Consiglio Grande Generale, Sessione 7-8 gennaio
SEDUTA DI MARTEDI’ 7 GENNAIO – MATTINA
Telecomunicazioni e la crisi tra Iran e Stati Uniti. Sono questi i due temi che dominano il Comma Comunicazioni nella seduta mattutina del Consiglio Grande e Generale. Il Comma si apre con la presentazione, da parte di tutte le forze di maggioranza, di un ordine del giorno che mira a far luce sul ruolo di Public NetCo e la partnership con ZTE. In particolar modo si chiede di “sospendere i trasferimenti economici verso Public NetCo in attesa di capire se la prosecuzione del rapporto possa alterare lo status neutrale di San Marino”. Emanuele Santi (Rete) fa riferimento a una relazione del Copasir, che “esprime preoccupazione sull’ingresso delle aziende cinesi nella realizzazione e fornitura di infrastrutture 5G. Si evidenzia che dati sensibili potrebbero essere carpiti e usati in maniera propria”. L’ex Segretario di Stato Andrea Zafferani (Rf) chiarisce che l’intento del progetto era quello “di dotare lo Stato di una rete sua anche per il mobile”, e che per questo motivo “si è scelto di trovare un partner disponibile a fare investimenti propri. Dal punto di vista politico, anziché frenare mi piacerebbe si avanzasse. Informazioni ce ne sono state in abbondanza e c’è stata anche una apposita Commissione Finanze”. Mentre Alessandro Bevitori (Libera) rimarca la necessità “di risolvere l’annoso problema del mancato funzionamento dei telefoni a San Marino”. Giovanni Maria Zonzini (Rete) ricorda che “la posta in gioco secondo i principali analisti è il dominio tecnologico tra Stati Uniti e Cina”.
Per Sara Conti (Rf) “il nostro Stato ha il dovere di fare una riflessione sulla grave crisi politica che si sta aprendo dopo l’uccisione del generale Soleimani”. Anche Giuseppe Maria Morganti (Libera) è d’accordo sul fatto che “non dobbiamo assolutamente lavarcene le mani”, mentre per Pasquale Valentini (Pdcs) è importante che “il Consiglio si appropri della propria funzione e senza prevaricare le reti diplomatiche dia un indirizzo su questa tematica”.
Si passa quindi al Comma 2: Presentazione, discussione e approvazione del programma di Governo per la XXX Legislatura, con i futuri Segretari di Stato che vanno a indicare le priorità del mandato. Luca Beccari (Affari esteri, Cooperazione economica internazionale e telecomunicazioni), dopo aver rimarcato la centralità del metodo come criterio per l’azione del nuovo Governo, si soffermare sulla questione dei rapporti internazionali, a cominciare da quelli con l’Italia (che vanno “valorizzati”) e con l’Unione Europea: “Il percorso di negoziazione andrà avanti, ma con assoluta trasparenza”. Inoltre “dovremo continuare nell’allineamento con gli organismi internazionali, ma rivendicare con forza il principio di proporzionalità”. Elena Tonnini (Interni, Funzione pubblica, Affari istituzionali, Rapporti con le Giunte di Castello) si sofferma invece sul ruolo della pubblica amministrazione: “muoversi al di fuori delle regole di controllo non è garanzia di miglior utilizzo delle risorse. Il ruolo di presidio deve allinearsi alla flessibilità e alla semplificazione delle procedure”. Federico Pedini Amati (Turismo, Poste, Cooperazione, Expo) chiede “uno scatto di orgoglio” per il rilancio di “un settore strategico”. Afferma che occorre “pensare il Paese come una cosa sola” e rivolge un appello per il superamento delle divisioni. Per Fabio Righi (Industria, artigianato, commercio, ricerca tecnologica, semplificazione normativa) la priorità è “una giustizia efficace che permetta di capire ad un imprenditore cosa può fare e cosa no e che sia garanzia di celerità nella risoluzione delle controversie”. L’intervento di Teodoro Lonfernini (Lavoro, programmazione economica, sport, informazione, rapporti con l’AASS) si apre con una stoccata nei confronti del precedente esecutivo: “Avete fallito” perché “vi siete fatti accecare dalla gestione del potere piuttosto che del Paese”. L’obiettivo più importante è “l’aumento dell’occupazione. Non dimenticherò l’AASS, le infrastrutture per acqua, luce e gas”. Ma occorre anche “riprogettare il sistema di raccolta porta a porta”. Marco Gatti (Finanze, Bilancio e Trasporti) afferma di voler “rivedere il sistema degli incentivi e riorganizzare il sistema di controllo tributario”. Bisogna poi “sciogliere il nodo se passare all’Iva o rimanere alla monofase”. Occorrerà quindi “una strategia nazionale di risoluzione degli Npl”. A questo punto la seduta viene sospesa. Riprenderà nel pomeriggio alle 15.
