Attualità

Riforma IGR: la verità sugli effetti del fisco italiano per i frontalieri

La contrarietà del sindacato alla modifica dell’attuale sistema di deduzioni, formato dal mix no tax area e spese SMAC, in detrazioni soggettive totalmente da spendere in territorio e rivolta ai soli residenti, è decisa. Vi sono altri elementi che è doveroso portare all’attenzione dell’opinione pubblica.

Il Governo ha dichiarato che il provvedimento è legittimo anche perché altri Paesi, in primis l’Italia, non riconoscono riduzioni d’imposta ai non residenti: nello specifico, si tratta dei lavoratori frontalieri residenti a San Marino occupati nel Belpaese.

Nulla di più falso: le detrazioni specificatamente previste per il lavoro dipendente, che arrivano fino a oltre 2.500 euro annui per i redditi medio bassi, spettano a tutti indistintamente, costituendo uno sconto significativo. La sequela delle inesattezze su cui si fonda buona parte della riforma è quindi davvero lunga.

Inoltre, ci risulta che i lavoratori non residenti in Italia beneficiassero anche della riduzione dei contributi disposta dal Governo Draghi. La trasformazione di quest’ultimo provvedimento da parte del Governo Meloni in un’indennità o ulteriore detrazione fiscale a seconda del reddito dovrebbe a sua volta applicarsi a tutti, indipendentemente dalla residenza.

Anche i frontalieri italiani occupati a San Marino dovrebbero averne diritto, ampliando così la fascia di reddito per la quale non si pagano conguagli in Italia e, di conseguenza, la platea di coloro i quali non recupererebbe un centesimo delle maggiori tasse pagate nella RSM, anche in questo caso contrariamente a quanto affermato dal Governo.

Su quest’ultima indennità o detrazione, che incide fino a 1.000 euro annui per i redditi imponibili medio bassi, il condizionale è d’obbligo, visto che si tratta di una modifica strutturale, i cui effetti pratici sono ancora da verificare.

In Italia, rimane il neo dell’assegno unico per i figli di età inferiore a 21 anni, che ha modificato requisiti e benefici per gli aventi diritto dal 1° marzo 2022, escludendo i non residenti. Detto provvedimento è soggetto a procedura d’infrazione da parte della Commissione UE per violazione del diritto comunitario.

Lo stesso rischio che corre San Marino se persevererà nella discriminazione dei lavoratori frontalieri prevista dal PdL di riforma IGR, non appena si concluderà l’Accordo di Associazione all’UE. Anche se questo non tratta la materia fiscale, non è ammessa la violazione dei principi fondamentali dell’Unione Europea.

Vista la cautela su questa sezione del provvedimento da parte di una buona porzione della maggioranza, che però appare concorde sull’aumento dell’importo soggetto a tracciatura SMAC per ottenere lo sconto fiscale, la “soluzione” che i partiti di Governo potrebbero avanzare è l’inclusione dei lavoratori frontalieri nel nuovo sistema di detrazioni.

Le entrate previste per il bilancio dello Stato non ne risentirebbero granché, visto che spendere 6.000 euro annui nel nostro Paese per pagare meno tasse ma acquistare i medesimi prodotti disponibili in Italia ad un prezzo più alto non è di certo un affare. Avverseremo tale ipotesi, anche a tutela dei lavoratori e pensionati residenti, in particolare quelli con i redditi più bassi, come già detto in più occasioni.

A nostro parere, anche tale dispositivo di carattere protezionistico contrasterebbe con il diritto comunitario: la libertà di spendere i propri soldi dove conviene di più, senza che questo comporti penalizzazioni fiscali, è un principio universale, almeno nella UE.

CSdL