Attualità

Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta del 13 febbraio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE,  12-16 FEBBRAIO
-MARTEDI’  13 Febbraio –
I lavori consiliari si concentrano nella seduta odierna sul primo dei decreti delegati esaminati, il n.185 “Disciplina delle attività economiche”, presentato dal Segretario di Stato per l’Industria il Commercio e l’Artigianato, Fabio Righi. Nel dibattito viene posta attenzione trasversalmente, in estrema sintesi, sul ‘metodo’ con cui è stato sottoposto all’Aula un provvedimento di rilievo, preferendo l’opzione della delega piuttosto che l’iter normativo. Il Segretario viene criticato quindi per aver trascurato il confronto, in particolare, con le opposizioni.  Mentre rispetto ai contenuti del provvedimento, vi è il riconoscimento da parte dell’Aula e dei gruppi, ad eccezione di Rete, che rappresentano un passo in avanti verso lo snellimento e la semplificazione, auspicata dallo stesso mondo economico.
Si parte quindi nel primo pomeriggio dal comma n.9, con oltre una ventina di decreti delegati all’ordine del giorno e con il via libera a quelli non scorporati, per poi passare all’esame del decreto che disciplina le attività economiche. Ma il dibattito, fin dai primi interventi, evidenzia come la strada per la sua ratifica sia in salita. Numerosi, oltre 30, gli emendamenti presentati, di cui più  di una decina dallo stesso governo e altri da Rete e Libera. Ad introdurre il provvedimento è il Sds Fabio Righi che dà lettura della relazione illustrativa. Quindi “quello che è proposto all’Aula- conclude- rappresenta un intervento di semplificazione e potenziamento della normativa, suo obiettivo non è solo rendere più snello e flessibile il nostro sistema, ma anche più leggibile e aderente alla situazione internazionale che il Paese sta vivendo”, in vista quindi dell’accordo di associazione con l’Ue.
Ad esprimere contrarietà verso il decreto, da parte di Libera, per primo è Alessandro Bevitori: “Non è possibile riformare tutta la legge che riguarda il settore delle licenze di industria, artigianato e commercio con un decreto”, manda a dire. “So bene che è l’unica strada che ha il Segretario, nel momento che nei lavori consiliari la maggioranza non ha più la forza di andare avanti- prosegue- In assestamento e in bilancio si fanno 100.000 deleghe, tra cui quella di andare a normare tutto il sistema imprenditoriale sammarinese, cambiando tutte le regole del gioco”. Bevitori precisa che molti input inseriti nella legge sono condivisibili e “gran parte della normativa è in linea con principi dell’accordo di associazione”, ma “lo possiamo fare con decreto?!”, domanda. Al di là del merito, quindi Libera boccia il decreto: “Per noi non è un modo che possiamo accettare, come forza politica non ci stiamo”. Prosegue sulla stessa linea  Iro Belluzzi, Libera che ricorda come siano stati disattesi completamente i richiami forti avuti dal Consiglio d’Europa per eccesso di decretazione: “Al governo non importa- chiosa-  pur di mettere bandierine”. Per Emanuele Santi, Rete, la presentazione del decreto è una vera e propria forzatura che bypassa un progetto di legge sulla stessa materia, depositato in prima lettura e presente in coda all’ordine del giorno dei lavori.“Se era prioritario- suggerisce- la maggioranza poteva iscriverlo al comma 2 e lo discutevamo come progetto di legge, invece ‘c’è fretta’ e il Sds Righi vuole portare a casa il risultato”. Santi rileva delle mancanze nel provvedimento, lo definisce incompleto perché non fa riferimento agli indirizzi dati dalla commissione Antimafia: “Doveva essere questo il testo adatto per introdurre certi elementi, come il passaggio sui settori più sensibili”, come quello del noleggio-auto.  “Sono molto preoccupato- conclude- questa non è la volontà di dare freno a criticità evidenti che stanno menomando il buon nome del paese e il dubbio-azzarda- è che qualcuno faccia affari con questa gente”.
