Politica

Le porte girevoli di Banca Centrale: in Consiglio l’affare Moretti

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San Marino. “Il Congresso ribadisce il proprio rispetto nei confronti delle deliberazioni prese in totale autonomia e indipendenza del Consiglio Direttivo di Banca Centrale”. “Alcune settimane fa – racconta Celli – il presidente Tomasetti ha reso edotto il Congresso di una crescente criticità nel rapporto fra l’ex direttore Moretti e il Consiglio Direttivo nello svolgimento dei compiti istituzionali. Lunedì 17 si è riunito il CCR che ha preso atto della situazione in Banca Centrale, auspicando tutela dell’immagine e garanzia dell’operatività degli organi, soprattutto in considerazione della fase odierna, delle interazioni con gli esperti del Fondo Monetario, del percorso di integrazione all’UE e del processo di consolidamento e rilancio del settore bancario e finanziario. “Posizione comunicata formalmente al Presidente Tomasetti”.
Celli parla a nome del Congresso e non nasconde preoccupazione per la fase di incertezza e instabilità di Banca Centrale, dicendosi però sicuro che il Consiglio Direttivo abbia assunto le sue decisioni nell’interesse dell’Istituto e aspettandosi il massimo impegno nell’identificare una nuova figura da sottoporre al gradimento del consiglio già ad ottobre. “Pur in assenza del Direttore – dice – è assicurata l’operatività”. L’Aula condivide le preoccupazioni anche se per l’opposizione sarebbe stato opportuno, visto che Celli era a conoscenza delle criticità già da tempo, un riferimento in Commissione Finanze. Psd e Ps confermano la stima verso il Presidente e per Iro Belluzzi le scelte strategiche sul sistema non devono essere partita da giocare solo nel CCR e nel Consiglio Direttivo. “Dalla Tomasetti vorremmo conoscere qualche elemento di valutazione in più, per non ricadere in situazioni come quelle che stiamo vivendo ora e che creeranno appeal minore verso chi ci valuta come luogo in cui poter investire”. In BCSM– dice Giorgetti – si è palesata per l’ennesima volta una problematica che affonda presupposti nel passato. Dal 2009 – ricorda – Banca Centrale ha cambiato 5 direttori. E come presidenti ci difendiamo abbastanza bene. A parte la girandola di chi assume incarichi e poi se ne va, è evidente che nel tempo si stanno segnalando problemi sui quali a quanto sembra i governi non riescono a trovare la quadra”. “Limitativo – dice – fare da notai dell’ultima vicenda. Invita quindi a ulteriori riflessioni in Consiglio su struttura, statuto, funzionamento di BCSM e sulle sfide del paese, per capire quale sia lo strumento migliore per affrontarle.
Alessandro Cardelli rimarca che la decisione di revoca è avvenuta all’unanimità: “Quindi dalle stesse persone che hanno votato Moretti a busta chiusa”. Punta quindi il dito contro la modalità della nomina, augurandosi che la prossima sia davvero condivisa dalle forze politiche. Mancini ricorda i dubbi e le perplessità dell’opposizione il giorno del gradimento, sul fatto che per la prima volta un soggetto vigilato diventava vigilante. Di qui l’appello: “Non cadiamo più in questo modo sbagliato di gestire certe situazioni”. Carattoni ricorda che la nomina avvenne in momento caotico: “Venivamo dall’allontanamento di Savorelli e dalle successive dimissioni di Capuano. In quella fase la scelta di Moretti ha messo in sicurezza Banca Centrale permettendo di continuare il dialogo interno ed esterno al sistema”. Carattoni si augura che la scelta del nuovo direttore avvenga in tempi celeri e che sia in linea con le prerogative di tutto il sistema. “Eravamo tutti consapevoli – conclude Marica Montemaggi – che Moretti avrebbe assunto un’azione di traghettatore, per garantire stabilità in una fase delicata. In mancanza del Presidente il direttore ha portato a ristabilire rapporti e valutazioni su guida e decisioni”. “Ci sono persone in grado di ristabilire i rapporti con Banca d’Italia – dice Zeppa – e non ci si può più permettere di sbagliare scelte del genere. E’ importante che il sostituto di Moretti sia una figura spendibile con l’Italia”.

 

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