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Poste SPA, se il Governo blocca l’esecutività del Decreto lo sciopero si può revocare

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Se il Governo è perplesso per lo sciopero, i lavoratori da parte loro sono estremamente preoccupati. Nonostante le dichiarazioni di buona volontà, alle richieste del Sindacato e dei dipendenti non è arrivata nessuna risposta positiva da parte dell’Esecutivo. Per di più l’incontro informale tra Governo e Sindacato convocato per lo scorso lunedì, è stato rimandato, e questo non è un segale positivo.

Anche se il Governo dice che non porterà a ratifica il contestatissimo Decreto n. 60/2019 – che inserisce all’interno delle Poste il contratto privato dei servizi, a cui sono stati obbligati a sottostare i precari e i futuri assunti – intanto lo stesso Decreto è diventato esecutivo; in tal senso, attualmente vengono già applicati due contratti diversi – uno pubblico e uno privato – per dipendenti che, all’interno delle Poste SPA, svolgono le stesse mansioni. Questa è una cosa gravissima e inaccettabile!

Riguardo a diversi aspetti del servizio, molte richieste formali delle OO.SS sono rimaste senza risposta, tra cui la modifica degli orari di apertura degli uffici postali, per i quali non c’è stata nessuna comunicazione né trattativa. In merito alla riorganizzazione delle zone postali, sia la Direzione Poste che la politica hanno negato il confronto; da parte sua la Direzione ha risposto che essendo questo servizio diventato una SPA, per le Poste non era necessario nessun confronto o accordo!

Se l’Esecutivo si preoccupa per lo sciopero, sappia che in realtà è molto facile che possa essere revocato; basta una semplice comunicazione in cui ci informa di voler accogliere le richieste della CSU e dei lavoratori.

In assenza di risposte positive da parte del Governo, resta confermata la settimana di astensione dal normale orario di lavoro, da lunedì 13 a venerdì 17 compreso, il cui i dipendenti del settore poste si asterranno dal lavoro ogni giorno per 3/4 ore non continuative.

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