Politica

Sull’Europa non creiamo confusione

È saggio documentarsi attentamente e riflettere prima di prendere posizione pubblicamente, soprattutto quando si interviene su un tema così delicato e cruciale come quello dell’Europa, tema così importante per la vita futura di tutti noi sammarinesi.

Con grande sbigottimento abbiamo appreso del comunicato stampa di Domani Motus Liberi in cui, sventolando lo spettro di un’ipotetica adesione a pieno titolo all’Unione europea, si paventa una nuova consultazione referendaria per interrompere immediatamente le trattative. Sbigottimento – si diceva – perché la scrivente Segreteria nutre stima e sincero rispetto nei confronti di vari rappresentanti di Domani Motus Liberi. Stima e rispetto che inducono ad una risposta che vuole essere soprattutto un auspicio ad un confronto informato, consapevole e rispettoso. Obiettivo per il quale ci preme svolgere alcune considerazioni

A chiunque abbia partecipato ai vari incontri che si sono svolti tra aprile e maggio nei nove castelli sammarinesi – grazie ai quali la cittadinanza ha potuto conoscere l’esito e gli obiettivi delle trattative e potuto porre domande direttamente ai negoziatori sammarinesi a Bruxelles – è apparso con estrema chiarezza che San Marino, insieme a Monaco e Andorra, non sta assolutamente portando avanti negoziati per aderire all’Unione europea in qualità di Stato membro, ma per raggiungere più semplicemente un accordo di associazione. Ci sfugge dunque che cosa si debba in realtà interrompere al tavolo dei negoziati.

Sull’ipotesi di adesione la cittadinanza sammarinese si è già espressa nel 2013 e, nel caso si presentasse mai l’eventualità di decidere su una ipotetica adesione – cosa che ad oggi non è minimamente in agenda -, sarebbe nuovamente chiamato a farlo. Del resto, non solo il nostro Paese ma la stessa Unione europea non ha mai considerato l’adesione di San Marino come un’opzione di facile esecuzione, com’è possibile leggere nella Comunicazione della Commissione europea sulle relazioni dell’Unione europea, disponibile sul sito della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri.

L’Accordo a cui si sta lavorando costituisce un unicum nella giurisdizione europea ed è dunque impossibile paragonarlo con situazioni precedenti che riguardano realtà diverse da quella sammarinese.

È un accordo che consentirà: alle imprese del nostro Paese di operare con maggior facilità nel mercato unico europeo, il libero stabilimento dei cittadini sammarinesi all’estero, agli studenti di frequentare i programmi di scambio universitari, alle nostre banche di esercitare anche oltre i confini della Repubblica, di ottenere direttamente certificazioni che ora le aziende produttrici sono costrette a richiedere attraverso enti esterni alla Repubblica, e molto altro ancora. È questo che si vorrebbe bloccare?

Certamente a chi scrive non sfugge che, a fronte di questi nuovi ed importanti diritti, la Repubblica di San Marino sarà soggetta agli obblighi derivanti dalla legislazione europea, cosa che per altro per molti settori, come quello delle industrie, della circolazione delle merci e del sistema bancario, è già una realtà consolidata, imposta da uno stato di fatto che gli operatori dei vari settori ben conoscono. Proprio per questo motivo, cioè per limitare allo stretto necessario gli impatti della legislazione europea sul nostro sistema, si sta svolgendo il negoziato. Per fare in modo cioè di ottenere dall’Unione europea clausole di salvaguardia rispetto alla normativa europea, che rendano l’impatto dell’acquis sulla Repubblica di San Marino facilmente gestibile.

In definitiva, del comunicato, vogliamo cogliere l’aspetto positivo e considerarlo un contributo alla discussione in merito all’Accordo di associazione, che la Segreteria per gli Affari Esteri auspica possa continuare anche in altre sedi, proprio per l’importanza che ricopre. Ogni richiesta di chiarimento è assolutamente ben accetta, come pure tutte le opportunità di confronto.

CS Segreteria Esteri

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