I diritti delle donne passano attraverso il voto
In questi giorni in cui si sottolinea la ferma condanna alla violenza contro le donne forse è appropriato ricordare le lotte civili nate in Inghilterra nei primi anni del ‘900 per ottenere il diritto di voto alle donne.
Emmeline Pankhurst , che fondò nel 1903 The Women’s Social and Political Union, condusse assieme alle sue figlie e alle donne del movimento una protesta furiosa ed appassionata contro il governo dell’epoca, organizzando marce, comizi, incatenandosi, e affrontando gli stenti della prigionia e le percosse da parte della polizia.
Con tenacia rabbiosa e sofferta le cosiddette Suffraggette ottennero:
nel 1918 In Gran Bretagna il diritto di voto per le donne over 30;
nel 1928 in Gran Bretagna l’età per votare scese a 21 anni.
Sulla scia di questa lotta negli U.S.A. nel 1920 le donne ottennero il voto; in Italia nel 1946.
A San Marino il diritto di voto alle donne venne dato nel 1958, esercitato per la prima volta nel 1964, appena 52 anni fa!
Si dirà: “Ma cosa c’entra il voto con la violenza alle donne?” la risposta la dà la stessa Emmeline Pankhurst nel 1912: “… Vogliamo aiutare le donne… vogliamo ottenere per loro tutti i diritti e la protezione che le leggi possono dare loro. E soprattutto vogliamo la buona partecipazione delle donne per poter dire la loro, al meglio delle loro possibilità, sulle questioni sociali e morali del tempo. Tuttavia non possiamo fare questo se non possiamo votare e dunque se non siamo riconosciute come cittadine e come voci che vanno ascoltate…”
Riteniamo che le donne sammarinesi non debbano rinunciare a questo diritto e sprecare questa storica conquista, ma debbano partecipare, fare le debite valutazioni, soppesare i pro e i contro, per dare con il proprio voto un’opportunità ai nostri figli e nipoti di vivere in una San Marino virtuosa ed accogliente, basata su una economia sana ed equilibrata per tutti.
Ingrid Casali
Repubblica Futura