CSdL: “Non solo il sindacato chiede maggiori e più mirati controlli e accertamenti fiscali”
La lingua italiana si presta a diverse interpretazioni da parte di chi legge un testo, per cui va messo in conto che i comunicati della CSdL, al pari di altri, possano dare luogo alle reazioni e/o incomprensioni più disparate, ma quella del Segretario di Stato per le Finanze sul tema del contrasto ad evasione ed elusione fiscale è piuttosto scomposta. Non è abitudine della Confederazione del Lavoro controreplicare ad ogni piè sospinto, ma in questo caso il contesto lo richiede.
Erigersi, come ha fatto, a difensore dei dipendenti dell’Ufficio Tributario per il lavoro svolto in materia di controlli e di accertamenti fiscali contro le presunte “critiche” della CSdL al loro operato mi pare del tutto fuori luogo. Se le lavoratrici ed i lavoratori di questo Ufficio strategico si sono sentite/i denigrate/i sono pronto a chiedere scusa, ma credo fosse chiaro che la nostra richiesta di aumentarli e di migliorarne l’efficacia fosse rivolta al Governo affinché adotti i provvedimenti normativi ed organizzativi necessari.
Richiesta, peraltro, sostenuta anche dalla gran parte delle Associazioni di Categoria e da diversi esponenti della maggioranza che abbiamo incontrato.
Le stesse forze politiche che sostengono il Governo hanno chiesto ed ottenuto di inserire, all’interno del PdL per la riforma IGR, un articolo finalizzato a prevedere controlli automatici, attraverso indagini finanziarie, nei confronti delle imprese che dichiarano redditi inferiori a 15.000 euro per tre anni consecutivi. Nonostante questi siano già possibili oggi, non credo che alla base ci fosse l’accusa di non fare abbastanza a chi lavora, nei diversi ruoli di responsabilità, presso l’Ufficio Tributario. Si tratta di un indirizzo politico, insito nel ruolo che lo stesso Governo potrebbe / dovrebbe dare.
Lo stesso vale per il sindacato, quando afferma di comprendere l’irritazione del contribuente che deve pagare sanzioni perché non ha unito due IGR-G o non ha dichiarato la rendita catastale della propria abitazione, per effetto di una modifica normativa o per una dimenticanza.
Nel contestare tali inadempimenti l’Ufficio ha fatto il proprio dovere. Piuttosto, è la norma che va cambiata, visto che si tratta di informazioni già in possesso dell’Amministrazione: in altri Paesi, le dichiarazioni dei redditi precompilate servono anche ad evitare sanzioni di questa natura.
Non mi pare che mettere in rilievo il differente numero dei controlli sulle persone in rapporto a quelli sulle attività economiche e rendere pubblico il fatto che i primi producono entrate nettamente inferiori ai secondi costituisca una mancanza di rispetto ai lavoratori che se ne occupano. Semplicemente, è una ragione in più per chiedere maggiori controlli e più mirati sulle imprese! È lì che è possibile evadere od eludere volontariamente il fisco, non certo tra chi è a reddito fisso, come lavoratori e pensionati.
E’ stato contestato al Governo, con argomentazioni precise, ancorché legittimamente non siano piaciute al Segretario di Stato per le Finanze, di non mostrare adeguato interesse al contrasto di questo fenomeno. Il fatto che l’Ufficio Tributario sia tra i settori che non hanno beneficiato dell’aumento dei dipendenti del settore pubblico allargato (circa 400 in più negli ultimi 3 / 4 anni), anzi si sia ridotto per effetto degli innumerevoli pensionamenti, come va interpretato?
Enzo Merlini – Segretario Generale CSdL