Legge – il quarto dall’inizio dell’emergenza –che posticipi chiusure e divieti. A San Marino le restrizioni scadono a mezzanotte di lunedì 6 aprile e si va verso il rinnovo, con una riflessione ancora aperta sulle date. In Italia la proroga è al 13 aprile, San Marino potrebbe decidere di andare oltre, si pensa al 20, più facile tornare indietro se le cose migliorano. In parallelo l’Esecutivo sta lavorando ad una serie di misure – anticipa il segretario al Lavoro Teodoro Lonfernini – che rispondano a quella fascia meno tutelata di lavoratori, piccole imprese e famiglie che si trovano in condizioni difficili. Interventi – aggiunge – che dovranno essere compatibili con il bilancio pubblico. Sul tavolo valutazioni su come contenere la spesa.

Si ragiona, ad esempio, sul TFR. “Lo erogheremo” assicura Lonfernini, ma in questa fase di emergenza si cercano formule per gestirlo, “come brevi rateizzazioni”. Nulla è stato ancora deciso, ma sono scelte che vanno compiute a breve considerando che è atteso dalla Pa nella busta paga di Aprile. Una cosa è certa: allo Stato serve un innesto di liquidità. Se arriverà, non sarà subito. Bisogna quindi fronteggiare questi mesi, affrontando le urgenze.
Per il Segretario alla Sanità la vera scommessa sarà la ripartenza. E’ ancora allerta rossa, occorre osservare come sviluppa il contagio, ma Roberto Ciavatta guarda già al dopo, alle strategie per fare ripartire l’ospedale. “Lo stiamo già facendo”, assicura. “L’ospedale deve tornare a curare le persone, non solo i contagiati, con tutte le dovute precauzioni. Ma la stessa cosa – aggiunge – devono farla tutti. Guardia alta ma contrattaccare. La scommessa è tutta lì: vince chi riesce a ripartire prima”. Nel Governo riflessioni in corso anche sulle pensioni. Sempre nella logica dell’emergenza – spiega Teodoro Lonfernini – si ragiona su un contributo da calibrare per il mese in corso e solo su chi rientra nelle fasce non ritenute minime. “Do per scontato una trattenuta di solidarietà – dice Ciavatta – ma non ho nessuna intenzione di farlo se non ci sarà un serio confronto con il sindacato e se contemporaneamente altre deleghe non faranno la loro parte. Non mi tiro indietro – chiarisce – se volevo fare una cosa popolare non mi prendevo questa segreteria”.

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