Quindi anche dalle fila della maggioranza, Pasquale  Valentini, Pdcs, evidenzia una forte criticità nel metodo: “Quello che stiamo vivendo in questo momento è conseguenza di una fine legislatura non ordinata- esordisce- stiamo aspettando l’incidente e arriverà perché non è possibile fare seriamente le cose così”. Con l’eccesso di decreti delegati “si sta smontando il sistema istituzionale- denuncia- assurdo che contemporaneamente qui si presentano un decreto e una legge uguali, qui si fa carta da cestino con l’ordinamento e non può essere l’eredità che lasciamo alla prossima legislatura, che si vuole poi confrontare con l’Europa”.  Infine,“lo voteranno altri, io non voglio sulla coscienza un provvedimento così”, manda a dire. “Non siamo più nelle condizioni di piena operatività, senza chiarimento in Consiglio esiste il problema di come finire in modo ordinato questa legislatura”, conclude..
Michele Muratori, Libera, denuncia lo svilimento delle funzioni parlamentari per eccesso di decretazione.  Questo decreto prevede “un passaggio epocale per la nostra economia- motiva- Di conseguenza, i passaggi epocali vanno discussi con il loro iter normativo e vanno ponderati ed esaminati in altre circostanze, non attraverso un decreto”. Di qui la richiesta di ritirarlo e di procedere con “un iter normativo idoneo”. Dello stesso tenore Alessandro Rossi, Gruppo misto, che rimarca come il decreto sia l’esatta copia di una norma già presente all’ordine del giorno: “Un briciolo di dignità- esorta- Segretario, ritiri il decreto e chieda di anticipare la legge”. Per Nicola Renizi, Rf  conducendo così i lavori consiliari “si continua a perdere tempo”. Fa notare come negli incontri tra i gruppi che hanno preceduto i lavori consiliari, tra cui anche in Udp, l’opposizione avesse dato disponibilità a discutere senza fare ostruzionismo su un pacchetto di priorità individuate dal governo.  “Ma quando ci si è venuti a dire che la legge veniva trasformata in decreto- prosegue- abbiamo detto che così non si fa e lo ripetiamo oggi”.
Anche dal Pdcs, Francesco Mussoni, si richiama alla riunione pre-consiliare tra i gruppi: “L’opposizione in Udp ha evidenziato forti perplessità sia su questo decreto, sia su quello sulla cogenerazione- ricorda- ed eravamo rimasti con la volontà di fare incontri tecnici tra governo e opposizione proprio per trovare una sintesi. Ad oggi non risulta che ci siano stati questi incontri tecnici con l’opposizione ed è evidente che questa ora farà ostruzionismo sui provvedimenti, determinando la dilatazione dei tempi”. Quindi anche il capogruppo Pdcs solleva dubbi sul metodo: “Segretario, c’è un tema di metodo effettivamente, che condivido- prosegue Mussoni- è evidente che se il governo emana decine di decreti ogni settimana saremo dei maghi a finire con ordine la legislatura, e su questo decreto in particolare andava forse fatto un confronto con l’opposizione per cercare sintesi su contenuti e tempi”.  Per Matteo Ciacci, Libera la fase politica attuale è “desolante”: “Ci si ostina ad andare avanti quando ormai manca collante tra le singole forze di maggioranza- sottolinea- Non ci sto a sentire che noi stiamo qui a fare ostruzionismo e impediamo la fine ordinata della legislatura”. Quindi boccia l’azione del Segretario Righi per “l’arroganza che è stato il minimo denominatore comune di questo governo e maggioranza”.
Da parte di Domani Motus Liberi interviene Carlotta Andruccioli, che si dice molto perplessa: “E’ impossibile parlare di serietà, responsabilità e di volere dare risposte- manda a dire all’Aula- e poi negli interventi zero parole sui contenuti del provvedimento che stiamo discutendo, giusto qualcuno ha detto che i contenuti sono condivisibili”. Secondo motivo di perplessità per Andruccioli sono le critiche sul metodo: “Qualcuno si è scordato come si è arrivati a questo provvedimento in Aula- replica- che nasce come legge ed è stato in quanto tale oggetto di numerosi confronti con la maggioranza e con gli uffici”. Ma questa legge è stata all’ordine dei lavori consiliari per molto tempo e mai affrontata dall’Aula: “Non è accettabile questo rallentamento continuo dei lavori- punta il dito- ritengo che se siamo ancora qui e abbiamo rilanciato un’azione di governo è proprio per dare risposte, in questo caso al mondo economico”.
