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Dall’Università di San Marino, in tre anni, oltre 140 progetti per il territorio

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Sono stati oltre 140 i progetti curati negli ultimi tre anni dall’Università degli Studi della Repubblica di San Marino nella cornice della “Terza Missione”, formula con la quale vengono descritte le attività sviluppate al di fuori dei confini strettamente accademici per diffondere conoscenze, servizi e non solo nel territorio del Titano e del circondario, sia in ambito istituzionale che in partnership con aziende e altri tipi di organizzazione, nell’interesse collettivo.
I dettagli sono stati riassunti nel pomeriggio di ieri, mercoledì 25 settembre, durante l’incontro del Patto Territoriale, assemblea convocata dall’Ateneo alla quale hanno partecipato i rappresentanti di alcune delle principali realtà di San Marino in ambito pubblico e privato, inclusi il mondo bancario e finanziario, istituzioni e associazioni.
Nella sede universitaria di Dogana sono stati citati progetti che hanno riguardato per esempio le Biennali d’Arte e Architettura di Venezia, nonché un’iniziativa sviluppata insieme al prestigioso marchio automobilistico Ferrari e le riqualificazioni del parco di Domagnano e del campo Bruno Reffi, oltre a concorsi, seminari, lezioni, mostre e corsi ai quali si aggiungono ricerche sulla diagnosi precoce dell’Alzheimer, sulle donne straniere a San Marino, sugli insegnanti di sostegno, l’introduzione del plurilinguismo nelle scuole e tanto altro.
La descrizione delle iniziative, che hanno spaziato dalla produzione e gestione di prodotti artistici e culturali alla sperimentazione clinica, dalla tutela della salute alla realizzazione di beni di natura sociale ed educativa, ha contribuito a un dibattito aperto dalla direttrice generale dell’Università di San Marino, Laura Gobbi, che ha prospettato per l’Ateneo una crescita agevolata dall’ingresso nello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore. “A proposito – ha affermato – costruiremo un apposito ufficio interno che si occuperà di progettazione europea per avere la possibilità di intercettare i bandi per la ricerca ed entrare in iniziative sostenute da appositi fondi”.
Un dettaglio, questo, che si inserisce in una più ampia ambizione, per la quale è necessario il supporto dell’intero Paese: “Nei prossimi anni vogliamo crescere e per farlo abbiamo bisogno del sostegno del territorio. La ricerca diventa sempre più cruciale, per mantenere i livelli di qualità che abbiamo raggiunto. Ma servono fondi importanti”.
Parole, quelle di Gobbi, raccolte da Massimo Brignoni, delegato alle attività della “Terza Missione”. Guardando al triennio 2021 – 2023, l’accademico ha citato in particolare “55 attività e progetti con strutture della PA”. E ancora, fuori confine, “iniziative per Pesaro Capitale Italiana della Cultura 2024 e il Museo della Ceramica di Imola”.
Leonardo Tagliente, delegato al bilancio e ai rapporti con le imprese, ha ricordato che “l’Ateneo vanta un tasso di placement abbastanza invidiabile, visto che non abbiamo quasi disoccupati fra i nostri laureati”. Parallelamente, ha fatto notare, c’è la “ricerca, che necessita del contributo di tutti. Le aziende, che sono destinatarie dell’output della nostra attività, dovrebbero sentire stimoli e impulsi per contribuire e sostenere la nostra organizzazione”.
L’appuntamento si è aperto con un intervento del Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, Teodoro Lonfernini, che ha descritto l’Università di San Marino come un “elemento integrante per la crescita del Paese, fucina in grado di produrre il capitale umano necessario affinché si continui su un percorso positivo. Se l’Ateneo riuscirà a essere trascinatore di quest’ambizione – ha affermato – ne sarò lieto perché significherà che avremo compiuto un lavoro essenziale e utile al servizio della comunità”.
Nell’ultima parte del Patto Territoriale spazio invece al dibattito con la segnalazione di alcune criticità: su tutte lo studentato, ora assente, le iniziative e i servizi per il tempo libero dedicate agli iscritti, i trasporti e la generale situazione di alloggi e ospitalità.

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