Di seguito una sintesi degli interventi
Comma 1 – Comunicazioni
Emanuele Santi (Rete): Vorrei fare alcune considerazioni su Public NetCo. Quella che doveva essere una opportunità per questo paese ha dato la parvenza di un vero e proprio buco nero creato per bypassare le regole della pubblica amministrazione. Già dal primo atto che fu compiuto venne deliberato un ordine da 12 milioni di euro con il solo apporto dei membri di maggioranza. Questo progetto non ha la dovuta trasparenza, nessuno ha avuto accesso alla documentazione dell’ordine. Questa situazione è stata gestita senza il minimo rispetto delle regole. Anche la Commissione Finanza pubblica ha sollevato eccezioni sulla regolarità della procedura. Quando si spendono 12 milioni di euro, bisognerebbe essere chiari. C’è anche una relazione del Copa Sir, che esprime preoccupazione sull’ingresso delle aziende cinesi nella realizzazione e fornitura di infrastrutture 5G. Si evidenzia che dati sensibili potrebbero essere carpiti e usati in maniera propria. Vogliamo normalizzare i rapporti con l’Italia e una relazione di questo tipo va esaminata con le istituzioni italiane. Credo sia importante che questa Aula faccia una seria considerazione. Come gruppi di maggioranza presentiamo un ordine del giorno. Chiediamo al Consiglio Grande e Generale di impegnare il Congresso di Stato a verificare l’attività economiche di Public NetCo. Si chiede ad AASS di sospendere il trasferimenti economici verso Public NetCo in attesa di capire se la prosecuzione del rapporto possa alterare lo status neutrale di San Marino.
Nicola Renzi (Rf): Una riflessione su quanto è accaduto in merito alle celeberrime delibere del Congresso di Stato. C’è stato secondo me una sorta di cortocircuito istituzionale nella fine della precedente legislatura. Mostrare precedentemente alla loro adozione le delibere del Congresso di Stato era una cosa che in quel momento mi trovava favorevole. Poi però è successo qualcosa di più. L’approvazione delle delibere è stata subordinata ad una presunta riunione dei capigruppo che istituzionalmente non è riconosciuta. La responsabilità nell’adottare delibere in ordinaria amministrazione è in capo al Congresso di Stato e all’Ecc. Reggenza. Qua è successo qualcosa di strano che ha creato un cortocircuito. In un momento in cui la casualità ha voluto che succedesse proprio alla fine dell’anno. Da un lato c’è la volontà del Congresso di Stato precedente di lasciare la scelta al nuovo Congresso di Stato. Dall’altro lato c’erano problematiche legate alla necessità di non poter lasciare un Paese senza una agenzia di rating per gli adempimenti richiesti. Non è stato facile dirimere la questione. Parlerò di due casi. La prima: delibera per la prosecuzione di tre stage presso dipartimento Affari Esteri. Ne sono state dette di tutti i colori. Era una delibera che si era resa necessaria per un fatto di tempistiche. La sfortuna ha voluto che il periodo dello stage di questi tre professionisti si concludesse proprio con la fine di dicembre. Il mio intento è stato quello di portare una proroga del loro periodo fino alla fine di gennaio, in modo che il prossimo segretario di stato potesse senza far decadere il loro periodo di lavoro far continuare questo rapporto per un mese in modo che il Congresso di Stato potesse decidere se dotarsi ancora di quelle professionalità. L’altro tema è quello di Assisi Pax. E’ un’abitudine del Paese tentare di screditare le persone e quindi anche ciò che di buono quelle persone hanno potuto fare. Di fronte a un riconoscimento così prestigioso come la palma d’oro che ho ricevuto, grazie all’associazione di Assisi e al lavoro corale che è stato fatto, anche su questo si è cercato di adombrare sospetti. Legando la concessione di questo riconoscimento ad una consulenza assegnata dal Congresso di Stato. La consulenza del dottor Schlitzer è stata utile e molto meno costosa di altre. Non capisco perché debba essere legata al premio, il dottor Schlitzer non c’entra nulla, era presente alla cerimonia perché invitato e in virtù del ruolo ricoperto in un’altra associazione meritoria ma diversa da quella di Assisi. Sono accostamenti che nulla hanno a che vedere l’uno con l’altro.
Matteo Ciacci (Libera): Coltivazione della cannabis. Alla fine della precedente legislatura è stata presentata un’istanza d’Arengo che apriva uno spiraglio su uso domestico e ricreativo. C’è stata una presa di posizione netta da parte dell’autorità sanitaria, che ha evidenziato dosaggi e patologie per cui potrebbe essere utilizzata. Sono state individuate una serie di ipotesi tra cui l’introduzione della cosiddetta cannabis light con bassi principi attivi. C’è da capire quali saranno le posizioni che interverranno da oggi in avanti. C’è stata una posizione del consigliere Zeppa che indica come non prioritario il provvedimento. Nel momento in cui c’è un progetto sviluppato dall’autority, ritengo debba avviarsi un approfondimento doveroso, sopratutto da quelle forze politiche che si sono sempre distinte per portare avanti certe posizioni. Vedremo se dagli auspici delle forze di opposizione si passerà a interventi delle forze di maggioranza. Rispetto ad iniziative turistiche sul nostro territorio, c’è la certezza del Natale delle Meraviglie, che ha avuto un riscontro di presenze importante. Il mix tra commercianti, artigiani e una logistica valida, si riesce a definire un buon prodotto. Ormai l’offerta natalizia a San Marino è diventata un prodotto turistico.
