Educazione civica: si torna a cent’anni fa
Come molti ricorderanno, la nostra istanza d’Arengo presentata lo scorso 7 ottobre all’Ecc.ma Reggenza, per l’istituzione di una nuova materia scolastica curricolare denominata “Educazione Civica”, è stata respinta dal Consiglio Grande e Generale nella seduta del 26 febbraio, con voti contrari 27 e voti favorevoli 7.
Nell’ambito del dibattito consiliare, alcuni esponenti della maggioranza si sono spesi con affermazioni che ci hanno sorpresi, perché hanno dimostrato la mancanza di un contatto con la realtà e con le esigenze dei nostri tempi.
Colpiscono, in particolare, frasi come: “una proposta di questo genere ci riporta indietro di cent’anni nella storia educativa del nostro Paese, è per questo che va assolutamente respinta”, oppure “la scuola di Gentile, la scuola fascista insomma, quella che aveva impostato un percorso da cui ancora non si è riusciti ad uscire, aveva proprio questo tipo di mentalità: facciamo l’educazione civica, segmentiamo ogni percorso razionale affinché questo non sia mai parte di un processo globale, non faccia mai parte di una personalità critica.”
È evidente come, chi ha pronunciato queste parole, non abbia minimamente colto lo spirito della nostra istanza d’Arengo e, forse in preda alla stanchezza, non si è proprio reso conto di quello che stava dicendo.
La nostra proposta, infatti, nasce sia da un’esigenza oggettiva, manifestata dai genitori degli alunni e dagli insegnanti, sia da un’esigenza collettiva, in quanto è imprescindibile, a livello sociale, l’importanza del far comprendere – attraverso un programma ben delineato e permanente – ai nostri giovani sin dall’infanzia cosa significhi essere cittadini attivi, tanto nei diritti quanto nei doveri, per il bene del Paese.
Non può poi certo passare inosservato che nella vicina Italia, proprio in questi giorni, è stato approvato alla Camera dei Deputati il testo di legge che propone (esattamente come la nostra istanza) l’istituzione della materia scolastica curricolare “Educazione Civica”, come materia autonoma e con un proprio monte ore (33 annuali), oltre che con propria votazione distinta, e che verrà portato all’esame del Senato per l’approvazione definitiva nelle prossime settimane.
Nonostante, quindi, la nostra istanza sia stata respinta (si noti, a seguito di discussione in piena notte, con un’aula consiliare dimezzata), si ribadisce l’importanza e la necessità che San Marino “torni indietro di cent’anni” ed introduca tale nuova materia scolastica curricolare, anche al fine di evitare il rischio che la pagella degli studenti in uscita dai nostri istituti non preveda materie e votazioni equivalenti a quelle di oltre confine e che, di conseguenza, la vicina Italia possa non riconoscere la piena corrispondenza dei percorsi scolastici.
I giovani sono il Domani di questo Paese, non si può correre il rischio che lo conoscano in maniera solo superficiale e non se ne sentano cittadini responsabili.
Domani Motus Liberi