Unas, quella legge è un mattone troppo pesante
San Marino. La presidente UNAS, Loretta Menicucci, alla vigilia dell’avvio consiliare della legge sullo sviluppo, si fa portavoce del malessere e delle preoccupazioni che la nuova norma sta creando in tutto il comparto della piccola impresa. Ecco quanto si legge in una nota diramata stamani.
Il Progetto di legge sullo Sviluppo si riduce in una “falsa liberalizzazione del mercato del lavoro”, con “incentivazione forzate” per assumere sammarinesi, e aggiunge la pillola amara dell’apertura a licenze individuali per non sammarinesi.
In definitiva, è un “mattone pesante” sulla testa delle piccole aziende già esistenti sul Titano. Loretta Menicucci, Presidente di UNAS, Unione Nazionale Artigiani Sammarinesi, si fa portavoce dei piccoli imprenditori e artigiani nazionali ed esprime tutta la sua contrarietà per il provvedimento che la segreteria di Stato per il Lavoro, l’Industria, l’Artigianato e il Commercio si appresta a presentare in prima lettura nel Consiglio Grande e Generale di maggio.
“Non chiamiamola legge per lo Sviluppo- puntualizza Menicucci- è piuttosto una riforma per obbligare ad assumere sammarinesi, qui lo sviluppo non c’entra nulla”.
Tanti i motivi di malumore: UNAS, in particolare, punta il dito contro le disparità di trattamento tra grandi e piccole imprese, tra attività già presenti sul territorio e new entry, oltre che tra lavoratori sammarinesi e non. In primis infatti: “Si penalizzano le piccole imprese, gli incentivi e le agevolazioni fiscali tengono conto solo di chi ha più di 5 dipendenti”.
Così come, concedendo licenze individuali a stranieri, purché assumano 1 o 2 sammarinesi, con tanto di agevolazioni, si corre il rischio di danneggiare le attività già esistenti a San Marino e di impoverire un settore penalizzato da un mercato saturo e limitato. Un conto è importare grandi progetti, un conto la piccola bottega!
“È una normativa piena di contraddizioni- sottolinea Menicucci – punta a far assumere sammarinesi, ma non tutela i sammarinesi che già fanno impresa, non è questa apertura del nostro mercato all’esterno, ma un colpo di grazia alla piccola-media economia locale che in questi anni, con tanti sacrifici, ha resistito faticosamente, malgrado la crisi”.
Più giusto, considera la Presidente degli Artigiani, sarebbe stato favorire aziende non legando incentivi e sgravi al personale assunto, ma considerando start up, settori innovativi, l’età dei neo imprenditori o un generalizzato sgravio a chi non licenzia. A queste “condizioni inaccettabili- ribadisce infine Menicucci- non è possibile parlare di legge di sviluppo”.
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