Sara Conti (Rf): Il nostro Stato ha il dovere di fare una riflessione sulla grave crisi politica che si sta aprendo dopo l’uccisione del generale Soleimani. Dobbiamo fare un’analisi oggettiva. Omicidi mirati attraverso droni costituiscono una seria sfida alla sovranità nazionale. Un pericoloso precedente al quale altri Governi potrebbero in futuro appellarsi. L’azione americana non trova giustificazione nel diritto internazionale. Rischio di escalation alto. San Marino ha il dovere morale di osservare con attenzione gli eventi e il dovere di incoraggiare tutti quegli attori che ad ogni livello possono contribuire alla risoluzione della crisi.
Andrea Zafferani (Rf): Intervengo sul tema della telecomunicazioni. Il progetto non è quello di ZTE, che è fornitore di tecnologia. Il progetto è dotare lo Stato di una rete sua anche per il mobile, come già fatto per la fibra. Mettere anche per la rete mobile la stessa filosofia. Si è scelto di trovare un partner disponibile a fare investimenti propri. In particolare per traning center ed innovation center. A spese proprie. Cosa che altri fornitori non erano disponibili a fare. Siamo consapevoli dei temi che ci sono a livello globale rispetto alla sicurezza. Penso come tanti che ci sia molto di politico dietro queste preoccupazioni. Penso ci sia preoccupazione da parte di uno Stato di perdere una leadership. L’ordine del giorno che la Commissione Finanze aveva approvato aveva tutto un capitolo legalo alla cyber security. Un capitolo che andrebbe concretizzato. Il fatto che l’obiettivo sia quello di frenare è legittimo, ma ci sono condizioni operative e di spese effettuate che lo rendono molto complicato. Dal punto di vista politico, anziché frenare mi piacerebbe si avanzasse. Informazioni ce ne sono state in abbondanza e c’è stata anche una apposita Commissione Finanze. Vorrei fare una riflessione su un altro tema. L’analisi sulla classificazione dei disoccupati del nostro sistema. Un’analisi che serve al Paese per far sì che i dati possano essere attendibili e comparabili. E’ importante dal mio punto di vista arrivare ad avere una definizione di disoccupato in linea con quella della Commissione Europea e degli altri Paesi. A breve arriverà il Fondo Monetario e sarebbe bene presentargli l’esito di questo lavoro che va consolidato e approfondito.
Alessandro Bevitori (Libera): Doveroso intervenire sull’ordine del giorno della maggioranza. Si fa riferimento all’installazione di un impianto di rete 5G, ma quello che si vuole realizzare è sulla 4G. Per quanto riguarda la mancata trasparenza, si sono tenuti incontri pubblici e politici ad ogni livello, convocazioni nella Segreteria di Stato. AASS aveva rappresentanti sia di maggioranza che di opposizione. Per quanto riguarda questo progetto non ho competenze specifiche da poter entrare nel merito, ma l’obiettivo della maggioranza era quello di superare il monopolio privatistico. Soprattutto: far funzionare i telefoni. Risolvere l’annoso problema del mancato funzionamento dei telefoni a San Marino. Quando si parla di resistenze politiche su questo progetto è vero: le ho riscontrate anche durante i lavori all’interno dell’ex maggioranza. Solo per finalità politiche. L’interruzione di questo progetto vorrà dire continuare ad essere indietro a livello tecnologico.
Francesco Mussoni (Pdcs): Il mio gruppo politico e la maggioranza non ritengono che al momento vi sia una chiarezza totale su ZTE, Public NetCo e sistema delle telecomunicazioni. Come forza abbiamo vorremmo ci fosse un attimo di tranquillità e di verifica tecnica. Allo stato attuale riteniamo non ci sia quella semplice chiarezza che un investimento così importante dovrebbe avere. Non si vuole fermare il progetto, ma solo fare delle valutazioni in termini di sostenibilità e serietà.
Giovanni Maria Zonzini (Rete): La posta in gioco secondo i principali analisti è il dominio tecnologico tra Stati Uniti e Cina. E’ una partita molto forte a livello geopolitico. ZTE, in questa battaglia, ha reso la Cina ancora più consapevole della propria inferiorità, anche se sta facendo passi da giganti e sforzi colossali. Per comprendere la portata della faccenda bisognerebbe pensare che il Consiglio per la sicurezza USA ha rilasciato un documento nella quale si paventava la possibilità di nazionalizzare le reti 5G. Va tenuto in considerazione lo stretto rapporto tra ZTE e le industrie militari cinesi. E’ necessario fermarsi un attimo e capire con i nostri interlocutori come procedere senza creare problemi di politica internazionale che potrebbero essere molto spinosi.
