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Sentenze favorevoli ai ricorsi di pensionati ex frontalieri: un primo passo verso la soluzione della controversia

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Il 2 ottobre scorso sono state illustrate in conferenza stampa dal CSIR San Marino, Emilia Romagna e Marche, e dalle organizzazioni sindacali sammarinesi e italiane, le motivazioni delle sentenze di primo grado della Commissione Tributaria che hanno accolto i primi due ricorsi tra quelli patrocinati congiuntamente dalla CGIL di Rimini e dalla CSdL per alcuni pensionati ex frontalieri, propri iscritti, che hanno ricevuto dall’Agenzia delle Entrate riminese cartelle esattoriali e sanzioni in relazione alle pensioni percepite da San Marino.

Il CSIR era rappresentato dal Presidente di turno Daniele Tomasetti (USL), le tre organizzazioni sindacali sammarinesi dai rispettivi Segretari Generali – Enzo Merlini (CSdL), Milena Frulli (CDLS), Francesca Busignani (USL) – la CGIL Rimini dalla Segretaria Francesca Lilla Parco, la UIL Rimini dalla Segretaria Giuseppina Morolli. Non presente la CISL Romagna, per impegni improrogabili che non ne hanno consentito la partecipazione.

Si tratta di sentenze molto positive e incoraggianti, che rappresentano il passo iniziale per arrivare alla soluzione complessiva della problematica scoppiata nel 2023 con l’invio di alcune decine di cartelle esattoriali e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna a pensionati ex frontalieri, anche con cifre molto pesanti, in alcuni casi corrispondenti a circa il 40% della pensione.

Fatto questo che ha creato allarme e forte preoccupazione non solo nei diretti interessati, ma anche in tutti i pensionati residenti in Italia che hanno lavorato nella Repubblica di San Marino, e in generale in tutti i lavoratori frontalieri.

Siamo in attesa, hanno sottolineato i vertici sindacali sammarinesi e italiani, delle ulteriori sentenze da parte della Commissione Tributaria per gli altri 3 ricorsi, che potrebbero arrivare in tempi diversi, confidando comunque che avranno gli stessi esiti delle sentenze già arrivate.

Tali sentenze danno ragione ai ricorrenti, riconoscendo che precedenti ordinanze della Corte di Cassazione, relative a casi di pensionati soggetti ad altre Convenzioni stipulate dall’Italia, hanno sancito in maniera chiara e inequivocabile che, ove venga fatto riferimento a pensioni erogate a fronte di un sistema di sicurezza sociale, ovvero a seguito di versamenti “obbligatori” di contributi, ciò non va inteso per le sole pensioni d’invalidità e infortuni, come sostiene l’Agenzia delle Entrate, ma anche per le pensioni di anzianità e vecchiaia. Quindi, è questa l’interpretazione corretta della Convenzione ITA – RSM, la stessa a suo tempo fornita dall’Amministrazione sammarinese.

Si chiede al Governo del Titano di aprire un canale di confronto con le autorità italiane per esigere la corretta interpretazione dei contenuti della convenzione bilaterale, stabilendo una volta per tutte e in modo inequivocabile che il prelievo fiscale va fatto solo nel paese dove il pensionato ha lavorato, ponendo fine a queste iniziative dell’Agenzia delle Entrate.

 

Sul fronte italiano, verranno sollecitati i diversi interlocutori attraverso una serie di iniziative che saranno rese note dallo CSIR, riunitosi nei giorni scorsi. I lavoratori e pensionati verranno opportunamente informati e coinvolti.

 

I Sindacati hanno saputo, peraltro in maniera non ufficiale, che il Governo italiano intenderebbe modificare i contenuti della stessa convenzione, ma di tutto ciò entrambi gli Esecutivi non hanno riferito nulla alle OO.SS. ed al CSIR. Questo è un fatto di estrema gravità. Se si aprirà un tavolo di trattativa tra Italia e San Marino sulla modifica della convenzione, i sindacati chiedono di essere coinvolti, in quanto sono i soggetti rappresentativi dei diretti interessati, i pensionati e i lavoratori.

 

Non è accettabile che le migliaia di pensionati ex frontalieri attuali e futuri, così come coloro che devono decidere se accettare o meno un impiego a San Marino, rimangano nell’incertezza, anche per gli anni a venire, in attesa delle sentenze definitive. Occorre che i due Paesi definiscano una volta per tutte che le imposte si pagano solo nel Paese di erogazione della pensione.

È altamente probabile che l’Agenzia delle Entrate si appellerà ai successivi gradi di giudizio previsti dall’ordinamento italiano, per giungere sino alla Cassazione. Per questo occorre mettere in campo ogni iniziativa possibile affinché la vicenda venga risolta in tempi brevi attraverso il confronto con le Istituzioni preposte.

CSdL
CDLS
USL
CGIL Rimini
UIL Rimini