Sportello Virtuale Sovraindebitamento (di Salvatore Taverna) – Una soluzione alla crisi
Sportello Virtuale Sovraindebitamento
rubrica a cura di Salvatore Taverna
Una soluzione alla crisi
(strategie d’ intervento sul sovraindebitamento)
Oggi più che mai , l’esigenza di trovare una soluzione/indicazione positiva che permetta di ostacolare il crescente problema della povertà, appare una esigenza non trascurabile, anzi direi che diventa una doverosa ricerca per salvare la dignità dei tanti cittadini imprenditori e famiglie che incolpevolmente si vengono a trovare in una condizione di disagio impensabile .
Basti pensare la fatto che le criticità operative, che esistevano agli inizi dell’anno 2000 , nel contesto degli accadimenti di natura esogena che hanno caratterizzato quest’ultimo periodo sono diventate una costante dominante nella vita di ciascuno di noi che come un nemico invisibile avvertiamo e riempie i nostri giorni i nostri pensieri creando incertezze ed indecisione e quindi un disagio che si ripercuote sula nostra capacità di agire influenzando i nostri comportamenti modo negativo,
Da qui le grandi difficoltà sia di carattere finanziario che esistenziale , stress, mancamento, sbalzi d’umore, insonnia che guidano oggi il nostro atteggiamento comportamentale .
Questo fenomeno per noi nuovo si è già comunque manifestato, in modo minore , con causali di natura diversa meno pesante e meno evidenti e coinvolgenti, ma almeno sotto l’aspetto economico finanziario ha già caratterizzato in passato l’economia di oltre oceano .
In quel frangente nuovi sistemi di approccio ai fenomeni economici sopravvenuti, hanno permesso di trovare soluzioni idonee ad evitare il peggio ed a premettere comunque una resistenza e ripartenza .
Ed ancora in tempi più lontani Salomone aveva individuato soluzioni innovative impensabili in condizioni di normalità ma che comunque in quel frangente di grave crisi irreversibile si erano rivelate solutorie, salvando la polis .
Lo stesso Einstein ha detto che la crisi è una benedizione ore gli uomini ed i popoli, ma a condizione che fosse elemento di stimolo per trovare soluzioni in cui la resilienza fosse l’elemento fondamentale per permettere di piegarsi senza spezzarsi e poi ritornare come prima (rinascere per una “seconde chance con una french start ”).
Ho ritenuto necessaria questa doverosa precisazione che potrebbe anche esser una realistica premessa per introdurre le conclusioni della mia analisi che nascono da una lunga attività professionale di oltre quaranta anni di interventi legati alla soluzioni di difficoltà di operatività personale imprenditoriale e dei sistemi .
Nel contesto della mia attività di professionista impegnato nella gestione della crisi da sempre , ultimamente mi sono avvicinato alle problematiche dell’insolvenza dei soggetti non fallibili, ed in modo particolare all’applicazione della legge 3/2012 detta anche “Salva suicidi“, oggi sostituita dall’intervento nel nostro ordinamento, del Codice della Crisi, dal 15 luglio scorso .
Ho scoperto in tale ambito, come la stessa sia una soluzione unica alle problematiche che affliggono oggi il Paese .
In un siffatto contesto dove la causa delle criticità economico finanziarie trovi una matrice comune con le criticità di altra natura, anche di carattere esogeno e personale, il ricorso a procedure nuove per certi versi straordinarie, come questa legata alla gestione del sovraindebitamento, diventa una condizione necessaria e doverosa se si vuole ristabilire un equilibrio tra i fattori della produzione e la loro rappresentazione economico finanziaria per armonizzare i risultati che dalla stessa si devono ottenere .
La problematica riguarda i soggetti più a rischio in questo momento, che sono rappresentati dalle piccole e medie imprese, dai cittadini privati e dalle loro famiglie .
Non bisogna comunque dimenticare che un fenomeno di siffatte caratteristiche ha generato nuove classi sociali che si identificano per caratteristiche omogenee che hanno alla base una comune matrice: l’ impoverimento, cioè la perdita di capacità di acquisto nella quotidianità della vita familiare ed in quella del mondo del labro inteso sotto qualsiasi sua forma, mutano così gli equilibri del territorio nel quale le persone, le famiglie e le imprese vivono ed operano .
Non intendo in questa sede entrare, nel merito della procedura, ancorché esigenze di comunicazione, divulgazione, lo richiederebbero e forse imporrebbero, anche perché una simile attività si dovrebbe sviluppare ed esercitare a livello mediatico importante e nazionale, anche partendo dai piccoli centri dei comuni per arrivare ad essere un solo coro con le istituzioni nazionali .
Io ho sempre sostenuto ciò da anni con il mio lavoro , ed ultimamente è mia intenzione fermare l’accento su una sopravvenuta condizione /opportunità che ritengo di valore importante e rivoluzionario per l’approccio alle problematiche delle povertà esistenti ed in fase di incremento .