Giuseppe Maria Morganti (Libera): Sul fronte della crisi tra Iran e Usa la Repubblica sarà chiamata ad esprimersi e non dobbiamo assolutamente lavarcene le mani. Prepariamoci con un dibattito e magari con un ordine del giorno che possa essere ripreso all’interno del dibattito nell’Assemblea delle Nazioni Unite. Mi piace sottolineare come la posizione internazionale della Repubblica sta emergendo anche su un’altra questione: le telecomunicazioni. La questione è relativa al controllo degli apparati e delle reti. Una partita che si sta giocando tra Stati Uniti e Cina. La problematica sostanziale da affrontare è un’altra. Oggi gli apparati sono sottoposti a monopolio e sono tecnologicamente dipendenti da una parte del mondo. L’idea che questi apparati possano essere di proprietà dello Stato e quindi governati nella piena autonomia è un obiettivo che dovremmo porci. Non vorrei che l’ordine del giorno andasse nella direzione di frenare questa opportunità. Preoccupa questo fatto che repentinamente venga presa questa prima iniziativa della maggioranza.
Pasquale Valentini (Pdcs): E’ importante ricordare una cosa: questi fatti – e mi riferisco alla crisi tra Iran e Stati Uniti – portano all’escalation che stiamo vivendo perché ci sono Paesi che non accettano più di stare all’interno degli organismi che ci siamo dati. La Repubblica di San Marino fa bene a riportare il discorso nell’ambito multilaterale. Che questi Paesi non basino la soluzione dei problemi con una logica di forza e potenza. E’ all’interno degli organismi internazionali che deve avvenire la risoluzione dei problemi. Importante che il Consiglio si appropri della propria funzione e senza prevaricare le reti diplomatiche dia un indirizzo su questa tematica.
Vladimiro Selva (Libera): E’ evidente che il nostro Paese sta scontando una arretratezza nella implementazione tecnologica. Solo nella scorsa legislatura c’è stata questa decisione che mi auguro non venga messa in discussione. A San Marino c’è un operatore perché è l’unico ad avere l’infrastruttura. Ho sentito ragionamenti di geopolitica che per carità sono fatti con competenza, però mi chiedo soprattutto in questo momento se la maggioranza abbia già fatto tutte le valutazioni circa la collocazione di San Marino e quindi se la storica posizione di neutralità verrà confermata. Nell’ordine del giorno ci sono elementi molto forti. Viene detto che la Cina non è un paese affidabile perché le tecnologie vengono usate per finalità di spionaggio. Se siete così convinti di questo posizionamento pro Stati Uniti e sarà questa la politica da portare avanti, mi chiedo qual è la contropartita, perché state rinunciando ad un progetto importante, buttando dalla finestra dei soldi in cambio di che cosa mi sfugge. Immagino che chi ha firmato l’ordine del giorno lo abbia ben chiaro.
Adele Tonnini (Rete): Non si vuole fermare il progetto sulla NetCo e sulla ZTE. Siamo sempre stati favorevoli all’obiettivo di una rete mobile a copertura di tutto il Paese. Il problema sono le criticità di un contratto stipulato non con una azienda privata, ma con l’azienda di Stato cinese. Vogliamo capire come possiamo superare la criticità della sicurezza dei dati. Lo si può fare con norme apposite. Se il Copasir ha sollevato il tema della salvaguardia della sicurezza, stiamo chiedendo di fare considerazioni sui rapporti geopolitici che si potrebbero rovinare.
Gian Matteo Zeppa (Rete): Mi corre l’obbligo di intervenire per rispondere all’ex Segretario Renzi che ha citato la questione delle delibere del Consiglio di Stato. Posso dire con tutta onestà che lei Renzi non è mai venuto agli incontri presso la Segreteria degli Interni in cui venivano emesse le bozze di delibere. Al contrario degli ex Segretari Zanotti e Guidi. La prassi andava assolutamente bene dal mio punto di vista. Attaccarsi al fatto che non è stata data una delibera rientrante nella categoria di una legge qualificata che regolamenta l’attività dell’ordinaria amministrazione, lo trovo francamente puerile.
