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RETE-MDSI su debito estero: lo chiamano “salvataggio” ma affonderà il paese

San Marino. La Grecia insegna? È di questi giorni la notizia dell’uscita della Grecia dal programma di aiuti imposti dalla Troika (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea) a fronte del suo “salvataggio”, avvenuto nel 2010.
Chi pensa che i cittadini greci possano finalmente tirare un sospiro di sollievo si sbaglia di grosso.
Infatti il compito fondamentale della Troika è quello di stilare e far applicare piani di salvataggio nei Paesi in forte difficoltà per il debito pubblico ed evitare così il loro default.
Anche per la Grecia “ La Cura” somministrata per evitare il default finanziario, prevedeva un piano basato su un prestito di svariati miliardi di euro a fronte dei quali il governo greco ha accettato, giocoforza, di mettere in campo una serie di politiche di austerity, con evidenti ripercussioni sullo stato sociale. Niente investimenti in infrastrutture, tagli a pensioni, sanità e pubblica amministrazione: il denaro serviva solo a ripagare il debito con la Troika e i relativi interessi.
Condizioni durissime, calate su un paese già debole e che lo hanno lasciato ulteriormente impoverito e rassegnato.
Per intenderci, i dati sulle povertà estreme indicano un cittadino greco su cinque non può permettersi di pagare le bollette, acquistare prodotti alimentari regolarmente o comprare una tv o un telefono cellulare. Il tasso di disoccupazione, anche se in calo negli ultimi anni, è triplo rispetto ai livelli immediatamente precedenti la crisi (21,5% del 2017 contro il 7,8% registrato nel 2008). Il debito pubblico ha raggiunto l’impressionante valore del 180% sul Pil e non sembra destinato a scendere facilmente.
Al governo di San Marino c’è chi non vede l’ora di farsi prestare i soldi dal Fondo Monetario o da enti simili. Non è una novità, la nostra coalizione ha raccolto un migliaio di firme nei primi mesi del 2017 proprio perchè era evidente che certi Segretari di Stato avevano e tuttora hanno quell’obiettivo. Obiettivo a cui stanno consacrando grosse porzioni della nostra – ormai malconcia – sovranità.
A loro e ai loro sostenitori vogliamo ricordare che a fronte di un prestito di centinaia di milioni di euro, il paese si metterebbe nelle mani di un Organismo che di fatto controllerà il nostro Stato e detterà le nostre leggi, senza subirle.
Nonostante il debito pubblico sammarinese sia tutto interno (chi sta prestando soldi allo Stato sono per lo più banche, aziende e privati sammarinesi) vediamo un Governo disposto a tutto e a qualunque costo, nell’affannosa ricerca di capitali senza aver dichiarato espressamente quanto sia il fabbisogno dello Stato, come intenda utilizzare eventuali linee di credito e, soprattutto, un governo che non ha preso la minima distanza dalla cosiddetta “cricca” dell’Advantage Financial di Confuorti, anzi.
La svalutazione degli Npl di Delta detenuti da Cassa di Risparmio che ha prodotto il bilancio da 534 milioni di perdita va rivista senza perdere altro tempo. Inciderà pesantemente sul bilancio dello Stato ed è stata confezionata per “liquidare” la Cassa.
La vendita dei Crediti Delta va fermata in quanto non vantaggiosa per il paese: occorre favorire una gestione interna che si traduce anche come sbocco occupazionale per i tanti dipendenti bancari in esubero.
Non si può fingere di non vedere come la Grecia e tutti gli stati sottomessi alle “Cure” del Fondo Monetario si siano ritrovati più poveri di prima. Li chiamano programmi di salvataggio ma allora come mai fanno affondare i paesi? Il Fondo Monetario Internazionale non è un ente caritatevole.
Di fronte a questa ipotesi di indebitamento, sempre più accreditata, ci rivolgiamo a quelle forze di maggioranza che ritengono il debito l’extrema ratio possibile, ad avere un sussulto di orgoglio e fare chiarezza sulle reali condizioni del paese e soprattutto, a muoversi per allontanare quegli avvoltoi che, anche questa estate, stanno continuando a banchettare indisturbati.
RETE-MDSI

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