“Primariato o Papato”: c’è qualcuno che si scalda solo per ciò che gli fa comodo
La Sanità è sempre a San marino argomento di grande attualità. È di questi giorni un articolo dal titolo assai eloquente: “ISS: Primariato o Papato?”, che indubbiamente merita qualche riflessione. Ovviamente e innegabile che vi sia una legge che parla chiaro, approvata il 31 ottobre del 2018 dal governo uscente di cui fa parte l’estensore dell’articolo e alla quale ha apportato il suo contributo.
Dire che è un “Dovere” andare in pensione con la legge attuale è davvero un’offesa per tutti coloro che ha nominato nel suo articolo e che sono stati costretti a rinunciare al proprio diritto di essere medici per percepire quanto maturato con anni di lavoro e versamenti o continuare a lavorare ad essere ancora parte attiva della nostra società; non un peso, ma capaci di creare ancora reddito contribuendo loro stessi al proprio mantenimento.
Come si può pensare d’incentivare l’attività lavorativa di un pensionato se gli togli il diritto sacrosanto alla pensione?
È vero che la nuova legge prevede per i medici pensionati di poter lavorare, ma solo per l’ISS, con la sospensione comunque della pensione! Questa legge quali benefici ha prodotto? Quanti medici pensionati già dipendenti ISS sono stati chiamati?
L’ISS in barba alla legge ha continuato a pagare il pensionato italiano spesso più anziano di chi ha mandato in pensione!
Perché allora scaldarsi tanto per applicare solo ciò che fa comodo di questa legge?
Succederà a tutti di raggiugere l’età pensionabile e se non si provvederà a cambiare la legge tutti, nessuno escluso, dovranno scegliere se essere medici o pensionati a passeggio per i giardinetti. Ma veniamo al clamore che sta suscitando il concorso di primario di anestesia e rianimazione. Forse sono state dette parole, avanzate proposte o pressioni da mettere dubbi sul possibile svolgimento regolare del concorso, creando tensione all’interno del dipartimento di anestesia e rianimazione?
Di fatto sono legittime le preoccupazioni di chi, dopo anni di esperienza lavorativa e competenza, potrebbe non veder riconosciuta tanta dedizione e amore per il proprio lavoro. Se andiamo vedere quanto è successo nel recente passato non c’è proprio da star tranquilli!
Infatti in questi anni non sono stati pochi i casi in cui primari capaci, conosciuti e stimati hanno raggiunto l’età pensionabile che negli ultimi mesi di lavoro hanno subito vessazioni, ingerenze e pressioni a livello lavorativo perché arrivassero in anticipo a liberare il loro posto, probabilmente promesso già da tempo a chi altro era ormai noto da tempo come futuro successore, magari espletando il concorso mesi prima della sua naturale scadenza. Per dirla in parole povere: “Fare il funerale prima di morire!”
La storia anche dei recenti concorsi soprattutto quelli internazionali non è molto diversa con i vincitori già ben noti con largo anticipo! Perché allora procedere con la buffonata di concorsi inutili e dispendiosi e non procedere alla nomina per chiamata? Ci si è lamentati poi dei concorsi andati deserti, domande inferiori al numero di posti disponibili, ma non fa piacere a nessuno essere il tappabuchi!
Con tutti questi dubbi si comprende la preoccupazione di chi si appresterà a concorrere prossimamente perché la competenza, l’esperienza, l’anzianità di servizio, non hanno valore e come è stato scritto anche in questi giorni sul tema si preferiscono “Gli amici degli amici”.
Se oggi la nostra sanità è così mal ridotta è la conseguenza anche di queste scelte, per di più avulse dalla realtà geografica che circonda la Repubblica di San Marino!
Giovedì 24 Ottobre 2019