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Accordo con Cargill, i dubbi delle associazioni ambientaliste

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato delle associazioni ambientaliste di San Marino sul contratto da 150 milioni sottoscritto con Cargill:

Chi è Cargill

Qualcuno ha mai sentito nominare Cargill? Forse il suo nome è noto a pochi, ma sicuramente molti l’hanno incontrata. Chi è Cargill lo scrivono bene loro stessi:
“Siamo la farina del tuo pane, il grano dei tuoi noodles, il sale sulle tue patatine. Il mais nelle tue tortillas, il cioccolato nel tuo dessert, il dolcificante nella tua bibita. L’olio che condisce la tua insalata, il manzo, il maiale, il pollo che mangi a cena. Siamo il cotone dei tuoi abiti, il fertilizzante della tua terra…”
Nata come azienda di produzioni agricole, dopo la metà del XX secolo si è dedicata al cibo processato, incidendo in maniera determinante sul modo di alimentarsi del mondo, creando, secondo molti, il moderno sistema agricolo e tutti i suoi abusi.
Come avete incontrato Cargill? Facciamo un esempio.
Cargill potrebbe acquistare soia dai produttori brasiliani, conservarla in un silo Cargill, portarla con una nave in un mangimificio Cargill per alimentare dei polli in aziende sotto contratto Cargill.
Nessuno acquistando un pollo in Europa potrebbe immaginare che in ogni fase di produzione sia coinvolta una multinazionale americana e che probabilmente aree della foresta amazzonica siano state distrutte per questo. Questa invisibilità è voluta.
Cargill è definita dall’associazione ambientalista Mighty Eatrh la peggiore multinazionale del mondo, dal momento che avrebbe ripetutamente rifiutato di interrompere il proprio rapporto economico con i fornitori direttamente coinvolti nella deforestazione. Sicuramente è la compagnia più importante nel commercio di soia dal Brasile, produzione connessa al mangime degli enormi allevamenti che emettono grandi quantità di gas serra (CO2 e metano) per portare la carne sulle nostre tavole. Considerata la maggiore azienda agroalimentare del pianeta, contribuisce alle emissioni anche sfruttando fertilizzanti e fitofarmaci. Recentemente è stata a processo per sfruttamento del lavoro minorile e riduzione a schiavitù nelle piantagioni di cacao e così via.
Ci vorrebbe molto tempo e molto spazio per spiegare a chi già non sapesse come le grandi multinazionali del cibo siano spesso coinvolte in deforestazione, distruzione degli habitat, violazione dei diritti umani compreso lo sfruttamento del lavoro minorile, inquinamento, spesso in Paesi in via di sviluppo, a cui si aggiungono, in occidente, sistemi agricoli basati sulla dipendenza dalle ditte sementiere, sulle logiche di mercato della GDO e così via.
Siamo sconcertati dal fatto che la Repubblica di San Marino, per fare fronte alla crisi economica, abbia deciso di chiedere un prestito ad un’azienda con queste ombre. Ma ancor di più siamo preoccupati del fatto che le condizioni del prestito siano segrete. Per ora abbiamo soltanto voci che dicono che il prestito ammonti a 150 milioni, che dovrà essere restituito entro un anno e con tasso intorno al 4%.
Ma quali sono le garanzie richieste? Che cosa potrebbe volere una multinazionale che è presente in 70 Paesi con 160mila dipendenti e vanta interessi nei mangimi per animali, nella trasformazione e nel commercio di materie prime alimentari, protagonista anche del settore energetico e dei trasporti, dell’industria farmaceutica, e perfino nella produzione di sale chimico per la manutenzione invernale delle strade, da un microstato indipendente in Europa ma fuori dall’Unione?
Indignati per la scelta rivolta verso un simbolo del sistema che noi, associazioni, fondazioni, comitati di cittadini combattiamo da sempre, un sistema basato su sfruttamento sconsiderato del Pianeta e delle vite umane,
CHIEDIAMO SIA RESO NOTO QUANTO CONTENUTO NELL’ACCORDO DI PRESTITO, IN QUANTO DI PUBBLICO INTERESSE