Nuovo debito per 350 milioni: DC e PS lasciano l’aula del Consiglio
San Marino. Lo Stato si fa carico di un nuovo debito pari a 350 milioni. È quanto accusano DC e PS nei confronti del governo e della maggioranza che, con l’articolo 22 del decreto 87, impegnano le casse pubbliche per finanziare le banche.
Nello specifico: sono 200 i milioni previsti per l’emissione di titoli di debito pubblico, che si vanno ad aggiungere ai 150 già indicati per la trasformazione del credito di imposta in altrettanti titoli di debito.
Sono stati salvati dalla gestione di diretta di Banca Centrale i FONDISS e i Fondi pensione (Primo e secondo pilastro), che quindi non entrano nel pacchetto, con l’assicurazione del Segretario Celli per la garanzia dello Stato. A detta dei Consiglieri, questa è l’unica variante rispetto al famigerato decreto 79, ritirato appena qualche giorno fa.
Interventi di fuoco, dunque, per tutta la giornata di ieri, pur in assenza di Rete e Movimento Democratico, che già nella seduta di luglio (circa una settimana fa) avevano motivato la loro scelta sulla base delle stesse ragioni.
In particolare: il mancato rispetto delle opposizioni per un confronto parziale e solo di facciata, dal momento che solo alcune forze politiche sono state chiamate al tavolo. Il mancato rispetto della Reggenza, che aveva stilato un calendario delle sedute per i sei mesi del suo mandato. La mancata urgenza e straordinarietà per interventi che avrebbero potuto essere tranquillamente portati in Consiglio a settembre, dopo un adeguato percorso di dialogo.
La mancanza di dati – che non sono stati forniti neppure ai Consiglieri – sull’effettiva situazione del sistema bancario e soprattutto delle banche che sentiranno le conseguenze dei provvedimenti. La mancanza di risposte sulla svalutazione degli attivi di Cassa di Risparmio, che tra l’altro non ha ancora un bilancio approvato. Anche questo è un dato fondamentale per articolare ogni tipo di intervento di finanziamento.
La chiusura della maggioranza a qualsiasi proposta di emendamento migliorativo del testo del decreto 87, come quella di riservare certe disposizioni solo a beneficio di Cassa di Risparmio, cioè alla banca di sistema, e non alle banche private.
Il decreto 87 passa con i soli voti della maggioranza, ma all’avvio del dibattito sulla seconda lettura dell’assestamento di bilancio, la polemica non si spegne.
In seduta notturna, intorno alle 11, il capogruppo democristiano Alessandro Cardelli annuncia l’abbandono dell’Aula da parte del suo gruppo, che non può partecipare allo scempio del Paese. Subito dopo gli fa eco il capogruppo PS Alessandro Mancini. Prima di mezzanotte, l’Aula consiliare era mezza vuota.