Attualità

Antonio Stolfi firma il nuovo libro: “Umberto I di Savoia – Il re assassinato”

Un altro grande libro di storia a firma di Antonio Stolfi che, con puntuale cura nella ricerca, ricostruisce uno dei periodi forse meno noti della storia d’Italia e, probabilmente, uno dei più complessi. Infatti, la seconda metà dell’Ottocento fu per l’Europa un periodo di rottura definitiva con il passato: gli assetti politici dei vari Stati e le collaborazioni tra di essi mutarono molto rispetto all’inizio del secolo, le numerose guerre combattute generarono nuovi accordi tra le nazioni, furono creati nuovi confini, le riforme economiche cambiarono il modo di vivere dei popoli europei e non solo. L’Italia, in questo quadro di generale mutamento, fu uno dei Paesi a subire le maggiori trasformazioni: a livello territoriale con l’Unificazione, a livello politico con la Repubblica monarchica e a livello economico-sociale con la crescente industrializzazione soprattutto del nord, mentre il sud rimaneva tragicamente arretrato. 

Ed è qui che si innesta la vita di Umberto I di Savoia, secondo re d’Italia, in carica dal 1878 al 1900. Figlio di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, e di Maria Adelaide d’Austria, regina del Regno di Sardegna, Umberto Rainerio Carlo Vittorio Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio (questo il suo nome intero) fu appellato da molti “il re buono”. Educato alla guerra, secondo gli usi e costumi del tempo, non sempre seppe cogliere le mutate necessità e le nuove istanze sociali di questa epoca. Diviso tra l’ombra del padre, le lusinghe del potere e i tumulti di un’Italia in profonda trasformazione, divenne più famoso per le sue amanti (tra cui la celeberrima Litta) che per la sua politica di governo. Nel 1868 sposò la cugina Margherita di Savoia, figlia del duca di Genova, che gli diede un figlio, il futuro Vittorio Emanuele III. Dopo la presa di Roma (1870) si stabilì nella nuova capitale, senza tuttavia trovare la strada di un buon rapporto con il Vaticano. Di tendenze autoritarie, comunque credette nell’unificazione del Paese, tanto da attraversarlo in lungo e in largo durante i suoi numerosi viaggi. 

Per non essere da meno delle altre monarchie europee, Umberto I appoggiò il progetto coloniale con la speranza di guadagnare nuove risorse per lo sviluppo in Patria. Tra il 1882-1885 venne acquisita la baia di Assab e venne occupata Massaua nel Corno d’Africa. Queste acquisizioni segnarono l’inizio dell’espansione italiana nella regione, che proseguì attraverso la Guerra d’Eritrea (1885-1889), culminata nella battaglia di Dogali (1887) e nella sconfitta italiana a Adua (1896) con la conseguente perdita dei territori acquisiti. 

Nel frattempo, l’Italia era dilaniata dalle tasse e dalla miseria, da un sistema pubblico inadeguato e insufficiente, da ignoranza e arretratezza; ciò nonostante, aveva nei confronti del suo re sentimenti contrastanti. Accolto con musiche ed onori in tutte le stazioni in cui si fermava, fu più volte anche bersaglio di attentati. Andò a segno l’ultimo, avvenuto il 29 luglio 1990, organizzato e portato a compimento dall’anarchico Gaetano Bresci, rientrato dall’America con l’obiettivo di eliminare il Re. 

“Il regno di Umberto I è il meno glorioso di casa Savoia” scrive Stolfi in chiusura del libro. In effetti, scorrendo le pagine appare senz’ombra di dubbio un’Italietta dimessa e modesta rispetto alle attese risorgimentali, ma soprattutto incapace di governare i cambiamenti che stavano venendo avanti. 

Un libro davvero affascinante per l’accurata ricostruzione storica, che Antonio Stolfi presenterà pubblicamente giovedì 30 ottobre, ore 18, a Palazzo Graziani. 

Dialogherà con l’autore la giornalista Angela Venturini. Al termine della presentazione ci sarà il classico firmacopie.