Economia e Lavoro

CSU: no al taglio degli stipendi

San Marino. “Fermatevi: non si cambiano regole, diritti e stipendi a colpi di decreti”.  È il senso della lettera-appello che i segretari della Federazione Pubblico Impiego della CSU, Alessio Muccioli e Milena Frulli, hanno inviato al Governo e a tutti i gruppi consiliari.

“Pensare che chi è delegato a gestire momentaneamente il potere esecutivo – scrivono –  abbia la possibilità di cambiare unilateralmente regole già sancite, relativamente all’organizzazione dei servizi e ai diritti di chi lavora, equivale a disconoscere un pilastro fondamentale della democrazia: il confronto. Troppo spesso poi decisioni prese unilateralmente finiscono per generare effetti dannosi e magari contrari allo spirito dal quale sono dettati, proprio perché, in esse, manca quel carattere di partecipazione, coinvolgimento se non sempre condivisione, che è tipico di ogni forma di democrazia”.

Nella missiva i segretari di FUPI-CSdL e FPI-CDLS fanno l’elenco delle “misure penalizzanti” che in questi anni hanno colpito i lavoratori della PA.  E più che una spending review è stata una stipendig review: taglio delle indennità del 10% (legge di bilancio 2010), riforma dell’istituto delle indennità con prelievi forzosi dell’1,5% agli organici e del 5% ai precari (legge di bilancio 2013) e un nuovo prelievo dello 0,5% ai dipendenti in organico (assestamento di bilancio agosto 2017).

All’elenco dei tagli si aggiungono il blocco di 9 anni del contratto con perdita del potere di acquisto del 10%, gli effetti della riforma fiscale del 2013, quello di due patrimoniali e delle riforme pensionistiche del 2005 e del 2011.

Un quadro aggravato dalla cronica assenza di controlli anti-evasione fiscale: “Vogliamo poi fare notare come ancora non siano state introdotte quelle misure che dovrebbero portare alla famosa equità fiscale. Fin troppo scontata è la richiesta di provvedere affinché evasori ed elusori fiscali comincino, finalmente, a contribuire nella misura dovuta”.

È dunque da questo conteso che prende forza l’appello dei Segretari Pubblico Impiego della CSU: “Di fronte all’esigenza di razionalizzare ulteriormente la spesa pubblica chiediamo sia attivato un tavolo di confronto, al fine di potere attuare una politica di risparmio per quanto attiene l’implementazione di appalti di beni e servizi in tutto il settore pubblico allargato, di qualsiasi tipo di esternalizzazione come sull’attivazione di convenzioni o contratti. E per fare ciò sarà necessario avere una fotografia molto nitida dell’attuale stato delle cose: appalti in essere, scadenze, scostamenti di spesa rispetto alla previsione, penali presenti nei contratti”.

Lettera che si chiude con la precisa richiesta di non procedere con la politica muscolare dei  decreti: “Siamo inoltre a chiedere un impegno, che non dovrebbe nemmeno essere chiesto tanto è ovvio, e cioè una intesa sull’abbandono delle politiche di decretazione su aspetti sia organizzativi che contrattuali non conseguenti ad accordo con le forze sindacali”.

Le Federazioni Pubblico Impiego invitano tutti i dipendenti pubblici, unitamente a tutti i lavoratori dei diversi settori, pensionati e cittadini, ad aderire allo sciopero generale per l’intera giornata di mercoledì 30 maggio e a partecipare in massa alla manifestazione in Piazza della Libertà. Uniti per il Paese!

Federazioni Pubblico Impiego CSdL – CDLS

 

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