Comma 2: Presentazione, discussione e approvazione del Programma di Governo per la XXX Legislatura e nomina del Congresso di Stato
Luca Beccari (Pdcs): L’analisi condotta parte da un’esigenza di fondo. Da circa 10 anni il nostro Paese vive una situazione di crisi economica. Il compito a cui noi siamo chiamati a svolgere è quello di dare una risposta riassumibile con un’equazione. Da un lato riportare il Paese su binari di sviluppo, dall’altro garantire elementi di stabilità mantenendo i servizi. Crediamo che l’elemento iniziale di tutto il nostro ragionamento sia che dobbiamo mettere in campo le politiche in grado di ridare prospettive allo Stato. Non possiamo più permetterci il lusso di affrontare i problemi per quello che sono e come si presentano, dimenticando la parte programmatica. Dobbiamo costruire un futuro per questo Paese: non provvedimenti estemporanei ma ragionare con lungimiranza e prospettiva. Il programma parte con una riflessione sul metodo. Veniamo da un periodo in cui innegabilmente si è registrato uno scollamento sociale. La pianificazione degli interventi dovrà avvenire in un contesto di confronto politico, anche con i partiti di opposizione, e di confronto più ampio con tutte le parti sociali e con tutti quelli che sono i rappresentanti di legittimi interessi all’interno del Paese. Confronto come primo elemento assoluto di metodo. L’altro elemento è la trasparenza degli atti dell’esecutivo e della maggioranza. Occorre togliere la percezione di non trasparenza sulle intenzioni del Governo. Mi auguro che ci sia un ritorno a un dialogo che si basa su elementi certi. Non possiamo più leggere i problemi in funzione delle soluzioni che vogliamo trovare. Ho sentito nei dibattiti avere percezioni della realtà distorte. I cittadini potranno essere in accordo o in disaccordo, ma non dovranno avere il dubbio sugli elementi sul tavolo e sullo scenario. Nostro obiettivo è quello di garantire un equilibrio istituzionale che veda quest’Aula al centro dell’attività politica. Ruolo che in passato è stato a volte soffocato da un’eccessiva esuberanza dell’esecutivo e da progetti esterni. Abbiamo partecipato ai lavori del tavolo istituzionale, ma non possono essere elementi esterni a questa Aula a dirigere sotto il piano legislativo e programmatico le strategie per il Paese. Va riportato un ordine istituzionale dove il Congresso è l’organo esecutivo e deve riferire a questa Aula. Attenzione sulla parte legislativa. Il nostro Paese ha vissuto anni di eccessiva produzione normativa che ha reso il nostro sistema inefficiente. Vado ad illustrare alcuni elementi del programma. Il nostro Paese non può prescindere da un sistema di relazioni internazionali che hanno come primo obiettivo quello di garantire e preservare la nostra sovranità. Per un Paese piccolo e con risorse limitate è una sfida non scontata. Il rapporto internazionale non va solo in un’unica direzione. L’Italia è il nostro principale partner commerciale e attraverso il dialogo con l’Italia passa la risoluzione di diverse criticità. Il rapporto con l’Italia deve tornare ad essere valorizzato. Non voglio mettermi a fare confronti, però voglio dire che per noi è fondamentale ripartire da questo. L’unico elemento di critica lo rivolgo a chi negli ultimi anni tendeva a vendere come superflui i rapporti con l’Italia e con l’Unione Europea. Occorre ritrovare un equilibrio nei rapporti. Per quanto riguarda il rapporto con l’Ue, siamo tra i partiti che hanno sostenuto il percorso di associazione. Assoluta convergenza sulla necessità di continuare questo percorso. Di sicuro una cosa la metteremo sul tavolo. Il percorso di negoziazione andrà avanti, ma con assoluta trasparenza. Non sarà una scelta del Governo o della maggioranza, ma che deve sentire e volere il Paese. Continuerà l’impegno di San Marino di allineamento agli standard internazionali. Dovremo continuare nell’allineamento, ma rivendicare con forza il principio di proporzionalità. Enorme lo sforzo di San Marino nell’applicare regole pensate per i grandi Stati.
Elena Tonnini (Rete): Vorrei partire da una prima analisi. Questo Governo è frutto della legge elettorale nata dal referendum. Per il programma di Governo si è partiti dal programma della Dc per trovare linee comuni con tutte le forze politiche per raggiungere un risultato che fosse soddisfacente. Un esercizio di confronto che sarà alla base del metodo del nuovo Governo. Evitare l’utilizzo improprio della decretazione che lede il ruolo del Consiglio Grande e Generale. Il Congresso deve impegnare minore energia in quelle decisioni che possono essere poste in capo all’amministrazione pubblica. Garanzia di un ambiente che opera nella legalità, sistema giudiziario efficiente, miglioramento della qualità della legislazione, ascolto delle rappresentanze economiche e sociali: precondizioni necessarie per garantire il successo di ogni intervento. La Pa è stata via via considerata un mondo sempre più ingessato. Chi intende considerare la Pa in questo modo, come un peso e come un fastidio, intende bypassarla. Più facile non dover sottostare a regole e controlli, piuttosto che rendere efficiente la macchina pubblica. Ma questo comporta l’abbandono dei presidi di controllo. Dove non c’è controllo, c’è un peggioramento della qualità del servizio. Muoversi al di fuori delle regole di controllo non è garanzia di miglior utilizzo delle risorse. Il ruolo di presidio deve allinearsi alla flessibilità e alla semplificazione delle procedure. Occorre valutare gli impatti degli interventi e non possiamo permetterci impatti negativi sulla capacità di spesa delle famiglie. Individuare le aree in cui intervenire per ridurre la spesa ma senza perdere il ruolo della pubblica amministrazione nella tutela dello stato sociale. Si può garantire una maggiore armonizzazione degli orari di apertura al pubblico degli uffici. Impostare un sistema più meritocratico che ragioni meno su avanzamenti automatici ma sulla base di obiettivi raggiunti. Credo che non possiamo più permetterci di finanziare interventi non fondamentali. Non ci concentriamo sulla spending review, intesa come tagli, ma sugli obiettivi da realizzare. I criteri sono la soddisfazione del cittadino e delle imprese. Il Paese deve uscire dalla morsa dell’avvitamento burocratico. Liberare i funzionari pubblici dai vincoli amministrativi. Servirà l’impegno di tutti. Obiettivo è quello di mettere in sicurezza il Paese con tutti gli elementi di stabilità necessari. Fiducia tra le istituzioni e con la pubblica amministrazione, che deve tornare ad avere fiducia in se stessa, fiducia dei cittadini, degli imprenditori e degli organismi interlocutori. In ultimo un ringraziamento al mio predecessore per la piena disponibilità dimostrata nel passaggio delle consegne.