MI riferisco al fatto che nel mio immaginario mancava una giusta “condizione guida”, super partes, atta a presentare in modo adeguato la capacità di questa norma di intervenire anche nel contesto sociale come elemento riparatore, ma anche di propulsione per la soluzione alle criticità esistenti .
Il concetto di una economia sociale potrebbe infatti diventare il grande contenitore nel quale raccogliere tutte queste persone che potrebbero dire la propria e farsi sentire co8me una vice unica del popolo che on è giusto che debba subire impotente una simile condizio8ne di vita dove la propria dignità è calpestata ed offesa senza alcuna possibilità/prova di appello.
8Questa comune condizione di esser soggetti passivi è la prima caratteristica di questa nuova categoria sociale di soggetti che hanno perso la capacità di acquisto e cin queta quella genitoriale imprenditoriale ecc..
Questa condizione di inferiorità è determinata dalla impossibilità di adempire con regolarità ai propri impegni, necessità importante alla base di ogni rapporto umano, personale , ed imprenditoriale.
Da qui il problema del debito , antico come il mondo, riconosciuto in ogni contesto ad anche in quello religioso e diventa una filosofia di vita e di comportamento soprattutto se si pensa all’ indulgenza del trattamento di questa condizione che nella preghiera cristiana viene invocata quando si parla di remissione dei debiti e dei peccati .
E’ quindi un passaggio che va oltre il concetto ragionieristico del debito e che implica un punto di osservazione più alto, evoluto , spirituale oserei dire, che per altro è il linea con il concetto più evoluto americano, che ha permesso tra l’altro di salvare l’economia americana, quindi mi pare che possa esistere più di una ragione per credere, che questo approccio innovativo alle problematiche attuali, possa davvero rappresentare in un momento storico come questo la giusta risposta a chi non crede ancora nella validità di questa norma, e possa /voglia spingere i loro pensieri e la loro intuizione / illuminazione / rappresentazione concre8ta, per una soluzione fattibile ad un problema che sta invadendo il nostro Paese e non solo .
Infatti il problema del debito, ha radici economico – finanziarie ma non investe solamente questa sfera della vita della persona, quasi sempre si accompagna a condizioni, cause ed effetti ancora più devastanti sotto l’ aspetto psicologico e dell’equilibrio della mente, fino a toccare le tematiche del making decision e del problem solving, tematiche oggi di grande attualità e tanto care agli psicologi e sociologi più attenti al mondo del lavoro .
Io personalmente ho impostato su queste tematiche il mio programma per un nuovo welfare aziendale, capace di unire un antico concetto francescano di economia della pace, alla via per la soluzione ai nuovi problemi della povertà che avanza e che non può non passare attraverso un giusto incontro tra uomo, impresa e territorio. Questo quel mutamento rivoluzionario, che studio oramai da molti anni e che ho maturato quando è uscita la legge 3/2012 nel gennaio di quell’ anno .
Il breve spazio che mi è concesso in questo frangente non mi permette di esprimere le motivazioni per cui ritengo fondate queste conclusioni , ma ci credo fermamente e come medico e malato, sono certo di questa mia visione .
Convivo con il fenomeno della crisi da quarant’ anni e lo conosco abbastanza bene per potere affermare che è ora che esca una degna ed indiscutibile, Strategia Operativa Superiore (e non so come meglio definirla ), che possa unire il giusto concetto cristiano applicato alla gestione dell’ economia vista nel nuovo concetto di osservazione , che è doveroso osservare in questo periodo di pandemia e di guerra .
Ridare la dignità alla persona è la base per metterla in condizioni di essere nuovamente un soggetto attivo che vive ed opera nel territorio e proprio per questo assolve alle sue finzioni tutte in primis quella di contribuire con il suo operato alla formazione risorse dello stato( versamento corretto del imposte nei limiti della sua capacità contributiva) perché lo stato lo deve degnamente rappresentare, possa esercitare questa sua funzione, per permettergli di rimanere in soggetto attivo, che cammina a testa alta forte della sua legalità di persona libera .
Non voglio, in questo contesto, dilungarmi anche nel citare il grande Albert Einstein, in modo inopportuno, ma è proprio anche riferendomi alle Sue parole, legate al concetto della crisi da Lui indicato nel quale “ …la crisi è una benedizione per persone ed i popoli…” , che voglio porre l’accento su questa proposta, che nasce proprio da quella capacità di osservazione, di ingegno, di inventiva, che tali circostanze stimolano/esprimono, a cui il grande scienziato , il fisico tedesco predetto, si riferiva .
Ed in modo particolare, spero di sapere cogliere e stimolare, in queste mie parole, l’essenza dell’uomo e della sua naturale e comprovata capacità di essere innovatore e pioniere nelle Sue scelte, in modo da diventare il protagonista del cambiamento e della rinascita del territorio nel quale vive ed opera .
Buona ripartenza a Tutti .
Torino 31 luglio 2022 salvatore taverna