OSLA incontra il Fondo Monetario e ribadisce la propria ricetta per lo sviluppo
OSLA – Organizzazione Sammarinese degli Imprenditori – ha incontrato lunedì 27 gennaio la delegazione del Fondo Monetario Internazionale in missione in questi giorni sul Titano.
Ribadendo come OSLA sia l’associazione sammarinese di riferimento della PMI e dei lavoratori autonomi, con all’interno anche realtà importanti specialmente nel settore del commercio e dei servizi, i vertici dell’Associazione hanno illustrato ai tecnici di Washington la propria ricetta necessaria per il rilancio dell’economia sammarinese: stabilizzazione del sistema bancario, riduzione della spesa pubblica, sviluppo economico e fiscalità, infrastrutture, investimenti, turismo e commercio, riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali.
La priorità delle priorità è il rilancio dell’economia e per farlo si deve partire dal liberare risorse dal bilancio pubblico da destinare allo sviluppo economico del Paese. Le liberalizzazioni possono spaventare ma sono la ricetta per creare imprese ed economia.
Occorre liberare risorse procedendo con la riduzione e l’ottimizzazione della spesa pubblica, con la parificazione del contratto pubblico a quello privato e la riorganizzazione della PA su logiche privatistiche.
OSLA ha posto l’attenzione sui numeri del sistema imprenditoriale sammarinese, costituito per il 90% da imprese con meno di 10 dipendenti. Sono numeri che bisogna tenere conto quando si definiscono politiche di sviluppo. Le caratteristiche e le dimensioni territoriali di San Marino ci impongono di puntare e sviluppare le PMI e i lavoratori autonomi ed in particolare settori quali il turismo, commercio e servizi.
Per quanto concerne l’IVA, OSLA guarda con attenzione e senza pregiudizio, la sua possibile introduzione del nuovo sistema a San Marino, ma ritiene che prima sia assolutamente necessario effettuare una seria valutazione sull’impatto che tale imposta potrà avere sia per quanto riguarda la previsione delle entrate erariali che su alcuni settori dell’economia che hanno diretto rapporto con l’utente finale, come turismo, commercio, servizi, ristorazione alberghi ecc.:
OSLA invita quindi a ragionare su un sistema misto che preveda l’introduzione dell’IVA per alcuni settori (esempio manifatturiero e commercio all’ingrosso) ed il mantenimento dell’imposta monofase per i settori della nostra economia che cedono beni e/o prestano servizi al privato (commercio al dettaglio, servizi, eccc).
In merito alle Infrastrutture, OSLA ha evidenziato l’urgenza di definire gli accordi con le amministrazioni italiane limitrofe per rendere agevole e veloce il collegamento tra l’Italia e San Marino, superando i semafori e rivolgendosi a soluzioni immediatamente realizzabili come il metrò su gomma, ossia il collegamento veloce su mezzi ecologici per i quali gli Organismi Competenti dell’Emilia-Romagna sono già pronti a stipulare accordi con San Marino. Ciò a favore sia degli scambi commerciali (si pensi ad esempio all’afflusso di migliaia di persone che accederanno al nuovo centro commerciale The Market) che per le attività turistiche.
In generale l’Associazione ha ribadito come, per il rilancio dell’economia di San Marino, occorra abbandonare quelle politiche protezionistiche ed assistenzialistiche che non fanno altro che pesare sul bilancio dello stato non favorendo la cultura del lavoro e dell’iniziativa privata.
È necessario, in tal senso rivedere tutta il sistema degli ammortizzatori sociali onde evitare che sia più conveniente percepire la mobilità piuttosto che essere collocati nel mondo del lavoro.
Nell’ambito dell’incontro con il FMI si è fatto altresì presente l’urgenza di una riforma complessiva del lavoro rendendolo più flessibile nonché la contrarietà ad un ritorno al passato che limiti l’imprenditore nella scelta delle assunzioni. Per entrare nel merito, OSLA ha evidenziato a FMI che con le attuali leggi, un datore di lavoro che assume un lavoratore a tempo determinato per un periodo superiore a quello di prova e successivamente decide di non rinnovare il contratto in quanto il lavoratore non risulta idoneo a svolgere quella mansione, gli è impedito per i successivi tre mesi l’assunzione di un altro lavoratore nell’impresa con la medesima qualifica. Aspetto questo in contrasto sia con la possibilità di dare lavoro ad altri lavoratori che con la libertà dell’imprenditorie di effettuare le proprie scelte ed investimenti in risorse umane.