Federico Pedini Amati (Npr): Farò un riferimento legato alla mia Segreteria e più in generale legato al programma di Governo. L’analisi politica che mi sento di introdurre è questa. Ci troviamo all’inizio di una nuova legislatura, decisiva per San Marino. Ci sono grandi ritardi da recuperare. Sbagliare purtroppo non è più una opzione. Lo abbiamo detto tante volte. Ciò nonostante, sono fiducioso, perché la costruzione politica su cui regge il Governo è solida nei numeri. Numeri che aprono le porte alle riforme strutturali. Non solo. E’ solida nello spirito, nell’intesa. Percorso di consapevolezza maturato nella precedente legislatura. Consapevolezza che un piccolo stato come il nostro non può essere trasformato a colpi di feroce modernismo. Consapevolezza che ha fatto sì che l’allora opposizione sviluppasse la volontà di farsi maggioranza. Abbiamo dovuto rinunciare a qualcosa. Sciogliere divisioni ideologiche e personalistiche. Accettare di risolvere delle contraddizioni. Lo abbiamo fatto. Senza esitazioni lo stiamo continuando a fare. Siamo tutti retti dalla medesima consapevolezza. San Marino ha bisogno di equilibrio, pace sociale e dell’aiuto di tutti. Penso che quello che si sta compiendo oggi è un atto di maturità politica prezioso. Sono stato designato come Segretario per il Turismo. E’ un grande onore. Il turismo ha offerto al nostro Paese grandi occasioni di benessere. La vocazione si è forse indebolita, ma è ancora presente e se stimolata nel giusto modo può moltiplicare le occasioni economiche. Bisogna pensare il Paese come una cosa sola. Le opportunità da accrescere sono quelle di tutti. Questo cambio di mentalità è il presupposto imprescindibile a qualsiasi intervento di modifica del comparto turistico. Senza questo scatto di orgoglio nulla potrà funzionare. Da una parte la titubanza, dall’altra la decisione arrogante. Non voglio seguire né l’una né l’altra. Esercitare il potere significa decidere, ma lo farò in maniera ponderata, seguendo percorsi di ampio confronto, al termine dei quali assumerò una decisione. Expo 2020. Va rilevato che comportamenti di negligenza grave hanno causato ritardi enormi nella fase di preparazione. Situazione ancora più complessa a seguito dell’annullamento dello Statuto dell’Agenzia dello sviluppo. Questo mio riferimento non è una polemica gratuita o una giustificazione, è una constatazione di fatto. Sono certo che con la collaborazione di tutti si riuscirà a garantire alla Repubblica una partecipazione all’altezza delle aspettative. Poste Spa: il processo di privatizzazione è impantanato. Garantire i posti di lavoro e prevedere servizi alternativi a quelli postali. Sul turismo: destagionalizzazione, prolungamento dei tempi di permanenza, miglioramento dell’offerta, infrastrutture necessarie. Come fare per raggiungere questi obiettivi? Superare il clima di trascuratezza che si respira un po’ in ogni dove. Occorre invertire la tendenza al degrado e ridare dignità ad ogni via. Pulizia e decoro devono tornare ad essere l’ordinarietà. Impossibile non riconsiderare l’impatto della raccolta differenziata. Con Montefeltro e Comune di Rimini dovremo tornare una sinergia turistica. L’agenda di Governo è ricca di sfide, il clima è buono, la voglia di fare non manca.
