Badanti, una risorsa occupazionale inesplorata
San Marino. Il problema delle badanti non è nuovo e negli anni si sono prospettate molte soluzioni. Nessuna veramente efficace. Pier Giorgio Piselli, una vita da metalmeccanico, oggi pensionato anche lui e che con le badanti ha sempre a che fare per via dei suoi vecchi genitori, ha un’idea che sembra il classico uovo di Colombo. Espressa più volte, e sempre rimasta inascoltata.
“A parte l’immensa burocrazia e gli infiniti passaggi che regolano l’assunzione di una badante – dice Piselli – bisognerebbe trasformare l’assistenza domiciliare in un lavoro regolato con il contratto nazionale dell’industria, come tutti gli altri lavori dipendenti del settore privato, con le stesse regole e gli stessi diritti. Oggi, le badanti non hanno diritto alla tredicesima, al TFR, ai contributi pensionistici e quant’altro. La legge è un capestro. Questo circoscrive l’offerta di lavoro, che è tanta, soltanto a lavoratrici straniere. Se invece si normasse diversamente il settore, questo diventerebbe appetibile anche per le donne sammarinesi. Ce ne sono molte disoccupate, spesso intorno ai quaranta, cinquant’anni, che non hanno più speranza di trovare un’occupazione, mentre ci sono più di mille badanti straniere che lavorano a San Marino. E’ un contro senso.”
Mille badanti vogliono dire circa 10 milioni di euro generati solo dall’assistenza domiciliare. Una risorsa importante che potrebbe essere distribuita tutta, o quasi, in territorio. “Non ci sarebbe bisogno di andare a cercare tanti investimenti esteri – insiste Piselli – tirar su capannoni, o fantasticare su chissà quali novità. Abbiamo un migliaio di posti di lavoro che possiamo utilizzare molto meglio. Ottimizzare questo mercato in un’ottica sammarinese, è davvero la risoluzione di tanti problemi: quelli degli anziani, che potrebbero stare a casa loro, senza pesare sulla famiglia, e quelli di tante persone disoccupate, che potrebbero avere un’interessante opportunità di lavoro. Poi, nell’ultima fase della vita, quando la persona non è autosufficiente, o ammalata grave, solo allora la si manda in Casa di Riposo.”
Tuttavia, le badanti provenienti dai Paesi dell’Est offrono una servizio full time, anche notturno, che una badante sammarinese, forse non potrebbe offrire. Sembra una via impraticabile…
“È vero che le badanti offrono un’assistenza 24 ore su 24 – spiega Piselli – con un giorno di riposo settimanale e un mese di distacco una volta all’anno perché, per legge, devono tornare nel loro Paese. In genere si tratta di persone molto brave. La mia famiglia ha avuto fortuna, abbiamo avuto sempre delle badanti molto brave, che sono diventate quasi donne di famiglia, serie, affidabili, pulite, precise. Ma non tutte le famiglie hanno bisogno di un’assistenza 24 ore su 24. Ci sono anziani che hanno bisogno solo di compagnia per qualche ora, altri che hanno bisogno della macchina, altri che possono contare sulla famiglia e che hanno bisogno solo di un aiuto nell’assistenza. Si potrebbe creare un tipo di organizzazione per cui anche una signora sammarinese possa adattare gli orari di lavoro alle sue esigenze.”
Ma c’è un altro problema, forse più di ordine psicologico, che reale: fare la badante è da molti considerato un lavoro di serie B. Insomma una diminutio. Pier Giorgio Piselli, con un cuore che batte da sempre a sinistra, non accetta questo tipo di discorso: tutti i lavori sono dignitosi, specialmente quando si rimane disoccupati. Anzi, è proprio per queste situazioni che bisogna creare nuove opportunità. Ma allora, basta una legge per risolvere la carenza di lavoro che colpisce soprattutto la fascia di età intorno ai 50 anni, cioè quella che fa più fatica ad essere ricollocata?
“La riforma di legge è il primo passo – dice convinto – anche perché con quella attuale, non si va in Europa, proprio perché non contempla alcuni diritti fondamentali. Poi ci vuole un preciso corso di formazione professionale, perché lavorare con gli anziani è difficile e, spesso, per niente gradevole. Bisogna prevedere la possibilità di diverse tipologie di lavoro e assunzioni part-time, in quanto ci sono anziani che non hanno bisogno di assistenza continuativa, così anche lavoratrici sammarinesi, che abbiano necessità di avere del tempo a disposizione, potrebbero essere invogliate a questo lavoro. Invece, adesso, tutto questo non è previsto.”
Pier Giorgio Piselli non è solo a pensarla così. Accanto a lui c’è un gruppetto di persone con le quali ha cercato di alimentare il dibattito, di sensibilizzare la cultura della gente anche contattando alcuni partiti politici e partecipando ad alcune manifestazioni pubbliche. “Purtroppo – chiosa – abbiamo trovato solo omertà, indifferenza, disinteresse. Non c’è ascolto e non se ne vuole neppure parlare, come se fosse una vergogna cercare di migliorare un certo tipo di situazione con beneficio di tutti. Quindi, è necessario che si apra una discussione pubblica, che altre persone portino la loro esperienza e le loro idee, che venga coinvolto “lo Stato amico, dolce” come diciamo noi, non uno Stato rigido, paralizzato e isterilito nelle sue posizioni, come invece appare.”
a.ve.