Politica

Una follia fare debito estero senza prima pensare alle riforme

E’ vero, il debito non è una condizione che “si può scegliere di accettare o meno” come dicono quelli di noi per la Repubblica, ma ritenere che questo sia il prodotto degli ultimi tre anni risulta del tutto falso. Caso mai gli ultimi anni hanno messo in risalto lo stato di una situazione finanziaria che anche loro hanno tentato di tenere nascosta. Il fatto oggettivo è che tenendo nascosti questi problemi nessuno si era mai preso la briga di affrontarli, chi li aveva prodotti restava al proprio posto, e il debito si allargava a macchia d’olio.

Fare chiarezza sul debito è stato importante perché finalmente il Paese si è interrogato sulle modalità per iniziare a sanarlo, altrettanto importante però è proprio l’esatto contrario di quanto vuole fare il Governo e cioè fare debito estero senza prima pensare alle riforme che servono per ripagarlo.

Si tratta di un atteggiamento irresponsabile, uno dei motivi dei contrasti nati anche nel vecchio governo, che ha visto sempre SSD opporsi a procedure semplificate che non possono che mettere il Paese in ancor più gravi difficoltà.

Il debito sammarinese è nato dalla follia con cui si è gestita la finanza privata dalla fine degli anni ’90 con l’espansione senza controllo del sistema bancario, la mancanza di controlli, la libertà di concedere credito senza appropriate garanzie che ha messo a repentaglio i depositi dei risparmiatori.

Tra il 2012 e il 2016 si è formato più di due terzi del debito dello Stato (68%), ma circa il 70% di questo debito è stato contratto per coprire i dissesti bancari che hanno origini più lontane nel tempo.

L’emersione dei problemi delle banche era ed è la base per far sì che chi li ha generati non abbia più questo potere, chi non ha controllato sia sostituito da chi invece controllerà, che la dimensione del fenomeno possa fare capire quali provvedimenti sarà necessario adottare.

Il problema vero quindi non è quello indicato da NpR e cioè di capire come coprire il debito che verrà fatto all’estero, piuttosto quello di tracciare un percorso di riforme capace di tenere sotto controllo il debito e poterlo ripagare anche attraverso le politiche di sviluppo che possono essere adottate con l’arrivo di capitali freschi.

L’ufficio stampa di SSD

San Marino, 29 gennaio 2020