Fabio Righi (Domani – Motus Liberi): Il programma è una sintesi di programmi provenienti da forze diverse, ma che ritengo che sia frutto di una visione chiara e convinta sugli obiettivi da raggiungere. Le materie sono concatenate le une alle altre. Ho sottolineato l’esigenza che questa legislatura rappresenti un nuovo modo di fare politica. Per questo si è inserito come primo punto del programma il metodo di Governo ed è questo che farà la differenza. Le singole Segreterie dovranno lavorare in assoluta sinergia. Non troverete interventi di dettaglio, ma obiettivi da raggiungere: non perché non si abbia contezza, ma perché cittadini, imprese e associazioni di categoria si siano stancate di trovare il compitino da correggere. Meritano un coinvolgimento già nella fase di ideazione. A volte la politica interviene su problemi che non conosce a fondo. Si creano danni e distorsioni. Diventa fondamentale che chi ha a che fare con un singolo disagio, sia parte del processo di miglioramento. Ovvio che la politica, che ha comunque il ruolo di elaborare le migliori soluzioni, non dovrà perdere il proprio ruolo di catalizzatore e sintetizzatore. Se è vero che sarà il metodo a fare la differenza, è pur vero che la difficile situazione necessita di interventi celeri e veloci. Soprattutto sul piano economico. Servono interventi di tipo strutturale e di prospettiva per il tessuto economico. Il primo passo è creare un sistema adeguato allo svolgimento di un’attività economica e non dipendono da organismi internazionali ed enti esterni. I nostri tecnici del diritto hanno difficoltà a sostenere le imprese economiche. Poche leggi ma fatte bene. Occorre recuperare la competitività del sistema giudiziario. Una giustizia efficace che permetta di capire ad un imprenditore cosa può fare e cosa no. Garanzia di celerità nella risoluzione delle controversie. Oggi siamo in una situazione in cui i costi non sono prevedibili. Dovremo essere in grado di incidere sui tempi di avvio di una attività. Trasformando quelle che oggi sono barriere in interventi di controllo successivi. Non possiamo permetterci che un’impresa non possa partire nelle 24/48 ore che occorrono in Paesi più gradi del nostro. Garantire un competitivo accesso al credito. Dovremo essere in grado di agevolare la possibilità di commerciare a livello internazionale. Interventi di prospettiva. Green economy; incentivare politiche economiche che tengano conto delle nuove impellenti esigenze ambientali. Abbiamo parlato di digitalizzazione. C’è il tema del trattamento dei dati: abbiamo un caso specifico di come andrebbe gestita una regolamentazione. Siamo arrivati tardi, perché abbiamo fatto un semplice copia e incolla, non andando a intercettare quelle opportunità di sviluppo. L’analisi e la monetizzazione dei Big Data sarà una delle opportunità del futuro. Rispetto a tutti questi interventi, dovremo andare ad incidere sui parametri di efficienza. Tutti i documenti e le certificazioni già in possesso alla Pa non dovrebbero essere richieste agli operatori ma gestiti direttamente dalla Pa. Dunque eliminazione di costi superflui che rendono il sistema farraginoso.
Teodoro Lonfernini (Pdcs): I cittadini hanno affermato la volontà di voltare pagina rispetto a un capitolo molto infelice e improduttivo. Voi, colleghi dell’opposizione, avete creato i presupposti perché forze come le nostre potessero coalizzarsi, superando le divergenze. Se siamo qui ora è anche a causa delle vostre disgraziate decisioni unilaterali e autoritarie. Avete fallito. Avete fallito una opportunità per il Paese perché vi siete fatti accecare dalla gestione del potere piuttosto che del Paese. Secondo aspetto: ora abbiamo il compito di recuperare il tempo e le opportunità perdute. Avvieremo vere e condivise operazioni di sincerità e oggettività nei confronti del Paese. Lo faremo non come avete fatto voi. Noi gestiremo tutti gli aspetti anche quelli negativi che meno piacciono. Con grande capacità di gestire per il bene comune il potere istituzionale. Sarà qui la grande differenza rispetto alla legislatura che ci siamo lasciati alle spalle. Si tratterà di lavorare per ricostruire un Paese lasciato in frantumi. Nella nostra epoca siamo passati attraverso una guerra di interessi economici e politici che ci ha devastato. Anteporre alle convenienze personali i doveri del proprio mandato. Non è restaurazione, ma ricostruzione. Ci sono punti fermi attorno alla struttura del programma di Governo. Quello che nasce è un Governo politico fortemente rappresentativo. Questo forte mandato deve garantire che il tempo dei politici burocratici è decisamente terminato. E’ altrettanto vero che bisogna dimostrare di essere politici con tutte le lettere maiuscole. La serietà la si dimostrerà con la serietà con cui trasformeremo i problemi in opportunità positive. Ci sono riforme non più rinviabili come quella previdenziale e della pubblica amministrazione. Cronoprogrammazione del progetto Paese. Il decennio che abbiamo davanti sarà difficile anche da un punto di vista internazionale. Dovremo essere capaci di creare un sistema che sarà fluido. Un sistema premiante anche fiscalmente ma non banalmente agevolante come accaduto per anni interi. Meno spesa pubblica, meno tasse e vessazioni per chi lavora onestamente, più investimenti. Non dovremo accontentarci di giudizi internazionali insoddisfacenti. Io partirò dal lavoro. Aumento dell’occupazione: questo l’obiettivo più importante. Non dimenticherò l’AASS, le infrastrutture per acqua, luce e gas. Riprogettare il sistema di raccolta porta a porta, attivando sistemi di raccolta automatizzati. Per tutto questo sarà necessario informare e comunicare al meglio. Fare bene sarà necessario tanto quanto comunicare. Sarà talmente utile che tutto il mondo intorno a noi, a cominciare dall’Italia, dovrà conoscere bene i nostri passi. Non dobbiamo essere sudditi di nessuno, ma consapevoli della nostra capacità di negoziazione nei confronti del mondo. Non dovremo passare un’altra legislatura in totale contrapposizione. Lo scontro in Aula non dovrà essere ripetuto. Ci confronteremo con l’opposizione e il nostro impegno sarà massimo. I nostri cittadini hanno detto basta a una politica alla ricerca della distruzione di qualcosa o qualcuno. Non mi interessa la ricerca dei colpevoli, ma trovare protagonisti per il rilancio del Paese. In conclusione posso affermare che ci impegneremo con grande sforzo: avremo la necessità di sentire continuamente la gente.
