Poste Spa: una gestione del tutto arbitraria, con la complicità dell’Esecutivo
San Marino – Le Federazioni Pubblico Impiego e la CSU hanno sempre criticato la scelta di trasformare l’Ente Poste in Società per Azioni; non ne capivamo l’esigenza e, in effetti, pare che i fatti ci diano ragione. Di quanto si prospettava per questo importante settore dello Stato, e cioè l’aumento e il miglioramento dei Servizi, oltre alla implementazione di attività finanziarie (cosa che, a detta della Direzione, sarebbe stata possibile solo grazie al nuovo vestito giuridico), non è stato fatto nulla.
Dovendo dare un senso all’involucro della Società per Azioni, di cui lo Stato è l’unico azionista, la Direzione ha deciso con arroganza, ben assecondata da questo Governo, di colpire i dipendenti (con i “grandi risparmi” che ne conseguiranno!), in particolare quelli precari con rapporto di lavoro a termine; lo fa obbligando questi dipendenti a firmare un nuovo contratto, di natura privata, il “contratto servizi”. Una situazione che viene imposta, “per Decreto Governativo”. Alla faccia del rispetto delle regole democratiche!
Si viene a verificare quindi una situazione per la quale persone che fanno lo stesso lavoro saranno trattate in maniera diversa, sia economicamente che normativamente, e tutto ciò senza nemmeno creare, con la trattativa, un sistema di “contrappesi” che possa equilibrare, nei limiti del possibile, tale situazione.
Non si giustifica il mancato accordo su questo tema; in tal senso era necessario aprire una trattativa che regolamentasse i rapporti di lavoro dei dipendenti rimasti in condizione di precariato e altri aspetti che avevamo posto sia alla Direzione Poste che al Governo già a partire dal mese di febbraio. La Direzione è addirittura arrivata a scrivere che, poiché la struttura organizzativa è quella di una Spa, non si doveva aprire nessun confronto! La politica ha fatto anche peggio, non rispondendo nemmeno alla richiesta di cui sopra datata 28 febbraio 2019, né all’ultima lettera di pochi giorni fa.
Facciamo anche presente una evidente incongruenza nelle politiche dell’Esecutivo, con riferimento ad alcuni casi simili, e in particolare a quanto si è verificato con la RSA “La Fiorina” e il CEMEC dove, seppure in presenza di entità di diritto privato, si è giustamente optato per l’inquadramento del personale nel Contratto Pubblico.
Un Governo debole, che continua con atteggiamenti preoccupanti sul piano delle regole democratiche, incapace di programmare politiche efficaci per portare il Paese fuori da una situazione sempre più difficile, non trova di meglio che colpire i propri dipendenti, e in particolare i più deboli, i precari.
Federazioni Pubblico Impiego CSU