Il Consigliere Bucci risponde ad Adesso.sm sul Casale la Fiorina
San Marino. Mi domando come farà il governo a rispondere alle domande dei Consiglieri di maggioranza firmatari dell’interrogazione sul Casale La Fiorina, in particolare sugli aspetti riguardanti le modalità della mia visita al Casale il 17 febbraio scorso. Non è stata la prima e non sarà neppure l’ultima volta che mi recherò a Fiorina. Probabilmente quella data in particolare ha destato scalpore perché di sabato, avendo più tempo a disposizione, mi sono trattenuta circa un’ora a parlare con ospiti e familiari (miei conoscenti) e perché ho colto l’occasione per guardare con più attenzione la struttura e fare qualche domanda agli operatori, sempre molto gentili e disponibili, avendo cura di non disturbare il loro lavoro. Niente di eccezionale, considerato che il Casale è sotto i riflettori della politica già da un po’ e visto che lo Stato sta sborsando 7 milioni e 400mila euro (spalmati in 25 anni) per una residenza in cui, per dirne una, lo spazio esterno è tuttora inagibile.
Mi preme sottolineare che il mio accesso al Casale è avvenuto sempre dall’ingresso principale e sempre nella fascia oraria aperta alle visite. Quella che viene fatta passare per una pericolosa missione “segreta”, non è altro che una visita di cui ho addirittura parlato apertamente al microfono durante un mio intervento in Consiglio nella sessione di marzo. Al termine dell’intervento ho anche colto l’occasione per approfondire alcune criticità direttamente con il Segretario alla Sanità, al quale ho consegnato fotografie di porte divelte e muri crepati in spazi comuni all’interno dell’edificio. Lo stesso Segretario mi ha poi consigliato di stilare un report con tutte le problematiche rilevate in questi mesi relativamente al Casale La Fiorina.
Report che ho realizzato e consegnato al Comitato Esecutivo ISS giusto qualche giorno fa insieme alla mia collega Grazia Zafferani.
Durante il colloquio con i membri del Comitato Esecutivo, proprio sulle tematiche relative all’assistenza anziani, abbiamo segnalato loro l’esistenza di una lettera raccomandata firmata dalla la Dirigente Cinzia Cesarini, concernente la mia visita del 17 febbraio. Una lettera che, a nostro avviso, per tono e contenuto si configurava come una vera e propria forma di pressione sugli operatori, una delle tante pressioni che segnalano di subire da tempo.
Il Comitato Esecutivo, in estrema sintesi, ha glissato sui contenuti della lettera e confermato l’opportunità della mia presenza al Casale.
La realtà, purtroppo, è che quella maldestra interrogazione avrà come conseguenza non tanto quella di colpire me, quanto quella di tormentare ancora una volta gli operatori – una di loro in particolare – che da mesi chiedono di essere ascoltati, chiedono una soluzione ai problemi che affliggono la struttura, chiedono di essere messi in condizione di lavorare e di offrire un servizio appropriato e tutelante per gli ospiti. In 46 su 53 operatori hanno addirittura firmato una lettera per far valere le proprie ragioni ma invece di essere coinvolti in un processo di collaborazione per migliorare la qualità del servizio, si preferisce ridurli al silenzio: chi osa parlare viene stigmatizzato, bollato come “testa calda” e le osservazioni ridotte a lagnanze di chi non ha niente di meglio da fare. Per questo il messaggio insito nell’interrogazione è: colpirne uno per educarne cento.
Certo che è anomalo che problematiche di questo genere, così delicate e specifiche, arrivino sui banchi dell’opposizione, all’attenzione del Consiglio Grande e Generale: in un paese normale sarebbero risolte dall’interno, con una dirigenza che affianca in maniera costruttiva operatori e famiglie. Col tempo invece, a forza di minimizzazioni, le tensioni sono state fatte acuire e i disagi manifestati si sono incancreniti.
Perciò non c’è da stupirsi se, alla fine, la bolla è scoppiata fuori dalla sede deputata causando dure prese di posizione anche sulla stampa da parte delle varie parti in causa. La coalizione di cui faccio parte, Democrazia In Movimento, non ha mai partecipato alla battaglia di inchiostro sulla carta stampata, privilegiando un diverso tipo di approccio. In questi mesi infatti abbiamo partecipato a riunioni e incontri istituzionali, parlato con chiunque avesse segnalazioni, scritto report.
Ancora una volta, si è persa l’occasione per affrontare i veri problemi che, nel frattempo, continuano ad ingigantirsi perchè nessuno si prende la briga di affrontarli preferendo soffiare sul fuoco di polemiche inutili che rischiano di danneggiare seriamente i professionisti che accudiscono gli anziani, e che vorrebbero solo essere presi sul serio.
Marianna Bucci