Marco Gatti (Pdcs): Per uscire dalle situazioni di difficoltà occorre che il Paese sia unito. Questa condivisione non può che passare da un confronto che tenga conto in primis del Consiglio Grande e Generale. Il dibattito in quest’Aula deve essere il punto di partenza. Il confronto con categorie economiche, ordini professionali, forze sindacali. Sono convinto che questa cosa sarà resa possibile da questo Governo. Equilibrio di bilancio, gestione del debito pubblico, consolidamento del sistema finanziario: questi i temi principali. In materia fiscale. Non è in discussione il livello di tassazione. Ma vogliamo rivedere il sistema degli incentivi, riorganizzare il sistema di controllo tributario: controlli efficaci ma non invasivi. Vogliamo migliorare la certificazione dei ricavi, semplificando questa procedura pur mantenendo salti i principi. Dobbiamo lavorare sulla riforme delle imposte indirette. Bisogna sciogliere il nodo se passare all’Iva o rimanere alla monofase. L’eventuale passaggio all’Iva deve tenere conto delle peculiarità di un piccolo Paese. Una serie di attenzioni che vogliamo risolvere. Vogliamo lavorare per la gestione autonoma delle dogane. Un controllo rigoroso della spesa pubblica richiedere un metodo di gestione maggiormente ispirato a quello privato. Vogliamo incentivare maggiori sinergie pubblico privato. Uno strumento più efficace di valutazione dell’operato della dirigenza. Dipendenti che hanno l’ambizione di crescere professionalmente perché la Pa glielo permette, ma la standardizzazione dei settori non aiuta. Vogliamo riqualificare il personale in esubero. L’ufficio tributario avrà degli esuberi di personale con l’introduzione della fatturazione elettronica. Questo personale va ricollocato in settori su cui vogliamo investire. Qualcosa di assolutamente importante. Portare a progressiva eliminazione dei criteri discrezionali. Favorire i concorsi e la trasparenza nella Pa. Ridurre la spesa corrente per far sì che le risorse dello Stato siano maggiormente destinate ad investimenti pubblici. Per quanto riguarda il debito pubblico, oggi ci troviamo di fronte alla necessità di capire bene come gestirlo. Non si può non partire dalla diversificazione delle fonti di finanziamento. Sul sistema finanziario: sicuramente la questione degli Npl tiene banco. Una strategia nazionale di risoluzione degli Npl è una priorità. Manca una legge sulle cartolarizzazioni. Le norme del recupero crediti sono poco efficaci. Costituzione di un veicolo nazionale per la gestione degli Npl: qualcosa su cui vogliamo lavorare fin da subito. Crediamo ci sia spazio per creare un veicolo pubblico di alta professionalità. Abbiamo impegni presi con gli organismi internazionali. Permeabilità del nostro sistema in quello europeo, migliore sostenibilità degli interventi a fronte delle nuove opportunità che si aprono. Non mero recepimento automatico, ma ragionato e concordato. Vogliamo potenziare la centrale rischi. Vogliamo approfondire e sperimentare in sicurezza i nuovi strumenti finanziari che ci sono sul mercato: blockchain e criptovalute. Intendiamo favorire l’investimento nelle infrastrutture attraverso il fondo sovrano. Un ragionamento che merita di essere approfondito. Segnalo la nostra volontà di aprire a un settore da sempre trascurato, quello assicurativo. Un settore che, con norme adeguate e giusti controlli, può diventare punta di diamante. Questo non è un Governo di giustizialisti. Non spetta al Governo dire chi ha le responsabilità, ci sono organismi a cui spetta il compito di stabilire le responsabilità. Non siamo noi che dobbiamo ricercarle.