Daniela Giannoni, Rete, torna ad additare il decreto come una forzatura e ricorda l’interpellanza fatta dal suo movimento proprio al Sds Righi sui confronti avuti rispetto alle norme presentate.  Con l’opposizione non sono stati fatti e “nella risposta ci si dice che anche con gli uffici dei controlli non ci sono stati”, così come sulle indicazioni della Commissione Antimafia sui settori a rischio, “nella risposta ci è detto che non centrano nulla”.  Infine: “Non credo la furberia di Righi porterà ad accelerare i lavori del Consiglio, anzi li ingolferà-  conclude- prima di schiantarsi contro l’ennesimo muro, Segretario, ci ripensi e ritiri questo decreto”. Andrea Zafferani ,Rf si sofferma invece sui contenuti: nel testo “cambiamenti positivi ci sono- rileva-  per esempio l’eliminazione del termine ‘licenza’, sostituendola con ‘l’autorizzazione ad operare’, che è un sistema meno burocratico e più snello” E per il consigliere di Rf è  positiva anche la modifica fatta sulla possibilità di avere più attività nella stessa sede  e la liberalizzazione della possibilità di fare scontistica. Ci sono invece mancanze sul tema dei costi per esercitare le attività economiche ma “al netto di questo, le innovazioni del testo sono dei passi avanti”. Quindi Zafferani guarda al contesto politico e stigmatizza “l’atteggiamento un po’ da Calimero” in Motus: “Piuttosto- manda a dire- se non vi fanno fare le cose, bisognerà trarre le conseguenze politiche”.
“La scelta del Segretario Righi è stata di togliere potere legislativo all’Aula- lamenta Elena Tonnini, Rete- per andare a velocizzare l’iter, facendo un decreto nelle sole sue mani”. Replica poi ad Andruccioli: “Dice che i confronti sono già stati fatti, ma non è vero, con l’opposizione sicuro non c’è stato alcun confronto, allora le chiedo qual è il momento in cui l’opposizione può esercitare il proprio potere di indirizzo e di non stupirsi se oggi l’opposizione porta decine di emendamenti”.
Il Segretario Righi interviene per puntualizzare e ricordare che, nonostante le critiche sul metodo, “la delega al decreto in discussione sia stata votata dall’Aula e che in Aula il provvedimento torna”.  E ancora: “Il contenuto del decreto è il medesimo della legge sulle attività economiche depositato nel giugno 2023, vi sfido che non si così”, prosegue. Ripercorre il metodo usato dalla sua Segreteria prima del deposito in prima lettura: ci sono stati confronti con le categorie economiche- evidenzia- con professionisti, forze politiche, e dopo la consegna del testo, è stato dato il tempo per poter presentare osservazioni, sono seguite nuove riunioni sulle osservazioni presentate, poi si è deposito il Pdl in prima lettura.  “Si è poi deciso in maggioranza di trasformare la legge in decreto perché- chiarisce- è prevalsa la volontà di portare risultati per il sistema-paese piuttosto che allungare il dibattito con prima lettura, commissione e seconda lettura”.
E ancora: “Non rispondo a provocazioni becere- manda a dire rispetto sospetti sollevati da un consigliere di Rete- rispondiamo a quelle che hanno senso: certo c’è fretta, c’era fretta di dare risposte a operatori e categorie, poi a voi piace chiamarle qui ‘bandierine’”, polemizza.  Quindi sui controlli: “Lo ribadisco- replica- non è questa la legge che parla dei controlli  e sui settori sensibili si sono ascoltati gli uffici che ci dicono come a San Marino non ci sia ragione di parlare di settori sensibili, su noleggi e nutraceutica si è intervenuti”. Evidentemente, “ai microfoni si deve dare sempre una rappresentazione mistificata dei fatti- conclude- ma la verità è che si ha l’opportunità di discutere il provvedimento”. Ma “ora si fa una questione di metodo- replica all’opposizione- e si consiglia il suo ritiro, quando non è stata sollevata prima alcuna questione e ci si è detto ‘potete portarlo’, ora si cambia versione e questo non è serio”.
Stefano Giulianelli, Pdcs, esprime supporto al decreto che “è sicuramente un testo migliorativo delle norme in vigore”, anche se il consigliere riconosce che sul fronte del metodo e del confronto “si poteva effettivamente fare di meglio”.
