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Peppino Della Balda: la gara dei “G”

San Marino. Sembra proprio che una accelerazione esponenziale stia spingendo a grande velocità il progresso nel campo delle telecomunicazioni e della scienza in generale.

È di ieri l’annuncio della Cina di mettere in cantiere il 6G quando in sostanza non è ancora partito il 5G nonostante i tanti annunci e soprattutto promesse. Mancano ancora i telefonini, manca il personale, manca la volontà di sfruttare appieno la grande potenzialità che il 5G offre per ammodernare le pubbliche amministrazioni, i percorsi scolastici, la conoscenza in generale, la produzione e la gestione dei servizi, la qualità della vita. In Cina è già stato costituito il team R&D che è incaricato di mettere a punto il nuovo standard che permetterà velocità di connessione di 1Tbps, vale a dire mille miliardi di bit al secondo con tempo di latenza quasi a zero. Per la precisione: 1.099.511.627.776 bit per secondo, una velocità finora mai realizzata. Gli scienziati incaricati di raggiungere questo obiettivo sono già al lavoro e prevedono di poter lanciare il nuovo standard entro il 2030. Conoscendo i cinesi arriveranno sicuramente molto prima al traguardo costringendo anche la concorrenza mondiale a gettarsi in questo progetto. Con ciò la Cina vuole consolidare la sua leadership mondiale e lanciare la sfida agli altri paesi. Una velocità così alta potrà sembrare inutile (si diceva così anche ai tempi dei bit), ma i settori e le applicazioni che in un prossimo futuro la richiederanno sono innumerevoli. Anche l’altro colosso cinese Huawei è in marcia accelerata ed ha già consegnato oltre 10.000 stazioni radio base per il 5G commerciale, altra rivoluzione tecnologica che darà un forte impulso a tutto il settore dell’ITC.

Quando si diceva “La Cina è vicina” si scherzava su di una ipotesi avveniristica quanto improbabile di un suo ingresso nel mercato globale e che sottolineava la grande distanza fra i due sistemi. Ora è “davvero vicina” in una realtà che ha colmato questa grande distanza e che ci sta indicando una strada percorribile  .

Dunque, dovremo abituarci all’idea che la tecnologia non ha colore né posizioni ideologiche ma che, come la scienza intera, persegue il progresso, migliori economicità, affidabilità e soprattutto libertà che sta alla base di ogni progresso.

Anche l’industria, che oggi appare un po’ timida e restia ad affrontare il nuovo che incombe dovrà recepire questi grandi stimoli e trovare il coraggio di costruire nuovi dispositivi, sviluppare nuove applicazioni, ricercare e scoprire nuove opportunità per gli utenti. Obiettivo raggiungibile più facilmente se si avrà un costruttivo contributo fra il ruolo pubblico e quello privato.

Un mondo nuovo fatto di sigle e di numeri che non ci devono spaventare, è solamente un nuovo linguaggio che preferisce la matematica alla retorica, un mondo dove i numeri non vengono dati ma si realizzano, si realizzano soprattutto a vantaggio della comunità che non può nascondersi dietro posizioni di “felice decrescita” come qualcuno vorrebbe offuscato da teorie bislacche quanto improponibili. Il futuro è sempre più nelle mani della tecnologia che è e dovrà restare strumento a disposizione dell’uomo che con la sua intelligenza la governerà nell’interesse di tutti e non di singoli come alcuni vorrebbero.

Un piccolo Stato come il nostro ha le carte in regola per non subire queste trasformazioni ed ha l’obbligo morale di governare il progresso a vantaggio di una comunità che lo richiede e che lo sostiene con convinzione.

San Marino “SMART CITY” è davvero un obiettivo possibile che si può raggiungere guardando all’interesse del Paese e dei suoi cittadini nell’ambito di una solida difesa della sovranità e della sicurezza.

Peppino Della Balda