Maria Luisa Berti, Npr, osserva che tutti avrebbero preferito un Pdl piuttosto che un decreto, “però la scelta politica della maggioranza era quella di optare per la delega contenuta nella legge di bilancio- spiega- in quel momento potevamo fare una scelta diversa e non conferire la delega, cerchiamo perciò di essere coerenti nel nostro ruolo”. E rigetta la critica relativa all’assenza di confronto: “Sono due anni che ci incontriamo e dibattiamo anche con gli operatori su questa norma”, rileva. Il provvedimento per Berti merita quindi sostegno. Guerrino Zanotti, Libera punta il dito contro un decreto che abroga tutte le norme che disciplinano le attività economiche: “Credo sia un abuso della delega”. E rispetto al ritardo, dalla presentazione del pdl dello scorso giugno, sollevato dal Segretario Righi, Zanotti sollecita “chi è causa del suo mal pianga se stesso” perché  “sono i decreti che il governo ha portato ad aver stoppato tutti i lavori”.  Michela Pelliccioni, Dml  evidenzia la sua sorpresa per le critiche al metodo arrivate oggi in Aula al decreto: “Le critiche me le posso aspettare da chi, come Rete, sul tema ha una visione contrapposta”.   E allora “questa è una questione politica,  non è fare il Calimero”, manda a dire all’Aula.   Grazia Zafferani, Gruppo misto, torna a criticare il Segretario per il metodo “contrastato non solo da me e dal mio gruppo, non solo dall’opposizione- rileva- ma anche in maggioranza”.  Per Gian Matteo Zeppa, Rete, questo decreto  è l’ennesima forzatura perché “se non lo portate in ratifica- manda a dire alla maggioranza- Motus ritira la delegazione e la Dc rimane con il cerino in mano”.   Vladimiro Selva, Libera, fa notare che “avendo scelta la strada del decreto vi siete  messi il cappio al collo e  l’attività consiliare è bloccata, ma non per colpa dell’opposizione”.  Paolo Rondelli, Rete, punta dito contro le parole del Sds Righi che ha invitato a non allungare il dibattito: sono “affermazioni gravi di un Segretario che vuole impedire l’attività consiliare di controllo sulla delega”.  Per Mirco Dolcini, Dml, invece si è voluto “creare il caso”: “Abbiamo rotto gli schemi dell’opposizione- chiarisce- che si aspettava di fare un dispetto a Motus, così non portando il decreto, si puntava a far incrinare la maggioranza e a far cadere il governo”.  Certo “era meglio procedere con l’iter legislativo- riconosce- piuttosto che con decreto, invece l’iter di legge è stato bloccato dall’ostruzionismo dell’opposizione, che poi dice che non fa ostruzionismo” ma “il paese ha fretta. conclude- vuole sburocratizzazione”. Per Marica Montemaggi, Libera, le critiche per l’eccessiva decretazione sono generali, non rivolte in particolare al Sds Righi e a Motus: : “Abbiamo una visione diversa su come pensiamo debbano essere i ruoli dell’Aula e del governo”.  “Se fosse un libro, questo dibattito, sarebbe la Cronaca di una morte annunciata, stando le premesse” cita Eva Guidi di Libera che ricorda come in Udp, erano state fatte presenti al Segretario le criticità sul decreto. “E’ un provvedimento atteso e con una portata forte- spiega- secondo noi avrebbe meritato un approfondimento maggiore”.  Per Adele Tonnini, Rete, il decreto che “bypassa l’iter democratico”,  rappresenta un problema di autorevolezza istituzionale:. “Al Segretario Righi piace giocare al piccolo despota e portare avanti le cose come vuole lui”. Giuseppe Maria Morganti, Libera, il problema è di ampia portata: quando la maggior parte dei provvedimenti sono fatti per decreto si ha “il declino della politica e della democrazia nel paese”.  Parla infine di un disastro normativo vero e proprio Roberto Ciavatta di Rete perché “per la prima volta- spiega- si stabilisce che con un decreto, da adesso in poi, possiamo abrogare quello che si vuole e diamo mandato nel decreto di fare altri decreti, questa non è semplificazione normativa ma è un disastro normativo perpetrato dal Sds righi per portare a casa una bandierina”.
Il dibattito prosegue e si conclude con le repliche, in cui Rete presenta un Odg “per impegnare il Governo e il Presidente della Commissione Permanente III a convocare in audizione in Commissione Permanente III, entro il 10 marzo 2024, il coordinatore del Tavolo congiunto per la vigilanza e il controllo delle attività economiche”.  La seduta termina alle 21 e il confronto sul decreto n.185 proseguirà domani mattina.
Repubblica di San Marino,  13 Febbraio 2024/01
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